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Autore: layla84    06/11/2011    4 recensioni
Tradimento.
E’ una parola conosciuta che rotola amara sulla tua lingua, che riporta alla mente il sapore aspro dei ricordi.

Arthur ha scoperto il tradimento di Gwen, che si va ad aggiungere a quello di suo padre e di Morgana.
Chiedendosi perché, nella sua vita, tutte le persone che ritiene importanti finiscano per tradirlo, si fa forza appoggiandosi a Merlin, convinto che lui sia l’unico che non potrebbe mai farlo.
Merlin, dal canto suo, è terrorizzato al pensiero che Arthur possa scoprire il suo segreto.
E se il Re decidesse di andare a cercare la sorellastra e Merlin non avesse altra scelta, per proteggerlo, se non quella di rivelarsi... cosa succederebbe? Riuscirebbero le due facce della medaglia a superare quest’ennesima prova?
Tra battaglie, prove di coraggio e sentimenti che pian piano vengono in superficie, lo scopriremo assieme.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Il seguente capitolo ed il prossimo sono stati scritti prendendo spunto da immagini che riguardano la puntata 4x09, solo dalle immagini, non sulla trama effettiva della puntata.
Dal terzo capitolo in poi la tama prenderà una strada completamente diversa da quella narrata dal telefilm.




I personaggi non mi appartengono, e la storia non è scritta a fini di lucro.
Qualsiasi critica, consiglio e commento è sempre ben gradito ;)


Ovviamente Merthur ;)


Layla







                                                                    And i cannot explain to you
                                                                    in anything i say or do
                                                                    but hope the actions speak the words they can

                                                                    In Between – Linking Park





Sembra un toro in un’arena.
Sbuffa, marcia su e giù per la stanza a passo di carica. Muove continuamente le mani: un attimo prima sono tra i suoi capelli biondi, un attimo dopo per aria a disegnare il niente, poi ancora sul viso, a nascondere il suo dolore e poi da capo. Di nuovo. E di nuovo.
Il Re di Camelot ha il viso arrossato, gli occhi lucidi e il cuore a pezzi.
E Merlin vorrebbe uccidere qualcuno.

Darebbe qualsiasi cosa, anche la sua magia - che è la sua stessa essenza - pur di non vederlo soffrire così.
E si chiede a cosa stesse pensando Gwen, perché, davvero, Lancellot lo può capire, ma lei no.
E mentre osserva Arthur guardarsi intorno come una bestia ferita, fissare lo sguardo sconvolto nel suo e scuotere la testa riprendendo a camminare, Merlin capisce che non la perdonerà mai.

La scena che si sono trovati davanti pochi minuti prima e soprattutto l’espressione di Arthur mentre prendeva coscienza del tradimento, Merlin è sicuro non se la dimenticherà mai.


“Arthur.” tenta. Perché davvero, davvero, non può sopportare tutto questo.
Il dolore di Arthur è il suo dolore.
Gli entra sotto pelle, lo intossica, gli fa ribollire suo il potere nel sangue. Lo sente ruggire, ribellarsi a coloro che hanno osato ferirlo, sente la sete di vendetta, l’istinto di protezione che la sua stessa magia ha verso Arthur.
E vorrebbe assecondarla. Oh, eccome se vorrebbe.
Vorrebbe andare Da Gwen, nelle stanze in cui si è rifugiata - perché Arthur non potrebbe mai mandarla in prigione, nonostante un tale tradimento, perché lui la ama e perché, dopotutto, è di Arthur che parliamo - e sfogare la sua rabbia, la sua frustrazione su di lei.
Vorrebbe scendere da Lancelot, nelle prigioni - perché Arthur è Arthur ma è pur sempre il Re, e il tradimento da parte di un Cavaliere non è perdonabile - e urlare, lasciare libera di agire la sua magia e soprattutto chiedergli perché.
 
Perché deve vedere la metà della sua medaglia soffrire così, senza poter fare niente per alleviare il suo dolore.

Perché Arthur sta soffrendo. E Merlin non può fare altro che soffrire con lui.
“Arthur.” ritenta. E se la aspetta, la sfuriata con cui il Re lo investe.
“Cosa, Merlin? COSA?!”
E fa male il modo in cui sputa il suo nome, caricandolo di tutta la rabbia e l’acidità possibili, ma il Reale Somaro deve pur sfogarsi in qualche modo altrimenti non riuscirà a gestire l’ondata di sentimenti che lo sta travolgendo.
E se deve essere lui, la sua valvola di sfogo, cosi sia.
Merlin pianta quindi senza troppe cerimonie lo sguardo in quello dell’altro. In attesa, come a sfidarlo.
E Arthur non se lo fa ripetere due volte.
“Dimmi, Merlin, dall’alto della tua grande saggezza: cosa dovrei fare adesso?” sibila rabbioso, avvicinandosi a lui con due soli passi. Sono soli, nella stanza delle udienze, Merlin ha la schiena appoggiata alla parete di pietra e continua a fissare Arthur senza parlare.
“Non mi dire, Merlin, per una volta anche tu non sai cosa dire?”
E non attende nemmeno una possibile risposta dall’altro che gli punta l’indice avanti al viso, gli occhi assottigliati dallo sforzo di trattenere tutte le emozioni che lo scuotono, preparandosi all’ennesima frase arrogante.
Ma Merlin può vedere il pomo d’Adamo del principe muoversi a scatti, il leggero tremito della mano, la sua mascella contrarsi.
E Dei, vorrebbe più di qualsiasi cosa al mondo alleviare tutta quella sofferenza, tutto quel senso di tradimento, solitudine e amarezza presente in quegli occhi di solito così limpidi.

Non riesce a far a meno di socchiudere gli occhi e deglutire leggermente, il senso d’impotenza che si fa strada in lui.
Sente Arthur trattenere il respiro - forse l’altro pensa di averlo spaventato col suo atteggiamento, ma dovrebbe saperlo che non potrebbe mai avere paura di lui - e riapre gli occhi.
Li fissa in quelli del Re, che è rimasto nella stessa identica posizione di prima, una leggera incertezza si agita cauta negli abissi di quello sguardo.
“Arthur.” è tutto ciò che Merlin riesce a dire. Ma carica quel nome di tutta la devozione, l’affetto e il senso di protezione di cui è capace. E ne esce un sussurro forse troppo intimo che va a scontrarsi con la corazza che l’altro aveva tirato su per proteggersi, la infrange e s’insinua direttamente nel cuore dell’Asino Reale.
Merlin si chiede se ha esagerato, perché l’eco della sua voce galleggia invisibile nell’aria tra loro due, finché la mano di Arthur lentamente inizia ad abbassarsi e la sua mascella si rilassa.

Poi fa un passo verso di lui, e Merlin nemmeno se ne rende conto, finché i loro petti quasi si sfiorano.
Non riesce a vedere la sua espressione perché l’altro ha il viso rivolto in basso. Poi passa un altro attimo d’incredula comprensione, e alla fine Arthur allaccia le sue mani alla schiena di Merlin, il viso affonda incerto nel suo collo.
“Merlin.” è un sussurro carico d’urgenza quello che raggiunge il suo orecchio.
Prima ancora che riesca a concepire come tutto ciò sia possibile le sue mani corrono a intrecciarsi dietro al collo di Arthur, sprofondando nei suoi capelli. Merlin lo stringe con tutta la forza di cui è capace e sente l’altro rispondere con la stessa intensità, come a cercare di trarre forza da lui.
Si appoggia totalmente contro la parete, mentre Arthur non sembra intenzionato a spostarsi da quella posizione, anzi, aumenta ulteriormente la sua stretta e Merlin sa che domani avrà dei lividi, là dove le mani del Re lo stanno cingendo, ma per niente al mondo si sposterebbe da lì.
Poi lo sente, indistinto, lieve e spezzato, e si augura con tutto se stesso di sbagliarsi. Ma poi il rumore si ripete, di nuovo e di nuovo, e non può più far finta di non sentire i singhiozzi dell’altro.
Inizia a far scorrere le mani nei suoi capelli in carezze leggere, cercando di alleviare il suo dolore, di condividerlo, e non si capacita di come sia possibile poter avere l’opportunità di stare affianco a quel ragazzo così speciale e gettarla via così.
Sente gli occhi pizzicare e tira su col naso leggermente, il movimento riscuote Arthur che lentamente allontana il viso dal suo collo, ma invece di sciogliere l’abbraccio che li lega - stupendolo - si allontana quel tanto che basta per osservare Merlin, i suoi occhi lucidi e la lacrima impigliata nelle lunghe ciglia nere.
“Merlin.” il tono in cui lo dice, dolce, carico di riconoscenza e affetto unito flebile sorriso sul viso del biondo, taglia il respiro nel petto del mago.
“Sono qui. Sarò sempre qui, per voi. Con voi.” E’ la sua risposta.
“Lo so, Merlin. Lo so.” E il sorriso di Arthur si fa un po’ meno insicuro, mentre scioglie l’abbraccio con Merlin, ma continua ad osservarlo negli occhi.

Supereranno anche questa. Insieme.






  
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