Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Flaviuz    26/10/2011    3 recensioni
Una storia così assurda che quando avrai finito di leggerla ti chiederai: "Ma l'ho letta davvero oppure ho solo cenato pesante?"
Il racconto parla di un uomo che dopo aver perso tutto decide di compiere l'estremo gesto.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono Andrew Stephenson, un 53enne del Kentucky. 92kg per 163cm di carne, ossa, forfora e ritenzione idrica. Ho una carnagione olivastra coperta da barba incolta, capelli lunghi e tafani. Praticamente sono una panza di birra che cammina, avvolta da un aroma di mortadella e ambulatorio. E c’è chi mi da del presuntuoso.
Lavoravo in una grande azienda agricola, e dopo anni di gavetta sono finalmente stato promosso a spaventapasseri.
Per colpa della crisi ci sono stati dei tagli al personale. Qualcuno al vertice si è accorto che comprare uno spaventapasseri di paglia sarebbe costato meno, e assumere un messicano ancora meno. Così, ora crocifisso tra le spighe di grano c’è Pedro. Da quando ho perso il lavoro, la mia vita è andata a rotoli, e mia moglie Guendaline mi ha lasciato.
Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo conosciuti. Pioveva, o forse no. Lei era di una bellezza che ti illuminava il viso, era così bella che se fosse stata una canzone non sarebbe stata cantata da Emanuele Filiberto. Era 61kg per 175cm di carne femminile e feromoni grandi quanto pop corn, caviglie perfette, gambe lunghe e sensuali e un sedere come la faccia di Dizzy Gillespie.
Purtroppo aveva la faccia sulla pancia. In pratica mangiava dall’ombelico e lacrimava latte.
Era tutta la mia vita, e mi ha lasciato.
Ho meditato a lungo sul suicidio e sulle possibili modalità. Potrei spararmi in testa se avessi il denaro per comprare una pistola o asfissiarmi col gas se non me l’avessero staccato. Potrei impiccarmi, ma non so neanche fare il nodo alla cravatta. Come se non bastasse sono cattolico e se riuscissi a suicidarmi finirei all’inferno a guardare Amici e a leggere i libri di Oriana Fallaci per tutta l’eternità.
Ho ragionato a lungo per elaborare uno stratagemma che facesse sembrare il mio suicidio un incidente, e alla fine la soluzione mi sembrò ovvia e scontata. Ho fatto quello che qualsiasi cattolico nella mia condizione avrebbe fatto: mi sono finto un tacchino e sono andato in un bosco il giorno del ringraziamento. Una copertura perfetta.
È lì che ho incontrato Peter Bengarm, cacciatore 33enne figlio di un legame incestuoso di un uomo con un cartonato di Lady Gaga. 152cm per 37kg di rabbia repressa, vene varicose e poca igiene intima. Portava con sé un fucile così grosso che avrebbe potuto uccidere un elefante, forare una cassaforte, abbattere un aereo e far ridere Freud. Vagava per i boschi con aria aggressiva, gli occhi da pazzo, la bava alla bocca e un libro intitolato “Tutto ciò che c’è da sapere sulle unghie incarnite”.

Così mi trovo seduto ad aspettare la nera signora che nel mio caso è un personaggio di nome Peter, così ambiguo che mi chiedo quanto sia malato l’autore di questo testo.
Posizionata dietro di me c’è un’enorme insegna intermittente: “Spara al tacchino che è buono”. Bengarm mi nota e spara all’insegna luminosa. La cosa mi secca e decido di urlargli “sparami Peter, sparami ora, e dopo un colpo sparami ancora, fino a che tu non mi vedrai esangue, cadere in terra a coprire il mio sangue”. Lui apprezza la citazione e dopo aver tentato di catturare le note come Frankenstein Jr nell’omonimo film, mi spara.
Il colpo non è mortale, e mi da il tempo di rivedere a flashback tutta la mia vita, la serie completa di “Una mamma per amica”, e una televendita dello chef  Tony. È ironico che riusciamo ad apprezzare la vita solo quando siamo così vicini alla morte. Siamo fatti così, riusciamo a capire quanto una cosa sia importante solo quando rischiamo di perderla. Ora capisco che il suicidio non è la soluzione ai miei problemi, capisco che ci sono milioni di opzioni e che magari posso tornare a lavorare come tombino umano, capisco che la vita è...
-BOOM-
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Flaviuz