22.00. Sono al telefono, con lei. Quella ‘lei’ con cui passerò i prossimi anni della mia vita. « Hey Ori ma ci pensi? Domani prenderemo l’aereo e finalmente metteremo piede su quella tanto sognata Inghilterra! » Sono così elettrizzata… Stanotte non dormirò, questo è sicuro. Oh, bussano alla porta, sarà mio fratello che viene a rompere le palle.  *La porta si apre*. Sono i miei genitori. Mia madre ha in mano un pacco.. « Mamma, e quello cos’ è? » chiedo spaventata. Mio papà risponde subito con un sorriso a 32 denti, quell’uomo ha sempre la risposta pronta. « È per te piccola, vogliamo che quando sarai al college avrai tutto ciò che ti serve. » Senza pensarci scarto il regalo e dentro trovo un nuovissimo iPhone, questo è un sogno! Messaggi, crea nuovo, Ori. “Tesoro, nuovo cell. È sdfvsdgzfd”. Metto il pigiama e prima di andare a dormire controllo un’ultima volta la borsa, okay c’è tutto. Mi addormento con il sorriso, domani lascerò la mia Svizzera. Andrò in Inghilterra. Sarà stupendo.
~Daaanza Kuduroo, move la caaveza, danzaa kuduroo..~
La suoneria del mio cellulare, la mia sveglia. Allora questa notte ho dormito! Tutto è pronto e io sono apparentemente decente, un filo di trucco e i capelli legati. Possiamo partire.
 
7.15. “Ori ma dove sei? Ti stiamo aspettando sotto casa.” Cavolo, siamo in ritardo, bene!
Arriviamo in aeroporto mezz’ora dopo del previsto perché quell’idiota della mia migliore amica doveva salutare tutti i vari animali e fratelli che ha in casa.. : )
 
‘Signore e signori, siamo atterrati a Londra. Temperatura di 20°c, ora locale 13.30. Vi preghiamo di stare seduti con le cinture allacciate fino a quando il segnale luminoso sopra di voi si sarà spento. Grazie per aver volato con noi e arrivederci da parte di tutto l’equipaggio.’
La mia mano è stata frantumata da quella di Ori che me la stringe dall’ inizio del volo.
SIAMO A LONDRA, IO E LEI.
Ecco, la vedo, la prima valigia esce sul nastro dei bagagli… borse di tutte le marche, colori e forme sfilano su quel pezzo di gomma puzzolente. Ma le nostre non ci sono.
L’aeroporto intanto si sta spopolando e noi siamo lì che aspettiamo, non sapendo che fare. Ci sono solo altri cinque ragazzi che attendono le valigie smarrite (?) come noi, e sono tutti dannatamente belli.