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Autore: NCH    09/11/2011    0 recensioni
Questa fanfic racconta gli eventi successi prima di Rendez-vous.
Due fratelli vampiri in lotta fra loro, la Scooby Gang presa in questa lotta, Willow alle prese con un'inaspettata gravidanza... nuovi nemici, nuovi amici e lo stravolgimento di una dinamica fratricida che noi tutti conosciamo... Vi prego di recensire se la storia vi piacerà e vi SCONGIURO di recensire se la storia non vi piacerà! Grazie a tutti in anticipo per la lettura! NCH
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUATTORDICESIMO: TRE AMICI CON UN SEGRETO Buffy chiuse il telefonino e scese dalla propria auto, portando con sé la giacca del tailleur e la borsa da lavoro. Aveva appena finito di discutere con Tomas per l’ennesimo appuntamento saltato, la sera precedente. Il problema, come al solito, era che proprio non poteva dirgli qualcosa del genere… ti ho dato buca perché sono andata a caccia di vampiri. Tra l’altro, la sera precedente si era rivelata proficua: non avevano ancora scoperto cosa fosse il talismano di Soid, ma avevano scoperto che effettivamente Kaine lo stava cercando e anche suo fratello. Il che significava che i guai che stavano per piovere su San Francisco e, soprattutto, su lei e i suoi amici erano di dimensioni mastodontiche. Diede un’occhiata distratta all’orologio: quasi le sei e mezza e la casa sembrava deserta. Dawne era da Robert, Buffy lo sapeva perché l’aveva sentita a pranzo. Ma Willow? Neppure quella mattina, come tutta l’ultima settimana, era andata in ufficio dicendo che restava a casa perché non si sentiva troppo bene e, inoltre, in quel modo avrebbe potuto portare avanti le ricerche sui due fratelli vampiri e su quello che stavano cercando con tanto accanimento. Neppure la moto di Kenny c’era, ma Buffy non se ne stupì: probabilmente l’amica era ancora in ufficio. Ultimamente anche la bruna faceva un sacco di straordinari. Quindi Buffy si domandò ancora… dov’era Willow? Perché non era in casa? Buffy entrò e chiuse la porta dietro di sé, poi andò in camera propria e gettò distrattamente sul letto ciò che aveva in mano e fece lo stesso con i sandali, scaraventati poco delicatamente ad un angolo della stanza. Infine, si tolse anche i pantaloni e rimase in slip e maglietta. Si guardò allo specchio e si disse che si stava stancando troppo in quel periodo… a giudicare dalle su occhiaie e dal mal di testa che, come in quel momento, la colpiva sempre più spesso. Cercò nel cassetto del proprio comodino e ingurgitò un’aspirina, sperando che facesse presto effetto; poi decise che sarebbe andata ad infilarsi sotto la doccia per rilassarsi un po’, ma mentre stava per finire di spogliarsi sentì strani rumori, come piccoli tonfi, provenienti da una delle stanze adiacenti. Fu per questo che ci ripensò e si affacciò in corridoio:< Dawn, sei tu? >. Domandò, ad alta voce. Ma non arrivò risposta alcuna. < Xander?… Willow?… Kenny? >. Disse ancora. Ma di nuovo nessuna risposta e, dopo un attimo, sentì un altro tonfo sordo. Era evidente che in casa con lei c’era qualcuno. Così si affacciò nella stanza di sua sorella, ma la trovò vuota esattamente come doveva essere. Allora si diresse nella camera di Willow e Kennedy.La porta era socchiusa. L’aprì e non c’era nessuno, ma era evidente che qualcuno era nel bagno adiacente. Buffy si avvicinò alla porta e bussò con le nocche:< Will… tutto ok? >. Domandò. La risposta non giunse subito e quando l’altra rispose, comunque la sua voce risultò alterata. < Sì… sì… Buffy!… Sono solo nella merda davvero! >. Buffy corrucciò il viso. Aveva sentito bene? Will nel parlare aveva quasi sussurrato, ma a lei era parso di sentire qualcosa del tipo “sono nella merda” o roba simile. Probabilmente aveva sentito male, non c’era altra spiegazione. < Will… ti serve una mano? Posso entrare? >. Chiese allora, un po’ preoccupata. Il fatto era che aveva indubbiamente sentito male, ma comunque la voce dell’amica non le era piaciuta. E poi cos’erano quei tonfi che aveva sentito? < No, no, Buffy! Non entrare!… Davvero, sto bene! Un attimo e esco! >. Disse Willow, improvvisamente allarmata, con voce decisamente più alta. Questo insospettì la bionda ancora di più: perché quel cambio repentino di tono? Allora c’era davvero qualcosa che non andava! < Senti, Will, io entro… ho l’impressione che tu non stia bene! >. < No, aspetta…! >. Ma Buffy non aspettò e Will aveva dimenticato di chiudere a chiave. Così la bionda si trovò davanti una scena che davvero non si aspettava: il bagno completamente messo sottosopra, con scatolette di cartone buttate ovunque insieme a linguette di plastica, boccette di profumo e di bagnoschiuma a far loro compagnia sul pavimento. Willow se ne stava seduta sul bordo della vasca con l’aria abbattuta e una delle linguette bianche e rosa in mano. Non stava vomitando e a parte la sua espressione assolutamente atterrita non c’era nulla che non andasse in lei, apparentemente. Ma che diavolo era successo lì dentro? < Will!… Ma che hai combinato qui? Cos’è questo disastro? >. Domandò Buffy, all’amica. Non aveva ancora capito. Willow si lasciò sfuggire un sorriso vuoto e sarcastico:< Non è certo il disordine nel bagno il disastro, al momento! >. Disse in un sussurro quasi impercettibile. Buffy la guardò storta, non capendo che diavolo le fosse preso. Poi si chinò a raccogliere una delle scatolette di cartone e… < Oh mio Dio!… Will…?! >. Quasi Buffy non credeva ai propri occhi. Non l’aveva notato fino a quel momento, ma in mano teneva la scatola di un test di gravidanza ed era… identica a tutte quelle sparse sul pavimento. Almeno una decina. < Willow… come… com’è possibile?… Non avrai mica usato un incantesimo per…? >. < Sì, certo. Un incantesimo chiamato sesso! E’ molto comune, lo praticano in molti senza neppure essere maghi o streghe e spesso il risultato è quello che ho in mano io! >. Rispose la rossa, secca. Nel suo sarcasmo non c’era ombra di divertimento. Non stava scherzando. Buffy le si avvicinò e le tolse la striscetta che teneva fra le dita; la guardò: era blu. Sulla confezione c’era scritto a caratteri cubitali: BLU = positivo ROSA = negativo La striscetta che Will aveva tenuto fra le mani fino a quel momento era… indubbiamente blu. E Buffy, ora che osservò meglio, notò che anche tutte quelle sparse a terra erano blu, inconfondibilmente blu. < Io… sono confusa, Will. Spiegami…! >. Disse Buffy, dopo qualche secondo. Stava cercando di ragionare, di rispondersi da sola, ma non ci riusciva; non senza arrivare alla conclusione più ovvia e cioè che Will era stata a letto con un uomo. Cosa impossibile. < Non c’è granché da spiegare ormai, mi pare! >. Disse Willow, amareggiata. < Come no?… Se non è il frutto di un incantesimo allora cos’è?… Oppure… sarà un esame fallato, ce ne sono tanti di falsi positivi! >. < Sì, certo! Uno poteva essere un falso positivo, ma ho ripetuto il test quindici volte… sono incinta, Buffy! >. Fra loro scorsero lunghi istanti di silenzio; istanti in cui nessuna delle due sapeva esattamente cosa dire. Willow se ne stava lì, seduta esattamente come l’aveva trovata la sua amica, continuando a fissarsi le mani che oramai non stringevano più l’ultimo test che aveva fatto. Buffy, invece, per la prima volta dopo tanti anni, si sentì a disagio davanti alla rossa. Quella storia era pazzesca. < Will… Kenny… >. Iniziò Buffy, ma l’altra la interruppe subito scoppiando a piangere in singhiozzi. < Kenny non sa niente!… Nessuno sapeva niente fino ad ora, a parte Xander, certo!… >. Riuscì a dire Willow, fra un singhiozzo e l’altro. Era disperata e tutti i suoi sforzi per trattenersi erano andati a farsi friggere. Buffy le si avvicinò e l’abbracciò forte a sé, facendole posare la testa sul proprio addome piatto. < Oh, tesoro!… Dai, non fare così… un errore può capitare a tutti e tu… ma chi è il padre? Con chi sei stata a letto e perché? Onestamente, io… non capisco! >. La sua voce non era accusatoria, voleva solo capire. < Io… noi… eravamo ubriachi e afflitti… e… non lo so che ci ha detto la testa… non era nelle nostre intenzioni quando siamo usciti, quella sera. Ma… poi… è successo, Buffy! E’ successo e basta!… Ed eravamo troppo ubriachi per ricordarci di usare un preservativo o roba simile e io… non abbiamo pensato che poteva succedere questo, non abbiamo pensato a nulla!… C’importava solo smettere per un momento di soffrire perché quel dannato anniversario ricorda tutti gli anni a entrambi quello che avevamo e non abbiamo più…! E io sono secoli che… non ho bisogno di contraccettivi e… nemmeno lui… ma non volevamo!… Non volevamo, lo giuro…! >. Willow aveva preso a parlare a raffica, a vomitare parole insensate per Buffy. Ma furono insensate solo per poco perché, dopo una delle ultime frasi, a Buffy venne un tremendo dubbio che la sconvolse forse più del fatto stesso che Will era incinta. Per un istante la scostò da sé e la fissò in viso, seria come non mai. < Will, calmati ora. Rispondimi: chi è il padre del bambino? >. La rossa esitò, guardandola con quegli occhioni gonfi pieni di rammarico per sé e per la sua maledetta debolezza. Poteva non rispondere a quella domanda, ma poi si chiese a cosa sarebbe servito. Ormai Buffy non ci avrebbe messo tanto a fare due più due e a capire. < … Xander! >. Disse alla fine, riprendendo a piangere. < Co…? Xander?! Ma siete impazziti voi due? >. Sbottò Buffy, improvvisamente arrabbiata. Già era assurdo che Willow fosse stata a letto con un uomo e che fosse rimasta incinta, ma che quell’uomo fosse Xander… era da camicia di forza! < Cazzo! Ma che avete fatto?… Come avete potuto fare una cosa simile? E Kennedy non sa nulla? Dio! E’ un casino! >. Ed era vero. Di lì a pochi giorni in quella casa sarebbe scoppiata la terza Guerra Mondiale, questo poco ma sicuro. Willow, comunque, fra un singulto e l’altro, riuscì a calmarsi sufficientemente da raccontare ciò che ricordava della fatidica sera. L’istinto di Buffy fu quello di prendere a schiaffi lei e quell’idiota di Xander, appena l’avesse preso. Ma poi ebbe compassione della sua amica e ne ebbe anche per l’altro che, subito dopo saputa la notizia, cominciò anche lui a singhiozzare per telefono, incurante del fatto che il tono di Buffy era sembrato davvero furente. Un’ora più tardi i tre amici erano chiusi in camera di Xander a pianificare il dafarsi. Era fuori discussione tacere la faccenda agli altri: una gravidanza era impossibile da nascondere. E più di ogni altra cosa, era impossibile e assolutamente ingiusto nascondere ciò che era avvenuto e le conseguenze a Kennedy… l’unica vera vittima innocente di quella situazione, dal punto di vista di Buffy. Ma, visto il morale dei suoi due amici, evitò di dar voce a quell’osservazione obiettiva ma cinica. < Io però… non me la sento di parlarle ora! >. Ammise Willow, abbattuta. Gli altri due la guardarono sorpresi: possibile che volesse davvero scavalcare quel problema? < Will… non pensare neppure per un attimo di tenere Kennedy all’oscuro di tutto! Non si può e non sarebbe giusto, ok? >. Esclamò Buffy, leggermente allarmata e anche un po’ seccata. Ma l’amica la rassicurò scuotendo la testa. < Figurati!… Non intendevo dire questo, solo… vorrei aspettare qualche giorno, ecco tutto. Tra due settimane Kennedy dovrà consegnare un lavoro importante che, se fatto bene, le consentirà di ricevere una promozione entro la fine del mese. Volevo aspettare quel termine perché… so che si arrabbierà tantissimo e quando è arrabbiata va fuori di testa, sragiona e commette… sciocchezze enormi!… Che lasci me… me lo merito, anche se non vorrei. Ma che lasci il lavoro a causa mia…>. < Se è per questo, sono d’accordo anch’io. Ma glielo diremo insieme quando arriverà il momento, ok? >. Disse Xander, fissando la rossa negli occhi. < Ehm… scusa Xander, ma non so se questa sia una buona idea!… Kennedy è… un tantino tendente a scoppi d’ira furibonda quando s’incavola e tu sei molto, molto più debole di lei!… Potrebbe spaccarti la faccia quando saprà che sei tu il padre del bambino… letteralmente spaccartela! >. Fece notare Buffy. Xander fece spallucce e si passò una mano fra i capelli. Aveva la barba lunga e l’aria stanca. Anche lui sembrava sconvolto quanto Willow dal risultato del test di gravidanza ed erano evidenti tutti i suoi sensi di colpa. Ma questo probabilmente non avrebbe fermato l’ira di Kennedy. < Voglio prendermi le mie responsabilità, chiaro? Sia come padre che tutto il resto!… A questo punto prendo tutto il pacchetto, non mi accontenterei di niente di meno! >. Rispose, secco. < E fai bene, non ti chiedo di fare diversamente, Xan. Ma forse non è una mossa azzeccata confessare a Kennedy questa cosa… voi due insieme! >. Ribatté Buffy, cautamente. < Be’, l’abbiamo fatta insieme e insieme l’affronteremo!… Non lascerei mai Will da sola con Kennedy: a me potrebbe spaccare la faccia, ma a lei? >. < Oh, no, Xander! Kennedy… urlerà, piangerà, magari mi rifilerà anche un ceffone, ma si fermerebbe lì!… Non mi farebbe mai del male seriamente, ne sono certa! >. Disse Willow, cercando di essere rassicurante. Ma la verità era che non era del tutto certa che Kennedy non uscisse davvero fuori di testa per quella storia. Se c’era una cosa che la Cacciatrice mora detestava, era il tradimento… sotto ogni sua forma o aspetto. Willow lo sapeva bene, glielo aveva detto fin dall’inizio. Nell’amicizia, come nella lotta contro il Male, come nell’amore. Tradire per Kennedy significava commettere uno dei crimini più abbietti che esistono e una volta fatto, il responsabile del tradimento perdeva la sua stima, la sua fiducia, la sua considerazione e, soprattutto, il suo affetto. Era un discorso che avevano affrontato per caso, anni prima, quando la loro relazione era agli inizi. Poi non ne avevano più parlato, non era capitato, non era servito. Ma Willow era più che certa che la sua ragazza non avesse cambiato idea a tale proposito. Ed è per questo che lei e Xander avrebbero pagato uno scotto enorme per la notte passata insieme: avevano tradito Kennedy. L’avevano tradita come fidanzata e come amica. E, come aggravante, c’era la gravidanza e il fatto che senza di essa i due avrebbero tenuto la ragazza all’oscuro di tutto. < E va bene! – Disse Buffy, alla fine, rassegnata. – Allora… aspetteremo due settimane e poi… glielo diremo. Diremo la verità a Kennedy e… a mia sorella e Giles, ok? >. Willow però scosse la testa:< No, aspetteremo la promozione di Kennedy. Io… Xander, non pretendo niente da te, davvero! Ma non ho nessuna intenzione di abortire. E’ escluso: questo figlio, probabilmente, è l’unico che avrò mai in vita mia, quindi voglio tenerlo. Voglio che nasca e voglio crescerlo. Ma questa è una decisione mia, mia soltanto. Tu, Xan, non devi sentirti obbligato a fare nulla, ok? >. < Stronzate!… Questo bambino è figlio tuo quanto mio e… lo so che Kennedy tenterà di farmi fuori quando lo saprà, ma non me ne frega niente: il bambino lo teniamo e lo cresceremo insieme. Non ti avrei mai chiesto di abortire! >. < Ragazzi!!! Che state dicendo? >. Sbottò Buffy, facendo uno sforzo per trattenersi. < Stiamo solo dicendo quello che sarà! >. Rispose Xander. < Ah, già! Be’, le vostre intenzioni vi fanno onore, davvero. Ma… siete in grado di crescere un bambino? Tra l’altro… io non ho nominato l’aborto, ma non credo sia da escludere. Pensateci su almeno! >. Esclamò la bionda. Quell’idea ripugnava anche lei, ma bisognava vagliare tutte le possibilità di risoluzione esistenti; invece Xander e Willow parlavano come se la possibilità fosse una e una soltanto. < Non dire assurdità, per favore, Buffy. Non voglio nemmeno sentire nominare la parola aborto! – Disse la rossa, stizzita. – Ti ripeto: questo figlio non era programmato, ma ora c’è e lo voglio. Mi prenderò le mie responsabilità e… lo metterò al mondo!… Non m’illudo che sarà facile e so che non potrò dargli una famiglia normale. Io e Xander non ci sposeremo mai, ma… possiamo comunque fargli da genitori. O almeno queste sono le mie intenzioni! >. < E anche le mie! >. Aggiunse Xander, risoluto. Inutile continuare a battere su quel tasto, dunque. < Ok, va bene. Se avete deciso… io vi appoggerò. Fermerò Kennedy quando farà la sua sfuriata e… farò da zia saggia e dolcissima al bambino! >. Concluse la bionda, rassegnata ad assecondare i due amici. < Per quanto riguarda la parte della zia… nulla in contrario, ovviamente. Ma… non ci sarai anche tu quando parleremo con Kennedy! >. Disse Xander, sedendosi a terra, con le gambe stese e la schiena poggiata alla parete. Willow anche annuì: era d’accordo con lui. < Come no? Siete matti davvero, allora! >. Ribatté Buffy, ansiosa. < No. E’ che… già ce l’avrà a morte con noi e… non deve e non può prendersela anche con te o sarà un disastro. Le servirà una spalla su cui piangere e qualcuno con cui parlare. Se credesse che l’hai tradita anche tu, non ti rivolgerebbe più la parola e allora sarebbe impossibile farla calmare! >. Spiegò Willow, ravviandosi i capelli. Conosceva troppo bene Kennedy e sapeva per certo che Buffy era l’unica che avrebbe potuto aiutarla quando, di lì a poco, ne avrebbe avuto bisogno. Buffy sospirò profondamente e pensò con tristezza e amarezza a quello che probabilmente sarebbe successo di lì a poco. < Ricapitoliamo, allora. Quando volete dirglielo? >. Domandò, con un filo di voce stanca, senza neppure il coraggio di guardare i suoi due amici in faccia. < Fra un mese, massimo un mese e mezzo! >. Rispose Willow, piatta, con lo sguardo fisso al pavimento e un peso sullo stomaco che sapeva sarebbe rimasto con lei molto più a lungo di quel termine. < Ne sei certa? Il rischio è che Kennedy o qualcun altro se ne accorga prima! >. Fece notare Buffy, poco convinta, pur sapendo di avere ragione. Ma la rossa fu irremovibile. < Farò attenzione affinché non accada… Ma… sì, almeno fra un mese, quando Kennedy si sarà sistemata a lavoro. E poi… fra una settimana viene mia cugina Ally, quindi per me sarà più facile stare fuori casa! >. Disse Will. < Non è fuori casa che devi stare, ma fuori dal letto o Kenny se ne renderà conto in meno di un mese, temo! >. Disse Xander, riflettendo. Non era stato delicato da parte sua, ma aveva ragione e loro non potevano permettersi il lusso di essere ipocriti l’uno con l’altra. < Io… tenterò, ma non sarà facile. Comunque… quando glielo diremo sarò al terzo mese, più o meno. Quindi se sto attenta a non ingrassare, non dovrebbero esserci problemi! >. Sembrava aver pensato a tutto, freddamente come fosse un piano d’attacco. Ma dentro si sentiva morire per l’errore, l’ennesimo, che aveva commesso. < Va bene. Fate come volete!… Domani, però, andiamo in ospedale a fare controlli più seri, ok? E non accetto un no come risposta: sono dispostissima a trascinarti dal medico, se serve! >. Disse Buffy, infine. Poi fece per andarsene: sentiva il bisogno incombente di prendere una boccata d’aria fresca. Prima di uscire di lì, tuttavia, si fermò un momento e guardò indietro:< Ah… ragazzi… lo so che è una situazione difficile, ma… congratulazioni comunque! >. Disse, con un sorriso tirato ma sincero. I due la fissarono tesi quanto lei e annuirono ricambiando quel sorriso forzato; forzato non perché in realtà non volessero il bambino, ma perché la sua nascita avrebbe stravolto la vita di tutti. Soprattutto la loro e quella della povera Kennedy. Poi Buffy uscì e finalmente andò a concedersi quella doccia che aveva programmato sin da quando era tornata dal lavoro stanca morta e sudata, circa un paio d’ore prima.
  
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