Allora…diciamo che io ci ho provato. Quando ho scritto
questa one shot non avevo ancora visto l’ultima puntata della serie e ho
pensato di concluderla a modo mio. ^__^ Forse sono stata un po’ presuntosa,
perdonatemi XD
Questa, però, è una fan fiction
un po’ particolare.
Non troverete nomi ( e forse
questo può suscitare un po’ di difficoltà…) scusatemi, ma le evocazioni date
dalle perifrasi mi hanno sempre affascinata e alla fine ne è uscita questo.
Se conoscete Orphen e i suoi amici non credo che avrete difficoltà a
riconoscerli ^_^ Spero vi piaccia! E perdonate gli errori :P!
Ecco a voi…..
La Fine del Viaggio
La Bestia era lì. Trafitta. Il
colpo dello stregone era arrivato in fondo. E dal cuore aperto continuavano a
zampillare fiotti di linfa azzurra.
Sangue
sacrificale.
Il
sangue del Maestro.
La
Bestia si mosse appena e, tra il dolore pulsante e il pulsare della ferita,
rivolse gli occhi chiari su quello che era stato il suo corpo…quando ancora era
un essere umano. Però, quel corpo, l’aveva donato alla persona che aveva
compreso aver più cara.
Chiuse
gli occhi. Il dolore passava, sembrava fluire con il sangue fuori dalle sue
membra. Ora il suo unico rimpianto era di non essere riuscito a liberarla con
le sue mani. Ma lei aveva trovato il modo e il suo allievo, si, quel
ragazzo ribelle dotato di enorme talento, si sarebbe preso cura di lei.
Addio.
Il giovane Stregone voltò lo
sguardo verso il corpo del suo Maestro. Quel corpo dove c’era lei: madre,
sorella, donna. Aveva rappresentato tutto per lui. Quel fantasma che ora
abitava il cuore del Maestro.
Ma lei
non lo amava come avrebbe voluto facesse.
Tuttavia…
Tuttavia
non si sentiva ferito, voleva solo dare al suo Maestro e a lei
l’opportunità di essere felici.
Non
poteva permetterlo.
Volse
deciso lo sguardo castano sulla Bestia. Poteva vederla. Quella vita che si
stava spegnendo rapidamente.
La
Spada, la Gemma, l’Armilla riuniti in un’unica essenza l’avevano distrutto.
Avevano distrutto il suo Maestro.
Lo
Stregone strinse i denti in un ringhio.
Non
poteva permetterlo.
Mosse
un piede avanti. E poi un altro.
Non
poteva permetterlo.
Loro
sarebbero stati felici.
“Lo
giuro”.
- No – sussurrò la ragazza dai biondi capelli
di seta. Gli occhi azzurri, tristi, limpidi, irrorati dalle lacrime lo
sapevano.
Non
sarebbe tornato.
Qualsiasi
cosa fosse successa non sarebbe tornato da lei. Perché…
-
Signor maestro! – gridò spaventato il ragazzino dai capelli color paglia,
mentre ancora sorreggeva il giovane ferito.
Lo
Stregone si volse verso il suo unico, brillante allievo.
Sorrise
e alzò un pollice in aria.
Incontrò
poi gli occhi dorati del suo miglior amico; quel ragazzo con il volto coperto
di efelidi e coi capelli di fuoco. Sapeva di avere la sua approvazione. L’aveva
sempre avuta. Anche quando , da bambini, andavano a rubare i libri in
biblioteca. Le loro favole preferite.
Anche
lui sarebbe diventato una fiaba? Un semplice racconto perduto nei meandri della
memoria di quanti l’avevano conosciuto?
Allora
incontrò uno sguardo azzurro, triste, limpido, irrorato di lacrime.
Ma la
ragazza sorrideva.
- Non
farti troppo male o chi li sentirà i tuoi lamenti! -
- Io
non mi sono mai lamentato! – le sorrise di rimando. Però…sentire di dover
lasciarli tutti…cos’era quel dolore? Rendere felice quella donna non era
forse ciò che desiderava maggiormente?
-
Cos’hai intenzione di fare ora? – gli chiese lei con la voce calda del
Maestro.
-
Ridarti il sorriso – disse solo lo Stregone, le labbra incurvate in un ghigno
sicuro mentre continuava ad avanzare verso la Bestia.
E verso
la Spada.
Era uno
scambio quello che aveva in mente, un semplice scambio, nulla più.
Sorrise
e allungò la mano.
Il
Drago sull’elsa ruggì maestoso e avvolse il giovane nella sua luce cremisi.
Aveva
cominciato a prendere la sua vita.
La
ragazza dai biondi capelli di seta si sentì persa. Quella visione era più
terribile di tutto ciò che aveva visto nei suoi incubi notturni.
E
diurni.
La
fiamma rossa dell’Antica Magia stava consumando lentamente lo Stregone,
avvolgendolo nelle spire del Drago risorto. Il ghigno malefico di quella
creatura le spezzò il cuore in mille frantumi acuminati che le straziarono
l’anima.
Perché?Perché
lo aveva seguito? Non avrebbe potuto rimanere nella sua bella casa, con sua
madre, sua sorella…? Cosa si era aspettata?
Non
quel dolore.
Assolutamente.
E
all’improvvisò capì.
Era
così semplice che cominciò a ridere e piangere insieme. Sapeva cosa lui voleva
fare….e sapeva cosa lei doveva dare. Si slanciò in avanti oltrepassando sicura
l’allievo e il giovane dai capelli di fiamma.
- Ma
dove…?- cominciò il ragazzo biondo con aria accigliata – cos’hai intenzione di
fare? – chiese preoccupato alla ragazza ormai troppo lontana per sentirlo. Era
vicina a quella fiamma cremisi che era diventato il suo maestro.
- Una
partizione…?- sussurrò il giovane stregone ferito al suo fianco, gli occhi
fissi in avanti.
-
Partizione? – ripeté l’allievo. Poi il suo cuore diede in un guizzo.
Aveva
seguito quell’uomo, il suo maestro, fin lì, fino al Giorno della Fine e di un
Nuovo Inizio. Che doveva esserci. Con lui.
Perché
aveva ancora molto da imparare.
Perché
stava diventando un uomo.
Ed era
merito del suo maestro.
Rivolse
uno sguardo deciso al giovane dai capelli rossi, l’amico più caro del suo
maestro, l’unico che aveva voluto proteggerlo.
Il
giovane gli sorrise di rimando, annuendo. Non avrebbe voluto perdere il suo
migliore amico per nulla al mondo. Non ora che l’aveva ritrovato. E non poteva
abbandonare il loro Maestro. L’uomo che li aveva salvati. Tutti.
Si
raddrizzò e con l’aiuto del ragazzo biondo arrivò alle fiamme.
Lì
c’era anche la ragazza dai capelli di seta.
Si
sorrisero.
Poi i
tre giovani stesero le mani ad afferrare l’elsa della Spada e il Dolore
serpeggiò lungo le loro membra, ribollendo nel loro sangue.
“ Cosa
avete intenzione di fare?” chiese lo Stregone alle tre anime che si erano
aggiunte alla sua “andatevene o morirete! Qui basto solo io!”
“Sempre
il solito esibizionista!” sbuffò l’ombra del suo amico.
“Non
avrete intenzione di fare un’esperienza del genere senza la mia assistenza,
signor maestro!” sorrise il suo allievo.
“ Ti ho
seguito fin qui e non ho intenzione di andarmene senza i dovuti ringraziamenti!”
disse l’ombra della ragazza “ se c’è bisogno di un’anima noi ne offriamo
quattro! Questa bestiaccia dovrebbe essere contenta!”
“Zitta!
Brutta stupida! Non ho bisogno di voi!”
“ Ma
noi si”
L’ombra
del giovane Stregone si fissò per un istante sul viso dallo sguardo serio della
ragazza.
“
Quindi fa’ silenzio e lasciati aiutare!” disse solamente lei senza ricambiare
il suo sguardo, ma fissando attenta avanti a se “Sono stufa di sentirti fare
l’eroe!”
“Concordo
pienamente!” sorrise il suo amico.
“Neanch’io
posso dirmi contrario, signor maestro!” assentì il suo allievo.
Lo
Stregone li fissò un attimo uno ad uno.
“Stupidi”
sussurrò poi a se stesso mentre un sorriso gli increspava le labbra e una
lacrima gli inumidiva le ciglia “Non vi permetterò di morire!” aggiunse poi più
deciso.
“ E ci
mancherebbe altro!” strillò la ragazza “impegnati a salvarci. Tutti”
Lo
Stregone sorrise deciso.
“Non
preoccuparti. Devo farvi una bella ramanzina quando usciamo di qui!”
Poi,
dalle sue labbra sgorgarono parole in un idioma arcano e oscuro, il più antico
che quei luoghi avessero sentito.
E le
quattro anime si unirono formando una nuova vita.
La
strega nel corpo dell’uomo che amava si sentì sussultare. Era accaduto tutto
per un suo errore, tutto perché non era riuscita a comprendere i sentimenti del
suo Maestro. Ma mai avrebbe pensato che quel bambino (oh! era diventato proprio
un bel giovane ora!), quel ragazzo che aveva sempre considerato come un
fratello si fosse innamorato di lei. Scosse la testa.
Questo
era quello che lui credeva, ma lei non ne era troppo convinta.
Eppure
tanti, troppi stavano soffrendo…nello stesso modo in cui lei stessa aveva
sofferto. Che cosa aveva fatto?
Ferita
nel suo orgoglio di donna si era aggrappata a quello di strega e aveva deciso
di scalare i vertici della Scuola, la Torre. Però… a cosa era arrivata? Aveva
ucciso per giungere a quella posizione, aveva sacrificato il suo stesso corpo e
tutto ciò che aveva per quella insana follia.
Follia.
Rise.
Avrebbe
lasciato morire anche suo fratello? Il suo unico amico? Avrebbe sacrificato
l’ultimo brandello della sua vita passata? Avrebbe avuto quel coraggio?
E gli
altri? Chi erano quelle altre persone? Cosa doveva loro? Cosa avrebbe fatto?
Loro erano gli unici a conoscere la sua vera identità.
Gli unici.
Emise
un lungo sospiro.
Poi si
avvolse nel lungo mantello d’ebano e volse le spalle alle fiamme alzando il
volto verso un’alta costruzione.
La sua
Scuola.
Lo
Stregone strinse i denti e avvertì più vicine le anime di tutti gli altri. Lì,
nel luogo della Vita e della Morte assoluti non c’era nulla che lo distinguesse
dagli altri…eppure…li avvertiva, diversi, accanto a lui.
Dentro
di sé.
E lì
non si poteva mentire.
Di
fronte allo Specchio dell’Anima il giovane Stregone fu invaso dai sentimenti,
dai sogni, dall’essenza dei suoi amici. E sapeva che anche gli altri
avvertivano la sua stessa sensazione.
Stima,
Rabbia, Dolore, Frustrazione, Gioia, Trepidazione, Amicizia…Amore.
Si
sentì un attimo uno stupido e se avesse avuto anche il suo corpo in quel luogo
sarebbe arrossito. Ma quella era una cosa che avrebbe sistemato a tempo debito.
Ora l’Evocazione era terminata e il Drago era comparso.
Avrebbe
accettato ciò che gli stavano chiedendo?
Avrebbe
preso tante, piccole porzioni di anime differenti in cambio di una sola,
un’unica, preziosa vita?
Il
Drago emise un debole sbuffo di fumo dalle grandi narici sul muso
incartapecorito e mosse le labbra d’ombra.
Parlò.
E chiese.
Cosa
volevano? Ciò era stato il frutto della negligenza, dell’ambizione e
dell’aberrazione degli uomini. L’Antica Magia non era la consolazione degli
stolti.
“Ti prego, ti prego, aiutaci!”
dissero quattro anime piangenti, ricolme di speranza e abnegazione, d’amicizia
e d’amore.
Le
labbra evanescenti del drago fremettero. Cos’era? che cos’era quello?
“Amore”
risposero.
Splendente,
oh si, si, accecante come l’Astro del Cielo.
Gli uomini erano ancora capaci di tali sentimenti, di questa gioia
immensa che a loro, stirpe superiore, era stata per sempre preclusa?
“Perché?”
chiese una sola anima.
Il
Drago si voltò e fissò i quattro in uno per distinguere chi avesse parlato.
Era
chiara.
Una
donna.
Il
Drago rise.
“
Perché ridi?!” fece dispiaciuta la voce della ragazza “pensi che sia stupido
chiedere la ragione per la quale a voi è impedito qualsiasi sentimento?”
Donna.
Il Drago rispose. Tu prima degli altri ne puoi capire la degenerazione…tu che
ne sei ferita. E sanguini.
L’anima
tacque per un istante.
“E’
vero. Però io mi sento ricolma.”
Ricolma?
“L’Amore,
l’Amicizia, anche se traditi, riempiono la mia anima e ne accrescono le
potenzialità comprensive”
Non è
stato così per quell’altra donna.
“ Non è
stato così per lei perché si è sentita sola. E perduta.”
L’anima
tacque di nuovo. Un’altra ombra, delle quattro, era agitata. E confusa.
Lasciala
parlare. Gli disse il Drago. L’anima inquieta si placò.
“Quella
donna…quella donna” esitò la ragazza ora dalla forma vivida di fronte al Drago
“ si è sentita persa in un mondo dove non trovava appigli e l’unico che lei
considerava tale pareva averla tradita” si fermò “ però…però non seppe
riconoscere l’esistenza di un’altra persona…era solo un bambino…è un uomo…che
l’ama veramente”
“Basta…ti
prego…” singhiozzò la voce di un giovane alle spalle della ragazza. Anche lui,
ora, visibile.
Si è
dimenticata di te. Non ha avuto fiducia in te. Disse il Drago.
“ No…”
Ti ha
tradito. Ha condannato se stessa. Continuò il Drago.
“No!”
Ha
ucciso…Ti ha sacrificato. Finì il Drago.
“NO!!”
E tu
l’ami ancora? Chiese il Drago.
“ E’
tutto ciò che ho…”
Il
giovane abbassò il volto e pianse. Era solo un bambino. Un bambino chiuso in
una stanza buia. Costruita da lui stesso.
“Ti
prego!” sussurrò la ragazza “ non continuare! Non farlo più soffrire…”
“
Maestro!” gridò la voce di un ragazzino.
“ Fatti
forza!” disse la voce di un secondo uomo.
Egoista.
Le
quattro anime alzarono il volto sul Drago. Stava ridendo.
Egoista.
Il
giovane Stregone con il viso rigato di lacrime spalancò gli occhi. Si trattava
di lui; il Drago stava parlando di lui.
Sei qui
per quella donna…o per te stesso?
“C…cosa?-
Tu non
accetti l’eventualità di perdere l’unica persona che ti è stata affianco sin da
bambino; tutto ciò che tu puoi chiamare famiglia. Non accetti il fatto che lei
abbia intrapreso per sua scelta una strada diversa per la sua vita, lontana
dalla tua. Non accetti il fatto di essere solo. Vivendo nella certezza di
salvarla hai illuso te stesso giungendo fin qui, spinto però unicamente dal tuo
egoismo. Dalle tue paure. Non dal tuo amore. Perché quello vero non sei ancora
in grado di riconoscerlo.
Ma i
tuoi amici…loro sono stati spinti dai sentimenti che li legano a te e dalla
stima che nutrono nei confronti dell’uomo che ospitava il mio corpo.
“No…io…”
Il
Drago sbuffò continuando a sorridere.
Bambino.
Puro . Semplice. Inconsapevole. Confuso. Ecco cosa sei. Non te ne accorgi? Non
sei solo.
Il
giovane Stregone abbassò il volto e fissò le sue mani evanescenti.
“ Che
devo fare?”
Accettare.
Disse
solo l’Antico Drago prima di cominciare a svanire.
Esseri
umani. Fragili. Delicati. Affascinanti.
Ma noi
Antichi Spiriti non possiamo essere confusi come voi dai sentimenti. Noi
deteniamo la Verità, quella frammentata nelle anime, ognuna differente
dall’altra, ognuna reale. Noi ne vediamo l’unità e la bellezza.
Oggi,
voi, mortali, avete avuto un privilegio che non si ripeterà in futuro. Un
momento di tale Verità, un attimo del nostro spirito. E per questo siate
consapevoli di voi stessi.
Le
quattro anime furono spinte indietro. Ma si tennero per mano per non perdersi.
E gli
occhi del giovane Stregone si inumidirono ancora una volta quando comprese ciò
che aveva rifiutato di vedere:la vita che aveva voluto salvare, la felicità che
aveva voluto preservare…era soltanto la sua. Allora strinse più forte le mani
della ragazza e del suo allievo che gli erano al fianco.
-
Beh?cos’hai intenzione di fare ora? – chiese un giovane dai capelli rossi allo
Stregone accanto a lui. Un sole sanguigno tramontava oltre le creste montuose
ad Ovest e proiettava lunghe ombre sulla pietra tombale accanto a loro.
Sopra
non vi era inciso alcun nome.
I due
giovani osservarono la lapide in silenzio, lasciando scorrere gli occhi lungo
le linee curve e convesse che ne disegnavano i contorni. Soffermandosi sul
simbolo del Drago.
- Non
lo so – sospirò infine lo Stregone voltando le spalle al cimitero e scendendo
verso una radura più avanti, alle pendici delle Foresta – credo che sarò
costretto a riportare quei due a casa loro!-
Il suo
amico sorrise scuotendo la testa.
- E
tu?- chiese lo Stregone – che farai?-
-
Rimarrò qui – rispose il giovane con tranquillità – a differenza di te, io
ritengo questa Scuola ancora come la mia casa. Non posso abbandonarla. E poi terrò d’occhio quella donna….cioè il
Maestro…per entrambi-
Lo
stregone abbassò il voltò e lo girò lievemente verso destra. Ma non si voltò
indietro.
-
Potrebbe combinare dei seri guai –
- Già.
Spero allora di poter contare sul tuo aiuto –
- Ci
puoi giurare! – disse solo lo Stregone allontanandosi, mentre agitava una mano
in segno di saluto.
Senza
mai voltarsi indietro.
La
mattina era limpida e il cielo quanto di più terso si era mai visto. L’estate
stava finendo. Una brezza fresca soffiò sui capelli castani di un giovane
addormentato su di un prato.
- Hai
finito di poltrire? – gli chiese la voce di una ragazza.
Il
giovane si smosse, infastidito. Avrebbe volentieri continuato a dormire, ma la
ragazza aveva ragione: aveva qualcosa da fare. Aprì gli occhi nocciola e li
rivolse indietro, verso la ragazza che proiettava la sua ombra su di lui.
-Guarda
che così vedo tutto – disse il ragazzo con un ghigno malizioso.
-
Cosa!- esclamò la ragazza in imbarazzo affrettandosi a coprirsi con le mani –
Brutto stupido pervertito! Come ti permetti!-
- Sei
tu che mi sei venuta vicino – si stiracchiò il giovane con aria strafottente.-
non è mica colpa mia!-
-
Allora è vero! È sempre stato vero!- sbuffò la ragazza seguendolo su per il
pendio – sei proprio un guardone!-
- Non
sono un guardone, lo sai benissimo! – strillò il ragazzo con un ringhio –
quella volta era una situazione particolare!-
-Guardone!
Guardone!-
-
Piantala! – sbuffò infine il giovane esasperato – non avrei mai guardato se
quella roba non mi interessasse!-
Poi
rimasero entrambi interdetti, fissandosi negli occhi.
-
C…cosa?- chiese timidamente la ragazza con lo sguardo azzurro che si rifletteva
in quello nocciola del giovane.
-
Signor maestro! – urlò dall’altro capo della collina la voce dell’allievo – ma
dov’eravate finito? Questa è l’ora della mia lezione! Ve ne siete dimenticato?-
-Arrivo,
arrivo – rispose lo Stregone con un sospiro ficcandosi le mani in tasca.
-
Andiamo?- chiese poi alla bionda ragazza dai lunghi capelli di seta. Il vento
glieli scosse piano e il giovane la fissò per un attimo, negli occhi, immobile.
- Si-
rispose piano la ragazza, con le guance accese. Poi afferrò la mano del ragazzo
e lo trascinò con sé lungo il pendio verso il paese.
Il loro
piccolo paese.
- Bene!
Quando avete intenzion…ma che diavolo state facendo? – esclamò allibito il
giovane Stregone vedendo che i suoi compagni, assieme al cucciolo di drago,
stavano allegramente sguazzando nelle acque limpide di un piccolo stagno.
- Ah,
sei qui! – disse allegra la bionda
ragazza dai capelli di seta sorridendogli.
Il
giovane arrossì suo malgrado e distolse lo sguardo, seccato.
-
Venite, signor maestro! Quest’acqua è caldissima! – fece il suo allievo
eccitato sollevando e agitando le mani.
-
Piantatela di fare gli idioti! Dobbiamo ripartire…- un forte colpo lo raggiunse
alla nuca e lo scaraventò gambe all’aria e faccia in acqua.
-
Ma…che diavolo…? – disse infastidito, sputacchiando acqua tutt’intorno, fra le
risate generali.
-
Finalmente! Stupido Stregone dagli occhi a mandorla! Ho avuto la mia vendetta!-
strillò un omino esagitato dai folti capelli scuri scompigliati e dalle
sopracciglia cespugliose.
-
Fratello…- piagnucolò un secondo omino , occhialuto e dall’aria più mite.
-
Ancora voi! – ringhiò lo Stregone – questa è la volta buona che ve la faccio
ricordare sul serio…-
Di
nuovo un bel tuffo.
- Ma
…ancora?!!- chiese per la seconda volta lo Stregone sputacchiando a stantuffo.
-
Scusami – sghignazzò la ragazza – non avevo intenzione di farti lo sgambetto! –
- Cosa?
– fece il giovane aggressivo – Ehi! Vieni qua! – sorrise mentre la spingeva in
acqua.
- Ben
fatto maestro! – disse il suo allievo concitato.
- Ma
sta un po’ zitto tu! – sorrise lo Stregone spingendolo con un incantesimo in
acqua.
- Forza
fratello! Andiamo! – disse l’omino esagitato – oggi avremo la nostra rivincita!
-
- Ma
fratello…- osò l’altro senza riuscire a finire.
Su ,
nel Cielo stellato, un Drago li guardava benevolo.
Accanto
a lui c’era un uomo, alto, dai lunghi capelli corvini e dai profondi occhi blu,
immensamente dolci.
Il
giovane Stregone alzò lo sguardo al Cielo nell’attimo stesso in cui quelle
sagome sparivano. In tempo per scorgerle.
E
sorridergli.
- Che
fai lì imbambolato! – gli chiese la ragazza sorridente, gli abiti bagnati, i
lunghi capelli umidi.
- Una
trappola! – ghignò il giovane maligno, afferrandola e tentando di sollevarla
per farle fare un bel tuffo. Ma la ragazza fu più veloce. Si slanciò in avanti
e lo disorientò avvicinando le labbra alle sue, veloce, leggera.
E in
quel momento lo avvertì:era un calore, dolcissimo.
Imbarazzato
il giovane lasciò la presa sulla ragazza che fu libera.
-
Stupido! Stupido! – gli disse lei sorridendo, correndo lontano.
- Scema!
– gli strillò il giovane irritato.
- Ah!
Allora è questo il tuo punto debole, maledetto! – disse la voce gracchiante
dell’omino esagitato gettandoglisi sopra e tentando di baciarlo.
-
ARGH!!!! Vattene! Che schifo!! -
- Forza
ragazzi! Adesso!- esclamarono tutti gli altri avventandoglisi addosso, insieme.
-
Piantatela! – rise il giovane mezzo affogato e completamente fradicio, ma
enormemente, immensamente felice.
Con gli
occhi e il cuore pronti ad accogliere una nuova vita.