Film > La Fabbrica di Cioccolato
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Autore: Cristy_    10/10/2011    0 recensioni
"C' era una volta un ragazzo, suo padre era un dentista. Come puoi immaginare egli teneva molto che suo figlio avesse dei denti puliti e ben curati, e gli vietava di mangiare qualsiasi tipo di dolce! Alle feste, il ragazzo non poteva toccare neanche una caramella."
!Nonna, ma come avrebbe fatto a crescere senza i dolci?" feci io, con tutta l' innocenza di una bambina che crede alle storie degli adulti..
" Oh, ma lui è cresciuto eccome! E appena lo ha fatto, si è ribellato a suo padre.. E' diventato il cioccolatiere più famoso del mondo.."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A guardarla Willy avrebbe scommesso che fosse una di quelle ragazze che restavano sempre chiuse in casa a leggere, e ne uscivano solo per comprare altri libri. Ma i suoi occhi gli trasmettevano ben altro che monotonia, erano arzilli, correvano sul suo viso studiandolo per poi fissare il pavimento imbarazzati.

Sembrò passare un tempo infinito per la ragazza, e invece passarono solo pochi secondi. Non che volesse intrattenere una conversazione con lui, però voleva sentire ancora il suono della sua voce. La incuriosiva!

<< Per l' esattezza, a cosa ho sbattuto? >> chiese lei massaggiandosi la fronte.

<< Ooh, al mio ascensore. Il mio fedele mezzo di trasporto! Può sorvolare per l' intera città e inoltre.. >> prima di continuare si chiese se fosse saggio: la ragazza aveva spalancato gli occhi e lo guardava come se fosse un alieno a bordo di una navicella; mostrandole il suo ascensore l' aveva lasciata senza parole!

Cristina alzò una mano dove l' uomo le aveva appena indicato esserci il suo ascensore, e lo toccò. C' era davvero! Scorrendo con la mano trovò l' entrata e si voltò a guardare quella misteriosa persona. Lui le fece cenno di entrare con le mani, come se fosse stufato dalla sorpresa della ragazza. Certo! Come se per lui fosse una cosa completamente normale!!

In buona fede la ragazza vi entrò, e lui la seguì. Spinse un tasto e le porte si chiusero.

<< Hey! Che succede?? >> chiese lei allarmata.

<< Prendiamo il volo!!! >> rispose lui sorridendo maliziosamente.

<< Co..cosa? Lei si rende conto che non so neanche chi è lei e sto volando su un coso che lei definisce ascensore, ma è totalmente trasparente fatta eccezione per i tasti?? Mi riporti a terra!! >> partì in quarta, e si appoggiò al vetro osservando sotto i loro piedi.. Era bello! Prese a respirare e si calmò.

Osservando i suoi cambi d' umore lui se la rise, e con un po' di malignità nello sguardo spinse un altro tasto dell' ascensore. “Voglio proprio vedere come reagisce a questo!”, pensò. L' ascensore partì a tutta velocità in orizzontale, verso destra. Sorvolarono la zona del fiume, con gli occhi fuori dalle orbite della ragazza.

<< Tutto questo è  magnifico! >> esclamò lei. Con tutta quell' ansia non s' era accorta che l' interno dell' ascensore era molto caldo rispetto all' esterno.. Troppo molto!! Era forse aria condizionata??

<< Ma.. ma lei chi è? >> Cristina lo guardò come se stesse osservando un fantasma, e lui si limitò a lasciarle il suo biglietto da visita.

Ancor prima che lei potesse leggerlo, l' ascensore atterrò brutalmente davanti la fabbrica del cioccolato e le porte si aprirono. Lui la spinse fuori delicatamente giustificandosi con un << Vado di fretta! Piacere di averla conosciuta!! >> e ripartì salutandola allegramente.

Prima che si rendesse conto di quello che era appena successo il freddo la colpì in pieno viso. Abbassò la testa verso il bigliettino che le sue mani tremolanti reggevano a fatica, e lesse: “Willy Wonka. Per un qualsiasi contatto chiamare il numero verde 000 538.” Si portò una mano alla bocca lasciandosi sfuggire un gridolino, poi alzò la testa  verso la fabbrica e lui non c' era più.

 

“Cristina

Quando avevo letto il biglietto da visita, non ci potevo credere. Nella mia mente avevano iniziato a farsi spazio una serie di parole come “Cattivo”, “Cioccolataio”, o frasi come: “Quella è la sua fabbrica, lui non ne esce mai!” …

Mille punti interrogativi prendevano vita davanti ai miei occhi, lasciandomi spaesata. Mia nonna me lo aveva descritto come una persona spietata, e io ci avevo creduto.. Cosa avrebbe potuto fare una bambina di dieci anni?? Quella prima notte che venni a conoscenza della sua esistenza non potei a fare a meno di rimanerne affascinata, tormentata.. Solo crescendo l' avevo quasi dimenticato.. Anche perché, cavoli.. con un' allergia come la mia al cioccolato, non è che io potessi fare diversamente! Al solo pensiero, iniziavo a starnutire e a grattarmi..

Nell' ascensore ero stata molto vicina a lui, ne avevo avvertito il caldo profumo alla nocciola.. Forse per quello mi ero fidata di lui, quei pochi secondi  erano bastati a farmene pentire quando l' ascensore aveva sfrecciato verso destra! Il suo profumo mi aveva inconsciamente ricordato la mia infanzia, età nella quale credevo nei miei sogni.. E credevo che sarei riuscita a realizzarli!

Dopo essere uscita dallo stato di trance, decisi di tornare a casa.

Muovendomi come uno zombie, mi trascinai a casa. Accesi le luci e il riscaldamento, e buttai il libro sul tavolino del salotto. Rimasi ancora un po' di tempo a pensare, a riflettere.. La sera prima avevo sognato mia nonna e un altro di quei cavoli di incubi che mi provocava la sua storia, e il giorno dopo in volo per la città con Willy Wonka, il protagonista preferito dei suoi racconti!! Che cos' era? Un segno del destino?? …

 

“Narratore esterno

Avrebbe tanto voluto che sua nonna fosse ancora lì, a pregarla di essere razionale. O di non sognare troppo, che non le faceva bene.. Per una come lei poi diventava difficile riprendersi dalla realtà!!!

Tutto d' un tratto le venne un' idea! Ma quello non era un sogno.. era assolutamente la realtà!!!

Per anni la notte non era riuscita a dormire tormentata dagli incubi su quella persona, sua nonna l' aveva spaventata molto: come poteva un uomo che fabbricava cioccolato essere così cattivo come le diceva lei?? Ecco cosa si domandava in tenera età.. Adesso voleva scoprirlo.

La mattina seguente.

Se era così cattivo, perché l' aveva lasciata andare? Perché vedendo che fosse in difficoltà nell' ascensore, l' aveva lasciata scendere invece che continuare a divertirsi vedendola star male?? Era anche stato gentile con lei, raccogliendole il libro. Probabilmente queste erano solo illusioni che Cristina si faceva per tranquillizzarsi, davanti al cancello della fabbrica, e per smettere di tremare come una foglia. Paura? Ne aveva molta.. Ma era spinta e decisa dal suo sogno, ci era troppo dentro per uscirne! Così ripetendosi di respirare, mise una mano sul cancello. Si stava aggrappando a quelle sbarre per paura che le gambe le cedessero. Era troppo emotiva per vedere il suo sogno/ incubo diventare realtà!! Non reggeva le emozioni.. Alzò la mano e col dito suonò il citofono.

 

*Willy.

Chi osava disturbare durante il mio trattamento di bellezza mattutino??

Sembrava una cosa da niente, ma ci voleva veramente tanta pazienza per radersi, pettinarsi e improfumarsi tutte le Sante mattine! Credo che fossi affetto da un' ossessione per l' ordine e la pulizia. La vedevo come una cosa positiva.. almeno sarei stato sempre presentabile!

Borbottando infilai il mio cilindro e con il mio binocolo spiai dalla finestra per vedere chi fosse il ficcanaso che si era permesso di sporcare il tasto del mio citofono; una ragazza??? Bazzecoli, chi è questa sconosciuta? Pubblicità? Elemosina? Spasimante di uno dei miei cari umpa-lumpa???

<< LLLrrll! >> chiamai l' umpa-lumpa addetto alla sicurezza e lo mandai ad aprire il cancello. Ricontrollai col mio binocolo: quella sconosciuta se ne stava li a tremare di freddo, camminando avanti e dietro e gesticolando.

Finalmente il cancello si aprì e quella potè smettere di innervosirmi con la sua camminata goffa e svelta. La vidi esitare per qualche secondo, per poi camminare a passo svelto nel cortile.

 

“Cristina.

Quando arrivai al portone e vi poggiai su una mano, questo si aprì mostrandomi una lunga stanza bianca con il tappeto rosso. Vi entrai incuriosita. Regnava il silenzio.. e faceva anche qui un gran caldo! Mi tolsi la sciarpa e il cappotto, e li lasciai cadere sul pavimento. Camminai lentamente e aspettandomi che chissà quale trappola mortale comparisse davanti a me all' improvviso, mi guardavo a destra e a sinistra.. e ogni tanto anche dietro.

Inutile.. potevo camminare quanto volevo ma quella stanza non terminava mai!

D' improvviso sentii un rumore, come una porta che si apriva.. e la stanza cambiò aspetto. Comparve una seconda porta, esattamente pochi passi davanti a me.

Le pareti si accesero di un bel blu, e davanti ad esse comparvero anche dei mobili. La porta si aprì e facendomi prendere un infarto Willy Wonka gridò estasiato:

<< Buongiorno stella del cielo!! >>

<< Aaahh! >> balzai all' indietro beccandomi un suo sguardo accusatorio.

<< Vieni nella mia fabbrica e ti spaventi? Cos'è.. ti aspettavi che fosse disabitata?? >> mi rispose.

<< A-a..ssolutamente no è solo che mi ha colto di sorpresa.. >> risposi fissando il pavimento. Se non mi uccideva lui, sarei morta per mano mia pur di non sopportare un altro momento così carico di tensione!

  
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