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Autore: SC_Swami    30/10/2011    6 recensioni
Piccola One-shot Quinntana, frutto di una mia perversa fantasia :D (Quanto adoro quelle due insieme *w*) Santana e Quinn saranno intente a darsi ripetizioni rispettivamente di francese e spagnolo... vediamo cosa ne uscirà :D
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note Veloci: La shot è un tantinello incasinata per via delle diverse lingue. Per eventuali errori prendetevela con Google traduttore!
Tutte le frasi in lingua sono tradotte tra le parentesi :D
Spero riusciate a capirne il senso xD 
Ci vediamo sotto!
Stè


Lessons

 
Due sguardi di fuoco si incrociarono nel corridoio.
Quando quella collisione avveniva i corridoi stessi erano soliti tremare.
E come d'altronde biasimare dei poveri liceali indifesi e impauriti?
Quella ferocia avrebbe spaventato anche dei leoni a digiuno da mesi.
 
Entrambe con le mani sui fianchi a mo di sfida, si avvicinarono minacciose l’una all’altra.
< Lopez. > Stridette la bionda.
< Fabrey. > Rispose con altrettanta cattiveria l’ispanica.
< Per quanto mi costi ammetterlo ho bisogno del tuo aiuto. > sbuffò la bionda, infastidita.
< OhOhOh Miss Fabrey… finalmente ti prostri ai miei piedi! > Uno sguardo truce la investì.
< Cadi a pennello comunque… anche io ho bisogno di un favore… > ammise la bruna.
Si scambiarono l’ennesimo sguardo, questa volta complice.
< Un baratto in piena regola mette sempre le cose al posto giusto. Allora… cosa ti serve? > chiese furba Quinn, stirandosi con le mani la divisa da headcheerleader, compiaciuta.
L’ispanica si guardò intorno. Dopo aver fulminato un paio di testoline curiose con gli occhi, tornò a impiantarli dritti in quelli verdi dell’altra.
< Ripetizioni di francese. So che i migliori in materia siete tu e quella checca di Hummell… quindi diciamo che ho dovuto scegliere il meno peggio. > una punta di disgusto nel tono.
< Simpatica. > ironizzò. < Io ho bisogno di ripetizioni di spagnolo. E tu sei la prima che mi è venuta in mente. Quindi… > involontariamente si morse un labbro.
L’ispanica si sorprese di quel gesto. Era semplice istinto o c’era qualcosa sotto?
 
< Vieni da me alle tre oggi pomeriggio. > disse allora, ripresasi dai suoi pensieri assurdi.
< No… Mia madre oggi non è in casa… vieni tu da me. > propose la bionda, rendendosi solo dopo conto di quanto suonasse strana la proposta e notando lo sguardo stranito dell’amica.
 
< Sai… così possiamo studiare più tranquille… > tentò di rimediare.
 < D’accordo… >
 Santana continuò col suo sguardo indagatore a scrutare il rossore sulle guance dell’altra, senza sapere cosa pensare realmente. Qualcosa aveva in mente Quinn, ne era certa… ma cosa?
 
Girandosi le spalle a vicenda si congedarono col solito finto distacco.
 
 
****************
 
 
Le tre e mezza. Dove diavolo era finita Santana?
Gliela voleva far pagare? L’aveva presa in giro?
Che passava per quella testolina diabolica?
E nella sua poi?
 
Il campanello la risvegliò dai suoi pensieri ovviamente inappropriati.
 
< Sei in ritardo. > disse nell’aprire la porta.
< Dici? Bhe… forse l’ho fatto a posta… ma sono dettagli. > Si fece avanti in casa senza chiedere alcun permesso. Tutto le era dovuto, lei era Santana Lopez, no?
Si guardò intorno, riscoprendo quell’ambiente familiare che tante volte l’aveva accolta.
Guardò di sottecchi l’amica bionda che richiudeva la porta.
Si intenerì al pensiero di loro due da bambine, mentre giocavano a ‘mamma e figlia ’ e simili. Le voleva bene, le voleva ancora bene infondo.
Come si erano ridotte in quello stato?
 
< Con cosa iniziamo? > chiese fintamente interessata allo studio Quinn.
 
< Ho una proposta per te. > esordì allora l’ispanica.
Quinn perse un battito a quell’affermazione. La guardò sgranando gli occhi e un ghigno strano le comparve sul volto.
L’ispanica scrutò l’altra interrogativa e leggermente spaventata.
 
< Quinn Lucy Fabrey, non so cosa diavolo sia passato di strano e perverso nella tua testolina bacata, ma IO sono qui per studiare. >
 
La bionda fu investita da quelle parole. Ne era rimasta delusa?
A cosa diavolo stava pensando?!?! Non c’era mai stato nulla tra di loro. Né ci sarebbe stato mai.
Santana aveva sempre preferito l’altra bionda a lei.
E lei stessa non le aveva mai confessato la sua stupida cotta.
Una stupida cotta che durava dai tempi delle elementari. La stessa stupida cotta che le aveva portate a diventare migliori amiche e poi inevitabilmente a dividersi.
 
Quinn voleva più di una semplice amicizia… e Santana… Santana voleva Brittany.
 
< Quinn… Quiiiiin! > Una mano sventolava davanti ai suoi occhi.
Si risvegliò.
 
< Allora, di che si tratta? > trillò all’improvviso, spaventando l’altra ragazza.
< Ti propongo un esercizio particolare… > sorrise soddisfatta l’ispanica, al solito compiaciuta di se stessa e delle sue idee.
< Partiremo così… io dirò una frase in spagnolo, che tu ripeterai e tradurrai poi in francese. Quindi ne inventerai un’altra in francese che io ripeterò, tradurrò e così via… >
< Non è troppo semplice? >
< Lo sarà – ghignò compiaciuta – fin quando non si invertiranno i ruoli. > sorrise ancora.
Ma come faccio a resistere a quel sorriso? Pensò persa Quinn.
< Che intendi? > riuscì infine a chiedere.
< Io inventerò una frase in francese che tu tradurrai in spagnolo e viceversa. >
La bionda ci pensò un attimo.
< Ci sto… > ammise col solito finto distacco.
< Bene! > rise felice la bruna, poi guardò l’altra negli occhi < Solo, fammi un favore, smettila di fingere di non volermi bene e smettila di essere distaccata, possiamo raccontare tutte le balle che vuoi agli altri della scuola, ma infondo sappiamo entrambe di essere legate… >
Quinn si limitò ad annuire frettolosamente, anche se per la testa aveva tutt’altre parole.
Parole che premevano per la voglia di uscire.
 
Voler bene? Quinn non le voleva bene. Quinn voleva lei! La voleva e basta! Voleva stringere quelle mani tra le sue, voleva scambiare con quelle labbra parole dolci sottoforma di baci, voleva sul suo corpo quella pelle ambrata che bramava ormai da troppo tempo.
Ma tutto ciò era impossibile.
 
< Cominciamo allora… Tengo que aprender frances (Ho bisogno di imparare il francese)> esordì la mora.
Ripeté. < Pour apprendre l'espagnol, j'ai demandé de l'aide pour Santana ( Per imparare lo spagnolo ho chiesto aiuto a Santana. )>
< Pour apprendre le français, j'ai demandé de l'aide pour Quinn. > cambiò.
Entrambe erano stupite l’una dell’altra… la pronuncia era perfetta.
 
Quinn si lasciò sfuggire una risata. < Dai San così è troppo facile! Facciamo direttamente l’esercizio successivo! > suggerì impaziente di entrare nel meglio di quel loro gioco.
< D’accordo… ma se sbaglio devi correggermi! >
< Sarà un piacere dare torto a Miss. So tutto io Santana Lopez > Sbuffò ridendo la bionda.
< Vedremo… > ghignò.
 
< Allora… Je suis sur le canapé avec Quinn (Sono sul divano con Quinn)>
< Estoy en el sofá con Santana y… la estoy mirando en los ojos ( Sono sul divano con Santana e la sto guardando negli occhi)>
 
< Je suis de retour le regard de Quinn et je prends ma main (Sto ricambiando lo sguardo di Quinn e le sto prendendo la mano)>
 
La mano di Santana si poggiò lentamente su quella di Quinn e piano iniziò ad accarezzarne la pelle candida, già increspata da piccoli brividi. La bionda trasalì a quel contatto.
 
< Santana tomó mi mano y me gustaria estar màs cerca de su (Santana mi ha preso per mano e io vorrei esserle più vicina )> biascicò, fiondando lo sguardo sul volto dell’ispanica, che a sua differenza non sembrava batter ciglio a quelle parole.
 
< Je suis allé à Quinn et je repense à quand nous étions enfants (Mi avvicino a Quinn e ripenso a quando eravamo bambine)> Si spostò lentamente, scivolando ad un palmo dalla capo cheerleader.
 
<  Vuelvo a pensar en cuando éramos niños y no me gusta el hecho de que ahora casi no hablan de mí. (Ripenso a quando eravamo bambine e odio il fatto che adesso a stento ci rivolgiamo la parola.)>
 
< Et j'aimerais revenir à avoir notre relation ancienne, Si vous n'avez pas … (E mi piacerebbe tanto tornare ad avere il nostro vecchio rapporto, se non... )>
Santana si bloccò, tentava di studiare l’espressione tesa di Quinn. Riuscì a sentirla deglutire rumorosamente.
 
<  Et je me sens stupide parce qu'en ce moment, sur ce canapé, je viens ... Je voudrais juste lui donner un petit ... (E mi sento una stupida perché in questo momento, su questo divano, vorrei solo... vorrei solo darle un piccolo...)> il viso della mora si era leggermente chinato verso quello della bionda.
< Un petit…  (un piccolo…)> le fronti si erano poggiate l’una all’altra, gli sguardi non smettevano di intrecciarsi tra loro.
 
< Un piccolo… >
Santana serrò gli occhi e dischiuse leggermente le labbra. Un soffio divideva le sue da quelle di Quinn.
 
< Vado… vado a preparare qualcosa da mangiare… >
L’ispanica sentì il calore e il profumo di quell’alito dolce a quelle parole.
Era così dannatamente vicina…
Aprì gli occhi e Quinn era già scappata via.
 
La paura si era impossessata della bionda. Ma perché?
Non era quello che aveva desiderato fin dall’inizio?
Certo… certo che lo era. Ma il suo orgoglio vinceva quella passione.
Non voleva essere la seconda scelta. Brittany sarebbe venuta sempre prima di lei.
Lo sapeva.
 
Santana lentamente si era intanto alzata dal divano e l’aveva seguita.
Sapeva che i pensieri di Quinn probabilmente erano molto più rumorosi dei suoi passi, quindi non si preoccupò di essere silenziosa.
Entrò in cucina e la vide. Era di spalle, le mani poggiate sull’isola di marmo bianco al centro della stanza e la testa china.
I capelli legati in una coda di cavallo poco curata lasciavano il collo scoperto.
Il fisico asciutto la delineava in tutta la sua perfezione. Era così dannatamente bella.
Non si sarebbe tirata indietro. Non quella volta.
Provava ancora qualcosa di forte per lei, non poteva negarlo.
Le si avvicinò piano e le poggiò una mano sul fianco per tirarla a sé.
 
Quinn sobbalzò a quel contatto inaspettato.
Sentì che l’altra tentava con le mani di farla girare nella sua direzione. Ma lei non voleva.
Non avrebbe resistito a quegli occhi.
 
Forzando la mano Santana riuscì a farla voltare.
Avrebbe voluto stringerla tra le braccia e farla sua finalmente.
 
< Perché scappi? > riuscì solo a dire.
 
< Non mi piace essere… > le sfuggì.
 
< Essere? > L’ispanica non capiva.
 
Quinn scansò quegli occhi nocciola. Era così difficile parlare?
 
< Essere? > insistette Santana, impaziente.
 
< La seconda scelta… > scoppiò Quinn.
Una lacrima veloce le scivolò sul viso.
 
La mora continuando a non capire la guardò stranita.
< La seconda scelta? >
< Già. Hai sempre preferito Brittany. Non puoi negarlo… E ora che lei è con Mike tu vieni qui da me e pretendi che io stia alle tue voglie e faccia i tuoi porci comodi? Non mi sembra giusto, sai? Hai una minima idea di quanto tempo io ti abbia aspettata? Di quanto ti abbia desiderata in questi anni? No, ovviamente. E non puoi immaginare neanche quanto io abbia sofferto…! >
Quinn aveva iniziato ad urlare. Finalmente le parole fluivano… ma non ci volle molto che qualcosa le bloccò di nuovo.
 
Qualcosa di morbido e meraviglioso.
 
Un bacio.
 
Santana l’aveva baciata.
< Cosa… cosa diavolo stai facendo? > biascicò con difficoltà Quinn, totalmente presa da quello che era appena accaduto.
 
< Dimmi di fermarmi. > sussurrò l’altra dandole un altro veloce bacio.
< Co… cosa? > tentò ancora.
 
L’ispanica si allontanò di colpo. Lo sguardo fermo.
 
< Dimmi di fermarmi… Dimmi di fermarmi e giuro che lo farò. >
Si guardarono per un interminabile istante.
 
< Oh! Al diavolo! >
 
Quinn si fiondò vorace sulle labbra della bruna.
Sentì le mani dell’altra raggiungere le sue gambe, avide.
Riuscì a fatica a reprimere un piccolo gemito a quel contatto inaspettato.
 
L’ispanica godeva del contatto di quella pelle col suo palmo. Ma voleva di più.
Divorando il collo dell’altra ragazza, le strinse le cosce nelle mani sogghignando e le sollevò, costringendo l’altra a legargliele alla vita. Con forza la sbatté alla parete più vicina, facendola sussultare.
Le labbra e le lingue erano incatenate in una danza senza sosta, e la pressione forte tra i loro corpi non faceva che aumentare la voglia che avevano l’una dell’altra.
< San… > iniziò a supplicare Quinn, ormai impaziente.
L’altra le fece scivolare le mani lungo tutto il corpo, facendo intanto pressione nel suo punto più debole. La bionda gemette, questa volta non riuscì a trattenersi, e la cosa non poté che piacere alla sua torturatrice.
< San… diavolo! >
 
Senza preavviso l’ispanica la fece staccare dal muro e, sempre in braccio, la trascinò sul divano della camera adiacente. La poggiò su di esso e gattonando andò a sovrastarla col proprio corpo.
 
Riuscirono a guardarsi ancora, trovando un attimo di sosta e di pace.
 
< Che mi dici di Brittany? > sussurrò la bionda, terrorizzata dalla possibile risposta.
 
La latina fece scorrere gli occhi su quel corpo che da tanto bramava. Le mani, prive ormai di controllo salirono dolcemente ad accarezzare tutto quello che gli occhi lasciavano indietro nella loro scalata.
 
< Fatti un esamino di coscienza Fabrey. > disse piano.
< Perché mi sa tanto… > Si avvicinò ancora, impiantando finalmente gli occhi nei verdi dell’altra.
< Mi sa tanto che tu abbia sbagliato bionda… >
Un bacio dolce le avvolse.
 
La mente di Quinn perse ogni tipo di appiglio.
Tutto ciò che riusciva a suggerirle era di far sua quella deliziosa visione che aveva davanti.
La bionda cinse così l’altra, stringendole le braccia dietro la schiena e attraendo inevitabilmente quel corpo perfetto al suo.
Piano poi fece intrufolare le proprie mani sotto la maglietta della latina e le accarezzò la pelle ambrata, prima di cominciare a spogliarla dell’indumento.
 
Fecero l’amore, tra sospiri e parole non dette, nel modo più dolce possibile.
 
E alla fine, nude e sognanti, erano rimaste a coccolarsi teneramente su quel divano.
 
< Non ti facevo così dolce Lopez… > disse piano la biondina, poggiata sul petto dell’altra.
< E io non ti facevo così brava… > sparò in difesa della sua reputazione l’altra, facendo ridere la compagna.
 
Rimasero per breve tempo in silenzio, quel silenzio in cui erano i loro cuori a parlarsi.
 
< Sai… mi è venuto un dubbio però… > Quinn alzò gli occhi a guardare l’altra in cerca della sua risposta.
< Dimmi tutto… > disse impassibile l’ispanica.
 
< Quanto hai in francese? >
 
< …Solo una A… > rispose ridendo piano.
< E tu in spagnolo? >
 

< Oh… Non te lo dirò mai e poi mai Lopez! > E rise, seguendo l’altra, finalmente felice.
 


Fine… Forse.



Angolo Autrice

Ok. E' arrivato il momento di dare spiegazioni.
Questa follia è nata a scuola in un'ora di inglese... non avevo nulla di meglio da fare... così...
Tralasciando i dettagli, avevo il Quinntana in testa da tantissimo tempo... solo che a causa di QUALCUNO (che non nominerò u.u) me la sono tenuta dentro, appallottolandola nell'intestino.
Poi all'improvviso... BOOM! E' scoppiata fuori... ed eccoci qui... a delirare sotto una shot strana xD

Detto questo... Faccio un megasaluto alla mia bella nave di pazze! Miky, Vals... perdonatemi vi prego T.T 
Ho provato a trattenermi ma è stato più forte di me! Dé so che mi appoggerà comunque u.u E anche la capitana... dato che infondo shippa tutto il possibile xD

Ho finito di sclerare per oggi u.u 
Lasciatemi una piccola recensione vi preeeeego <3 

Love. Stefy
   
 
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