Una lunga strada

 L'hai perduta. Quando la guardi negli occhi capisci subito che l'hai perduta per sempre. Lei non ti guarda. Si dibatte nella tua stretta e guarda lui. Un umano, un bambino.
Senti la rabbia che ti sale in gola.

Cosa le hai fatto bastardo?

Ti ha portato via il suo potere, ti ha portato via il suo onore, ti ha portato via anche il suo affetto? Quella cosa, quell'unica cosa che ancora restava a legarvi?
E adesso si contorce nella tua stretta come un serpente perché vuole andare da lui, da quell'umano… morto. Vuole toccare un morto, contaminarsi, perdersi definitivamente.
Quando il capitano Kuchiki al tuo fianco mormora quelle parole ti raggeli.

Questo ragazzino gli assomiglia molto.

E' questo che vede allora? L'eco di un dolore lontano che non è mai svanito?

Cosa hai fatto, Rukia? Cosa hanno fatto di te, di noi? Come siamo potuti arrivare a questo punto, io che devo tenerti ferma per non farti toccare un ragazzino umano? Vorrei urlarti in faccia con tutto il mio fiato, vorrei sbatterti contro il muro e stringerti fino a farti male, vorrei non essere qui.

E quello non è neanche morto. Prova persino a rialzarsi.
 Lo inchiodi a terra come se fosse un insetto. Con rabbia, con disperazione.

Stai giù. Stai fermo e muori in silenzio. Tu non sei niente, non sai niente, ti sei buttato in qualcosa che non puoi neanche immaginare. Come hai osato farle questo?

La guardi mentre urla al ragazzino di starsene al suo posto. Si vede benissimo che è una finta. Vuole … salvarlo? Perché? In ogni caso è  perduto e non potrà farci niente. Vuole regalargli ancora qualche minuto di vita? Ma che importa ormai?
Prima di andarsene lei gli getta solo uno sguardo. Uno sguardo carico di una disperazione che non le hai mai visto.

Rukia. Non voltarti a guardare lui. Lui non è niente. Io ti proteggerò, io ti salverò, lo giuro, lo giuro sulla mia anima.

Oh, Renji, quanta strada dovrete ancora fare...