Lo so, è corto e niente di chè, ma i fatti prenderanno una piega decisiva solo fra qualche capitolo.
Spero comunque possa piacervi :)
Ricordo che qualsiasi commento è gradito, anche non positivo, se costruttivo ;)
Un bacio, GretaTK.
Capitolo Primo, E se la speranza fosse la prima a morire?.
-Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito!-.
La voce del manager si propagò per la piccola sala insonorizzata, dove i ragazzi avevano appena finito di registrare l’ultima canzone del nuovo album, che sarebbe uscito di lì a qualche mese, probabilmente a febbraio 2010.
-Ben fatto! Siete stati perfetti! Sono molto entusiasta di voi, continuate così e vedrete che vi lascerò più tempo per voi stessi, promesso!-
-Ce l’hai detto così tante volte che ormai non ci crediamo più, Dave- rispose ghignando il chitarrista, stravaccandosi su un divanetto della sala controllo e bevendo un lungo sorso d’acqua dalla sua bottiglietta di plastica.
-Oh andiamo, non è vero che non ho mai mantenuto la parola data!-
-Bene allora, se ne sei tanto sicuro, dicci quand’è stata l’ultima volta che hai lasciato andare Bill a fare shopping, o me e Georg ad una festa privata, o Gustav a pescare. Forza, stiamo aspettando-.
David cominciò a pensarci su, anche se, scavando a fondo nella sua memoria, non ricordava niente di tutto ciò.
-Oh, beh…- cominciò incerto, grattandosi il capo imbarazzato -Forse mi avete fatto arrabbiare e per punizione non vi ho permesso di uscire… d’altronde mi fate sempre sgolare, voi quattro!-
-Non tentare di cambiare il discorso, ora!- si intrufolò nella conversazione il bassista, prendendo posto in parte a Tom.
-Sei colpevole, non ci sono scuse- continuò Bill, sorseggiando un po’ di tè verde bollente per rilassare la gola secca dopo le lunghe ore di canto ininterrotto.
-E tu Gustav, non hai niente da dire riguardo al mio modo di prendermi cura di voi?- chiese scettico David, incrociando le braccia al petto e penetrandolo con lo sguardo.
Il biondino, da ottimo schivo e riservato qual è, non fece emergere nemmeno l’un percento della paura che gli attraversò l’anima.
-Se ora dico il contrario, domani mattina posso andare a correre un po’ al parco?-
-Mhm, probabilmente… accompagnato da un bodyguard, però!-
-Sei il miglior manager del mondo, ed un uomo di parola!-
-Ipocrita- sussurrarono a denti stretti gli altri tre componenti della band, scrutandolo accigliati.
-Comincio ad avvertire Tobias che domani dovrà accompagnarti-
-Fantastico!- esclamò euforico il batterista, prima di ricevere una bottiglia di plastica vuota in testa.
-Ahi! Ma che vi prende?-
-E ce lo chiedi?- chiesero scettici i tre nello stesso istante, mentre un David sorridente lasciava la stanza per dirigersi verso il suo studio, pensando a quanto fosse fortunato ad avere almeno loro nella sua vita ormai vuota e priva d’ogni affetto.
Erano passati due anni e poco più da quel concerto a Milano, e la situazione disastrosa in cui riversavano lui e le sue figlie non era cambiata per niente.
Almeno, non ancora.