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Autore: Strega_Mogana    16/06/2006    6 recensioni
Una guerra e un destino che nessuno vuole accettare.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Minako schivò l’ennesimo colpo di suo padre, ormai la loro non era una lotta ma solo uno schivare e parare colpi. Stava facendo di tutto per non ferirlo per cercare di farlo ragionare, per aiutarlo a tornare quello di un tempo: il padre che tanto amava.
- Smettila!- urlò per la millesima volta chinandosi per schivare la lama della spada.
- Combatti stupida donna!- tuonò l’uomo ormai del tutto folle, con gli occhi iniettati di sangue e le vene del collo gonfie – Non fare la vigliacca!
- Io non sono una vigliacca! – rispose a tono nascondendosi dietro una colonna - Ma non voglio combattere contro di te papà... cerca di ricordare chi sei!
- Io lo so chi sono! Sono il futuro sovrano di questo regno... e nessuno può fermarmi!
- Ti hanno fatto il lavaggio del cervello! Cerca di ricordare la tua casa... la tua famiglia.
- Io non ho famiglia e non ho casa mocciosa... – con un colpo micidiale spaccò la colonna dove si nascondeva la ragazza - smettila di parlare a vanvera e combatti come un vero soldato.
Minako cercò rifugio dietro la colonna accanto ma i Cavaliere Nero le lanciò il pesante elmo colpendola alla schiena e facendola cadere a terra.
La mezza elfa riprese fiato un attimo, non voleva colpire suo padre, non voleva perderlo di nuovo.
Ma non voleva neppure morire.
L’uomo la raggiunse con due gradi falcate, con un calcio la fece voltare e l’afferrò il collo sollevandola da terra di qualche spanna.
- Tu sei solo una stupida ragazzina che gioca a fare la soldatessa...- le disse stringendo ancora di più la sua presa – sei debole e una vigliacca, se fossi in tuo padre sarei molto deluso di te.
Questa frase fu più efficace di mille pugni, silenziosamente iniziò a piangere mentre cercava invano di respirare. Tirava deboli pugni sul braccio dell’uomo cercando di fargli mollare la presa, ma lui era più forte e presto non avrebbe più avuto le forze neppure per respirare.
Improvvisamente una freccia trapassò il polso del Cavaliere che lasciò subito libera la sua vittima urlando di dolore.
Minako era accasciata a terra, tossiva furiosamente cercando di riprendere un po’ di fiato, con lo sguardo velato dalle lacrime cercò il suo salvatore.
- Kunzite...- mormorò portandosi una mano alla gola arrossata e tossendo più forte.
Il cavaliere si strappò la freccia dal polso e raggiunse il soldato, con un gesto rabbioso gli strappò l’arco dalle mani, e con un pugno lo fece sbattere contro una parete, Kunzite cercava di schivare i colpi ma il padre di Minako era più scaltro e più forte di lui grazie al potere nero che lo invadeva.
- Lascialo!- urlava la donna strisciando a terra – Papà lascialo stare!
Un altro pugno ben piazzato e Kunzite cadde a terra privo di sensi.
- Ora ti faccio vedere io come muore questo moscerino...- fece il Cavaliere prendendo la sua spada – e poi ti ammazzo.
L’uomo sollevò le braccia per colpire il soldato a terra, mentre stava per scagliare il suo micidiale colpo la catena della mezza elfa lo avvolse. Imprecando tentò di liberarsi rompendo le maglie ma Minako diede un forte strattone al corpo dell’uomo che fu scaraventato contro la parete opposta.
Minako abbandonò la sua catena e corse verso Kunzite, respirava ancora, aveva qualche piccola ferita superficiale, era stato il colpo alla testa a fargli perdere i sensi.
- Mi dispiace...- gli sussurrò all’orecchio piangendo – avevi ragione tu.
Il ragazzo aprì gli occhi e le sorrise debolmente.
- Non volevo arrivare a questo.
- Non importa...- gli rispose lei accarezzandogli il viso – tu mi avevi avvertito... sono io che non ho voluto ascoltare nessuno.
In quel momento Kunzite di rese conto che il Cavaliere Nero aveva rotto la catena e si stava avvicinando minaccioso alle spalle di Minako.
- MINAKO ATTENTA!

***
Serenity camminava piano verso il suo nemico, la paura era svanita nel momento in cui aveva capito che era stato Doku ad uccidere sua madre. Quell’essere viscido che aveva tramato alle loro spalle fin da subito.
- Volete combattere principessina?- la derise il vecchio – Vostro padre vi avrà anche allenato nel combattimento con la spada ma io ho la magia dalla mia parte.
Per sottolineare la sua frase Doku mosse appena le mani e una folata molto forte di vento si abbatté contro Serenity che cercò di coprirsi alzando le braccia.
I rubini dell’elsa della sua spada elfica emanarono un debole bagliore rosso assorbendo la magia scagliata da Doku.
Quando la regina si rese conto di quello che era successo fissò trionfante l’assassino di sua madre che stava iniziando a tremare.
- Hai paura di morire Doku?- mormorò accecata dall’odio Serenity notando il suo tremore.
- Io non avevo scelta...- piagnucolò il vecchio tremando rendendosi conto che nulla avrebbe fermato quella ragazza accecata dal desiderio di vendetta – mi hanno lanciato un incantesimo contro la mia volontà. – le gambe gli cedettero per la tremarella facendolo cadere in ginocchio.
Serenity era ormai davanti a lui.
- Non vorrete uccidere un vecchio inerme in ginocchio vero?- domandò con voce tremante.
Serenity si avvicinò al viso di quell’essere, Doku chiuse gli occhi aspettando la sua fine.
- Vattene...- sibilò Serenity – abbandona le Terre Nere e allontanati il più possibile da Regno Argentato, ma se proverai anche sono a pensare a noi... io verrò da te e ti taglierò la testa.
- Non mi vedrete più...- piagnucolò l’altro chinando il capo – lo giuro, non sentirete più parlare di me.
- Bene. – fece la regina voltandosi ed avviandosi verso la porta.
Doku alzò lo sguardo, ghignò ed estrasse il pugnale che aveva nascosto dietro la schiena.
- Stupida. - mugugnò alzandosi.
Serenity, che aveva i sensi all’erta immaginando un attacco del genere, si voltò di scatto brandendo la sua spada.
La lama tagliò l’aria prima di raggiungere il collo del vecchio ed affondarci come se fosse burro. La testa dell’uomo rotolò in un angolo mentre il corpo restava in piedi per altri secondi schizzando sangue dalle arterie recise, poi cadde a terra con un tonfo sordo con la pozza rossa che si ingrandiva a vista d’occhio.
- Ti avevo avvertito. – fece la donna prendendo un pezzo di stoffa dal cadavere per pulire la lama della sua spada.
Serenity si lasciò il cadavere del traditore alle spalle senza più dire una parola, senza provare pietà ma solo una vaga soddisfazione per aver vendicato la madre.
Ora doveva aiutare suo marito.

***
Endimion entrò in una sala buia, era certo che fosse giunto alla fine del suo viaggio, Xazumi era da qualche parte in quella stanza solo che non riusciva a vederlo.
- Fatti vedere!- lo intimò con la spada stretta in pugno – Xazumi mostrati e io ti infilzerò con questa stessa spada!
Una risata grottesca echeggiò nella stanza buia.
- Sul serio Endimion?- chiese il demone nell’oscurità – Vuoi uccidermi con quella spada elfica? Sei solo...
- Serenity sta arrivando.
- Serenity é morta.
- NO! – gridò girando su se stesso per paura che il demone gli apparisse alle spalle – Mostrati! O crederò che tu abbia paura!
Si sentì un grido soffocato e le torce illuminarono tutta la sala del trono.
- Io non ho paura!- sbraitò il demone alzandosi dal suo trono e dirigendosi minaccioso verso il sovrano del Regno Argentato – Io non ti temo umano!
Endimion parò il colpo con la sua spada.
- Io credo di aver indovinato invece.
Con un altro grugnito Xazumi si scagliò su Endimion usando tutte le sue forze.
Endimion cercava di difendersi come meglio poteva, il demone era forte, molto più forte di lui, ma lui non aveva intenzione di morire, non oggi, non in quel modo.
Cercò di sfruttare al meglio ogni sua risorsa, ogni appiglio per poterlo ferire, anche solo per rallentare la sua furia.
Ma Xazumi non sembrava neppure affaticato, era come se prendesse le forse da...
- I demoni...- fece ad alta voce cercando di farsi da scudo con il trono di pietra – lui alimenta i demoni che gli danno le forze necessarie per lottare... un rapporto in simbiosi. Se lui si innervosisce i demoni diventano più deboli e lui non può attingerne le forze.
- Cosa fai principino? – urlò il demone divertito – Stai pregando? Espiri l’ultimo desiderio?
Endimion si destò da quei suoi pensieri e sorrise... aveva trovato una soluzione.
- No,- rispose – stavo pensando a quanto sei patetico Xazumi. Sei solo un vigliacco, in questi anni quante volte sei sceso in campo di persona? Nessuna! E neppure questa volta ai aiutato i suoi servi... sei rimasto qui, in attesa che io venissi ad ucciderti.
- Taci stupido uomo!
- Perfino la regina degli elfi ti crede un inetto, un illuso che crede di conquistare il mondo con i suoi demoni. Ma tu non ci fai paura... sei solo un vecchio, proprio come tuo fratello.
- Io sono migliore di lui!
Endimion sorrise trionfante: era sulla strada giusta.

***
Il silenzio era interrotto solo dal respiro affannoso della donna.
Jadeite aprì gli occhi per vedere Rei ferma davanti a lui, ansimava come se avesse corso per miglia, il pugnale gli sfiorava il petto all’altezza del cuore.
Si era fermata all’improvviso, come se qualcosa o qualcuno l’avesse bloccata.
- Rei...- mormorò il soldato fissandola in quegli occhi spenti – Rei...
- Fuoco. – disse solo al donna fissando la parete di pietra dietro di lui– Un fuoco in una foresta.
- E’ li che ci siamo dati il primo bacio. – le spiegò fiducioso ed iniziando ad intravedere una lieve speranza.
- Mi hai detto che ero perfetta così com’ero...- continuò lei come persa in un mondo tutto suo.
- E lo credo ancora.
La ragazza si portò le mani alla testa allontanandosi di qualche passo.
- Rei...- mormorò lui preoccupato – cosa ti succede?
Ma lei non lo sentiva, il dolore alla testa era troppo forte per farla ragionare.
- Vattene via!- urlò la ragazza e Jadeite capì che non si stava rivolgendo a lui – Lasciami in pace!
Con un urlo più forte, Rei si scagliò contro il soldato alzando il pugnale.
Jadeite restò paralizzato mentre Rei gli finiva tra le braccia conficcando il pugnale nel muro sfiorandogli appena l’orecchio.
Il ragazzo riprese fiato mentre cercava di realizzare quello che stava succedendo.
In pochi secondi la sua vita gli era passata davanti agl’occhi, non aveva neppure avuto il tempo per capire quello che stava succedendo.
- Jadeite...
Quel poco di voce bastò per fargli dimenticare tutto, afferrò la ragazza per le spalle, guardandola negl’occhi, vide subito il suo sguardo luminoso, il velo malvagio che la imprigionava era caduto rivelando la sua donna.
- Rei...- la strinse forte chiudendo gli occhi ringraziando tutti gli dei per avergli ridato la sua donna.
- Non riuscivo a fermarmi...- spiegò l’altra debolmente – io ti vedevo ma non riuscivo a fermarmi.
- Ora ci sei riuscita. – rispose Jadeite – E’ tutto finito.
In quel momento la porta si spalancò ed entrò Vladimir.
- Dobbiamo... – si bloccò vedendo i due abbracciati – lei é mia!- urlò furioso avanzando verso il soldato.
Jadeite spostò di lato Rei ed afferrò il pugnale che stava a lato della sua testa, scansò il pugno il che Vladimir stava per dargli e, con una mossa veloce, gli trafisse il cuore con la lama.
Il vampiro aprì la bocca per dire qualcosa ma ne uscì solo un rantolo incomprensibile, indietreggiò osservando il pugnale che lui stesso aveva dato alla donna per uccidere quell’umano.
Lentamente il corpo diventava polvere sotto gli occhi dei due giovani, tutto quello che restava di Vladimir il vampiro era solo un mucchietto di polvere tra il sudiciume della cella, perfino il pugnale era svanito, gli incantesimi che aveva fatto quel mostro erano finiti per sempre.
Rei si avvicinò al suo uomo in lacrime e lo abbracciò.
- Grazie...- disse tra i singhiozzi – grazie per non avermi abbandonato.

***
- MINAKO ATTENTA!
Il ragazza si votò si scatto giusto in tempo per vedere sua padre avanzare verso di lei con una spada in mano ormai completamente perso negli abissi della sua follia.
Il Cavaliere Nero si scagliò sulla mezza elfa ma improvvisamente sgranò gli occhi orripilato.
Indietreggiò di qualche passo solo per vedere meglio la spada del giovane soldato a terra infilzata nel suo stomaco.
Aprì la bocca dallo stupore continuando a fissare Minako che piangeva e tremava.
- Mi dispiace...- singhiozzò – papà... mi dispiace tanto.
L’uomo cadde in ginocchio, le braccia lungo i fianchi, la spada scivolò dalla sua mano e cadde a terra.
I suoi occhi tornarono quelli di un tempo, la ceca follia che lo aveva reso malvagio stava svanendo insieme alla sua vita.
- Minako...- sussurrò con un sorriso appena accennato, un piccolo rivolo di sangue gli usciva da un angolo della bocca – grazie.


Ecco qui l’ultimo capitolo della settimana.
Grazie a tutti per i commenti e mi scuso per gli errori (grazie sissy per avermeli fatti notare!^^”) avevo la febbre quando ho scritto e riletto il capitolo non ci ho fatto molto caso agli errori! Ho cercato di sistemare quelli che mi sembravano proprio sbagliatissimi... se ne ho tralasciato qualcuno abbiate pazienza io e la grammatica facciamo spesso a pugni! Chiudete un occhio (dove serve anche due) e andate avanti... prometto che cercherò di sistemarle le mie ff... ma raramente rileggo quello che scrivo quando una storia é finita.
Dovrebbero mancare 2 forse 3 capitoli poi la storia é finita sul serio.
In quanti hanno detto grazie al cielo?
Bene ora vi saluto, buon fine settimana a tutti!
Ma prima commentate questo capitolo!
Un bacio
Elena

   
 
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