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Autore: Ely79    16/11/2011    1 recensioni
Neryon fa ritorno presso il suo clan dopo anni di esilio. Il mondo è cambiato per gli uomini e per i licantropi. E anche per uno come lui: un Senza Luna.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 8

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8


Mio padre è enorme, spalle larghe e gambe robuste. La pelliccia bruna non accenna ad ingrigire, nonostante l’età. I suoi occhi sono di un colore penetrante, ambrato, come se dietro covasse una fiamma pronta a divampare. Gli stessi di mio fratello.
«Il Consiglio degli Anziani ha decretato che non siete un pericolo. La vostra comparsa fra di noi pare avere un significato ben diverso. Molti cominciano a credere che la Grande Madre abbia deciso di darvi il dono di unire due popoli in uno solo».
Stento a credere alle mie orecchie.
«Avete il privilegio d’essere lupi nell’animo e umani nel cuore. Dire che la Grande Madre non sia in voi è sbagliato. Per questo motivo non siete più Senza Luna, ma Occhi d’Argento, i suoi messaggeri. Ora va con tuo fratello, la celebrazione sta iniziando».
«Nostro padre si è battuto a lungo con gli Anziani. Non sopportava di averti perduto per una sciocca superstizione» spiega Soyi mentre sediamo tra la nostra gente. «L’ho aiutato anch’io ma, sai, non essendo un capoclan, avevo poca voce in capitolo».
Gli Anziani fanno il loro ingresso sul podio di pietra. Un silenzio solenne cala nella Grotta. Levano i musi affusolati al cielo. Uno ad uno, i presenti li imitano, Soyi per ultimo, dopo aver gonfiato il petto.
Ululano.
Tutti i clan.
Femmine e maschi.
Giovani, adulti, anziani.
Ascolto le voci levarsi sempre più alte, per raggiungere la Grande Madre che splende sopra la caverna. Chiudo gli occhi, assaporando il brivido che mi attraversa. Sento il mio richiamo premere nella gola. Vorrei unirmi a loro. Le labbra tremano e così le mani. La luna piove su di noi, legandoci in un bagno di pallida luce. Penetra sotto le palpebre, cola in questa forma imperfetta fino a lambirmi il cuore.
Occhi grigi mi osservano attenti. Un altro Occhi d’Argento. Anzi, un’altra. Anche lei è nuda, ma non si nasconde. Siede con le braccia allungate indietro, le gambe penzoloni nel vuoto. Mi strizza l’occhio.
Alle mie spalle, Ahdle ansima. Il suo fiato odora di funghi marci, è disgustoso.
«Buona femmina» grugnisce, indicandola col muso. «Farebbe dei bei cuccioli».
Ha assunto un tono che non mi piace. Nessun maschio può puntare le femmine di un clan in quel modo irrispettoso e farla franca. Anche se si tratta di Occhi d’Argento.
«Smettila».
«Sai che procreano senza andare in calore? Fanno cuccioli come i nostri. Puoi farci un branco tutto tuo quando ti pare e nessuno dice niente. Non gl’interessa se sei un capo. Te le prendi a basta» ringhia eccitato, accovacciandosi come per balzarle addosso.
La sola idea che voglia compiere un atto simile durante una funzione sacra mi sconvolge.
«Ahdle, finiscila, o ti strappo quei quattro peli che hai addosso» minaccio.
Vorrei dire che a farmi parlare in questo modo è una ritrovata coscienza del mio io, ma temo si tratti solo del senso di protezione e accettazione da parte del clan. Sento la ragione dalla mia ed il sostegno della famiglia, più propensa ad appoggiare me che lui.
«Provaci, Senza Luna!» mi stuzzica.
   
 
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