The Legend of
HetaQuest
Prologo
Italia
si sforzò di non urlare per il terrore quando il cigolio del
portone principale
si fece a dir poco estenuante.
«America!Vuoi
chiudere quella dannata porta una volta per tutte?!?»
mormorò esasperato
voltandosi verso il compagno con aria di supplica. L’altro
ragazzo rise e
socchiuse la porta con una mano, poi lo raggiunse e si avviarono
insieme lungo
i corridoi. Entrambi restarono a bocca aperta nel guardare la mole di
libri
stipata nei vari scaffali con un preciso ordine di date o di autore.
«Dove
potrebbe essere?» si chiese America strofinandosi due dita
sul mento con fare
pensieroso. Italia rabbrividì vistosamente e si
avvicinò all’amico mentre un
piccione –probabilmente era un pipistrello ma
l’italiano preferiva pensare che
fosse un comune volatile – proiettava strane ombre
inquietanti sulle pareti,
svolazzando di qua e di là appena fuori dalla finestra.
Ancora una volta si
sforzò di ricordare perché aveva accettato di
accompagnare il ragazzo
occhialuto in quella stupida impresa invece di restare a casa a
cucinare pasta
al pomodoro per Germania e Giappone. Quasi tempestivamente America
aprì bocca
al momento giusto.
«Non
dobbiamo perdere di vista il nostro obbiettivo, capito?Forse dovremmo
dividerci, questo posto è enorme… non troveremo
mai il libro in questo modo»
disse, così Italia ricordò.
Durante
uno dei tanti e noiosissimi meeting, America aveva cominciato a
raccontargli la
storia di un leggendario libro capace di insegnare la
“Leggendaria Arte del
Leggere Tra le Righe” e del suo potere nascosto. Poi aveva
aggiunto che alcune
voci dicevano che il tomo si nascondeva proprio nella biblioteca
adiacente alla
sala conferenze, dove nessuno andava mai. E a quel punto niente e
nessuno era
più riuscito a frenare la curiosità di quei due.
Per
questo Italia in quel momento era lì, al buio, stretto
contro America che
pregava di poter tornare a casa il prima possibile.
«D-d-di-dividerci…?Ma…»
provò a ribattere il moro tremando.
«Coraggio,
non dirmi che hai paura?!?» scherzò
l’altro girandosi e tirandogli una pacca
sulla spalla, poi rise e il suono rimbombò un paio di volte.
«Veeh
n-no fi-figurati… ma credo c-che sia me-meglio se restiamo
insieme, sai?»
mugugnò Italia torturandosi le dita delle mani con le unghie.
«Sei
un fifone!E dire che sei stato proprio tu a convincermi a venire a
cercare
questo libro leggendario!»
«Si
ma non ti avevo chiesto di portarmi qui in piena notte!Che cosa diavolo
ti è
saltato in mente, scusa?!?» si lagnò il moro
pestando i piedi per terra come un
bambino. America scosse la testa contrariato.
«Perché
se non c’è un po’ di avventura non
è divertente!Ma ora basta litigare, la
missione ci chiama!»
Italia
deglutì «Missione?!?Non ti sembra di esagerare un
pochino…?America?Aspettami!»
Il
moretto cominciò a correre nel buio cercando disperatamente
di raggiungere
l’amico ormai quasi sparito tra le tenebre quando, senza
rendersene conto andò
a sbattere proprio contro la giacca di quest’ultimo.
«Si
può sapere cosa ti è saltato in mente?!?Mi hai
fatto prendere un col-»
«Shhh!»
gli intimò il biondo facendogli cenno di tacere
«Non si sa mai cosa si nasconde
nell’ombra…» disse poi a bassa voce.
Italia per un momento non capì, poi si
rese conto che il ragazzo si stava solo immedesimando un po’
troppo nella parte
del “ladro gentiluomo”
«Piantala
di spaventarmi!E soprattutto smettila di calarti nella parte
dell’eroe, tanto
qui non c’è nessuno!»
America
gli rivolse un sorriso malizioso «Questo lo pensi tu. Ma
comunque devi stare
tranquillo, ti porterò sano e salvo fuori di qui!Per me
è normale routine, sai
io sono un Hero!»
L’ultima
parola la sbraitò facendo sussultare il ragazzo di paura
«America!Se urli in
questo modo farai cadere tutti i libri dagli scaffali!Dai andiamo via,
ti
prego… torneremo domani mattina»
«Non
se ne parla. Un eroe non lascia mai un lavoro incompiuto e tu» si voltò verso
Italia e puntò l’indice contro il suo petto
«Verrai con me in qualità di mio aiutante!Mi
fornirai supporto!» spiegò con
semplicità, poi si girò ancora una volta e
riprese a camminare.
“Ma
chi me lo ha fatto fare di seguire questo pazzo esaltato?!?”
pensò l’italiano
sospirando rumorosamente e proseguendo il cammino per il lungo
corridoio stando
attento a non perdere di vista l’altro ragazzo.
«Sono
certo» disse ad un tratto il biondo «che un
manoscritto del genere, così leggendario,
si trovi tra i libri
antichi. È lì che stiamo andando,
Italia»
«Veeh,
ho capito» disse Italia «facciamo in fretta
però» aggiunse poi, quando una
strana ombra ricurva si proiettò sul muro candido.
I
due avventurieri scesero una ripida rampa di scale finchè
non giunsero in un
sotterraneo, anch’esso ricolmo di libri. A occhio, si capiva
chiaramente che
erano tutti molto antichi e nessuno li toccava da tempo. Prova, la
povere
accumulatasi sulla maggior parte delle copertine scure, di cui ormai si
distingueva a stento il colore delle rilegature o le incisioni dei
titoli.
«Guarda,
sono in latino!Allora tu li sapresti leggere?» chiese America
prendendone uno a
caso e aprendolo all’esatta metà.
Italia
arrossì vistosamente e si grattò la testa
«Ehm… veramente io non so il latino.
Mio nonno non me lo ha insegnato molto bene e quando finalmente si
decise a
darmi qualche nozione sono stato portato via da Austria e non
l’ho più rivisto»
spiegò arricciando il naso «Scusa»
mormorò imbarazzato. Se il libro leggendario
fosse stato in latino che cosa avrebbero fatto?Non ci aveva nemmeno
pensato e
probabilmente neanche America a giudicare dalla sua espressione un
po’
preoccupata e delusa. Subito dopo però Italia
tentò in tutti i modi di salvare
la situazione e fece un gran sorriso.
«Non
è detta l’ultima parola, dai!Cerchiamo qui in giro
e sicuramente troveremo
qualcosa!» senza che il suo compagno potesse avere il tempo
di dire qualcosa,
cominciò a rovistare tra i vari libri, soffiando via la
polvere e starnutendo
con i lacrimoni agli occhi per il fastidio. America rise a quella
vista, poi si
unì a lui.
Così
pian piano si fece notte fonda e i due ragazzi continuarono le ricerche
senza
mai fermarsi, ma del libro non c’era traccia.
«Senti
America ma sei sicuro che questo libro sia così
speciale?» chiese ad un tratto
Italia, ormai sul punto di arrendersi.
«Certo!Si
dice che sia magico, capisci?!?Quella del “leggere tra le
righe” è un arte
molto rara!Con quel libro potremmo fare un sacco di cose e io potrei
essere
ancora più eroico!»
Italia
rise «Se ne sei sicuro!Qui però non penso che ci
sia… proviamo da un’altra
parte?»
America
lo fissò stupito «Pensavo che volessi andare a
casa il prima possibile…» gli
fece notare alzandosi in piedi. L’altro fece spallucce.
«Be
ma ormai siamo qui… e in questo posto
c’è luce ed è molto piccolo, quindi non
ho paura che arrivi un mostro. E poi sono…»
«curioso!Ammettilo
che ti interessa anche a te quell’Arte magica!»
gridò il biondo additandolo con
energia e ridendo.
«Si,
è vero, vorrei davvero sapere che cos’è
questo libro, lo confesso!Anche se… se
ora fossi a casa potrei mangiare un sacco di pasta!»
«Lo
farai una volta tornato a casa per festeggiare la riuscita della
missione!»
America riprese il suo spirito combattivo e si buttò di
nuovo tra i libri,
mentre Italia sorrideva tra sé e sé.
“Ancora
con questa storia della missione?!?Certo che è proprio
fissato… sarà meglio
sbrigarsi o passeremo tutta la notte tra la polvere!E che
sonno…”
Sbadigliò
sonoramente mentre tirava fuori da uno scaffale un altro grosso tomo
vecchio di
qualche centinaio di anni e, una volta aperto e constatato che non si
trattava
di quello che stava cercando, se lo gettò alle spalle sopra
un’alta pila di
libri ormai già scartati da tempo.
Ad
un tratto un rumore sospetto attirò l’attenzione
delle due Nazioni. Era
qualcosa di continuo e cadenzato, che rimbombava lungo le pareti e si
ripeteva
con lo stesso ritmo.
Tap
Tap Tap…
Sembrava
quasi… un orologio?No, pensò America, era troppo
rumoroso per poter essere il
semplice suono di una lancetta che si sposta e oltretutto si stava
avvicinando.
Italia
cominciò a tremare, lasciò cadere dalle mani un
piccolo libro dalla copertina
bordeaux e andò a nascondersi dietro la schiena del compagno.
«A-Ame-merica?Che
d-diavolo…» balbettò terrorizzato, poi
cominciò ad agitarsi ripetendo in
continuazione «Veeh!» e mangiandosi le unghie.
«Non
lo so» disse l’altro stringendo gli occhi
«ma sembra che provenga…»
Il
rumore divenne chiaro ed evidente quando ormai era ovvio che sarebbe
finito
presto.
«Le
scale!» disse America quando una figura alta e snella apparve
di fronte a loro.
La luce dei lampadari le dava un’aria minacciosa e il fatto
che il suo viso
fosse coperto da un grande cappuccio color del cielo non contribuiva di
certo a
rassicurare i due ragazzi.
Quella
era decisamente una figura
sospetta,
si disse il biondo mordendosi il labbro inferiore con fare nervoso.
«C-chi
sei?» provò a chiedere con cautela. La strana
figura alzò gli occhi spaventata,
come se solo in quell’istante si fosse accorta di non essere
sola. L’azzurro
penetrante delle sue pupille colpì la Nazione, che ne rimase
affascinato e
dedusse che chi avevano davanti era una ragazza.
Italia
fece capolino dalla spalla di America e fissò
l’estranea con timore «C-che cosa
vuole?Ci mangerà?!?Dille che non sono buono, sono tutto
pelle e ossa!»
L’americano
gli diede un colpetto in testa «Ma non lo vedi che
è più spaventata di noi?!?»
«Veeh…»
commentò il moro storcendo il naso «Mi fa comunque
paura… AAH!» gridò poi,
mentre la ragazza cominciava a muoversi verso di loro facendo frusciare
il
lungo mantello che a stento nascondeva le curve prorompenti del suo
petto.
Quando fu finalmente di fronte ad America si limitò a
fissarlo, senza che lui
potesse realmente vederla in faccia, poiché il cappuccio le
era sceso quasi
fino al naso. Italia intanto si nascose di nuovo.
«Chi
se-» riprovò il biondo ma fu interrotto dalla voce
sottile e pacata della
ragazza. Quel suono sembrava quasi provenire da lontano, simile al
rumore delle
foglie secche trasportate dal vento su un fiume che scroscia in un
inverno
freddo e cupo. In un qualche modo però, quella voce era
capace di trasmettere
calma e pace, e questo rassicurò non poco le due Nazioni.
«Cercavate
un libro» non era un domanda. Piuttosto era una constatazione
fatta ad alta
voce su un fatto che tutti, in quella stanza colma di libri,
consideravano
ovvia.
America
non parlò per un lungo istante. A quel punto Italia non
potè fare a meno di
uscire appena un po’ dal suo nascondiglio per guardare la
straniera con occhi
pieni di paura e stupore.
«Veeh
si… ma non lo abbiamo trovato. Ecco noi… non
siamo ladri!» disse ad un tratto
mentre alzava le mani al cielo in segno di innocenza. A quello scatto
di
agitazione America si riprese dal suo shock e scosse la testa.
«Certo
che non siamo ladri!Che stai dicendo, Italia?!?» disse
aggrottando la fronte
perplesso, poi si rivolse di nuovo alla ragazza «Cerchiamo un
libro leggendario
sull’Arte del Leggere Tra le Righe!»
spiegò mettendosi bene a posto gli
occhiali. La sconosciuta rimase impassibile.
«...
libro leggendario… sull’Arte del Leggere tra le
Righe?» ripetè sbattendo un
paio di volte le palpebre mentre i due annuivano. Poi si
guardò attorno come se
stesse cercando qualcosa o come se non volesse che qualcuno li
scoprisse e tirò
fuori dal suo largo mantello un libro vecchio e un po’
sgualcito dalla
copertina nera. Su di essa vi erano incastonate in modo che formassero
un bel
cerchio cinque gemme di colori diversi: bianco, nero, verde, blu e
rosso. Era
decisamente un libro particolare.
«…
potrebbe essere questo» disse la ragazza porgendolo ad
America. Lui lo prese
con occhi grandi per lo stupore e l’eccitazione.
«Davvero?!?»
domandò ammaliato.
«Ah,
ce l’ avevi tu, per questo non lo trovavamo!» disse
Italia sorridendo e
cominciando a rilassarsi un po’.
«Potete
tenerlo se volete» continuò lei senza cambiare
espressione o tono di voce «io
non ne ho bisogno» disse infine.
A
quel punto l’italiano nella sua mente dichiarò
ufficialmente aperta la simpatia
per quella misteriosa ragazza che aveva risolto tutti i loro problemi.
«Grazie!»
gridò «Sei stata davvero gentile!Magari la
prossima volta che ci vediamo ci
prendiamo una tazza di the, che ne dici?!?»
azzardò prendendo forse un po’
troppa confidenza. La ragazza infatti rimase alquanto interdetta a
quelle
parole e per la prima volta cambiò espressione alzando le
fini sopracciglia
chiare e lasciando spazio allo stupore.
«…
ci penserò» disse infine, poi si voltò
e si diresse verso le scale per sparire
di nuovo in tutta fretta con il tap tap
tap di sottofondo che l’aveva accompagnata fin
lì.
America
e Italia rimasero soli, in silenzio per qualche istante, poi si
concentrarono
sul libro.
«Il
leggendario libro sull’atmosfera!Finalmente
l’abbiamo trovato!» disse il biondo
mostrando il volume al compagno. «Guarda… lo
avremmo trovato sicuramente in
fretta se fosse stato qui. Non ho mai visto un libro così
particolare!»
«Hai
ragione» confermò l’altro «Che
belle queste pietre!» sfiorò quella bianca con
le dita, incantato.
«è
strano però… non ci sono scritti ne il titolo
né l’autore» notò America
perplesso.
«Forse
perché è un libro leggendario
e non
uno comune come tutti gli altri?» azzardò il moro
scrollando le spalle. Ora il
sonno gli era sparito e aveva lasciato il posto ad una dolce e agognata
curiosità. Non vedeva l’ora di aprirlo e
sfogliarlo. «Dai, leggiamolo subito!»
disse prendendolo dalle mani di America, che annuì di
rimando.
Sfogliarono
un po’ di pagine, senza leggerne il contenuto, giusto per
sapere se era intatto
e quanta delicatezza dovessero usare, ma sembrava essere resistente,
per cui
passarono direttamente alla prima pagina ansiosi di sapere ogni cosa.
«Oh,
un sommario. Vediamo…» disse Italia passando
l’indice sulla carta ruvida e
leggermente ingiallita dal tempo. «Sembra che sia diviso in
soli tre capitoli.
Capitolo uno: Feliciano…»
«Capitolo
due: Alfred…» continuò America
spostandosi per leggere meglio.
All’improvviso
però i due ragazzi si trovarono in mezzo a due abbaglianti
flash di luce. Due,
veloci e inaspettati, poi tornò tutto normale. Italia si
guardò in giro
spaventato e guardò America sentendosi strano. Aveva una
strana sensazione
addosso, come se si sentisse lontano, con i piedi staccati dal terreno.
«C-cosa…?»
chiese terrorizzato.
America
sgranò gli occhi mentre un cerchio di luce si disegnava
attorno al suo amico e,
con un solo altro semplice lampo scintillante, lo circondava rendendolo
invisibile agli occhi.
Quando
la luce tornò di nuovo normale Italia era sparito. America
era solo, il libro
ancora tra le mani tremanti e gli occhiali scomposti sul naso.
«I-Italia…»
mormorò sconvolto. Il libro gli cadde dalle mani
«Italia!» urlò, rendendosi
parzialmente conto che il suo compagno era letteralmente scomparso nel
nulla,
risucchiato in un vortice di luce.
«Merda,
che cosa sta succedendo?!?» disse guardandosi intorno.
«Hei, tu!Ragazza con il
cappuccio?!?Dove sei?!?Cos’hai fatto a Italia?So che sei
stata tu, torna
indietro!» gridò al nulla.
Poi
anche lui cominciò a vedere leggermente sfocato e
sentì caldo in tutto il
corpo.
“Mi
sto sciogliendo…” pensò, incapace di
reagire, ma poco dopo si rese conto che
non era lui che si stava sciogliendo, ma tutto quello che aveva
attorno.
Prima
che potesse ribellarsi in qualche modo una luce abbagliante ma allo
stesso
tempo accogliente lo circondò da capo a piedi e in pochi
istanti si ritrovò a
cadere nel vuoto.
Note della piccola noiry ^^:
Allora...prima di
tutto: la copertina.
Fa schifo lo so, è che io con la grafica, il disegno e tutte
quelle cose lì faccio letteralmente schifo (non so nemmeno
disegnare un albero!) quindi ho dovuto usare Word e arrangiarmi con
quello che mi è venuto in mente!Prima o poi me ne
farò fare una più bella da una mia amica che se
ne intende parecchio e non dovrete più vedere
questa...cosa...affare...obrorio...
In secondo luogo...ho già spiegato praticamente tutto nella
presentazione quindi non riscriverò tutto qui, ondevitare
che mi tiriate degli improperi!Come avrete notato i dialoghi in
più sono molti perchè questo è proprio
un romanzo e non semplicemente una narrazione di quello che succede
nella storia. Infatti questo prologo (che è lungo tipo 5
pagine) equivale circa ai primi due minuti del primo video!
Quindi la cosa sarà lunga e complicata da scrivere, ma non
mi arrenderò perchè mi piace troppo!^^
La trovavo una cosa carina perchè così anche le
fan che hanno già visto tutto l'RPG possono leggere
tranquillamente questa fic perchè ci sono delle cose in
più...perciò appena ho potuto ho deciso di
metterla su EFP (anche perchè avendo 38 di febbre non so
assolutamente cosa fare ._.)
Era un'idea che avevo da taaaanto tempo... spero che mi seguirete in
tanti così mi date l'ispirazione per continuare con i vostri
commenti, che siano belli o brutti!Anche perchè io tendo a
mollare subito le cose che scrivo e non riprenderle mai più,
quindi mi serve dell'incoraggiamento!Almeno un pò :) questa
volta voglio finire di scrivereee!!!
Anche se la serie si è bloccata al capitolo 28, quindi ad un
certo punto mi toccherà aspettare...-.- spero che continui
presto, sono curiosissimaaa!!
questo commento sta diventando lunghissimo...O.o
Ahi ahi, arriviamo alla nota dolente...per evitare fraintendimenti dico
subito che i capitoli di questa fic verranno postati moooolto
irregolarmente perchè sto scrivendo altre due o tre cose
(che forse un giorno metterò su efp, sempre su Hetalia), ho
un sacco da studiare (danna scuolaaaa mi rovina i piani!-.-) e
soprattutto perchè devo ingeniarmi per tradurre alcuni
dialoghi dove non si capisce niente (anzi penso che tra un
pò vi chiederò anche di darmi una mano
perchè ci sono delle cose che davvero non ho capito della
trama O.o chiedo aiuto a tutte le fan di hetaquest!!) e devo inventarmi
le parti ''originali by me'', tra cui le descrizioni, i viaggi, i
combattimenti ecc ecc...quindi non vi assicuro di trovare il nuovo
capitolo domani o tra una settimana perchè non ho idea di
quando lo finirò (anche se sono già a buon punto
per il primo yeeee!!^^) e a volte penso che vi toccherà
aspettare anche qualche mesetto. Mi scuso in anticipo inginocchiandomi
:(
Detto questo ringrazio già tutti quelli che recensiranno o che semplicemente leggeranno, dal più profondo del cuore!!(ma che melensa...xD)
Ho davvero scritto troppo, scusate, ma dovevo spiegare alcune cose...gli altri commenti saranno più corti e meno pesi, lo giuro!
NoireNeige