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Autore: DontMindMe    13/10/2011    4 recensioni
["X Men: First Class"] [Erik/Charles]
Charles non conosceva l'amore, almeno non così bene.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Charles non conosceva l'amore, almeno non così bene.
Forse somigliava a Raven, che era la cosa più vicina ad una famiglia che avesse mai avuto, eppure anche i loro sentimenti erano dispari, o solo diversi: lo leggeva chiaramente nella sua mente.
Si era spesso sentito in colpa perché non riusciva a darle ciò che voleva davvero, ma non poteva forzare i propri sentimenti per compiacerla, non era così che funzionava, e nonostante questo non voleva perderla perché senza di lei non ci sarebbe stato più niente. Assolutamente più niente di sicuro.
Probabilmente era solo un egoista e quello che lo spingeva a inseguire il suo ideale di integrazione fra mutanti e umani non era che il desiderio di circondarsi di persone uguali a lui, di una famiglia che non aveva mai avuto, ma aveva bisogno di lottare in nome di qualcosa oppure avrebbe continuato a sentirsi fuori posto nella sua stessa vita.
Senza progetti, senza amore, avere tanti soldi, grosse proprietà e un buon titolo di studio non rende felice nessuno, tantomeno lui che aveva tirato avanti attraverso le molestie del patrigno e la presenza inconsistente della madre in attesa di riuscire finalmente a connettersi con qualcuno, profondamente, fallendo più volte.
Ironico, si disse, considerato che aveva la capacità di frugare nei pensieri più nascosti della gente con precisione chirurgica. Ma anche questo alla fine non faceva che rendere le cose più difficili, sbilanciate, impari, dolorose.
Poi il silenzio della sua stanza, interrotto dal crepitio del fuoco nel camino che fissava da minuti, o forse ore, sedutovi di fronte con un libro che non aveva ancora neanche aperto appoggiato sulle gambe e un bicchiere di vino rosso in una mano, fu accompagnato dall'aprirsi e chiudersi della porta alle sue spalle e da passi discreti in sua direzione. 
Erik si sedette di fianco a lui, senza dire una parola, e Charles versò del vino rosso nel secondo bicchiere che aveva già sistemato sul tavolino accanto alla sua poltrona, porgendoglielo e rivolgendogli solo un sorriso. 
Non aveva bisogno di leggere nella sua mente per sapere che ogni sera sarebbe tornato lì per lui, lo faceva e basta, sera dopo sera.
Charles non riusciva a spiegarselo. Era sicuro di conoscere tutto di Erik, ormai: aveva cercato nella sua mente ogni piccolo ricordo, ogni pensiero sfuggevole, anche di nascosto, sentendosi in colpa, sentendosi così indissolubilmente legato a lui ma anche consapevole della disparità che il suo dono, o la sua maledizione, gli aveva fatto subire tutta la vita: tutti quei legami a senso unico che era riuscito a instaurare, simili all'immedesimazione che si prova di fronte ad un film al cinema, non reciprocabile, almeno non a sufficienza... eppure Erik era sempre al suo fianco, voleva essere al suo fianco. Qualcosa lo trascinava a lui ma Charles non riusciva a leggerlo nella sua mente con precisione. Avrebbe voluto saper guardare anche nel suo cuore.
Allungò una mano in sua direzione e lui gliela strinse, portandosela poi alla bocca per appoggiarvici su un piccolo bacio, e Charles tornò a sorridere.
Ci sono cose che forse non vanno spiegate, cose irrazionali, reazioni chimiche spontanee che hanno la forza di un big bang o la delicatezza di un fiore che sboccia e su cui la mente non ha potere.
I sentimenti erano un campo inesplorato, per Charles, ma forse stava iniziando a muovere i primi passi, a riconoscerli, a provarli e a desiderarne ancora.
  
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