Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: braver than nana    27/11/2011    6 recensioni
{ Larry senza pretese scritta con il sottofondo di Moment }
Ci misero due settimane, prima di arrivare a quel momento.
Il tempo iniziava a dargli fretta, si erano prefissati entrambi a loro insaputa che avrebbero dovuto trovare l’atmosfera giusta, ma ogni volta che rimanevano soli, accarezzandosi scherzosamente le spalle e la schiena con le mani che tremavano, tutto diventava più difficile.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Francesca.

«Non pensi che dovrebbero darti più assolo?»

«A me? E perché? Il fatto che canto poco rende quelle canzoni speciali. Le persone che mi amano aspettano quella canzone per sentirmi cantare, tu, Zayn e Liam siete troppo scontati e nessuno si entusiasma più.»

«Giusto, non ci avevo pensato.»

«Ecco spiegato il motivo per cui tu sei quello bello e bravo, io quello simpatico e intelligente.»

«Certo, certo. Comunque io amo sentirti cantare.»

If we could only turn back time.

Il loro tempo a disposizione era quasi finito ma loro due, stretti nel letto a due piazze, non se ne preoccupavano più di tanto. Avevano deciso di prendersi quella pausa dopo il piccolo tour europeo per ricaricare le batterie ma, come si poteva immaginare, avevano riposato ben poco.

Vivere tutti e cinque nella casa messa a disposizione dai genitori di Harry era stata una scelta che all’inizio aveva entusiasmato tutti ma col senno di poi, non si era rivelata molto intelligente. La piscina, il giardino, le chitarre e lo spiazzo in cui accendere il fuoco erano stati la loro rovina e, facendo qualche conto, non erano del tutto sicuro di essere riusciti a dormire neanche un paio di ore per notte in quelle tre settimane.

«Dormi?» aveva sussurrato piano Louis, stringendo ancora un po’ il corpo nudo di Harry.

«Non ci riesco.»

«Neanche io.»

Il più piccolo si era girato lentamente nell’abbraccio e si era ritrovato il volto del suo migliore amico a poca distanza dal suo e gli aveva sorriso. Avevano dormito quasi sempre così in quei giorni, stretti nel letto di quella che era la sua stanza per soli tre mesi l’anno, e Harry, ogni volta che non riusciva ad addormentarsi, era contento di avere proprio Louis affianco.

Avevano parlato tanto in quelle tre settimane, in momenti come quelli. Nell’anno che avevano trascorso insieme, fin dal primo istante in cui erano diventati una band, aveva sentito di avere un feeling particolare con quel ragazzo un po’ strano e il tempo non aveva fatto altro che accertare le sue ipotesi. Eppure solo quei giorni finalmente lontani da tutto erano riusciti a far quadrare tutto.

Louis si era infilato nel suo letto già dal primo giorno, quando il padrone di casa era già addormentato e la mattina successiva si era quasi spaventato nel trovarselo vicino. Poi gli aveva dato un bacio sul naso e l’altro si era svegliato sorridendo.

Quella mattina arrivarono per ultimi a colazione perché non si erano resi conto del tempo che passava mentre chiacchieravano e, accidenti, l’ultima volta che avevano controllato era quasi l’alba.

Naturalmente gli altri non facevano altro che prenderli in giro anche se, dopo tutto quel tempo, Harry non capiva come fosse possibile che ancora non si fossero stancati delle stesse battute. Comunque se ne importavano poco e a volte erano proprio loro a incrementare le equivocità, come avevano sempre fatto.

In una delle notti in cui Louis non era riuscito ad arrivare in tempo facendosi rubare il posto da Zayn che, chissà perché, dormiva con il suo giubbotto giallo, Harry aveva sentito freddo tutto il tempo e la notte successiva aveva cacciato chiunque avesse provato anche solo ad entrare nella sua stanza -aveva un letto così comodo, dicevano tutti, anche se in realtà volevano solamente cercare di spiare loro due- fino a quando Louis non era arrivato con solo il pantalone del pigiama, il suo cuscino preferito e un cappello azzurro con i pon-pon. Harry aveva sorriso e gli aveva fatto spazio.

Non riuscirono a dormire perché continuavano a dire di avere freddo, avvicinandosi sempre di più in abbracci sempre più stretti, fino a quando non si ritrovarono a parlottare così piano che a quasi faticavano a decifrare le loro stesse frasi sussurrate direttamente nelle orecchie. Sentirono i rispettivi cuori battere attraverso la pelle sottile e calda, ma non dissero niente quando si accorsero che per niente al mondo avrebbero voluto rinunciare a quel calore.

Ci misero due settimane, prima di arrivare a quel momento.

Il tempo iniziava a dargli fretta, si erano prefissati entrambi a loro insaputa che avrebbero dovuto trovare l’atmosfera giusta, ma ogni volta che rimanevano soli, accarezzandosi scherzosamente le spalle e la schiena con le mani che tremavano, tutto diventava più difficile.

Una notte poi, mentre Harry cercava di contenere le risate per un’altra delle battute cretine del suo migliore amico, successe. Louis si era chinato per cercare di farlo stare zitto, ridacchiando mentre gli nascondeva la testa nel suo petto perché altrimenti avrebbe svegliato gli altri, e poi quando il più piccolo alzò il viso non riuscì a trattenersi.

Aveva uno sguardo così allegro e puro, i suoi occhi erano illuminati solo dalla piccola abatjour sul comodino ed erano di un colore che non aveva mai visto, così lo aveva baciato. Appoggiato semplicemente le labbra sulle sue in un movimento rapido, morbido. Poi si erano studiati per qualche istante e Harry era arrossito violentemente ma non aveva distolto lo sguardo, dilaniato dalla voglia di avere di nuovo quella bocca sulla sua e dall’insicurezza.

«Non c’è niente di sbagliato in questo, piccolo.» aveva detto sorridendo Louis, come se fosse riuscito a leggergli il pensiero. «Ma se ti ha dato fastidio, se tu…»

«No, lo volevo così tanto che non credo tu possa capire. Non riesco a smettere, Lou, non ce la faccio. È più forte di me.»

«Lo so, lo so…»

Si erano abbracciati così stretti che quasi gli mancò il fiato e poi fu Harry a prendere il suo volto tra le mani per baciarlo di nuovo. Pensò che Louis aveva un buon sapore, lo stesso che gli restava sulle labbra dopo aver mangiato qualcosa di molto dolce, e sorrise perché anche se qualcuno avrebbe potuto dire che tutto quello era sbagliato, loro in quel momento erano finalmente felici.

Piansero insieme per qualche minuto, ridendo come bambini ogni volta che dovevano allontanarsi per prendere fiato. Osservandosi con occhiate così profonde da potersi perdere e togliendo gli ultimi indumenti che avevano addosso buttando quegli inutili pezzi di stoffa ai piedi del letto. Volevano sentire, volevano capire fino in fondo cosa volessero dire tutti quei sentimenti che avevano provato a reprimere in quei mesi, avevano bisogno di entrare in contatto in tutti i modi possibili e Harry non riuscì a non sospirare quando i loro due corpi nudi furono così profondamente connessi.

Non avevano intenzione di fare sesso, non ci avevano mai realmente pensato neanche quando quell’intimità li eccitò fin nel midollo, volevano solamente assaporare.

Quello era il loro momento. Lo stavano aspettando, era arrivato inaspettatamente e dovevano viverlo in silenzio e tra le lacrime, come era giusto che fosse. Dovevano cercare di pensare con la propria testa a quello che stava succedendo ma anche provando a ragionare come un’unica entità.

Si baciarono a lungo, con gli occhi chiusi e la bocca aperta. I denti che si scontravano e le lingue perse nella loro danza.

Quando venne mattina si alzarono senza dire nulla e si andarono a buttare ancora nudi e eccitati nella piscina fredda di notte dove continuarono ad abbracciarsi, solo per il gusto di sapere che se erano stretti non avrebbero potuto mai avere freddo.

Adesso mancavano solo poche ore alla partenza, al ritorno alla vita frenetica nella quale erano stati catapultati e alla quale ancora riuscivano a mala pena a tenere testa. Non volevano scendere da quel letto perché da quel momento in poi niente sarebbe stato più lo stesso.

«Hai chiuso a chiave la porta?»

«Sì, lo faccio ogni sera.»

«Potremmo buttare la chiave da qualche parte, potremmo restare qui e basta.»

Louis rise posando un bacio sulla testa riccioluta del suo ragazzo ma non rispose. Avrebbe voluto restare con lui, in quel letto per sempre allo stesso modo in cui glielo stava chiedendo ma sapeva bene che avrebbero dovuto ricominciare a vivere come gli altri volevano che la loro vita fosse vissuta. E aveva voglia di urlare con tutto il fiato che aveva in gola, nei polmoni, in tutto il corpo ma sapeva che non avrebbe potuto fare altro che peggiorare le cose.

Quando Harry iniziò a piangere sulla sua spalla sentì il suo stomaco chiudersi e i suoi occhi pizzicare. Sapeva quanto fosse delicato quel piccolo ragazzino che adorava stringere ogni notte, e quanto aveva bisogno di lui come supporto. Prese il volto spigoloso e pallido del suo amico tra le mani e gli posò un bacio sugli occhi, leccando poi le lacrime salate dalle guance per cercare di portar via anche la sua tristezza.

«Ti giuro che…»

«Non giurare, Lou. Se no poi ci credo veramente.»

«Ti giuro che cambierà tutto. Che niente sarà più come è stato in questi giorni e che sarà tutto immensamente più difficile. Ma che niente, ascoltami Harry, niente mi potrà allontanare da te, niente potrà farmi dubitare di quello che c’è tra noi.»

Gli sorrise, ingoiando i singhiozzi di quel pianto che tanto avrebbe voluto sfogare sui loro cuscini ma che avrebbe dovuto conservare per un altro momento, quando il più piccolo sarebbe stato sotto la doccia e lui avrebbe dovuto fare le valigie. Lo baciò sulle labbra guardando gli occhi di quello splendido ragazzo che aveva davanti stringersi forte, ricacciando indietro le lacrime amare.

Quando il sole iniziò a colorare di rosa il cielo capirono che il loro tempo a disposizione era finito ma loro due, stretti nel letto a due piazze, non se ne preoccupavano più di tanto.

I'll find the words to say
Before you leave me today

«Credo che Moment sia una delle mia canzoni preferite dell’album.»

«Ah sì? A me inquieta un po’, anche se ammettiamolo finalmente mi fanno cantare e tutte le mie fan adoranti mangia carote saranno contente.»

«Perché ti inquieta?»

«Sembra che qualcuno mi abbia letto nel cuore e sia riuscito a scrivere tutto quello che provo per te in quattro minuti. È un po’ riduttivo, non trovi?»

Fine.

Non avrei mai voluto farlo ma alla fine non sono riuscita a resistere. Gli One Direction, per colpa della mia sorellina, sono diventati una specie di droga e questa canzone mi è entrata nel cervello. Fin dalla prima volta che l’ho sentito ho capito che ci avrei scritto qualcosa e questo è il risultato. Naturalmente io credo fermamente nel Larry e spero che prima o poi venga fuori che si amano e bla bla bla, felici e contenti.

Naturalmente, per chi non ha capito, la canzone è Moment!

Baci, Nacchan.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: braver than nana