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Autore: VaniaMajor    23/11/2011    3 recensioni
La primavera giunge accompagnata da due lieti eventi: un matrimonio e un anniversario. Sesshomaru sembra deciso a perderseli entrambi. Affari lo chiamano in Cina...affari che hanno una stretta relazione con la figura di suo padre. Durante la sua assenza, però, la pace viene fatta a pezzi da un pericolo allarmante...Ultimo (forse) capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
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Author's note: Il momento del confronto! Era ora!

Anna rimase immobile, priva di forze, di voce, anche solo della volontà di alzarsi da dove stava. Poteva solo guardare la figura bianca di Sesshomaru, il suo viso marmoreo, mentre saltava giù dal tetto con grazia e iniziava a camminare lentamente verso di lei. Alla sua destra, gli okami-yokai non persero tempo. Koga li riscosse subito dallo sbalordimento e diede il via al combattimento contro i figli di Hebikinu, mentre i prodotti della magia cadevano a terra in mucchi scomposti. Fortunatamente gli scontri rimasero circoscritti in una zona del cortile lontana da lei, perché Anna non era in grado di reagire e ne sarebbe stata travolta.
Riusciva solo a stare lì, seduta, fissando il suo uomo che si avvicinava. Non c’era espressione sul suo volto, ma al momento non era quello a preoccuparla. Da quanto tempo non lo guardava in viso? Da quanto tempo non poteva parlargli, toccarlo, stargli al fianco? Le sembrava che dal loro ultimo incontro fossero passate migliaia di anni. Le vennero le lacrime agli occhi. Le parve bellissimo, perfetto…troppo perfetto. Già, lui era uno yokai. E lei? Lei era un’umana che in quel momento si sentiva sporca, scarmigliata, piena di lividi e con i capelli aggrovigliati alla faccia. Difficile che due creature così diverse potessero vivere insieme, no?
Una spirale di rabbia iniziò ad avvolgerlesi nello stomaco. Più lui si avvicinava, più quella rabbia cresceva dentro di lei. Abbassò gli occhi sulla spada Tokijin, che giaceva ancora a terra. Anna strinse le labbra in maniera impercettibile. Sesshomaru era convinto di averla salvata da Hebikinu. Invece ciò che aveva fatto era uccidere sotto i suoi occhi l’unico yokai che fosse riuscita a trovare per tornare immortale. Certo, sarebbe diventata uno yokai serpente. E allora? Non era meglio che restare umana e mortale? Dopotutto, tempo un anno e avrebbe dovuto cambiare di nuovo, no? Perché era arrivato nel momento sbagliato e le aveva messo il bastone tra le ruote? Non riusciva a capire? Era davvero così insensibile?!
Sapeva di stare facendo dei ragionamenti senza senso. Sesshomaru le aveva appena salvato la vita e doveva aver fatto una fatica del diavolo per trovarla. Ciononostante, la sua pazienza era definitivamente terminata. Aveva sopportato tante cose per troppo tempo. Adesso stava per esplodere.
«Anna…» disse Sesshomaru, fermandosi a pochi passi da lei e tendendole la mano. Anna balzò in piedi da sola, furibonda, con i pugni stretti e gli occhi che mandavano lampi.
«Perché?- chiese, gridando sopra il frastuono dei combattimento e bloccando il suo movimento a metà- Perché sei arrivato proprio adesso?!» Fece un passo avanti, minacciosa. «Hai idea di quanta fatica ho fatto a trovare questo demone?- continuò, conscia di stare urlando come una pescivendola- Hai idea dei pericoli che ho corso?!»
«Anna.» disse Sesshomaru, rabbuiandosi, ma lei lo interruppe di nuovo.
«L’avevo preso! Io avevo preso lui, mi spiego?- sbraitò, gesticolando- L’avrei assorbito, dannazione! Ora sarei uno yokai! E invece no! Arrivi tu, bello e terribile con la tua spada, e lo ammazzi davanti ai miei occhi! Tanta fatica per niente!»
«Anna!» ripeté Sesshomaru. Il suo tono di voce stava diventando imperioso, ma Anna non lo voleva ascoltare.
«Per chi credi che abbia fatto tutta questa fatica, eh?- continuò, imperterrita, sentendo che la voce iniziava a spezzarlesi in gola- Va bene, forse uno yokai serpente non era proprio il massimo, ma…»
«Anna, chiudi quella dannata bocca!» disse Sesshomaru, con voce abbastanza forte e autoritaria da zittirla davvero. Fece una smorfia, conscia che lui la stava fissando. Si coprì la faccia con le mani e gli voltò le spalle.
«Non mi guardare.- gemette- Non mi guardare, sono….sono orribile, e…» Sentì la mano di lui protendersi verso il suo braccio e indietreggiò. «E…e non toccarmi!- disse, mentre le prime lacrime iniziavano a rigarle le guance- Altrimenti io…»
Sesshomaru perse la pazienza. Aveva fatto un sacco di strada per correrle dietro, aveva temuto per la sua vita, aveva ucciso la Grande Famiglia per vendicarla. Si era tormentato l’anima per venire a capo dei propri sentimenti, riuscendoci con molta sofferenza personale. Quando era arrivato al covo degli okami-yokai, aveva scoperto che Anna se ne era andata con il loro capo per uccidere un demone serpente. Non poteva descrivere ciò che aveva provato nel vedere il fragile corpo umano di Anna stretto tra le spire di quel disgustoso rettile. La guardava e poteva ancora vedere i segni dei maltrattamenti che aveva subito. E ora lei, dopo tanto tempo che erano lontani, lo assaliva con un simile fiume di assurdità? Possibile che quella sua stupida donna non riuscisse mai a capire quand’era il momento di stare zitta?!
Sesshomaru allungò il braccio e afferrò con forza un polso di Anna. La attirò a sé senza dare ascolto alle sue rimostranze e se la strinse forte al petto. Ignorò i suoi deboli pugni di protesta, i tentativi di liberarsi dalla sua stretta. Posò la bocca sui suoi capelli, inebriandosi del profumo di lei…piccoli fiori bianchi, una pesca piena di sole…
«Stai zitta, Anna. Chiudi quella bocca.» ripeté, parlando a contatto con la pelle della sua tempia. Anna mugolò una protesta poi, riluttante, gli passò le braccia attorno al torace. Tremava e Sesshomaru la strinse più forte.
«Volevo vederti.- confessò infine Anna, stringendolo forte- Mi sei mancato da morire! E’…è solo che…»
Scoppiò in lacrime, non dissimile in quel momento dalla piccola Rin. Sesshomaru non disse nulla. Non ce n’era bisogno. La lasciò sfogare, mentre attorno a loro gli okami-yokai avevano ragione dei loro nemici. Per quel che gliene importava, era come se non esistessero nemmeno.
Presto, Anna frenò il proprio sfogo e alzò il viso bagnato di lacrime e imbronciato su di lui, tirando su con il naso. Sesshomaru si sorprese nell’avvertire la tentazione di ridere di fronte a quel faccino offeso. Si sentiva come se si fosse innamorato di lei in quel preciso istante, di nuovo e più in profondità. Era una sensazione frizzante che dava alla testa.
«Comunque sia, l’avrei assorbito.- borbottò Anna, cercando di asciugarsi la faccia- Adesso dovrò ricominciare daccapo.»
«Non dire assurdità. Hai finito di vagabondare.» disse Sesshomaru, duro.
«Ma…» protestò Anna. Lui le pose una mano sulla bocca per zittirla, poi guardò il capo degli okami-yokai, che si stava avvicinando. Gli sembrava vagamente familiare, ma niente di più. Koga stava davanti al suo branco, a braccia conserte. Mentre i due se ne stavano lì abbracciati, loro avevano sconfitto i demoni serpente.
«Ehi, com’è questa storia?- chiese Koga, sollevando un sopracciglio e squadrando Sesshomaru con aria critica- Alla fine è arrivato in tempo per guastarti la festa, eh?»
Anna avvertì una cappa di gelo scendere su Sesshomaru e lo prevenne.
«Koga, ti ringrazio per il tuo aiuto.- disse, inchinandosi con cortesia- E anche tutti voi. Il tentativo è andato a vuoto, perciò troverò una diversa soluzione.»
Koga sbuffò, ironico.
«Fai un po’ tu, Anna. Comunque sia, voi due ci avete facilitato il lavoro. Niente ringraziamenti.» disse, con un sogghigno. Anna si accorse che Sesshomaru era diventato veramente minaccioso dopo aver sentito Koga chiamarla con tanta familiarità e gli strinse la mano per trattenerlo.
«Mi arrangerò.» disse, mesta. Koga annuì.
«Beh, buona fortuna con quel ghiacciolo.- disse, portandosi due dita alla fronte in segno di saluto- Tu e Kagome non avete proprio gusto in fatto di uomini…ma salutamela ugualmente. Dille che presto andrò a trovarla.»
«Lo farò.- disse Anna, pensando a un altro inu-yokai che non avrebbe apprezzato affatto- Grazie ancora per avermi salvato la vita.»
Questo colpì Sesshomaru, che la guardò con espressione penetrante. Koga sbuffò, dando poco peso alla cosa, poi fece cenno al branco di tornare alla grotta. I lupi se ne andarono, rivolgendole cenni di saluto.
«Ti ha salvato la vita?» chiese Sesshomaru, osservando il branco allontanarsi.
«Mi ha salvato dalla Grande Famiglia.» ammise Anna. Sesshomaru strinse le labbra, poi raccolse Tokijin e strinse bruscamente Anna a sé. Si alzò in volo con lei.
«Vieni.- disse, cupo- Abbiamo parecchie cose di cui discutere.»
Anna, troppo desolata e stanca per replicare, si appoggiò a lui. Sapeva che era l’ora della resa dei conti. Più tardi, quel pomeriggio, i due sedevano all’ombra di un albero in una valle già molto lontana dalle colline della tribù di Koga. Sesshomaru sedeva con un gomito appoggiato al ginocchio e guardava dritto di fronte a sé. Anna era a una certa distanza e si abbracciava le ginocchia contro il petto. Le sembrava di essere una bambina in castigo. Il silenzio fra loro le pesava.
«Inuyasha non è venuto con te?» mormorò.
«Quell'idiota si è fatto ingannare dalla tua trappola.» rispose Sesshomaru. Anna si mordicchiò il labbro inferiore, sulle spine.
«La Grande Famiglia è sulle mie tracce.- borbottò- Non dovremmo tornare al castello?»
«La Grande Famiglia è stata sterminata.- disse Sesshomaru, gelido- Da me. Non ci darà più noie.»
«Oh…» mormorò Anna, guardandolo con sincero stupore. Il silenzio cadde di nuovo tra loro, una barriera irritante. «Non mi chiedi niente?» disse infine, brusca. Sesshomaru abbassò lo sguardo, corrugando appena la fronte.
«Avevo molte domande da farti.- ammise- Ora, però, non sono più necessarie.»
«Perché?» chiese Anna, agitata. Lui la guardò.
«Perché conosco già le risposte.- disse, gelido- So perché te ne sei andata, so cosa stavi cercando di fare, so che stupidi pensieri ti hanno portata così lontana da me…»
«Non sono stupidi pensieri!- sbottò Anna, colpendo il terreno con il palmo della mano- Sesshomaru, guardami! Sono un essere umano! Tu odi gli esseri umani!»
Sesshomaru la squadrò sul serio da capo a piedi, facendola sentire a disagio. Le faceva male tutto il corpo e pensava di essere orrenda da guardare, al momento.
«Sei Anna. Sei tu e basta. Mi importa chi sei, non cosa sei.» disse lui, sorprendendola.
«Questa…questa non sembra una frase che ti possa appartenere.» mormorò Anna, arrossendo e abbassando gli occhi. Sesshomaru annuì.
«Non poteva appartenermi. Non volevo che mi appartenesse.- ammise, senza problemi- Ho disprezzato mio padre per decine di anni a causa di sentimenti del genere.»
Anna strinse le labbra.
«Lo so. E’ proprio per questo che…» iniziò a dire, ma Sesshomaru la interruppe.
«Sono rimasto sconvolto quando sei tornata un essere umano.- confessò- Ho avuto la tentazione di lasciarti andare. Mi procuravi troppa sofferenza.»
Anna non disse nulla, nonostante quelle parole la ferissero. Si poteva dire qualunque cosa a Sesshomaru, ma non che non fosse sincero con lei…anche se a volte la sua sincerità faceva male come una lama. Nonostante ciò, preferiva sapere nei dettagli ciò che lui provava. Sesshomaru tornò a guardarla.
«Ho scoperto, però, che stare lontano da te è mille volte peggio.- disse, apparentemente senza emozione- Io ti voglio con me, anche se questo significa votarsi alla sofferenza. Ti voglio, anche se sei un’umana.»
Anna strinse le mani l’una contro l’altra, accorgendosi che stavano tremando. Deglutì nervosamente.
«Sesshomaru, io…io invecchierò e morirò.- gli ricordò, con voce incerta- Presto la mia sola vista ti disgusterà. Io…»
«Io ti amo.- disse Sesshomaru- Credo di aver imparato che questa è l’unica cosa importante.»
Anna rimase senza parole. Lui non le aveva mai detto di amarla con tanta facilità. Sentì un nodo formarlesi in gola e si accorse di essere lì lì per piangere.
«Anch’io ti amo. Ma…» balbettò Anna. Si asciugò gli occhi e abbassò lo sguardo, affranta. «Io non voglio farti soffrire.- mormorò, con un filo di voce- Non voglio che stare vicino a me ti faccia del male.»
«Sono io quello che ti ha fatto del male e molte volte. Adesso basta.- disse Sesshomaru- Anna, preferisco amarti sapendo che un giorno ti perderò, piuttosto che voltarti ora le spalle e cercare di dimenticarti. E’ una scelta che ho fatto e non intendo tornare indietro. Il Grande Sesshomaru non è demone da prendere alla leggera delle decisioni del genere.»
«Ma il Grande Sesshomaru non è nemmeno tipo da stare con una debole umana.» disse Anna, tentando debolmente di scherzare.
«Stai dicendo che tu invece hai intenzione di lasciarmi?» chiese Sesshomaru, con voce dura come il granito. Anna scosse la testa, decisa. Sesshomaru sospirò appena. «A questo punto rimane solo una cosa da chiarire.» disse.
«Co…cosa?»
«Che diavolo ci fai seduta a quella distanza da me?» chiese lui, brusco. Anna impiegò un istante per capire, poi, singhiozzando, si gettò tra le braccia di Sesshomaru, che la strinse forte. «Il tuo odore è avvelenato dalle lacrime.- mormorò, baciandole la fronte, gli occhi e poi le labbra- Avanti, liberatene.»
E Anna, dopo tanto tempo passato a tenersi tutto dentro, accolse l’invito. A tratti piangendo, a tratti cercando di calmarsi, Anna raccontò a Sesshomaru tutte le sue vicissitudini, partendo dalla sua malattia di un mese prima. Gli confidò tutti i suoi pensieri, le sue paure, i sensi di colpa che la tormentavano per gli esseri umani innocenti che erano morti a causa sua. Gli raccontò del suo viaggio, della famiglia della strega Harune, dell’attacco della Grande Famiglia e di come avesse pensato di essere sul punto di raggiungere il suo scopo.
«Avevo paura, non lo nego.- disse infine, sospirando, mentre Sesshomaru le accarezzava i capelli castani- Ma era l’unico modo. E lo penso ancora.»
«Smetti di pensarci. E dico sul serio, Anna.- disse Sesshomaru, duro, spezzando il silenzio con cui l’aveva ascoltata- Non tollererò un altro colpo di testa del genere. La prossima volta che scapperai, ti riporterò a casa legata e imbavagliata, e così rimarrai per almeno un mese.»
Anna soffocò un sorriso, pensando che Sesshomaru l’avrebbe fatto davvero, poi tornò seria.
«Sesshomaru, io desidero davvero tornare uno yokai.- mormorò- Per te, ma anche per me stessa. Anche se ci amiamo, stare insieme a queste condizioni sarà durissima. Io desidero tentare.»
«Non tenterai nessuna fusione, Anna. E questa è l’ultima parola sull’argomento.» Sesshomaru fu categorico e un lampo irato gli passò negli occhi. Anna trattenne un’ulteriore rimostranza, conscia di essere sul punto di farlo arrabbiare sul serio. Sesshomaru alzò lo sguardo alle fronde degli alberi per cercare di calmarsi. «Tenteremo altre strade.- disse, duro- Le ipotesi che avevi fatto per sviare Inuyasha non erano del tutto campate per aria. Proveremo quelle e se non funzioneranno…» Sesshomaru non si lasciò interrompere da Anna. «…devi promettermi di rassegnarti, come farò io.»
«Ma Sesshomaru…» protestò lei.
«Prometti, Anna.» le ingiunse lui. Sapeva che Anna manteneva sempre le promesse e voleva vincolarla. Non ci voleva un genio per vedere che la ribellione le covava ancora dietro quelle iridi blu. Anna fece una smorfia, poi, sconfitta, annuì. «Bene.» mormorò Sesshomaru. Le alzò il mento con due dita, guardando quel viso dai tratti morbidi e delicati, quasi una versione bambina del viso di Anna che aveva imparato a conoscere. Si chinò su quelle labbra e le baciò. Anna rispose al bacio con dolcezza e si accorse solo dopo che Sesshomaru le aveva infilato qualcosa al dito. Quando poté abbassare lo sguardo, vide al proprio anulare l’anello Seishin.
«Quest’anello è stato fatto per te.- mormorò Sesshomaru, dandole un altro breve bacio- Resta con me per sempre, Anna Etain O’Seal.»
Le lacrime ripresero a scendere dagli occhi di Anna senza che lei se ne accorgesse. Quella era in assoluto la cosa più bella che Sesshomaru le avesse mai detto.
«Hai pronunciato il mio nome per intero.» balbettò, commossa.
«Rin sa rendersi utile in molti modi.» disse Sesshomaru. Anna rise tra le lacrime e lo abbracciò.
«Sì.» sussurrò, in risposta alla richiesta di lui. Sesshomaru la baciò di nuovo e subito la passione li infiammò entrambi. Sesshomaru, però, ricordò di avere ancora una piccola spina da sfilare.
«Quasi dimenticavo: da quanto tempo conosci quello stupido okami-yokai che ti ha chiamata per nome con tanta confidenza?» chiese, acido. strappandole la prima, vera risata dopo tanto tempo.

***

La mattina dopo, Sesshomaru e Anna erano in volo per il castello, stretti l’uno all’altra. Parlavano a bassa voce di cose senza troppa importanza, cercando di lasciare i loro problemi relegati in fondo alla mente, dove non potevano nuocere. Avevano bisogno di qualche momento di serenità, c’era tutto il tempo di ricominciare a pensare al loro futuro.
«Così Rin è venuta a dirti del mio scherzo a Inuyasha?» chiese Anna, sorridendo immaginandosi la scena.
«Era molto preoccupata.» disse lui. Anna si rabbuiò.
«Mi dispiace.» mormorò. Sesshomaru la strinse più forte.
«Sarà felice di vederti.» disse soltanto e Anna gli sorrise, grata che non le facesse pesare ciò che era successo. Con la coda dell’occhio, si accorse che alcune minuscole figure si agitavano tra i campi, sotto di loro. Una di esse era vestita di un rosso così brillante che spiccava su tutta la pianura. Le figure sembravano sbracciarsi verso l’alto e si potevano udire anche dei confusi richiami.
«Sesshomaru…ma quelli non sono Inuyasha e gli altri?» chiese Anna, socchiudendo gli occhi. La sua vista da umana non era acuta come quella da yokai.
«Sì.» disse Sesshomaru, senza nemmeno guardare di sotto. Continuò a volare imperterrito.
«Ehi! Ma che fai, li superi senza fermarti?!- protestò Anna, sentendo ora abbastanza nitidamente le imprecazioni di Inuyasha verso il fratello- Dai, Sesshomaru, atterriamo!»
Sesshomaru trattenne a stento un sospiro seccato. Corrugò la fronte, contrariato, ma scese a terra. Vennero presto raggiunti da Inuyasha e i suoi amici, che corsero loro incontro.
«Anna!» esclamò Kagome, correndo dalla giovane e buttandole le braccia al collo.
«Kagome! Ragazzi! Sono felice di rivedervi!» disse Anna, ricambiando l’abbraccio dell’amica e guardando tutti con occhi scintillanti.
«Sono lieta di vedere che stai bene, Anna!» disse Sango, sospirando di sollievo.
«Ah, basta con questi salamelecchi! Ehi, cretina! Hai idea di quanto ci hai fatto preoccupare?!» sbottò Inuyasha, aggressivo, guadagnandosi un’occhiata omicida di Sesshomaru. Anna si rabbuiò.
«Vi chiedo scusa davvero con tutto il cuore.» disse, inchinandosi profondamente agli amici.
«Ehi…ehi! Non ti ho chiesto una cosa simile!- protestò Inuyasha, imbarazzato e piuttosto inquieto nel vedere Sesshomaru irritarsi ancora di più- Basta che tu sia pentita.»
Anna sorrise mostrando ben poco pentimento, poi Miroku chiese: «Visto il tuo aspetto attuale, dobbiamo dedurre che non sei riuscita a trovare un demone che conoscesse l’incantesimo di fusione?»
«Oh, l’avevo trovato.- disse Anna, sospirando- Ma Sesshomaru me l’ha ucciso davanti agli occhi prima che potessi fare qualsiasi cosa.»
«Meno male.» mormorò Kagome, sollevata.
«Perché meno male?- chiese Anna, perplessa- Se ci fossi riuscita…»
«Anna?» disse soltanto Sesshomaru e lei subito si zittì. Aveva promesso che non avrebbe più parlato di quell'eventualità e non voleva farlo arrabbiare.
«E’ una fortuna che Sesshomaru sia arrivato in tempo, Anna.» disse Miroku, facendo tintinnare gli anelli del suo shakujo. Anna sollevò un sopracciglio, interrogativa. Kagome guardò lei e Sesshomaru con un gran sorriso.
«Abbiamo trovato un sistema per farti tornare una inu-yokai, Anna.» disse, battendo le mani dalla gioia. Anna impallidì e il volto di Sesshomaru divenne di pietra.
«Co…cosa?» balbettò Anna. Inuyasha annuì.
«Ho indagato insieme a Totosai e Myoga, e abbiamo scoperto che puoi riavere i tuoi poteri tramite quell'anello, Seishin.- disse, stando davanti a lei a braccia conserte- Basta che lo indossi…»
«Ma l’ho già fatto!» protestò Anna, alzando la mano per mostrargli l’evidenza. Inuyasha fece un gesto per zittirla.
«…all’incontrario, e che pronunci l’incantesimo di fusione. L’anello ti ridarà i tuoi poteri di inu-yokai. Capito? Devi mettere la perla verso il dorso della mano.» disse. Vi fu un istante di silenzio attonito. Anna non poteva credere alle proprie orecchie. Aveva rischiato la vita…per niente? Tutti i discorsi che aveva fatto con Sesshomaru, il dolore al pensiero di vivere un amore a scadenza, l’incerto futuro che l’attendeva, tutte quelle lacrime…cancellati da un uso così semplice di quell'anello che aveva dato il via a tutta la storia? Inuyasha sospirò e si passò una mano sulla frangia. «Sì, lo so, sembra troppo semplice in confronto con tutte le baggianate che hai fatto, ma…»
Anna cacciò uno strillo che trapanò le orecchie a tutti i presenti, poi gettò le braccia al collo di Inuyasha, saltellando e trasformando il grido in una risata di gioia pura.
«Grazie, Inuyasha! Grazie! Ti voglio bene!» gridò.
«E…ehi! Mollami subito!» protestò Inuyasha, a disagio, mentre gli altri ridevano. Ci pensò Sesshomaru a dividerli. Un secondo più tardi, Anna si trovava tenuta come un pacco sotto il braccio di Sesshomaru e Inuyasha aveva piantata in faccia una mano del fratello maggiore.
«Piano con gli entusiasmi.- disse Sesshomaru, gelido come l’inverno, mentre Inuyasha si tirava indietro e si strofinava il naso ammaccato con aria imbronciata- Inuyasha, ti ho già detto che Anna è un’umana e questo significa che non può usare la magia demoniaca.»
«Invece posso.» disse Anna, sorridendo da un orecchio all’altro. Ridacchiò di fronte alla faccia sorpresa di Sesshomaru. «Vedi, durante il mio viaggio ho scoperto qualcosa sull’origine del mio potere. E’ un potere divino, diluito in centinaia di generazioni umane.»
«Un potere…divino?» chiese Miroku, stupito. Anna annuì.
«Il secondo nome che porto è quello di una dea solare della mia gente. Lei è la capostipite della mia famiglia.- disse, poi sembrò riflettere- Forse per questo la mia reazione al potere demoniaco è stata tanto violenta. In ogni caso, il mio potere mi dà accesso alla magia demoniaca.»
«Ma è perfetto!- esultò Kagome- Se ricordi l’incantesimo che Beko ha pronunciato…»
Anna scosse il capo.
«Non sentii Beko pronunciare l’incantesimo.- borbottò, riflettendo- Hebikinu l’ha fatto, ma non ricordo una sola parola.» Alzò lo sguardo e incontrò quello di Kagome. Entrambe le ragazze sorrisero. «Kiokuchi-sama!» dissero in coro, e risero.
«Qualcuno vuole spiegarmi di che diavolo state parlando?» chiese Sesshomaru, irritato. Non voleva sperare in qualcosa che si sarebbe rivelato un fiasco, ma quando vide il sorriso del tutto fiducioso di Anna una parte di lui cominciò a credere alle parole di Inuyasha.
«Lo vedrai.- disse Anna, stringendoglisi a fianco con gli occhi luccicanti di gioia- Temo però che dovremo fare una scappata in Kyushu.»

   
 
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