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Autore: rhys89    21/10/2011    7 recensioni
Due vecchi amici e una panchina, immersi nella luce del tramonto e nel tepore dei ricordi.
E quella missione che, alla vigilia della partenza, nessuno dei due riesce a considerare uguale alle altre.
«Ascolta, che ne diresti di fare una scommessa? Tu punti sulla mia sconfitta, io sulla mia vittoria… dopotutto ogni volta che abbiamo scommesso hai sempre perso, giusto? Ma se per caso io dovessi tornare vincitore… tu sarai mia.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Angolino dell'autrice

Salve a tutti! ^-^
Bene, giusto due paroline veloci per introdurre questa storiella: mi è venuta in mente dopo aver visto la puntata 126 di Naruto Shippuden, e precisamente durante il dialogo finale tra Jiraya e Tsunade. Sto parlando di quello in cui Jiraya sostiene di volersi infiltrare nel Paese della Pioggia per spiare Pain e durante il quale parlano un po' di loro, un po' dell'Akatsuki e un po' dei loro ricordi.
Non so se è successo anche a qualcuno di voi, ma io ci sono rimasta malissimo per come sono andate le cose, alla fine. Nel senso - cavolo! - Kishimoto-sama poteva anche farli chiarire una buona volta, no? O almeno dare qualche appiglio concreto per una possibile (per quanto improbabile) storia futura! E invece niente... sigh! ç-ç
Ed è qui che entro in gioco io: ho ripreso parti di quella conversazione (e precisamente i dialoghi scritti in corsivo) e alcune scene e... ci ho aggiunto qualcosa di mio.
E' una cosa molto semplice, scritta soltanto per consolarmi dopo quella delusione e per rendere omaggio a una coppia a mio parere meravigliosa.
Il POV è quello di Tsunade e... niente, ho finito. Se avete domande chiedete voi ^-^
Disclaimer: i personaggi e la storia di Naruto non appartengono a me ma a Kishimoto e io non ci guadagno nulla a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^

Scommessa

«Ascolta, che ne diresti di fare una scommessa? Tu punti sulla mia sconfitta, io sulla mia vittoria… dopotutto ogni volta che abbiamo scommesso hai sempre perso, giusto? Ma se per caso io dovessi tornare vincitore… tu sarai mia.»
Ti è mancato un battito – più di uno, in effetti – a quelle sue parole.
Ti è sembrato così serio, così determinato, così…
Ma poi è scoppiato a ridere – perché Jiraya è fatto così – e ha cambiato discorso.
Ma quelle parole tu non le hai scordate.
Ti si affacciano nella mente – un’eco insistente – ad ogni frase.
Tu sarai mia.
È come se i suoi stessi occhi te lo sussurrassero ad ogni sguardo.
E forse la cosa dovrebbe darti fastidio – Jiraya è sempre così sfacciato! – e forse dovresti arrabbiarti – e magari mollargli un pugno dei tuoi.
Ma in fondo questo suo atteggiamento ti fa stare bene – ti fa quasi tenerezza – perché ormai è l’unico punto saldo – sicuro – della tua vita.
O forse la realtà è molto più semplice, e tu sei soltanto stanca di continuare a mentirti.
«… a furia di ricevere dei no potrei stancarmi di insistere.»
Davvero sei disposta a correre questo rischio?
Non sai darti una risposta – ma forse non vuoi neanche provarci – e ti perdi nei ricordi, insieme al tuo vecchio compagno di squadra.
E poi – troppo, troppo presto – lo vedi sorriderti e darti le spalle, pronto per partire.
E qualcosa dentro di te si spezza.
“Non anche lui” riesci solo a pensare, mentre azzeri la distanza che vi separa e lo abbracci da dietro.
«Ti prego, non…» Non partire? Non lasciarmi?
Non riesci a terminare la frase, ma del resto non ne hai bisogno. Non con lui.
E infatti Jiraya si rigira nel tuo abbraccio e ti stringe a sua volta, appoggiando la testa sulla tua.
«Tornerò presto.» Ti sussurra tra i capelli.
E finalmente il mondo smette di girare a vuoto.
Ti rilassi contro il suo petto e chiudi gli occhi, lasciandoti cullare.
Forse dovresti mantenere un certo contegno – dopotutto siete in pubblico e tu sei il quinto hokage – ma a dirla tutta non ti importa nulla dell’etichetta, non adesso.
Perché ci stai veramente troppo bene, tra quelle braccia: ti fanno sentire protetta, ti fanno sentire amata… ti fanno sentire donna.
E l’unica cosa che conta, in fondo, è quel tepore che ti sta scaldando il cuore, riattivandolo dopo chissà quanto tempo.
«Devo andare.» Mormora poi, separandosi da te.
E puoi quasi sentire quanto gli siano costate quelle parole, quei gesti.
E allora decidi.
«Jiraya… accetto la scommessa.» Gli dici, mentre si allontana.
Lui si ferma un momento, poi si volta a guardarti e ti regala uno di quei sorrisi che riescono solo a lui.
«Rivederti sarà ancora più bello, Tsunade.» Dice soltanto.
E poi si incammina di nuovo, senza guardarsi indietro.
Lo segui con lo sguardo appannato – stupide lacrime – mentre il tuo cuore combatte con la morsa di ghiaccio che lo stringe sempre di più: non hai mai desiderato tanto perdere una scommessa… e allo stesso tempo non sei mai stata così sicura di vincerla.
Sospiri e ti asciughi gli occhi, mentre la sua schiena si fa sempre più lontana fino a sparire nella luce del tramonto.
Non ti resta che sperare di sbagliarti.
   
 
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