Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: secretdiary    25/10/2011    3 recensioni
One Shot ambientata in Scozia, durante l'invasione Sassone.
Siamo nell'Alto Medioevo e un matrimonio combinato può forse salvare l'indipendenza di questo paese.
Il vero Amore però ha altri progetti per la promessa sposa.
La storia si presenta sotto forma di ultima annotazione nel diario dell'innamorato Frederick.
Questo racconto ha vinto il One Shot Contest organizzato dal forum 'Scrivere che passione!'
Spero che vi piaccia!!
Bisous
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*


Dicono che il tempo guarisca ogni ferita.
Dicono anche che è impossibile morire per amore.
Ebbene, ogni mattina il mio cuore soffre per lei.
Sanguina, straziato.
Non sono morto, il mio respiro non ha cessato di palpitare, ma la mia anima è spirata tanti anni fa.
Può quindi un corpo senz'anima definirsi vivo?
La mia religione dice di no.
Sono morto.
Un corpo che cammina su questa terra, anche se la sua anima ha lasciato le sue carni da tempo.
Le prime due affermazioni sono dunque false.
Il tempo lenisce ferite superficiali, non lo squarcio che mi ha dilaniato.
Forse l'amore non rende il tuo corpo il desco dove banchettano i vermi, ma può essere l'assassino della tua anima.
Katell mi ha presentato la Vita e la Morte.
Ella mi ha fatto capire cosa significa esistere; poi mi ha ucciso.
Katell, la mia principessa.
Il mio unico, dolce, Amore.
 
Non ero che un povero soldato all'epoca.
Un giovane e inesperto guerriero.
Non avevo nulla, solo la mia spada e il mio scudo.
Ero solo il figlio di un contadino nelle cui vene scorreva la Guerra.
Il mio signore durante una battuta di caccia venne aggredito da un cinghiale che cercava di difendersi.
Io uccisi l'animale, salvando la vita a colui che divenne il mio comandante.
Allora cominciò tutto.
Allora feci il giuramento che mi ha condannato.
Quella promessa di fedeltà e obbedienza che mi legava a Owen; che mi privava del mio libero arbitrio, della mia libertà.
Owen comprese subito che la mia natura esigeva che non coltivassi l'appezzamento di terreno consegnato a mio padre.
Egli sapeva cosa in realtà ero: un soldato.
All'epoca avevo quindici anni; ero un sognatore.
Owen affinò i miei istinti, mi iniziò alla Guerra.
Ero terribile e temibile.
Un Demonio della spada, poiché quella era la mia arma favorita.
La mia vita, la mia intera esistenza cambiò quando incontrai lei.
Katell era una principessa senza oro, ma con un regno esteso e una nobile discendenza.
Mi innamorai perdutamente.
Non nacque dall'attrazione che nutrivo per il suo aspetto; i miei sentimenti avevano una natura più profonda; erano radicati nella mia anima, resi solidi dalla conoscenza di lei.
Owen mi ordinò di proteggerla a costo della mia vita poiché Katell era promessa al nostro principe.
Il suo regno si sarebbe ingrandito esponenzialmente grazie alle terre di Katell.
Il nostro futuro re avrebbe dominato su metà della Scozia.
Era perciò necessario mantenere in vita la principessa, salvarla dalle orde di sassoni che minacciavano il suo regno.
Il nostro re, come dono di nozze, promise che avremmo ripulito i confini dai sassoni, così Owen fu mandato in guerra.
Mi furono affidati venti uomini per garantire la sicurezza personale della principessa.
Inizialmente il mio spirito avrebbe preferito la guerra alla pacata quiete della corte, ma presto la mia anima si rese conto che non desiderava altro.
Anelavo solo a trascorrere del tempo con Katell.
Amavo tutto di lei.
La sua figura esile, sempre elegante e discreta nei movimenti, i suoi fluenti capelli neri.
Se chiudo gli occhi, anche ora ricordo il loro profumo, delicato ed inebriante.
Il colore della sua pelle, lattea, madreperlacea, sembrava risplendere come argento sotto la luna.
Forse le mie erano parole da innamorato, forse decantare la sua bellezza con simili termini sembra esagerato, ma i miei occhi percepivano quell'immagine.
Il suo sguardo rimarrà per sempre nella mia mente.
Due gemme verdi come il bosco della mia terra.
Lucenti e ammaliatori occhi.
La sua espressione era sempre fiera, ma io sapevo riconoscervi varie sfumature.
Riconoscevo la sua allegria, che donava una luce fresca agli occhi; riconoscevo il suo divertimento.
Ahimè, riconoscevo anche il suo Amore; il suo sentimento per me, perché ella amava me, e non il mio principe.
La perpetua frequentazione fu la linfa che crebbe il seme del nostro Amore.
Parlammo, ci confidammo e la nostra conoscenza divenne stima, poi amicizia, infine quel terribile, distruttivo, meraviglioso sentimento.
Un sentimento che doveva essere represso.
Cosa sarebbe successo se avessimo assecondato ciò che provavamo?
Io avrei infranto il mio giuramento, Katell avrebbe perso la sua famiglia che sarebbe morta ancora più povera di come era vissuta.
Dovevo nutrirmi solo dei suoi sguardi.
Dovevo riuscire a sfamarmi solo con il privilegio di starle accanto, di seguirla con gli occhi, di assicurarmi che vivesse.
Dovevo proteggerla per vederla unirsi ad un altro uomo.
Sapevo che non sarei stato abbastanza forte.
Ero un Demone sputato dall'Inferno o un Angelo Vendicativo sceso dal Paradiso, a seconda dello schieramento; in battaglia uccidevo e mutilavo, ma comprendevo che ero inerme innanzi a Katell.
Quante volte ho sognato di poterle sfiorare la mano senza una ragione precisa.
Quante volte ho sognato il suo respiro soffiare sulla mia pelle.
Nulla si avverò.
Katell mi amava con la stessa intensità di come io amavo lei, ma per noi non c'era un futuro.
Entrambi sapevamo che dovevamo rimanere al nostro posto.
 
Perché ci era stato donato quel sentimento se poi ci veniva proibito di viverlo?
Perché eravamo condannati alla sofferenza?
I mesi che precedevano il matrimonio di Katell con il mio principe furono, paradossalmente, i migliori della mia vita.
Sapevo che presto ciò che più temevo, che più disprezzavo, sarebbe successo.
Il mio incubo si sarebbe avverato, eppure ogni giorno trascorso con Katell, anche se mi avvicinava inesorabilmente all'istante durante il quale l'avrei persa, mi donava gioia.
Ero come racchiuso in un sogno.
Come se fossi avvolto dai petali di un fiore in boccio, solamente Katell ed io.
Il nostro amore viveva di sguardi.
Solo i nostri occhi avevano il privilegio di amarsi, di fondersi gli uni negli altri, ma noi avevamo il dovere di resistere.
Per la Scozia, per il nostro onore.
Entrambi avevamo giurato obbedienza al nostro re e a suo figlio, il principe.
Egli per me non ha un nome, è solo la terribile ombra che ha rapito la mia luce, la mia principessa.
Il giorno che precedeva le nozze lottai contro la mia debolezza.
Vinsi?
Persi?
Avrei ottenuto entrambi i risultati qualsiasi fosse stato l'esito del mio dissidio interiore.
Sapevo che quella notte non sarei riuscito a riposare.
Avevo pregato i vecchi Dei e il nuovo Dio chiedendo un loro intervento, supplicando di cibarsi della mia anima, ma di impedire il matrimonio.
Avrei sacrificato qualsiasi cosa pur di non assistere all'unione tra Katell e il principe.
Decisi di recarmi nelle stalle.
Mi sarei concentrato sulla cura del mio cavallo e forse quelle azioni a me così familiari, così ripetitive, avrebbero placato il mio tormento.
Udii dei passi attutiti dalla paglia che ammantava la stalla.
«Chi passa?» domandai allerta.
Illuminata dalla luna vidi la mia principessa.
Ella indossava la sua veste da notte, bianca, quasi trasparente a causa della luce che filtrava dall'uscio dietro di lei.
Distolsi lo sguardo prima che i miei occhi avessero potuto avere il privilegio di ammirare il suo corpo.
Tale onore sarebbe spettato solamente al suo compagno.
Katell rimase ferma, statuaria innanzi a me, come se anch'ella desiderasse che il tempo non trascorresse mai, come se anch'ella desiderasse che il Sole non sorgesse mai.
Io però mi sentivo in dovere di interrompere quell'istante così perfetto; il mio giuramento mi imponeva di impedire che le nostre anime si amassero.
«Principessa» mormorai.
Nulla in me desiderava parlare, non so nemmeno io dove trovai la forza di aprire la bocca, di fingere indifferenza laddove un vulcano in eruzione, in tumulto, sarebbe stata l'immagine migliore per palesare i miei sentimenti.
La mia principessa mi si avvicinò a testa china.
Quando fummo l'uno innanzi all'altra, ella riversò i suoi occhi nei miei.
Erano colmi di lacrime che però non riuscivano a sgorgare.
Non riuscii a reprimermi ulteriormente.
Lentamente le accarezzai una guancia e il tocco con la sua pelle così morbida e calda non fece che aumentare il dolore lacerante che provavo.
Ella unì la sua mano alla mia, senza cessare di guardarmi.
Non occorrevano parole.
Entrambe le nostre anime sapevano tutto.
«Moriremo da traditori, Frederick» sussurrò la donna che possedeva la mia lealtà ed il mio cuore.
Non riuscii a trovare la forza per distogliere il mio sguardo di giada dal suo.
Katell, dopo aver preso un respiro per ritrovare la sicurezza nella voce, per impedirsi di piangere davanti a me, riprese a parlare.
«Siamo costretti a scegliere tra il nostro cuore e la nostra Patria, il nostro dovere».
Era esattamente per il suo coraggio, per il suo onore, per il suo cuore che la amavo con tutto me stesso.
Annuii.
«Io non romperò il giuramento fatto al mio comandante e quindi al principe» risposi mentre avvertivo il mio cuore urlare disperato.
Tale grido era muto agli occhi del mondo esterno.
«Nemmeno io tradirò mio padre e la Scozia».
Chiusi gli occhi udendo quelle parole.
«Addio principessa».
«Addio, soldato».
 
La mia mente mi riporta sempre più spesso a quella notte, anche a distanza di anni.
Katell ed io non avevamo peccato, noi non ci eravamo amati.
Unendo i due regni, la Scozia riuscì a cacciare l'invasione sassone.
Avevamo salvato la nostra Patria, ma avevamo tradito il nostro cuore.
Salvi dal peccato al quale i nostri sentimenti ci avrebbero condotto, ma colpevoli del peccato di tradimento delle nostre anime.
Abbiamo mantenuto saldo il Giuramento per la Scozia, ma infranto quello fatto a noi stessi.
Siamo in ogni caso dannati.
L'Inferno di accoglierà, ma l'Inferno sarà per me il Paradiso con Katell.
Affido questo racconto al mio diario perché non posso continuare ad ignorare, a fingere che i miei sentimenti non siano mai esistiti.
Sto per formare un esiguo muro di scudi che si scontrerà con la cavalleria bretone.
Non credo che sopravviverò.
Desidero quindi essere sincero con me stesso; per la prima volta ho ammesso il mio amore per Katell.
Vado incontro alla morte da uomo onesto.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: secretdiary