E' un vita che non pubblico qualcosa e sinceramente non ero sicura di volerlo fare con questa oneshot, ma alla fine mi sono decisa.
Non ho idea di cosa sia, quindi, vi prego, siate clementi.
E' divisa in piccoli episodi e tra uno e l'altro potrebbe passare un minuto, come un giorno, un mese o due; ma penso si capisca, più o meno.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e sarò felice di rispondervi.
Grazie e buona lettura.
Obsession.
«Sei sposato?» Chiese, ingenua - non
aveva idea di chi fossi e se sapeva
qualcosa era poco e niente.
Sentivo il suo profumo d’ambra nelle narici, il suo corpo
farsi piccolo sotto il mio e lei che mi guardava, mi guardava con
quegl’occhi
azzurri che tanto mi ricordavano i suoi.
Mi facevo spazio tra le sue gambe, mentre l’eccitazione
aumentava sempre di più; non volevo parlare, non volevo
perché ero certo che
poi me ne sarei pentito, in qualche modo.
Volevo solo sentire le sue mani sulla schiena, le unghie nella carne, i
denti
mordermi; volevo che mi facesse male. Ed io le baciavo il collo,
annaspavo
sulla sua pelle.
«Fidanzato?» Azzardò d’un
tratto e mi afferrò un polso, bloccandomi.
Perché doveva fare tutte quelle domande? Era così
importante
conoscere la mia vita per fare solo un po’ di sano sesso?
«No.» Dissi, infine e la vidi accennare un sorriso.
Quello sembrò farla sbloccare. Guidò la mia mano
verso il
basso, tra le sue cosce.
La guardavo mentre provava piacere: la testa buttata
all’indietro, i capelli color
pece a circondarle il viso, la bocca socchiusa,
quell’ansimare che mi stava
facendo impazzire.
«Dom…»
Gemette,
mordendosi un labbro, una volta arrivata all’apice.
Cristo, era bellissima.
Bellissima quando mi puntava gli occhi addosso, quando si
passava la lingua sulle labbra e incrociava le gambe dietro la mia
schiena
stringendo il suo corpo al mio.
Mi sorrise e mi strappò un bacio.
Annusarle i capelli mentre ero dentro di lei, mescolare il mio respiro
al suo, il
mio sapore al suo, volerle
succhiare
via quella bocca a forma di cuore, e volere di più, sempre
di più. Voler stare
bene, voler dimenticare, seppellire quei
momenti in qualche buio meandro della memoria e continuare a vivere, a
godersi
ogni santo minuto di vita senza pensare agli sbagli, alla voglia di
riaverlo
fra le braccia.
«Perché sei
così bella?» Le chiesi d’impulso, quando
la vidi
avvicinarsi al letto con solo un asciugamano a coprirle il corpo, i
capelli
sciolti e lunghi fino a sotto il seno.
Mi sorrise. «Perché non ci siamo conosciuti
prima?» Disse
lei.
Non avresti mai potuto
prendere il suo posto; mai.
«Vieni qui.» Sussurrai, tastando il materasso vuoto
al mio
fianco.
Ubbidì ed un attimo dopo le sue labbra sfioravano le mie.
«Baciami.» Mormorò, dolcemente.
Lo feci, quasi senza esitazione, quasi senza pensare.
Quasi, Matthew. Quasi.
«Sinceramente non so cosa sia successo. E’ stato così… Così naturale! Ecco, naturale, esatto. Lei è qualcosa di meraviglioso, semplicemente la cosa migliore che mi sia capitata in quest’ultimo periodo. Credo… Credo di essermi innamorato a prima vista.» Disse, mentre vagava imbarazzato con lo sguardo in giro per la stanza.
«Dov’eri?»
Mi chiese, bloccandomi il passo.
«Scusa?»
«Dov’eri ieri sera, Dom?»
Continuò.
«Perché?»
«Ti cercavo. Dove sei stato?» Mi stava facendo il
terzo il
grado.
«Ti interessa davvero?»
«Sì.»
Sorrisi. «A scopare, come non facevo da un po’. A
tentare di
non pensare a te.»
Fece un passo indietro e abbassò lo sguardo, notai
l’angolo
della bocca tremare.
Ma tornò all’attacco, dopo aver preso un respiro.
«Chi è?»
«Chiunque tu pensi che sia.»
«Vaffanculo, Dominic. Dimmi chi è e facciamola
finita.»
Iniziò ad irritarsi.
«Per quale motivo dovrei farlo?»
«Perché… Perché ho bisogno
di saperlo.»
«Megan. Si chiama così, contento?»
Si mise affianco a me, su quel divano
nero, e mentre mi
stampava un bacio sulla guancia scattò una foto con la sua
Nikon. Poi mi
sorrise, guardandomi dritto negli occhi.
«Credo che la farò stampare.» Disse.
Risi. «La mia faccia non sarà delle migliori,
Meg.»
Un attimo di silenzio.
«Dom.» Sussurrò.
«Sì?»
«Sei la cosa più bella che mi poteva
capitare.»
Mi accesi una sigaretta e feci un
tiro.
Mi sedetti sulla ringhiera del balcone e guardai giù:
c’era Kate, c’era Kelly, c’era
Chris, c’era Megan. E ridevano, seduti intorno al tavolino di
vimini, baciati
dal sole di quella mite domenica.
«Devi smetterla di sparire così.» Disse
d’un tratto,
facendomi distogliere lo sguardo, colui che mancava
all’appello di poco prima.
Appena mi fu di fronte si appropriò della sigaretta e fece
un tiro.
«E tu devi smetterla di venirmi a cercare. Ogni
volta.»
Risposi.
Sorrise. «L’amore è passione, ossessione, è
non poter
vivere senza qualcuno.»
Lo disse in un sussurro, caldo, il fumo contro il mio viso.
«Ossessione, Dom.»
Ripeté.
Mi ritrovai schiacciato contro il
muro, le labbra tra le sue,
le mani a tenermi il viso.
Ci ero ricaduto e ci sarei ricaduto sempre, probabilmente.
Aprii gli occhi e in quel momento lui fece lo stesso.
Azzurro. L’azzurro m’invase.
E mi strinsi a lui, alla mia sola ed unica, vera ossessione.
«Dov’eravate?»
Megan mi corse incontro, solare, buttandomi
le braccia al collo.
«Sul balcone, a fumarci una sigaretta.» Intervenne
Matthew,
dandomi una pacca sulla spalla e sorridendo alla mia ragazza, che
subito
ricambiò.
Quando Matt si spostò per andare da Kate, lei mi
baciò.
Per un attimo ebbi quasi paura che potesse accorgersi del sapore
diverso delle
mie labbra, che potesse riconoscere quello di Matt.
«E’ davvero
bellissima; lo sai, vero?» Mi disse, seduto al
mio fianco, con lo sguardo rivolto verso il mare.
«Lo so.» Risposi, guardandolo con la coda
dell’occhio. «E so
anche che non si merita tutto questo.»
A quel punto si voltò verso di me. «Tutto questo,
cosa?»
«Tutto questo.» Dissi di nuovo, indicando me e poi
lui.
«Questa cosa che c’è tra noi.»
Sospirò. «Ne abbiamo già parlato,
Dom.»
«Sì, lo abbiamo fatto; ma non mi sembra sia
servito a
qualcosa. Mi avevi detto che non avresti nemmeno più avuto
il coraggio di
avvicinarti a me, visto come hai deciso di impegnarti con
Kate… Prima, però,
l’hai avuto.» Replicai, secco.
Lo guardai mentre scuoteva la testa, frustrato.
«L’ho avuto, e allora?»
«E allora? Matt, non è sano! Non lo è!
Né per me né per te, capisci?» Mi
alterai, e gli puntai gli occhi addosso.
«Lo so.» Sussurrò. «Ma come
cazzo faccio se ogni volta che
ti lascio andare vorrei non averlo fatto?» Si
avvicinò bruscamente a me. «E se
non lo faccio mi sembra di sbagliare; io non so più come
gestirla questa
situazione, Dominic.»
Era sincero. Lo vedevo, lo sentivo.
«Perché hai detto tutte quelle stronzate,
allora?» Chiesi.
«Che stronzate?»
«Tutte quelle che propini alla gente ad ogni fottuta
intervista su Kate.» Dissi, seccato.
Non disse nulla, ma non osò abbassare lo sguardo.
«Perché invece non dici che con me
è stato naturale, e lo è tuttora; che io sono qualcosa di meraviglioso; che io sono semplicemente la cosa migliore di
tutta la tua vita?»
Mi sorrise. «Cristo santo, quanto è
vero.» Mormorò.
«Cos’è?»
Chiesi, quando mi mise uno pacchettino quadrato tra
le mani, che dava tutta l’idea di essere un regalo.
«Aprilo.» Rispose lei, dolcemente.
Allora lo scartai, aprii la scatoletta blu e mi ritrovai tra
le mani un Rolex nuovo di pacca.
«Tu sei pazza.» Dissi, lanciandole un sorriso
mentre mi
scrutavo per bene l’oggetto.
«Ti piace?»
«Sì, molto.»
«Aspetta.» Si avvicinò e me lo
allacciò al polso.
«Perfetto.» Aggiunse.
Rimanemmo per un attimo in silenzio, mi guardava negli
occhi.
«Perché?» Domandai, d’un
tratto.
«Cosa?»
«Questo.» Indicai l’orologio.
Sorrise e mi baciò.
Pensai a Matt.
«Ho deciso.»
Disse, uscita dal bagno.
Stavo sdraiato sul letto con il pc in grembo, leggevo un
articolo su Internet. Alzai lo sguardo e la vidi venire verso di me;
canottiera
e tanga bianchi, la cascata di capelli mori da un lato e il profumo di
shampoo
e bagnoschiuma a farle da cornice.
«Ho deciso.» Ripeté, fermandosi di
fronte al letto.
«Cosa?» Chiesi, sorridendole.
«Ho deciso che ti amo.»
«Si è
innamorata. Me l’ha detto in faccia.» Ripetei per
la
terza volta.
«Qual è il problema?» Chiese Chris, dopo
aver bevuto un
sorso d’acqua dalla bottiglietta.
Matt non alzò lo sguardo da terra, dove teneva gli occhi
fissi da quando avevo iniziato a parlare di Megan. Di Megan e me.
«Ho paura di non riuscire a farlo anche io.» Dissi.
«Cosa, amarla?»
«Sì.»
Era tra le mie braccia da almeno
dieci minuti.
Stavamo seduti su un dondolo fuori in giardino, non avevamo
ancora detto una parola. Era uscito di casa e me l’ero
ritrovato davanti, si
era seduto e poi fatto spazio tra le mie braccia.
«Dimmi che mi ami.» Disse all’improvviso.
«Lo sai già.» Risposi in un sussurro.
«Dimmi che ami me e non lei.» Insistette.
Gli sollevai il viso. Aveva gli occhi lucidi e l’azzurro era
ancora più intenso.
«Amo te, solamente te.» Mormorai.
«Dimmi che mi
ami.» Disse.
Persi un battito e feci vagare gli occhi nel vuoto.
«Dimmi che mi ami, Dom.» Di nuovo.
La guardai. Sentii la voce di Matt pronunciare le stesse
parole. Vidi i suoi occhi.
«Meg… N-» Non feci in tempo a finire.
«Lo so.» Sussurrò. «Volevo
solo la conferma.»
Se n’era andata.
«Kate è incinta,
Dom.» Lo disse in un sussurro, sembrava
avesse paura.
Ma io me l’aspettavo ormai da tempo. Sapevo che prima o poi
le sue labbra avrebbero pronunciato quelle parole e mi ero
già preparato
psicologicamente.
«Congratulazioni, Matt.» Risposi, col cuore in gola
ed un
sorriso sul viso.
Stringevo quel corpicino tra le mie
braccia da più di mezz’ora,
ormai.
Non era la prima volta che si addormentava in braccio a me dopo aver
pianto
come un disperato ad intervalli di cinque minuti per due ore; infatti
da quando
Matt aveva scoperto che avvolgerlo in una copertina e piazzarmelo in
braccio lo
tranquillizzava, era diventato compito mio cullarlo dopo gli scleri, se
mi
trovavo nelle vicinanze. Ogni volta che lo facevo, Matt mi fissava
ininterrottamente con un sorriso da ebete stampato sul viso. Non
riuscivo a
capire se fosse perché ammirava i miei superpoteri nel far
addormentare Bing
oppure perché…
«Siete la cosa più bella che ho.» Mi
disse, un giorno.
Senza rendermi conto mi ritrovai a
baciarlo.
Ero felice, talmente felice che non avevo più ragionato.
Avevo ancora l’adrenalina a mille quando lo feci.
Eravamo rientrati in camerino dopo il concerto, dopo aver
suonato tutte le canzoni di Origin Of Symmetry
e averlo sentito cantare ‘Bliss’;
Chris era uscito a fumarsi una
sigaretta ed io ero rimasto solo con lui; ci eravamo messi a scherzare,
a
giocare, ancora tutti e due sovraeccitati e d’un tratto mi
ero ritrovato a
terra sopra di lui.
Mi guardava, e mi sorrideva, con gli occhi, con le labbra,
con il cuore.
E non resistetti più. Lo baciai, lo baciai come non facevo
ormai da mesi.
Per un attimo mi sembrò di aver azzardato troppo, ma presto
sentii le sue mani
tra i capelli e le labbra incastrarsi alle mie. Sentii quanto aveva
desiderato
che lo facessi.
Aprì gli occhi, esattamente nel momento in cui lo feci
anch’io.
Azzurro.
E ci annegai, come sempre e come avrei sempre fatto.
Non ci si può liberare di un’ossessione.