Dedicata
con tutto il cuore a Feel Good Inc, alla quale, circa un anno fa, avevo
promesso una storia su questo film. Però alla fine ci sono riuscita, anche se
non sono riuscita ad inserire quella vena di comicità che tu avevi messo nella
tua, socia. Comunque sia, grazie per tutto. Grazie per tutto, davvero. [Non sto
a citarla, ma c’entra quella storia dei mattoni XD]
Questione di impulsi.
#055. Impulse
Uno
spiffero di gelido vento transilvanico scompiglia appena gli appunti del
professore. Il giovane scienziato – Herr Doktor, come lo chiama Frau
Blucher – lascia cadere la testa sul tavolo, annegando il viso tra i progetti. Maledetto
Herr Rosenthal e la sua forsennata ricerca di un assistente qualificato.
“Oh,
poveri cavalli deve avere paura di temporale” ipotizza Inga, mentre i nitriti
del cocchio si spengono nel vento. “Si sente bene, professor?”
Frankenstein
rialza la testa di scatto, cercando di scacciare dalla propria mente i nuovi progetti
ai quali stava iniziando a lavorare. “Mai sentito meglio, mia cara” risponde
brusco, cercando di indirizzare lo sguardo su qualunque cosa che non sia
Inga. L’ideale sarebbe vedere Frau Blucher in sottoveste. “Dev’essere l’aria
del posto” aggiunge, alzando un po’ il tono per sovrastare il verso dei
cavalli. Buffo, adesso basta pensare a quel nome per scatenare il putiferio.
“Oh sì,
in questa regione aria molto pulita e fresca. Ottima per crescere sani bambini
e bambine robuste.”
Proprio
un posto sano, se ci è cresciuta una così bella fi… “Oh,
sì, davvero un posto magnifico.”
“Ma
professore, lei non crede che Igor dovrebbe già tornare con cervello per creatura?”
“Mia
cara, fossi in te ci penserei due volte, prima di inserire le parole ‘Igor’ e
‘cervello’ nella medesima frase. Lo trovo piuttosto grottesco.” Getta
un’occhiata all’enorme orologio a pendolo, alzandosi dalla scrivania. “Comunque
è vero, sta tardando. Forse ha incontrato qualche contrattempo.”
Un
tuono molto più forte dei precedenti scuote il castello. Inga, smarrita, si
aggrappa alla vestaglia del professore. “Lei non crede che bisogna andare a
cercare povero Igor?”
Frankenstein
non può evitare di guardare verso il basso, se vuole vedere i suoi occhi. E già
che c’è, ne approfitta per sbirciare anche un po’ più giù. “Oh, no davvero, mia
cara. Sono certo che Igor se la saprà cavare benissimo da solo.”
“Ma
allora, che cosa si può fare mentre si aspetta lui?”
Non
provocarmi, mia cara. Ho giusto un paio di idee che…
“Immagino che potrei darti una dimostrazione pratica di ciò che dovrai fare
quando avrai a che fare con… con la creatura.”
“Oh, va
bene, dottore. È lei mente geniale tra noi” mormora lei, senza staccarsi.
Frankenstein
è rapito dalla sua bellezza. Forse Elizabeth è più sofisticata, più raffinata,
più ricca… ma nemmeno vagabondando per l’intero mondo potrebbe mai trovare una
creatura più innocente, più sensuale, più perfetta della giovane Inga.
Abbandona il raziocino, si china a sfiorare le sue labbra, senza sciogliere
l’abbraccio.
“Questa,
dottore, è sua dimostrazione?” gli domanda lei, con la voce arrochita
dall’eccitazione, gli occhi fissi sulla sua bocca.
“Che ti aspettavi, mia cara? Credevo di avertelo detto: è sempre una questione di impulsi.”
[447
parole.]
Note dell’Autrice
Eccoci qui, dunque.
Ho adorato questo film
dal primo istante – probabilmente chiunque lo abbia visto lo ha adorato dal
primo istante, ma è sempre meglio ribadire il concetto –, e tra tutte le scene
divertenti, per me la migliore è quella in cui Frau Blucher scopre che
Frankenstein e Inga si sono appena ‘trastullati’ sulla piattaforma mobile.
Insomma, Inga ha una faccia così adorabilmente colpevole *__*
Comunque, in qualche modo
sono finita a scrivere questa schifezza.
Gli errori grammaticali
nelle battute di Inga sono voluti, per cercare di riportare la sua tipica
parlata.
Ancora grazie mille.