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"Non porta alcun vantaggio dire a una persona una cosa che non sente come sua e che non può capire"
-Oscar Wilde

Ridi.
Tiri in su gli angoli della bocca, scopri i denti bianchi, gli occhi si socchiudono, le gote si fanno rosse come il tramonto che scivola su quelle giornate sempre troppo brevi, la pancia fa male, ma di un dolore bello e confortante; tutti gli affanni, se mai ci sono stati, evaporano con quella risata, infinita come il mondo.
La felicità è l’unica emozione che ti abbraccia in quel momento.

Piangi.
Gli occhi bruciano, gonfi di tristezza, lacrime amare e salate quanto quel mare scivolano sulle guance ormai umide; la gola ti duole per i singhiozzi e le ginocchia sbucciate, un taglio sul dito, sembrano un dolore così lontano, intrappolato nell’infanzia che corre, cercando inutilmente di raggiungerti.
La disperazione ti tira in basso come un macigno, facendoti annegare in quel mare di rimpianto.

Arrossisci.
È bella, quella persona, bella da impazzire: tutti lo sanno, ma ti sembra di esser l’unico ad essersene accorto, sentendoti il solo che – solo alla sua vista – inizia a sudar freddo le mani, sentendo il cuore nel petto battere impazzito, ma sorprendentemente leggero. Guardi i suoi occhi, e ci vedi tutto ciò che vorresti essere.
L’amore ti fa volare tra le nuvole, lasciandoti carezzare le corde dorate del sole, che ti sfiorano le guance facendole accaldare.

Tremi.
Digrigni i denti, stringi i pugni, il sangue sale al cervello e pulsa forte contro le orecchie. Ti senti esplodere, pregno di emozioni forti e contrastanti, che non fanno altro che alimentare l’ira. Tremano le gambe, le nocche sbiancano, le unghie sono impiantate nei palmi graffiati. Vorresti ucciderli, vorresti ucciderli tutti.
L’odio ti soffoca, la gola si stringe attorno a quel cappio d’oppressione.

Sogni, Roxas.
Ti svegli ansante nel cuore della notte, la testa che gira, avanti agli occhi umidi vorticano ancora quelle immagini confuse, dove si muove un ragazzo dai vestiti rossi. Senti le sue emozioni, vivi le sue avventure.
Vivi, Roxas, ma solo per un momento.
L’apatia ti avvolge, quando la notte svanisce come quel sogno, strappandoti ai ricordi e trascinandoti in quella realtà vuota d’ogni emozione che non potrai mai provare.

Vorresti piangere, Roxas, vorresti tremare come in sogno. Ma sei un Nessuno: le illusioni sono le uniche e sole cose che t'appartengono.

Sì, mi vergogno: ultimamente pubblico sempre di meno in questo fandom ultimamente non scrivo e basta ma il fatto è che tra la scuola, le interrogazioni, l'ispirazione che va e viene come un acquazzone non riesco più a far nulla come un tempo <.<"
E mi dispiace moltissimo, perché mi sento estremamente vuota, se non scrivo.
Oh, per quei poveri stolti che seguono Oasis: no, non mi sono dimenticata di voi >.< è che putroppo quella storia è quasi una spina nel fianco, ma giuro che oggi pomeriggio pubblico il capitolo!
Tengo a precisare che le parole della presentazione sono 13, già.
Vaffanculo questo numero di merda mi perseguita!
Nulla, credo che questa flashfic sia oltretutto inconcludente e che non sia nemmeno un gran lavoro, ma ultimamente non riesco a scrivere più nulla di decente in ogni caso, quindi <.<
...
No, non sono depressa: sono solo diversamente felice.
Sì, continuerò a sfogarmi qui perché tanto non leggerà comunque nessuno.
Insomma, non riesco a scrivere, non vedo la mia migliore amica da una vita e mi manca un sacco, sono stressata c'è gente che mi fa incazzare.
Potrei sfogarmi scrivendo, come sempre.
Ma non riesco a farlo!
@.@
Adesso vado, miei prodi >.< se qualcuno sarà stato così sadico da arrivare in quaggiù, lo prego di lasciarmi una recensione, tanto per farmi sapere :3 ma ringrazio comunque sia stato così coraggioso da leggere queste poche inconcludenti parole.
Alla prossima, lo spero davvero.

See ya!