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Autore: Castiel Who    12/10/2011    2 recensioni
La flebile voce di Samwise era talmente arrochita che il solo sentirla gli spezzava il cuore. “Se lei muore non avrò più alcun motivo per andare avanti. Lo faccia per me, resista”.
[Frodo/Sam]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frodo, Sam
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hobbit's Love'
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Titolo: The End of all Things
Autore: Castiel Who 

Genere: Romantico, drammatico
Personaggi: Frodo Baggins, Samwise Gamgee
Pairing: Frodo/Sam
Rating: PG13
Avvertimenti: Slash, one shot
Timeline: Usciti dal monte fato dopo la distruzione dell’anello
Note: è triste e probabilmente piena di in incorrettezze. Avverto che è stata scritta durante l’orario di scuola, quindi si spiega anche tutta questa depressione e tristezza xD E’ “fine” nella Big Damn Table
Root, te ne avevo promesse altre tristi, spero ti piaccia anche questa!
Disclaimer: Niente di tutto ciò è mio. Non Frodo e nemmeno Sam, magari fosse mio, purtroppo.

 

 

“I’m glad you’re with me Samwise Gamgee, here at the end of all things”.

Ce l’avevano fatta. I loro sacrifici avevano finalmente trovato fine, il potere dell’oscurità si stava disfacendo portando distruzione nella terra di Mordor e nuova speranza per tutti i popoli liberi che stavano combattendo per la loro vita alle porte di quel luogo maledetto. Avevano vinto.

I due Hobbit guardavano davanti a loro, mano nella mano, mentre l’inarrestabile magma proveniente dalla voragine del fato scendeva fluidamente verso di loro. La fame, la stanchezza e il dolore non erano importanti; tutto ciò che contava era la riuscita la riuscita della più disperata delle missioni e l’orgoglio che provavano l’uno per l’altro. Se potevano dare un motivo alla loro vittoria – messa in dubbio da chissà quanti, se a conoscenza dell’umile razza cui appartenevano -, lo davano alla loro reciproca compagnia.
Frodo appoggiò il capo sulla spalla di Sam, sorridendo al ritorno di quella sensazione magica data dal calore , la solidità e il conforto che il corpo dell’amico possedeva. Il giardiniere, a sua volta, affondò una guancia tra i riccioli color ebano con un sospiro.

Negli animi stava tornando la pace, qualcosa di quasi dimenticato seppur estremamente naturale per degli Hobbit. Probabilmente, nella solitudine, qualunque dei due sarebbe rimasto davanti alla voragine nell’attesa della morte, ma non era così che andavano le cose; avevano un motivo per cui continuare a vivere, anche per pochi secondi di più. Non erano necessarie altre parole: non vi era niente che già non sapessero o che non si fossero già detti a parole o semplici gesti.

Ormai la colata lavica non era tanto lontana, il suo calore bruciante e sempre più insopportabile li sfinì ancora più di quanto già non fossero e aggravò ulteriormente il bruciore alla gola che li causava una grande fatica e dolore sordo nel respirare.

Le ginocchia di Frodo cedettero, Sam lo sentì afflosciarsi con abbandono fra le sue braccia. Accompagnò la discesa con le ultime forze rimaste, ma ben presto perse l’equilibrio e cadde battendo sulla dura roccia trascinando con sé l’altro. La mano ferita gli accarezzò una guancia resa scura dalla polvere. La ferita aperta lasciava che qualsiasi cosa toccasse si appiccicasse alla carne viva che bruciava e doleva come se Gollum la stesse ancora mordendo; se avesse avuto un motivo per aspettarsi di vedere l’alba del giorno dopo, si sarebbe preoccupato di un’infezione. In effetti, fra le tante cose, un lungo bagno non gli sarebbe dispiaciuto per niente.

Era troppo disidratato perfino per piangere, anche se ne aveva tutta l’intenzione; vedere l’altro mezzuomo a lui tanto caro ridotto in uno stato simile a quello che lui stesso viveva lo annientava. Di rado sfogava il dolore in lacrime. Quella era un’occasione che preferiva vivere in solitudine tanto quanto intendeva mostrarsi forte agli altri. Ma ancora una volta, non era quello il caso. Istintivamente, nascose il volto nel punto in cui il collo incontrava la spalla del giardiniere. Violenti singhiozzi lo scossero per la mancanza di ossigeno che non riusciva - e forse non voleva, più respirare.

Una mano afferrò la sua spalla e lo destò quel quanto che poté. “Non ceda, signor Frodo, la prego. Resti con me”.

La flebile voce di Samwise era talmente arrochita che il solo sentirla gli spezzava il cuore. “Se lei muore non avrò più alcun motivo per andare avanti. Lo faccia per me, resista”.

Frodo non voleva più sentire, quel suono così estraneo aveva ben poco a che vedere con la familiare voce del suo amato Hobbit. Nonostante ciò, essa lo teneva ancorato al mondo con un’insistenza aliena, quasi insensata. Ed era un mondo che iniziava e finiva nell’intimo spazio tra le ormai deboli braccia di Sam, ciò di più dolce e più amato che avesse mai avuto in tutti i suoi 50 lunghi anni.

Ma nonostante tutti gli incoraggiamenti, il tempo stava rapidamente finendo per tutti e due. Era qualcosa di percettibile e concreto: una colata rossa e inarrestabile che ricopriva e distruggeva tutto ciò sul quale passava.

Se proprio doveva succedere, almeno lo avrebbero fatto insieme; Frodo aveva abbastanza forza di volontà da esser certo che avrebbe resistito fino ad allora. Se il destino era così spietato da non voler vederli vivere insieme, allora li avrebbe visti morire insieme.

 

Fine

   
 
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