Titolo: The Last Journey
Autore: Castiel Who
Genere: Romantico, fantasy, avventura
Personaggi: Frodo Baggins, Samwise Gamgee
Pairing: Frodo/Sam
Rating: PG15 (ma potrebbe cambiare con molta
facilità in NC17.)
Avvertimenti: Slash
Timeline: after-quest
Note: Un’altra long-fic... Questa è la seconda e per
lei ho in programma pure uno spin-off. Che dire, aspetto pareri ^__^
E’ “troppo poco” nella Big Damn Table
Devo dire di essermi veramente impegnata… è la
seconda storia che posto in due giorni!
Disclaimer: Niente di tutto ciò è mio. Non Frodo e
nemmeno Sam, magari fosse mio, purtroppo.
La giornata si era
presentata assolutamente troppo cupa per stare all'aperto: grossi nuvoloni
grigi carichi di pioggia incombevano sulle sterminate pianure e colline
estendendosi su tutto il territorio a perdita d'occhio. Le strade e i campi
erano deserti, non era possibile intravedere uno Hobbit a lavoro per miglia e
miglia. Tutti erano rintanati nelle loro piccole abitazioni in vista
dell'imminente temporale.
Tutti tranne due.
Nonostante i cattivi auspici, Frodo Baggins e Samwise Gamgee stavano montando selle
e bagagli su due piccoli pony. Come se fosse la prima volta, attirarono
l'attenzione degli altri Hobbit del vicinato che si apprestarono a sbirciare
silenziosamente fra le tende tirate delle finestre. Non che in un piccolo paese
della Contea avessero grandi intrattenimenti, dopotutto.
"Andando di buon
passo dovremmo raggiungere il Terminalbosco per l'ora del pranzo". Ragionò
Frodo tirando le cinghie che permettevano di tenere ferma la sella.
L'altro assicurò i bagagli
dall'aria pesante sul medesimo animale che rispose al carico con un lamento
rassegnato. "Sempre che il tempo ce lo permetta. Continuo a non ritenere
che sia una buona idea, quella di partire proprio oggi".
"Domani se non fosse
stato per il tempo, sarebbe stato per qualcos'altro. Avevamo programmato per
oggi e così sia". Lo apostrofò il più vecchio. La sua evidente impazienza
di partire dava a Sam un certo senso di malinconia. Avrebbe seguito il padrone
ovunque quest'ultimo avesse voluto andare senza esitazioni e in qualsiasi
momento; ciò non toglieva, però, che avrebbe sentito la mancanza della Contea e
delle sue comodità sin da subito.
Sospirò mestamente,
"non é facile dover salutare nuovamente la nostra casa, se proprio devo
essere del tutto sincero". Ammise, infine.
"Mio caro Sam,"
nel tono di Frodo non vi era altro che comprensione, "questo non é un
saluto di addio, bensì un arrivederci. Ciò che non vedremo mai più sono le
terre che ci lasceremo dietro il nostro lungo cammino. E ti assicuro, Sam, che
ne avremo molta di strada da fare".
"Vero, anzi,
verissimo. Ma appena torneremo toccherà alla Contea. Il solo pensiero di
doverlo fare, prima o poi, mi rende triste". Finì di legare l'ultimo
bagaglio sulla sua cavalcatura e si affrettò ad aiutare Frodo.
Questi gli lanciò
un'occhiata di rimprovero, gli tolse dalle mani la coperta che aveva appena
preso e si volse nuovamente in cerca di una buona sistemazione. "Non
pensiamoci ora, abbiamo ancora un bel po' di tempo per questo", con una
serie di aggiustamenti, riuscì ad assicurare il tutto in un equilibrio
perfetto. "Ciò che conta veramente é il presente. Vediamo di sfruttarlo al
meglio possibile".
Sam annuì a testa bassa,
non molto rallegrato, ma pur sempre determinato a seguire il proprio cuore
diviso in modo tutt’altro che equo; infatti, vi era solo una minuscola parte di
esso che desiderava restare nella sua amata Contea. L'altra parte, quella che
aveva ottenuto una vittoria schiacciante sulla prima, avrebbe seguito Frodo
Baggins anche in una caverna piena di Orchi affamati.
Quando era partito per la
prima volta non era stato altrettanto difficile come quel giorno: la
prospettiva di un ritorno alla normale vita fra la loro gente era stata concreta,
almeno all'inizio del loro viaggio. Questa volta non lo era più. Contrariamente
a quanto ci si potrebbe aspettare da qualcuno che poco tempo prima aveva preso
parte a una missione disperata a Mordor, sperava con tutto il cuore che il
viaggio durasse il più tempo possibile. Il ritorno alla quotidianità era durato
decisamente troppo poco e non aveva idea di come, dopo il loro ultimo ritorno,
sarebbero mai potuti tornare ad averne una.
Fatto un riassunto mentale
dei preparativi, Frodo chiuse la porta di casa con un sospiro. Prese le redini
del proprio pony fece qualche passo e si fermò nel mezzo della via. Tenne lo
sguardo fisso sul paesaggio mattutino di Hobbiville per un lungo momento.
"Sono sicuro che il
signor Bilbo stia bene". Lo rassicurò Sam prendendogli la mano libera fra
le proprie e stringendole incoraggiante. Ecco una delle cose che più amava di
lui: il fatto che riusciva a leggerlo come un libro aperto, quasi come se
quando lo guardava vedesse scritti i suoi pensieri da qualche parte a lui
estranea.
Frodo gli sorrise sincero,
desiderando di baciarlo così forte da fargli perdere il respiro. Ma l'urgenza
di partire che provava lo trattenne e tutto quello che si concesse fu un
gentile bacio sul dorso delle mani che lo tenevano ancora. Sì, era tutto
pronto.
Continua…