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Autore: mamie    18/10/2011    4 recensioni
Renji e Byakuya nella stanza d'ospedale dopo il primo disastroso scontro con Aizen. Gelo e imbarazzo.
"Non ti guardo. Non riesco a guardarti. Guardo il groviglio delle mie mani, guardo la stoffa nera del mio hakama, guardo il pavimento pulito, ma non riesco a guardare te."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NUVOLE 

Non ti guardo. Non riesco a guardarti.  Guardo il groviglio delle mie mani, guardo la stoffa nera del mio hakama, guardo il pavimento pulito, ma non riesco a guardare te.
Neanche tu mi guardi. Il tuo sguardo vaga fuori dalla finestra dove si muovono delle nuvole bianche.
Non mi guardi e non ti muovi, seduto composto in quel letto, le coperte ben tese, le fasciature pulite, lo yukata bianco impeccabile come sempre.
Provo per un attimo ad alzare le palpebre, ma oggi nei tuoi occhi arroganti persi nella lontananza non trovo altro che stanchezza e dolore. Allora, di nuovo, abbasso i miei.
- Ti starai chiedendo perché non sono morto.
Lo dici col tono di chi ha commesso una grave colpa. Come se fosse stato tuo dovere morire e ora ti vergognassi di essere vivo.
Ti vergogni davvero. Anche tu finalmente hai assaggiato il sapore amaro della sconfitta, hai dovuto confessare i tuoi fallimenti,  sei dovuto passare al di là della morte per riaprire gli occhi in un mondo che non è più quello di prima. Alla fine a salvare Rukia sei stato tu, però il gesto perfetto di morire in quel momento non ti è riuscito. È di questo che ti vergogni?
Forse un tempo sarei stato felice di vederti così. Ho desiderato a lungo buttarti giù dal tuo piedistallo inarrivabile per farti assaggiare la polvere. Ma oggi no, non sono felice. Oggi vorrei avere il coraggio di fare i tre passi che ci separano, allungare una mano e toccarti. Solo questo.
Io sono uno sciocco. Capisco le cose solo dopo esserci andato a sbattere. Credevo di odiarti e avevo paura di te. Credevo di odiarti e adesso mi accorgo che vederti così, ferito, debole e stanco, mi fa più male che se mi avessi fatto a pezzi con la tua spada come mi avevi promesso di fare.
 
Non ascolti la mia risposta. Guardi le nuvole. E io lo so che non avrò mai il coraggio di fare quei tre passi.
La furia indelicata di Ichigo mi salva dall'imbarazzo.
Fuori, le nuvole seguono il vento. Vanno dalla stessa parte senza toccarsi.
Proprio come noi.
  
  
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