Osservo il mio riflesso distorto dalla condensa sulla parete di vetro accanto a me. La strada è deserta, ed io mi sento esattamente come quello che la superficie liscia ricoperta di fini goccioline mi rimanda. Devastata

La lieve pioggia di fine aprile cade leggera sul mio capo, inumidendo ed arruffando i miei capelli rossi, rendendomi patetica.

Quando la passione mascherata da solitudine ha lasciato posto alla razionalità, il senso di colpa si è fatto strada dentro il mio cuore e mi ha fatta sentire così meschina e sporca da trascinarmi fuori dal suo appartamento come una furia, senza neanche dirgli addio.

Addio. Questo sarà.

Non potrò più tornare da lui, non potrò più guardarlo negli occhi. Quegli occhi verdi che si sono appoggiati, carezzevoli, su di me milioni di volte, in passato.

È' accaduto tutto così rapidamente. L'ennesimo pesante colpo della vita si è abbattuto sulle nostre spalle ed io, solitamente forte e combattiva, sono crollata.

Sono quasi scoppiata in lacrime a casa sua, accoccolata sul grande divano di pelle, ma le ho subito ricacciate indietro quando si è seduto accanto a me, ho smesso di tremare quando mi ha cinto le spalle con il suo braccio, ed ho smesso di respirare quando le nostre labbra si sono incontrate.

Quello che è successo dopo e stato sbagliato, scorretto, immorale ma, proprio per questo, intenso ed appagante.

Ho sentito le sue mani su di me, ed il suo respiro sul mio collo. Ho stretto le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita.

Ora, il ricordo di quelle ore di passione e lussuria, si è fatto insopportabile e mi sta distruggendo dentro. Ora il disgusto verso la mia persona si sta trasformando in disprezzo.

Il vetro di fronte a me sa la verità e mi giudica, silenzioso. Sa che non riuscirò a convivere con la consapevolezza di ciò che è accaduto, sa che le cose non avrebbero dovuto andare così, non con Chris.