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Autore: OttoNoveTre    12/10/2011    16 recensioni
Un povero cellulare caduto di tasca.
Tre povere borse abbandonate su un treno in partenza.
La svampitaggine della loro proprietaria.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Triste storia di un cellulare e tre borse, nonché della loro proprietaria



Sì, è tutto vero.





Bassano del Grappa, ore 17.55

Zora si sistemò sul secondo treno, che da Bassano l’avrebbe portata a Venezia. Appoggiò le valigie davanti a sé e sistemò la borsa. Accese il computer con un po’ di musichette Disney e riprese a leggere “La confraternita del Pugnale Nero”.
Meglio mandare un messaggio a Rosto, così avrebbe saputo con precisione l’ora in cui venire a prenderla. Si tastò le tasche della giacca.
Merda.

- Senta! Ho lasciato il cellulare sull’altro treno, non è che posso andare a recuperarlo?-
- Qui partiamo tra 5 minuti, ma la aspetto. Faccia una corsa.-
Sbucò dal sottopassaggio esattamente quando il treno si avviava gagliardo verso Padova. Individuò il capostazione e andò da lui.
- Sul treno che è partito c’era il mio cellulare, potrebbe chiamare e vedere se l’hanno trovato?-
- Ma certo signorina!-

- Tutto a posto, ritornerà qui e se lo può venire a prendere.-
In quel momento, dal quarto binario, la familiare sagoma di un treno si allontanava verso l’orizzonte.
- Bene, allora la saluto.-
- Aspetti, c’è un’altra cosa: sul quel treno invece c’erano le mie valigie.-

Bassano del Grappa, ore 18.30

- Pronto?-
- Rosto?-
- Zora!-
- Ciao, io sono a Bassano, il mio cellulare è a Padova e le mie valigie in viaggio per Venezia. Appena recupero i pezzi ti so dire quando arrivo.-
- Solo tu…-

Da qualche parte verso Padova, ore 19.00

- Pronto, Zora?-
- No signora, qui parla il capotreno!-
- Scusi?-
- Sì, sua figlia ha perso le valigie e il cellulare. Ma non si preoccupi, lo riportiamo!-
- Cosa vuol dire che ha perso il cellulare E le valigie?-
- Ma no, un disguido da nulla! Non si preoccupi, arrivederla.-
La signora Cristina mise giù la chiamata e si girò affranta verso il marito.
- Siamo sicuri di volerla mandare in Giappone da sola?-

Bassano del Grappa, ore 19.15

- I suoi bagagli sono a Castelfranco, c’è tutto!-
- Oh meno male.-
- La aspetteranno nella sala comandi con le valigie. Le recuperi che poi qui venerdì ripassa per il cellulare.-
- Ottimo.-
- Il capotreno sa che la devono aspettare. Lei vada alla sala comandi e poi torni sul treno.-
Zora salì ottimista e fiduciosa sul treno, senza cellulare ma piena di speranza di rivedere nel giro di mezz’ora le sue valigie.

Castelfranco Veneto, ore 19.45

- Perché è venuta fin qua? Le avevo portato le valigie al binario!-
- Ma il suo collega mi ha detto…-
- Beh, ormai il treno è ripartito, mica potevamo fare ritardo.-
- Eh beh.-
Zora sfoderò il suo migliore sorriso, soffocando il desiderio di sradicare il quadro comandi e darlo in testa all’ometto. Almeno aveva addosso la sua giacca, al collo la tracolla del computer e accanto la valigia.
- Deve aspettare il prossimo treno per Venezia, quello che arriva alle 22.30.-
driiiiiiinnnn
L'uomo rispose al telefono.
- Sì, è qui. Ah, ce l’avete voi? Ok grazie. Il suo cellulare è appena arrivato a Bassano.-
Tanto valeva recuperare tutti i pezzi.

Castelfranco Veneto, ore 19.55

Il telefono pubblico continuava a risputare le monete da due euro. Si frugò in tasca ma non trovò nulla. Provò nella borsa e saltarono fuori 30 centesimi. Li infilò nel telefono e compose il numero.
click!
- Risponde la segreteria telefonica del numero 3*********, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico.-
Merdaccissima.
Lo scatto aveva scalato i 30 centesimi.
- Rosto sono io sono a Castelfranco adesso riprendo anche il cellulare mi sa che arrivo alle dieci e mez…-
Cadde la linea.
- Cazzo!-

Chioggia, ore 20.00

“…mi sa che arrivo alle dieci e mez…”
Rosto rimase in ascolto ancora qualche secondo, ma il messaggio era tutto là. Compose un numero.
- Pronto, Zem?-
- Ou Rosto, come semo?-
- Senti, la Zora ha perso il cellulare e mi ha lasciato un messaggio in segreteria che arriva alle dieci e mezza, ma non ha detto se qui o a Venezia.-
- Adesso dov’è?-
- A Castelfranco.-
- Dai, vedrai che richiama.-
- E se si perde? Senza cellulare!-
- Dai che se la cava!-
- Non è che puoi andarle incontro?-
- Incontro dove?-
- Boh, a Castelfranco.-
- Senti, calma che ti richiamerà di sicuro.-

Bassano del Grappa, ore 20.30

- Il mio cellulare!-
Zora strinse con affetto il patacco nero. Il capostazione la guardò con un misto di commiserazione e simpatia, così come i suoi due colleghi.
- Ha fame? Ho cucinato una pasta meravigliosa con melanzane e salsiccia!-
- No, non vorrei…-
- Si figuri!-
Il ferroviere la fece accomodare nella saletta personale. In un tupperware c’era una generosa porzione di pasta con la salsiccia. Sul tavolo, pane e una bottiglia di vino.
In effetti era affamata. Addentò la prima forchettata di penne. Piccanti come l’inferno.
- Ah, piccantina la pasta…-
- Piccantina? Se è soave!-
- Lei di dov’è?-
- Calabrese.-
- …
ah ecco volevo ben dire…-
- Scusa?-
- Oh, niente niente! Piuttosto, non è che ha un bicchier d’acqua?-
- Qui è cattiva l’acqua, ma c’è il rosso che va giù una meraviglia.-
Le riempì il bicchiere all’orlo.
- Beh, prosit!-

Bassano del Grappa, ore 21.00

- E se son pallidaaa come una strassaaaaaa vinassa vinassa e fiaschi de vin!-
L’atmosfera della stanza si era rallegrata, complice il fatto che per buttar giù il piccantino soave si era verso la fine della bottiglia.
Dalla porta si affacciò il responsabile della sala comandi.
- Guarda che ti parte l’ultimo treno!-
- Oddio!-
Zora si alzò dopo l’ultimo sorso e fece per uscire.
- No!-
- Cosa?-
- La borsa!-
- Ah, eh, certo.-
Acciuffò borsa, tracolla e trolley dalla panca dove li aveva lasciati e corse verso il binario, tra calorosi saluti.
- Se perdi un’altra valigia torna a trovarci!-
- Haha, divertente.-
Salì sul treno che, dopo 5 minuti, partì placido per Venezia.
Riaccese il computer, per notare che la sullo schermo aveva ancora accesa la playlist Disney e il libro della Confraternita.
Dove, in terza riga, bello evidente, c’era un membro prorompente
Ovvio.
Zora prese il cellulare per rincuorare la mamma. Vide un MMS nuovo nell’elenco: un uomo con divisa della ferrovia si era fotografato con sguardo languido. Come testo un numero di cellulare.

Venezia, ore 22.30

Zora corse verso Piazzale Roma, dove la macchina di Rosto la aspettava.
- Ce l’ho fatta!-
- Tutto a posto? Certo che nel messaggio in segreteria potevi essere un po’ più chiara! Insomma, non ho capito se arrivavi qui, arrivavi a Chioggia, arrivavi a Trento.-
- Dai, sono viva.-
- Devi ancora mangiare?-
- Fatto, grazie.-
- Allora partiamo.-
- Evviva!-
biiiiiip
- Cos’è?-
- Abbiamo poca benzina, ma fino a casa basta.-
-…-










NdA
Tutto sommato è stato divertente. I nomi usati sono di fantasia. Zem è un nostro amico che abita a Venezia, ed ha rischiato di farsi mandare a Castelfranco da un moroso iperteso. Moroso, dai che me la cavo!
Mamma, ti prometto che torno dal Giappone sana e salva.
E con tutte le valigie.
A imperitura memoria dei poveri cristi che mi hanno sopportato e aiutato a rimettere assieme tutto. Sì, dai, anche al marpione del MMS.
Grazie a chi passa di qui!
Ah sì, la benzina è bastata.
   
 
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