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Autore: Krona    25/11/2011    1 recensioni
La guerra continua ed i combattenti non possono evitare lo scontro, poiché obbligati dalle divinità a combattere. Ma due giovani dello stesso schieramento sono stanchi di questa spirale infinita e tentano una via di fuga da tale universo di violenza. Ce la faranno?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Guerra ricomincia.

Discordia ed Armonia ancora una volta si dilettano sulla scacchiera che noi semplici pedine combattiamo da tempo ormai immemore; quanto, quanto ormai è passato da quando ho versato per la prima volta il sangue dei miei nemici ed essi hanno sperperato il mio?

Fino alla fine siamo destinati a depredare della vita coloro che queste divinità ci indicano come nemici?

Perché infine, anche se l'attimo infinito della Morte ci raggiunge, ritorniamo ogni volta per continuare questa eterna spirale di disperazione?

Ogni giorno tormento il mio essere con queste domande ancora senza risposta e rifletto se si possa trovare una soluzione alternativa a questa guerra inutile; in tali momenti di riflessione osservo il cielo notturno, in tempesta molte volte poiché soggetto alla collera degli dei capricciosi.

Perché? Semplicemente avverto, sento dentro di me una strana calma: anch'egli, quindi, risente del destino di precarietà che colpisce tutti noi soldati.

Ma almeno lui ed i guerrieri prescelti dalla Luce possono sperare in una speranza in futuro.

Noi difensori dell'Oscurità no.

"Kuji Kujiii! Dai, andiamo ad uccidere qualche guerriero di Cosmos per cominciare un buon giornoo!"

Ecco il più fissato tra i guerrieri miei compagni: Kefka Palazzo.

Egli ama più di qualunque cosa al mondo uccidere tra atroci tormenti l'anima dei nemici, adora il sapore così deliziosamente sadico della disperazione, non desidera nient'altro, nient' altro che vedere l'avversario implorare pietà davanti a lui, gli occhi colmi di angoscia ed anelanti che il tormento finisca.

Un mostro.

Perché deve far coppia con me, che già odio, non sopporto l'odore della Morte?

"Non ora Kefka. Chaos non ci ha dato ancora degli ordini precisi: meglio rimanere qui, nel suo Santuario, ad aspettare le sue direttive." rispondo senza neanche incontrare la vista pazza di quell'individuo; rabbrividisco soltanto all'aura che emana normalmente.

"Kuja. Sei il più giovane tra i servi del nostro signore; come si confà ai bimbi nei confronti dei genitori devi ubbidirmi!"

Ha ragione: essendo il più giovane convocato non posso esimermi dal sottomettermi ai miei compagni più anziani.

Ma questo non sottende che il mio potere sia inferiore al loro: un giorno non troppo lontano smetteranno queste umiliazioni e potrò essere libero da queste stupide ed inutili limitazioni.

"Bene Kefka. Cosa vuoi fare?" chiedo rassegnato a cosa mi attende.

"Prima di tutto picchiare la stupida scimmia tua parente al posto tuo..."

Il pugno parte senza che potessi minimamente fermarlo: ma d'altronde l'avrei voluto?

L'ira divampa nel mio cuore, mentre costui davanti a me esclama certe atrocità: Gidan, almeno tu sarai salvo, dato che sei dalla giusta parte di questa scacchiera intramontabile.

No, non voglio che qualcuno deponga prematuramente le tue spade.

"Kefka. Non toccare mio fratello. O assaggerai la mia furia."

"Kuji che si arrabbia per certe cose? Ma no! Che novità! Non si possono attaccare i legami familiari se tu sei presente..."

Le dita grattano le nocche della mano che ha colpito Kefka.

Maledizione! Sa dove colpirmi per istigarmi... Ed io ci casco sempre così facilmente!

"Sai bene che non riesco ancora bene a trattenermi se mi parli di lui... Perdono."

Mi inchino.

Io, che avevo una nazione al mio comando.

Io, che ho sottomesso migliaia di persone.

Mi inchino, a quest'uomo che mi disprezza e mi considera alla stregua di un giocattolo.

Perché? So, o meglio devo fingere se voglio sopravvivere.

Quando il clown felice se ne va dopo tale atto, i sensi di colpa rodono il mio animo.

Odio, odio fingere; mostrare una maschera così fallace e debole è proprio da persone fallite, senza futuro.

Non è come l'attore che lo fa solo per il pubblico che lo viene ad osservare, no.

Ora è proprio non saper distruggere le catene che queste persone devote al male hanno legato al mio cuore, rendendolo fragile come un cristallo di neve alla prima ondata alla mia autostima.

No, io ... Io non sono così.

Cielo, che ascolti sempre le preghiere di questo giovane pellegrino di anime, mandami un segno che una speranza ci sarà anche per me.

Dimostrami che nelle Tenebre più Profonde nasce la Luce più fulgida di tutte.

  
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