Capitolo 2: Past,Present and Future
Sora si svegliò prima dell’alba come sempre da due anni la mattina del 3 agosto. Scese dal letto così come ci si era buttato sopra la sera prima vestito, si infilò le scarpe da ginnastica bianche e nere e uscì di casa. Tokyo era ancora addormentata, faceva fresco nonostante la stagione, c’era quell’aria che solo una grande metropoli al far dell’alba aveva. Sora camminava con le mani in tasca e il cappuccio della felpa sollevato, pian piano fra i grandi edifici si intravedevano le cime degli alberi del parco, che sembravano grandi grattacieli ricoperti di vegetazione. Attraversò la strada pensando a quante volte aveva già percorso quelle vie sempre nella stessa direzione. Oltrepassò i grandi cancelli di ferro battuto e entrò nel giardino. Per terra fogli di giornale e qualche bottiglia della passata notte. Prese il vialetto che arrivava al ponte, poco dopo il familiare rumore dell’acqua inondò lo spazio che lo circondava. Si sedette sulla balaustra guardando il corso del fiume passare sotto di lui.
"quanto tempo è passato eppure sembra ieri… potessi rivedere per un attimo il tuo viso…" stranamente il rumore dell’acqua si affievolì, lo stesso scorrere del tempo sembrò rallentare, una foglia stava cadendo troppo piano per ciò che veniva enunciato nella legge della gravità. Sora la guardava
scendere lentamente fino a che non si posò sulla superficie quasi immobile dell’acqua increspandola, poi ad un tratto il viso di Karin comparve specchiata nella pozza. Il ragazzo per la sorpresa cadde dalla sua posizione, ma grazie al cielo il fondale era basso. Il tempo sembrò ritornare alla condizione normale, si girò di scatto e la vide,era lì che rideva guardandolo. Lui si arrampicò più velocemente possibile bagnato fradicio la abbracciò.
- Karin!!- esclamò non riuscendo a trattenere la felicità che lo invadeva.
Ma la ragazza lo scostò guardandolo serio.
- ehi ehi! Aspetta un attimo io non sono quella che pensi!- disse concitata
- ma che stai dicendo?- chiese, però era un po’ meno convinto la ragazza che aveva di fronte era del tutto uguale a Karin, ma forse…. Adesso che lo notava aveva i capelli fino alle spalle ed era un po’ più bassa, arretrò di qualche passo.
- Chi diavolo sei?!- la rabbia per essere caduto così stupidamente il quell’abbaglio lo pervase.
- Aspetta lascia che ti spieghi Sora!- disse la ragazza
- Come fai a sapere il mio nome?!-
- Se mi dai la possibilità ti spiegherò ogni cosa…- provò a dirgli lei.
Sora non riusciva a capire quello che stava succedendo, ma la cosa non gli piaceva affatto.
- anzi, guarda preferisco non sapere niente è una brutta giornata per me…-
detto questo si girò facendo per andarsene, ma la ragazza lo prese per un braccio costringendolo a girarsi.
- ti prego ho bisogno di parlarti almeno fallo per Karin!-
Sora rimase a guardarla, indossava una canotta bianca, e una gonna pantalone lilla corredata da una cintura viola, portava due fasce al braccio, una viola e l’altra gialla e un girocollo di stoffa blu. Che ne sapeva lei? chi era? Si sa che la curiosità vince qualsiasi cosa e così…
il ragazzo uscì dalla sua camera dopo essersi cambiato, frizionandosi i capelli biondi con un asciugamano. Passò davanti al frigo prendendo una birra e un lattina di coca cola, poi andò a sedersi sul divano della sala porgendo la bibita alla sua ospite.
- bene ora mi puoi spiegare chi sei e cosa ci fai qui?-
la ragazza davanti a lui aprì la lattina e bevve un lungo sorso della bevanda.
- ora ho bisogno che tu mi stia ad ascoltare fino alla fine senza interruzioni anche se quello che dico sicuramente ti sembrerà assurdo.-
il ragazzo annuì anche se non era del tutto sicuro di poter assicurarlo.
- io mi chiamo Kairi, vengo da molto lontano… sono una viaggiatrice del tempo . Sono venuta fin qui per chiedere il tuo aiuto. Il mio paese è minacciato da un pericolo incombente-
- no no ferma! Che stai dicendo? Viaggiatrice del tempo? Mi stai prendendo in giro?!- esclamò irato.
Kairi sospirò. Poi gli indicò l’orologio attaccato alla parete. Quest’ultimo iniziò a girare piano all’indietro poi la ragazza fece un cenno col capo e quello ritornò all’ora di prima. Sora guardava a bocca aperta la scena. Senza alcun preavviso si alzò e si precipitò fuori dalla sala chiudendosi in camera, credeva di essere impazzito.
- per piacere stammi a sentire!-
lui si voltò di scatto come aveva fatto ad entrare?!
- non so cosa stia succedendo ma vattene di qui!-
gli urlò contro brandendo in mano una mazza di baseball.
- perché devi rendere tutto così difficile? Riku mi daresti una mano?- esclamò esasperata la ragazza.
Sbucato come dal terreno apparve un ragazzo dai lisci capelli argentati, alto e magro con profondi occhi azzurro cielo. Indossava una maglietta smanicata gialla, dei pantaloni blu molto larghi e un paio di guanti neri.
- problemi principessa?- le chiese sarcastico guardando Sora brandire il bastone verso di loro con la faccia ancora più stupita di quanto già non lo fosse.
- Fai un po’ tu… e poi non chiamarmi principessa! Non siamo a palazzo!- disse lei spazientita.
- Ok ok…..-
Sora guardava quei due senza capire più nulla, che gli stava succedendo quel giorno? Con tutti quei pensieri in mente non si accorse di non avere più tra le mani la mazza.
- ma che?!-
per qualche strano caso era sparita dalla sua presa ed era ricomparsa nelle mani del ragazzo di fronte a lui.
- ora per piacere stai a sentirla o questa farà un po’ di pratica sulla tua testa dura…-
- se vuoi attaccare rogna è il giorno sbagliato! Non sei il primo che riduco in fin di vita perché troppo sciocco da mettersi contro di me!-
- che hai detto?!- ringhiò l’altro
ma Kairi si mise tra i due – Riku non ho chiesto il tuo aiuto per peggiorare la situazione!!-
- hai ragione scusa.- ripose abbassando la mazza.
- Per cortesia ora sediamoci e discutiamo con calma.- senza aspettare risposta si sedette sul letto mentre Riku si posizionava dietro di lei come farebbe un bodyguard.
Sora anche se ancora molto scosso da quello che gli stava capitando si sedette sulla sedia della scrivania il più lontano possibile dai due.
- ottimo. Allora come ti dicevo prima io mi chiamo Kairi e lui è il mio amico Riku. Posso dire che veniamo da un altro mondo, da un universo parallelo. il mio paese è minacciato da un potente stregone di nome Ansem il quale è riuscito a risvegliare le ombre che si celano nei cuori della gente, queste ombre hanno origine dalla più remota terra del mondo: Kingdom hearts. Per riuscire a sconfiggerle dobbiamo battere Ansem e chiudere la serratura dalla quale le ombre scaturiscono. E per fare questo abbiamo bisogno di te Sora, perché tu sei il prescelto del Keyblade colui che può portare in salvo il nostro mondo. –
il discorso cadde nel silenzio più totale, rotto dal rumore delle macchine che passavano in strada.
- e voi vi aspettate che vi creda?- chiese sarcastico Sora.
- Secondo te verremo qui a dirti tutto questo sapendo che questo giorno per te è così doloroso?-
- Che ne sai tu della mia vita?-
La ragazza lo penetrò con lo sguardo prima di rispondere…
- tutto ogni cosa.. come l’hai incontrata, come avete passato quegli anni come sono finiti in tragedia…-
- no non puoi sapere….- il ragazzo scuoteva la testa.
- Sii allegro ok? Non è così che ti ha detto l’ultima volta?-
Alla fine Sora non sapeva come…. Ma la sua mente si arrese a quell’impossibile situazione che gli si presentava. Sperava solo di non essere diventato pazzo.
- d’accordo vi credo… ma come sapete tutte queste cose?- chiese dandosi per vinto
- beh essendo tu il prescelto queste cose è praticamente obbligatorio saperle….- rispose con semplicità lei.
- ovviamente solo se fai parte della famiglia reale….- puntualizzò Riku
- Riku!!-
- che famiglia reale?-
- quella a cui appartengo….- disse Kairi
- sei di fronte a sua altezza imperiale la principessa Kairi!- declamò il ragazzo dietro di lei.
- e tu chi saresti il ciambellano?- chiese divertito Sora
- no il suo migliore amico.- rispose lui senza scomporsi.
- Ok ma il punto non è questo! Abbiamo bisogno del tuo aiuto Sora, ci devi accompagnare nel viaggio fino alla grande serratura che dovrai chiudere per sempre!- disse lei con fare serio
- Ehi ehi piano! Perché mai dovrei fare una cosa simile?- chiese il ragazzo alzando un sopracciglio
La ragazza di fronte a lui si alzò indignata.
- ma come perché?! Non vorrai avere un intero mondo sulla tua coscienza?!- esclamò scandalizzata
- non avere questo tono da "è la cosa più ovvia del mondo!!" perché non mi sembra che molta gente qui vaghi per altri mondi salvandoli!!! Ho già una vita abbastanza movimentata senza che arriviate voi!- rispose seccato
- a sì…. Non mi sembrava….- ribatté Riku guardando lo stato in cui versava il piccolo appartamento.
Sora mise il broncio punto sul vivo. Poi si alzò dirigendosi verso la finestra, il cielo si era rannuvolato, le ombre scure dei grandi palazzi invadevano ogni cosa.
- per piacere!-
si voltò a fissare il viso implorante di Kairi.
- ancora una cosa, perché prima al parco mi hai detto di farlo per Karin cosa c’entra lei?-
- beh… visto che noi possiamo viaggiare nel tempo potrei aiutarti a salvarla…-
Sora rimase scioccato, ormai non aveva più valutato la speranza di poter tornare indietro. Il ragazzo era così immerso nei suoi pensieri da non vedere la faccia sconvolta dell’amico della principessa.
"non può dire sul serio!"
- d’accordo ci sto verrò con voi…-
Riku alzò il viso all’istante per puntarlo su quello di Sora.
- davvero lo farai?!- chiese la ragazza che ormai non ci sperava più.
- Si ma mi devi promettere che potrò riavere Karin.- disse con voce dura.
La ragazza sembrò spaventata per un attimo, un lampo le trasfigurò il viso, ma poi tornò come prima e sorridendo disse – certo te lo prometto!-