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Autore: Lady Anael    01/11/2011    2 recensioni
Eccomi con un'altra follia. Siate buoni!!!!!!!
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Claire Redfield
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dei Morti

 

 

 

 

Stringo con rabbia le mani intorno al volante. Non sopporto questo traffico.

Osservo gli occupanti delle vetture accanto a me, questi poveri mortali che sprecano il loro esiguo tempo.

Alcuni tengono solitarie conversazioni con il cellulare, altri, più giovani, muovono le labbra seguendo una canzone e tamburellando sul volante nel tentativo di tenere il ritmo. Una donna accarezza il viso del figlioletto addormentato al suo fianco, forse intuendo la fragilità della sua vita.

Scalo la marcia e mi sistemo gli occhiali.

Vorrei scendere ed ucciderli tutti. Mi stanno facendo perdere tempo. Ho affari molto più seri che mi attendono e non posso sprecare attimi preziosi in questo stupido modo.

Mentre mi sporgo verso il vano portaoggetti del cruscotto per afferrare il cellulare, la vedo.

La Mercedes grigia di Clare svolta a sinistra e scompare in un parcheggio nascosto tra gli alberi.

Procedendo lento, la seguo a debita distanza.

È passato parecchio tempo dal nostro ultimo incontro e sono davvero curioso di rivederla, di rivedere la paura dipinta sul suo volto. Di riassaporare il suo terrore.

Fermo l'auto e scendo.

La scorgo a circa cinquanta metri da me, mescolata alla folla.

Come potrei non notarla? I suoi capelli rossi ondeggiano mossi dal vendo freddo di novembre ed il suo corpo si muove sinuoso come quello di un gatto.

Sarebbe difficile confonderla con uno di questi patetici umani.

Seguo i suoi passi e varco a mia volta il grande cancello di ferro attraverso cui è passata lei.

Resto per un'attimo immobile ed un ghigno si apre sul mio volto.

La dolce Clare mi ha guidato in un cimitero.

Credo di non aver mai messo piede in un posto simile.

Poveri, tristi, esseri umani. Rendono omaggio ai morti come se fossero vivi, tentano di tenerli stretti a se chiudendo in queste pietre i loro resti mortali.

Esorcizzano la loro paura dell'inevitabile fine fantasticando su vite ultraterrene e luoghi felici in cui vivere per sempre.

Io non me ne curo, la morte non mi toccherà.

Clare cammina lenta lungo un sentiero di ghiaia, su di un lato una fila di cipressi, sull'altro alcune cappelle.

Non riesco a vederla in viso, ma posso sentire distintamente il battito accelerato del suo cuore. Questo posto le trasmette tristezza.

Per un'istante la vedo irrigidirsi, fermare la sua marcia e guardarsi intorno senza però voltarsi.

Immagino che abbia notato una presenza alle sue spalle.

Mi preparo allo scontro ma, inaspettatamente lei riprende il cammino.

Scende già da una ripida scalinata, sparendo sotto il livello della strada all'interno di un'ampio casellario.

Le do un po' di vantaggio e poi scendo a mia volta.

Eccola, inginocchiata di fronte a due lapidi di marmo, entrambe recanti il suo cognome.

I suoi genitori.

Sistema nei vasi due mazzi di rose bianche. Le tremano le mani.

Potrei ucciderla adesso. Potrei spezzarle il collo con facilità cogliendola di sorpresa. Nessuno se ne accorgerebbe.

È disarmata e fragile.

La troverebbero morta, sulla tomba dei genitori. Che ironia.

Chris non saprebbe nemmeno che sono stato io. Peccato, preferirei di gran lunga che sapesse che la sua adorata sorellina a trovato la morte per mano mia.

Nel silenzio che mi circonda mi giunge il suo pianto sommesso. Percepisco il suo corpo scosso dai singhiozzi, sento l'angoscia dentro di lei.

Tutto questo dovrebbe divertirmi, normalmente il dolore dei fratelli Redfield è musica per le mie orecchie. Eppure qualcosa dentro di me, dentro questo corpo senza un'anima, mi dice di lasciarla in pace. Almeno per oggi. Di lasciarla sola con il suo dolore.

Clare appoggia una mano sulla lapide del padre e la sento chiedere perdono.

Le lancio un'ultima occhiata e poi mi allontano.

Ci saranno molti altri giorni per combattere e molti altri per odiarsi. Avremo modo di farci ancora del male reciprocamente.

Da domani riprenderanno le ostilità, ma per oggi le concedo di stringersi ai suoi morti, le concedo una tregua.   

  
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