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Autore: Blacket    17/11/2011    11 recensioni
[...] Appoggiò una mano al tavolo, quasi per mettersi in posa (la più naturale che un ubriaco potesse assumere) mentre raccontava.
- In...Italia...C'è... un SiT-to di...di fanfic! Si chiama E Effe Pì.- Nel mentre annuiva, il ciuffo rimbalzava palcido seguendolo negli strambi movimenti. Germania, suo malgrado, decise di lasciarlo parlare, onde evitare scenate assurde. [...]
{ Fic Semplice, un po' balorda :) }
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Feliciano la birra, non la reggeva.
E nemmeno gli piaceva particolarmente, ad essere franchi.
Solo in rare occasioni consentiva al malto dorato di toccare il suo palato; e quelle poche volte che riusciva a vederlo con in mano un boccale mezzo pieno, già dondolava pericolosamente biascicando parole incomprensibili, saltando da un argomento all'altro e cambiando umore nemmeno fosse una donna in quel dannato periodo.
La tragicità della cosa toccava gli apici storici quando Ludwig, suo malgrado, comprendeva tristemente che doveva occuparsi lui dell'italiano e mutare in una balia disperata. Doveva infatti assicurarsi che tornasse a casa sano e salvo, che non telefonasse ad ogni singola voce della sua rubrica alle 2 del mattino esordendo con un "VEEH- Ho le mutande blu!" (una volta l'aveva fatto, non era stato per nulla piacevole, menchemeno rassicurante o gratificante), ed infine era suo compito evitare di lasciarlo in libertà, e fare tutte quelle cose da tipici ubriachi - uscire di casa nudi, urlare e cantare, costruire bandiere bianche pregando i passanti di risparmiare la sua vita da verginello.
Per i motivi sopraelencati e altri che forse è meglio non nominare, il tedesco si ritrovava a stargli al fianco come un cane da guardia, quando all'italiano veniva la brillante idea di imbottirsi di alcool.
Grazie al cielo non capitava spesso, ma quei singoli momenti in cui arraffava la sua lattina di Beck's erano un continuo allarme.
Il motivo per cui Feliciano bevesse così a "scoppio", gli era invece sconosciuto. Semplicemente capitolava in cucina, apriva il frigo e assaggiava della birra; nemmeno avesse in atto un estro artistico che Ludwig non avrebbe comunque compreso fino in fondo.

Ed in quel momento, fulminava scoraggiato la sagoma traballante dell'italiano che a stento tratteneva in mano il boccale quasi vuoto. La birra prima aveva sciabordato lievemente, Ludwig era stato costretto a segregare Feliciano in cucina almeno garantendo la pulizia di mobili e tappeti del resto della casa.
- Lud...wi...g. Lo sai, che hai un nome vecchio? Tremendo, Veh!- Marcò bene l'aggettivo, lo guardò annuendo con tutta la sicurezza di quel mondo - e nel mentre dondolò la testa sorride beato.
Il tedesco, palesemente seccato da quell'affermazione, cercò inutilmente di convincersi a dare tutta la colpa alla sbornia, e portare quello scellerato a dormire, magari sedarlo addirittura.
Si avvicinò cauto, Italia che lo guardava attento e compiva piccoli movimenti assolutamente privi di senso: arricciava il naso, tamburellava le dita sul tavolo, persino pareva che eseguisse esercizi per le articolazioni quando roteava le spalle o il collo.
-Su Feliciano, meglio andare a dormire.- Lo guarda di sbieco, cerca inutilmente di prendergli la birra di mano. Ma l'italiano, scostò pericolosamente il boccale, assumendo un'espressione da offeso.
Continuò a guardarlo, tanto che Ludwig temette per la sua vita, poi parve illuminato da un pensiero.
-LUD.-
-Feliciano?-
Appoggiò una mano al tavolo, quasi per mettersi in posa (la più naturale che un ubriaco potesse assumere) mentre raccontava.
- In...Italia...C'è hic un SiT-to di...di fanfic! Si chiama E Effe Pì.- Nel mentre annuiva, il ciuffo rimbalzava palcido seguendolo negli strambi movimenti. Germania, suo malgrado, decise di lasciarlo parlare, onde evitare scenate assurde.
- Qui....là, insomma. Si scriv hic v-vono taaante storie!- Ora aveva preso a gesticolare energicamente, ogni singola parola la scandiva e marcava. Almeno aveva posato la pinta. - Ce ne sono...sono...-
Parve persino un po' perso, quel suo sguardo fisso nel vuoto, l'espressione bambinesca.
-Dicev...ce ne sono su di hic noi, sai?! Molte, ne ho...lette...un po'. Ci sono persone che hic scrivonoh davvero Be-Ne! Te pensa che...- Qui rise, diventò un poco rosso mentre si avvicinava a Ludwg, al suo orecchio e spalmandosi un po' sopra di lui, nel mentre.
Portò la mano a coppa vicino alla bocca, e sussurrò. - Pen-sa che ci sono delle storie su di noi...dove...facciamo certe cose...e-e...- Continuò a ridere mollemente, subito dopo parve sciogliersi sulla sua spalla, mentre appoggiava lì la fronte e ridacchiava aggrappandosi al tedesco mezzo scandalizzato e ora rosso quanto lui.
-Fe-feliciano, che hai detto, scusa?-
Ma Italia lo ignorò, affrontando un discorso che presumibilmente gli premeva molto di più di quell'ultima affermazione.
-Doitsu, mi son hic messo a scrivere anc-che io!- Chiuse gli occhi e deglutì, si rimise un poco in piedi, serio come non mai. 
-Mi hic sono impe-gnato a scrivere!- Adesso, pareva sconvolto. -Im-pe-gnat...to. Ho ricontrollato....e ricontrollato....e....e ricontrollato, quello....quello che avevo scritto. La trama era-ra bella, eh! Interessant hic te...- Fissava ora il soffitto, tutto preso nella sua narrazione. E Ludwig, ci stava pure a dietro.
- Ho trovato il coraggio di pubbl-licare. E....sono rimasto, ad...a...spettare. Le visite aumentavano! HIC, tan-tanta gente ha messo in prefer...seguite e ric-ricord....- Si fermò, prese un bel respiro. Poco dopo iniziò a sfregarsi gli occhi, questi diventarono lucidi. Cadde praticamente sul petto del tedesco, si strinse con la scusa del crollo emotivo.
-N-non ha reccensit-to NES-NESSUN-NO! hic Capi-sci?!?-
Giunto a quel punto dell'ecatombe, cominciò a lamentarsi biascicando strazianti ingiustizie sulla sue persona, asciugandosi le poche lacrime sulla camicia di Germania.

Ludwig, d'altro canto, rimaneva immobile a fissare un punto indefinito, tra il disperato e l'imbarazzato; "Facciamo certe cose" che continuava a rimbombargli in testa.
No, Feliciano non avrebbe più bevuto.
Fine della discussione.
















Blacket's Time:
Sto maluccio, un poco di febbre; compatitemi.
All'inizio, avevo solo in mente di trasmettere il solito messaggio dell'assenza di recensioni, ma infine ho allungato lievemente la cosa figurandomi un Feliciano mezzo ubriaco.
Una fiction forse non definibile tale, che etichetto come "Che roba è?" ma trovo comunque il coraggio (o il masochisimo?) di pubblicare.
Boh, Grazie a chi leggerà, inserirà fra seguite, ricordate e preferite; e chi recensirà.

Baci, Blacket.

  
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