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Autore: thinias    17/11/2011    1 recensioni
Di ritono dall'ultima caccia effettuata i fratelli Winchester cercano un pò di meritato riposo. Inaspettatamente Castiel li rintraccia e chiede loro aiuto. Cass gli chiede di rintracciare un gruppo di demoni e scoprire le loro intenzioni, ma non è completamente onesto con loro. I fratelli Winchester si troveranno ad affrontare un nemico inaspettato e molto più potente di loro.
Questa è una storia scritta con l'intento di immaginare una puntata in più, che vada ad infilarsi nella seconda metà della sesta stagione. Questa ff vuole ricalcare lo stile di una puntata, per cui ho cercato di inserire tutti quegli elementi che mi hanno fatto amare questo show, dalle battute divertenti che usano i ragazzi per sdrammatizzare, ai momenti tra fratelli, la caccia, le indagini e la lotta ai cattivi.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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Capitolo X

Il buio lo avvolgeva e Sam si sentiva fluttuare nel nulla. Poi, improvvisamente, un bagliore accecante lo avvolse.

Il fuoco divampò intorno a lui, su di lui, i vestititi presero fuoco e lui sentì la pelle bruciare.
Urlò.
Era bloccato, non poteva muoversi, aveva le braccia aperte, legate a chiodi invisibili e le gambe bloccate anch’esse in una surreale riproposizione dell’uomo vitruviano, di Leonardo da Vinci.
Sam cercò di focalizzare quell’immagine per distogliere il pensiero dal dolore che stava provando, per non pensare all’odore acre della sua carne che bruciava.
Piangeva, lacrime di dolore gli solcavano il viso, per essere subito asciugate dalle fiamme che lo stavano bruciando vivo.

Cercò di aprire gli occhi che aveva serrato in una morsa, dopo che la luce delle fiamme li aveva feriti con il loro flash improvviso.
Urlava, singhiozzava, a stento riusciva a respirare. Il dolore era talmente insopportabile da impedirgli di pensare coerentemente.
Un grido lancinante si unì al suo, ci mise qualche secondo a capire di non essere lui stesso a gridare. Con uno sforzo abnorme cercò di capire da dove arrivasse, tutto per distogliere l’attenzione da quello che stava provando.
Quello che vide lo lasciò interdetto, perché l’urlo che si era unito al suo, proveniva da Dean.
Era legato ad una specie di ruota, in una posizione simile alla sua, le braccia e le gambe aperte e bloccate saldamente alla struttura su cui era aggrappato.

Vide Alastair, riconobbe la sua essenza demoniaca e si rese conto che stava torturando suo fratello.
Dean era coperto di ferite aperte e di sangue su tutto il corpo.
La tortura doveva essere cominciata già da parecchio tempo, a giudicare dallo stato in cui versava.
Sam non riusciva a pensare coerentemente, le fiamme continuavano a bruciare il suo corpo, il dolore in stilettate continue mandava frecciate al suo cervello, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che stavano facendo a suo fratello.
Le sue urla divennero ancora più forti, non fu più solo il dolore fisico che provava a farlo urlare, ma anche la pena per la vista del corpo martoriato di Dean. Le urla inarticolate si trasformarono in un grido che racchiudeva tutta la sua disperazione e il suo dolore.
Sam gridò il nome di suo fratello.
 
****

Dean si trovò catapultato nel passato, fu come se Castiel non lo avesse mai tirato fuori dall’inferno.
Era di nuovo legato a quella maledetta ruota, le braccia e le gambe serrate in una morsa, impossibilitato a difendersi, costretto solo a subire la tortura.
Vide Alastair vicino a sé e vide l’ormai famigliare rasoio che aveva in mano.
Il ghigno di vittoria sulla faccia del demone era raccapricciante, la soddisfazione era ben leggibile in ogni suo gesto. Dean sapeva quello che sarebbe successo e quando cominciò, cercò di resistere al dolore. Aveva fatto una discreta esperienza in passato, ma questa volta fu diverso, più reale del reale.
Alastair cominciò ad infierire su di lui e il rasoio, usato con perizia e sadismo, iniziò la sua danza sul corpo di Dean, lasciando dietro di sé intricati disegni di sangue.
Più Alastair andava avanti nella sua opera, più il dolore si faceva pungente e insopportabile, la tortura divenne straziante.

Dean cercò stoicamente di resistere, anche se tutto quello che cercava di sopportare, stava velocemente distruggendo la sua forza di volontà.
Il suo corpo era martoriato in modo raccapricciante, ormai sentiva il sangue scorrere sulla sua pelle e il bruciore delle ferite farsi insopportabile. Ad ogni nuova ferita la soglia del dolore aumentava e con essa diminuiva la sua capacità di resistere.
Ci fu un lampo di luce alla sua destra, ma era talmente concentrato nel tentativo di non cedere, da non rendersene quasi conto. Poi sentì il calore del fuoco e l’odore di carne bruciata.
Delle grida si levarono tra le fiamme e squarciarono il velo della sua coscienza come un tuono, perché lui sapeva per istinto che chi stava gridando era suo fratello.
Sam.

Con un enorme sforzo, si voltò verso la luce di quelle fiamme e vide suo fratello che bruciava.
Fu il colpo di grazia. Quello a cui non riuscì a resistere e che spezzò le sue ultime difese mentali. A quelle grida la sua forza di volontà venne schiacciata, il dolore delle innumerevoli ferite, che aveva sul corpo, lo travolse con tutta la sua intensità. Alastair approfittò del suo cedimento e affondò il rasoio nel petto del Winchester.
Dean, a quel nuovo colpo subìto, non resistette più e urlò dal dolore con tutto il fiato che ancora gli rimaneva.
Alastair, a quella resa, sembrò reagire, sferrando con maggior vigore i suoi colpi.
La sofferenza per Dean divenne insopportabile, voleva solo che finisse, voleva morire.
Una cosa cambiò tutto. Sentì il suo nome… sentì che Sam, seppure tra la sofferenza delle sue torture, urlava il suo nome.
Dean.
Sentì quel richiamo, la sua disperazione, la sofferenza e la preoccupazione, sentì l’affetto, il legame che li aveva sempre tenuti uniti a dispetto di tutto.
Bastò.
Fu sufficiente per lui per ricacciare indietro il dolore e per riprendere il controllo.
Si concentrò e ricordò, ricordò che era uscito dall’inferno, che Cass lo aveva salvato. Si ricordò degli incubi e si ricordò di Raphael, degli angeli e del libro.
Pensò che poteva controllarlo, pensò che avrebbe potuto liberarsi, che avrebbe dovuto svegliarsi.
Tra le spirali di angoscia, guardò Alastair.
Il demone si fermò con il rasoio a mezz’aria, il sorriso si era spento sulla sua faccia.
Improvvisamente scomparve.

Dean forzò le braccia, tese i muscoli e fece leva sui gomiti per cercare di liberasi. Le ferite che aveva sul corpo gli mandavano ondate dolorose ad ogni movimento.
Digrignando i denti e resistendo alla sofferenza, riuscì a spezzare i lacci invisibili che lo tenevano legato alla ruota.
Scese da quella prigione a fatica, il suo sangue lasciò una scia ai suoi piedi, grondando dai vestiti, mentre si staccava dal sostegno e cercava di raggiungere Sam. Chiamò il suo nome.
“Sam!” Fu solo un sospiro all’inizio, ma continuò a ripeterlo come se fosse un mantra. Ogni passo era una sofferenza, ma ogni movimento che lo avvicinava a suo fratello, pareva renderlo un po’ più forte.
Ripetendo il nome di Sam, la voce si fece sempre più sicura, più salda.
Era un incubo, lo sapeva. Ma aveva anche la sensazione che stessero facendo lo stesso orribile sogno, che in qualche modo stessero vivendo la stessa esperienza, nella realtà.
“Sam!” Gridò il suo nome, quando ormai era a pochi passi dalle fiamme e sentiva il calore bruciante scaldargli il viso. “Sam, puoi fermarlo! È un incubo! Sam!”

Il minore dei Winchester era disperato, il dolore lo stava sopraffacendo, non riusciva più a vedere suo fratello tra le fiamme e non lo sentiva più nemmeno urlare. Pensò, o almeno sperò, che per lui la sofferenza fosse finita. Sentiva la sua pelle sfrigolare e staccarsi dal corpo, carbonizzata.
La sofferenza era continua ormai e nemmeno descrivibile. Sperò che finisse presto anche per lui, che l’eternità non fosse un tempo così indefinito.
Il suono del suo nome, trasmesso attraverso le fiamme, lo riportò presente a sé stesso, richiamandolo dall’oblio nel quale stava scivolando. Sentì la voce di suo fratello che lo chiamava, l’urgenza con cui urlava il suo richiamo.
Non sapeva cosa credere, pensò di essere preda di uno scherzo crudele, ideato dal suo aguzzino.
Poi lo vide al di là delle fiamme, era conciato male, ferito e sporco di sangue, ma si muoveva verso di lui e continuava a gridare.

Dean stava andando da lui, era in piedi, era ancora vivo. Una sensazione di sollievo lo travolse, attutendo il dolore che aveva sentito fino a quel momento. Le fiamme parvero reagire a quella nuova sensazione, diminuendo di intensità.
Lo vide avvicinarsi e sentì le sue parole: gli stava dicendo che era un incubo.
Un incubo…
Sam ricordò.
Come suo fratello prima di lui, realizzò quello che stava succedendo. Improvvisamente, come erano apparse, le fiamme si spensero e lui cadde in ginocchio ansimante.
Dean vide le fiamme estinguersi e riuscì ad avvicinarsi ulteriormente a Sam, le condizioni del suo corpo erano tremende.

Il minore dei Winchester, accasciato a terra, cercò di riprendersi, prendendo coscienza delle parole del fratello.
Se davvero era un incubo, allora poteva controllare il dolore, perché non era reale, era solo frutto della sua mente. Pensò al suo corpo intatto e, quasi immediatamente, sentì il dolore scemare e la sua pelle risanarsi.
Dean lo vide coi suoi occhi, vide le ferite di Sam che guarivano.
Il suo sollievo fu tangibile e fu il suo momento di cadere in ginocchio, vicino a Sam, sfinito.
Sam si rialzò e si protese verso di lui. Erano insieme in quell’incubo e ne sarebbero usciti insieme.
Prese Dean da sotto le braccia, cingendogli la vita, e lo tirò su. L’altro barcollò, cercando di tenersi in piedi, malfermo sulle gambe.
Sam lo abbracciò, felice di vedere che era ancora vivo. “Grazie…” disse, “mi hai salvato.”
Dean emise un gemito di sofferenza quando il fratello lo strinse a sé, poi si separarono e lui alzò lo sguardo sull’altro. “Gi siamo salvati a vicenda.” Gli fece un sorriso stanco.
Il minore sorrise a sua volta e passò un braccio intorno alla vita del fratello per sorreggerlo.
“Se è un incubo Dean, possiamo controllarlo! Dobbiamo solo svegliarci.”
“Si, dobbiamo svegliarci.” Disse l’altro, ora più risoluto.
L’aria intorno a loro tremolò e l’ambiente circostante parve farsi etereo. Alla fine, tutto scomparve.

Sdraiati sulla fredda pietra, i corpi dei due fratelli erano stati scossi da tremiti, delle ferite si erano aperte sul petto di Dean che sanguinava abbondantemente, mentre sulla pelle di Sam erano comparse delle ustioni.
Il libro in mezzo ai due, emanava un bagliore sempre più intenso, gli angeli intorno a loro continuavano a intonare la cantilena che manteneva vivo l’incantesimo.
Poi successe qualcosa di strano: i Winchester smisero di tremare ed agitarsi. Come erano comparse, le ustioni sul corpo di Sam cominciarono a guarire, a regredire fino a lasciare solo qualche alone arrossato sulla sua pelle. Anche le ferite di Dean cominciarono a rimarginarsi e quelle più leggere sparirono, senza lasciare traccia.
L’energia intorno a loro parve perdere d’intensità.
Sam e Dean diedero segno di svegliarsi, fino a che entrambi non ripresero i sensi.
Dean si portò una mano sul petto ed emise un gemito di dolore.
Sam, indolenzito e dolorante, si girò sul fianco verso suo fratello e verso il libro, posto tra di loro. Dean, seppur sofferente, si voltò verso l’artefatto.
Si guardarono e, come in una comunicazione telepatica, i due allungarono contemporaneamente le mani verso il tomo.
   
 
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