Il
bacio
La ragazza emise un sospiro soddisfatto nello sfilarsi i guanti di seta
bianca
dalle braccia: finalmente era nella nuova casa con suo marito.
Il momento più emozionante era stato quello in cui il
parroco aveva pronunciato
le ultime parole della cerimonia. Goku, nell’udire quello
sconosciuto invitarli
a baciarsi, era rimasto immobile, per poi guardare la sua sposa con
un’espressione interrogativa e sussurrarle:
- Che significa?- a queste parole, la ragazza si era sentita quasi
svenire,
però, aveva pensato, dopotutto anche per lei quello sarebbe
stato il primo vero
bacio, forse significava che in realtà nel suo cuore non
l’aveva mai
dimenticata! Allora, senza dirgli niente, ma rossa in viso per
l’imbarazzo di
baciarlo per la prima volta e inoltre davanti a tutti, gli si era
avvicinata e,
intrecciando le braccia intorno al suo collo, aveva iniziato ad
avvicinare la
propria bocca sempre più alla sua… e allora era
accaduto: in un secondo le
erano riapparsi tutti i momenti passati con Goku fino ad allora e aveva
sentito
di amarlo con tutto il cuore per il suo sguardo ingenuo e dolce, ma
anche profondo
e intelligente, per i suoi gesti, per la sua voce, per il suo coraggio
e la sua
decisione quando c’era un qualche pericolo… per
tutto.
Il ragazzo nel frattempo era rimasto immobile e i suoi occhi colmi di
sorpresa
avevano guardato il viso della giovane avvicinarsi sempre
più… addirittura
Chichi lo aveva visto stringere nervosamente le palpebre poco prima del
contatto delle rispettive labbra. Quindi si era ritrovata a chiudere
gli occhi
anche lei, travolta dalle sensazione tenera. Uno leggero spostamento
d’aria
l’aveva resa consapevole di come lui avesse abbandonato le
braccia lungo i
fianchi e stesse trattenendo il respiro. Poi si era allontanata e
l’aveva
scrutato con le guance che scottavano. Lui era lì, a un paio
di centimetri da
lei. Tutto rosso e imbambolato aveva continuato a tenere gli occhi
chiusi, fino
al suono della marcia nuziale; allora lo aveva preso sottobraccio e
condotto
sotto la pioggia di riso, stringendolo leggermente. Lui tutto
d’un tratto
l’aveva ricambiata con un abbraccio caldo e affettuoso,
spiazzandola, l’aveva
sollevata davanti a sé e… ovviamente aveva
rovinato uno dei momenti più
romantici della loro vita chiedendole con tono innocente dove si
trovasse il
buffet.
*-
C’è davvero come mi avevi promesso? Sto per
svenire dalla fame.
- Laggiù, guarda. Ma ne hai sul serio così tanta?
- Bè un pochino! E’ da 2 ore che non mangio!*
Già,
se la ricordava perfettamente quella stupida, buffa domanda. Le era
parso come un bambino che avesse pazientato fino a quel momento e ora
era in
attesa del suo premio.
Accondiscendente, evidentemente troppo, l’aveva accompagnato
al tavolo del
buffet, dove c’erano i più svariati tipi di cibo e
in abbondanza… c’erano
stati: avevano resistito per poco dopo l’arrivo di Goku, che
vi si era fiondato
sopra come un morto di fame, e ne aveva spazzolato via la
metà prima che fosse
riuscita a dire qualcosa, stupita dalla sua voracità.
Comunque, ripresasi da
quel momento, non ci aveva impiegato molto a prenderlo per un orecchio
gridandogli di non azzardarsi più a fare una cosa del simile.
Il ragazzo da quel momento in poi mangiò solo quello che
arrivava nel suo
piatto, anche se aveva richiesto non solo il bis di ogni portata ma
anche
tre-quattro volte la stessa porzione!
Terminato finalmente il pranzo, una volta salutati i parenti e gli
amici, era
arrivato il momento di andare nella loro nuova casa; Goku
l’aveva fatta salire
sulla nuvola speedy e dopo un volo tranquillo erano arrivati.
Adesso
Chichi era in camera. Si era cambiata d’abito e aveva
indossato
uno dei suoi vestiti più belli, dopotutto la giornata non
era ancora finita e
aveva intenzione di rimanere elegante. Scesa in salotto cosa vide?
Eccolo che
si era rivestito con la solita tuta arancione! Non poté fare
a meno di
dirglielo:
- Ma non ti stanchi di vestirti sempre uguale?
- Perché? Questa tuta è il vestito che mi piace
di più!
- Uff… come preferisci… Allora, hai qualche idea
su dove andare stasera?
- Chichi…ehm... ti va di fare un giro insieme sulla nuvola?-
propose indeciso.
- Sì, hai qualche bel posto da farmi vedere?
- Veramente al momento non mi viene in mente niente di particolare
però…
- Dai, va bene lo stesso.- rispose divertita.
Il
giovane sorrise sollevato e chiamò la nuvola speedy, la
quale arrivò
quasi nello stesso istante. Entrambi vi salirono e si sedettero
l’una dietro
l’altro. Cominciarono a piroettare nell’aria a
grande velocità, scesero in
picchiata e poi salirono nuovamente:
- Goku…!- gemette la ragazza, che si era messa le mani sugli
occhi.
L’interessato si voltò e la fissò
inarcando un sopracciglio.
- Se non ti mantieni né alla nuvola né a me,
potresti cadere.- rispose calmo
prendendola con un rapido movimento fra le braccia e sistemandola
quindi sulle
proprie gambe incrociate. Chichi si azzardò a sbirciare da
dietro le dita per
capire cosa stesse succedendo, ma nel farlo vide direttamente il
panorama che
sfrecciava sotto di loro. Ciò ebbe l’effetto di
agitarla ancora di più: la
giovane tentò di balzare indietro, sbattendo però
lateralmente la testa contro
il torace del marito.
-
Ehi
ehi… calmati. Sei al sicuro così.-
ridacchiò lui abbracciandola
lievemente.
-
D-dici?- balbettò lei scombussolata- E se evitassimo
semplicemente di
andare in picchiata?- propose sudando freddo e stringendosi alla tuta.
-
Ma
è più divertente in questo modo, non ti pare?-
replicò
imbronciandosi un poco al solo pensiero di andare piano e sempre alla
stessa
altezza.
Lei
deglutì e cercò di respirare profondamente per
distrarsi. Un aspetto
positivo in quello che stava accadendo c’era: Goku, che si
era sempre vergognato
fino a quel momento di venire abbracciato, la stava abbracciando lui
stesso, e
in totale tranquillità per giunta. Chichi dopo averlo notato
mutò di umore e
riuscì a rilassarsi, posando il viso alla base del suo
collo. Al ragazzo non
sfuggì il gesto e avvampò all’istante,
rendendosi conto della posizione in cui
si trovavano e di quanto quella stretta vicinanza lo intimorisse. Era
strano,
rarissime volte aveva provato paura e ora accadeva a causa di una sua
coetanea,
decisamente più debole di lui. La verità di cui
stava prendendo coscienza era
che non aveva tanto paura di lei, quanto dell’effetto che gli
provocava
l’averla vicina. Testardo, come in una gara contro
sé stesso, volle rimanere
immobile.
Nel
frattempo il paesaggio che scorreva sotto di loro cominciò a
cambiare. Gli abeti fecero posto ben presto agli alberi di bassa quota,
il
terreno infatti scendeva e all’orizzonte Chichi
credé di vedere un luccichio:
- Tesoro, vedi laggiù?- disse scrutando interessata-
E’ un lago per caso?
- Eh? Io… uhm… sì, laggiù
c’è un lago. Perché, vuoi fermarti
lì?- domandò,
stranito nel sentirsi chiamare a quel modo.
- Sì, per te va bene?
- D’accordo, fra poco atterriamo.- annuì.
Nel
giro di un paio di minuti erano già arrivati. Chichi scese
per prima dalla
nuvola, saltando in piedi appena sfiorarono terra, seguita a ruota da
Goku.
Quindi si avvicinarono alla riva del lago, finché non vi si
specchiarono le
espressioni titubanti di ognuno: il sole ormai cominciava ad
avvicinarsi
all’orizzonte tingendo il cielo e l’acqua di colori
caldi, confondendoli con il
rossore delle loro guance.
-
E
ora… ora che facciamo?- domandò il ragazzo
turbato da quella
solitudine, attirando lo sguardo della sua interlocutrice e andando a
fissarla.
La
giovane moglie non aveva in fondo le idee molto più chiare
di lui in
quel momento. La mente le si era svuotata all’improvviso e
non era in grado di
dargli una risposta accettabile. Perciò rivolse le iridi
scure in basso,
concentrandosi sull’ondeggiare dei fili d’erba:
-
Avrei una domanda per te.- esordì neutra.
-
Uhm?
-
Tu… per quale motivo mi hai sposata Goku? Per adempiere ad
una
promessa, perché non avevi altra scelta… o
perché mi ami? Insomma, fino al
giorno del torneo non sapevi nemmeno cosa significasse sposare
qualcuno.-
continuò decisa, anche se tutte quelle
possibilità le davano dolore al solo
pensarle.
Il
ragazzo era disorientato. Amore… era questo che lo faceva
sentire
così? Per lui era solo un parola a cui non sapeva che
significato dare.
-
Non
lo so.- rispose sinceramente, ma ciò non parve avere un buon
effetto su Chichi, la quale strinse i pugni e gli diede le spalle.
-
Ecco, lo immaginavo. Sono l’unica a voler bene fra noi due.-
commentò
con voce incrinata.
-
Voler bene? Ma anch’io ti voglio bene, non ti farei mai del
male te lo
giuro!- si ribellò offeso, avvicinandosi per fronteggiarla
di nuovo.
-
Questo non significa che mi ami. Logicamente voglio bene a mio padre,
ma mica lo sposerei!
- Allora devi aiutarmi a capire, perché io non lo so, sul serio. Per esempio, ti ricordi quando ci siamo sposati oggi?- cercò di spiegarsi.
-
Certo, che domande! E quindi?
- Quando ci siamo baciati io… mi sono sentito, ecco, un
po’ strano.- mormorò.
- In che senso?- domandò sospettosa.
- Insomma, sentivo crescere dentro di me un’emozione che non
avevo mai provato
prima e non riuscivo a controllarla, mi ha persino girato la testa! Il
che non
mi succede mai, meno quando ho una fame terribile, ma avevo mangiato da
poco!
Chichi
scosse la testa rassegnata:
-
Quello si chiama imbarazzo, succede quando ti senti osservato o fai
qualcosa di nuovo e non sei sicuro. Anch’io ne ho provato
oggi.
-
E
quindi sono innamorato?- chiese impaziente di capirci di più.
-
Ma
non sono io a dovertelo dire!- esclamò la ragazza
spazientita,
voltandosi con sguardo infuocato.
-
Tu
sei innamorata di me, giusto? Da cosa lo capisci?- indagò
lui serio,
afferrandola per le spalle, temendo che potesse infuriarsi del tutto e
fuggire
all’improvviso.
-
Da… da cosa… io…- balbettò
presa alla sprovvista- Di preciso non so
dirlo. Ecco, vorrei stare sempre con te, perché comunque
quando non ci sei ti
penso… e… ho sognato di prenderti la mano e di
baciarti così tante volte che…-
si bloccò, accorgendosi di essersi spinta troppo oltre con
le parole. Goku
continuava a guardarla, mentre lei diveniva bordeaux.
-
Ah… vuoi…- disse a mezza voce il ragazzo,
spalancando gli occhi.
-
La-lascia perdere.- intervenne non sapendo come rimediare. Il marito le
si avvicinò ancora di più, assorto:
-
Adesso ho capito perché insisti a starmi appiccicata.-
commentò in tono
sorpreso, mettendola ulteriormente a disagio.
-
Stupido!- urlò indietreggiando- Hai anche il coraggio di
prendermi in
giro?!
-
Ma
che ho detto di male!- si crucciò- Su, dammi…-
disse sfiorandole le
dita.
-
Eh?- fece Chichi allarmata.
-
Lo
vuoi tu, no?- proseguì prendendole delicatamente una mano
nella sua,
deglutendo a fatica.
-
Non
sei costretto a fare quello che voglio. Dipende anche da te.- lo
avvertì incredula, tremando per l’emozione.
-
Certo.- replicò intimorito.
-
Dico davvero… se non vuoi lasciami, annulleremo il
matrimonio e non ci
saranno problemi ok?- insistette la ragazza aspettandosi il peggio.
- Ma anch’io voglio stare con te.- borbottò l’altro accigliandosi appena- Averti vicina mi indebolisce e rafforza allo stesso tempo, è strano, ma mi piace. Se tu non ci fossi stata, probabilmente sarei rimasto sconfitto dal figlio di AlSatan. Quando… quando ero lì a terra, con le ossa rotte… ho pensato anche a te… che avevi aspettato tanto, che io avevo aspettato tanto per rivederti e conoscerti meglio… che non era giusto finisse tutto ancor prima di iniziare. Non ti lascerò.- confessò e promise, rafforzando la presa.
- Oh… io…- rispose Chichi guardando commossa le loro dita intrecciate- Sono felice.
Un ultimo raggio sole lambì i loro capelli e i loro occhi prima di nascondersi completamente dietro le montagne.