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Autore: Mama we re All full of Lies    30/11/2011    5 recensioni
-Vedrai che ti piacerà, è pieno di belle ragazze.-
-E di bei ragazzi.-
Sbuffai roteando gli occhi al cielo. Possibile che ai miei non andasse giù il fatto che fossi bisessuale? Loro dicevano che avevo una rotella nella mia testa che non andava come doveva andare, affermavano convinti che loro erano una coppia modello da cui prendere spunto, senza nessun ingranaggio mal funzionante. Peccato che la loro lingua funzionasse fin troppo bene.
Anche ora che eravamo in macchina non facevano altro che dirne di tutti i colori. Ragazzi qui, ragazzi là, ragazzi che ce l'avevano lungo quanto la canna di un fucile. Sentii l'ennesima risatina occupare l'aria e decisi di non farci caso, presi le mie cuffie e mi sparai una canzone dei Green Day a tutto volume. Al Diavolo i miei e le loro fottutissime battute.
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sollevai una palpebra e osservai la stanza, dalle finestre filtrava una gran luce, nel resto della camera una fastidiosa suoneria mi rimbombava in testa. Afferrai il cellulare, Sinfonia numero 9.

Ma vaffanculo.

Mi alzai a stento accompagnato da dei rumori provenienti dalla porta. La raggiunsi sbadigliando, aprii e mi ritrovai Jamia davanti agli occhi. Lei mi guardò, arrossì e subito si coprì il volto con le mani -B...buongiorno, dottore... S...sono le undici e... mezzo, si.-

-Ah, ho fatto tardi... Ehi, ma stai bene?-

Lei annuì nervosamente senza scoprire il volto. Ero così inguardabile quella mattina? Abbassai lo sguardo verso terra e mi sorpresi di riuscire a vedere il mio sesso con tanta facilità.

Frank...

Chiusi la porta sbattendola.

...ma che cazzo di figure fai?

-S...scusami, davvero! Io non...- corsi a vestirmi, afferrai i pantaloni, al Diavolo l'intimo, mi infilai la maglia -al rovescio- e sopra il camice, ripresentandomi alla porta.

-...Facciamo che non è successo nulla?-

Lei annuì -Ok... ehm, mi sono rivestito, adesso.-

Si scoprì lentamente gli occhi -Dottore, sono qui per avvisarla che oggi ha una seduta...- il viso non tornava al suo pallido colore naturale.

-Perfetto. Scusami per il ritardo... Ah, posso darti del tu?-

-Si... si, certo.- si allontanò da me -Seguitemi.-

Bravo, bravissimo Frank. Mi raccomando, adesso mettiti anche a cantare Heidi saltellando e siamo apposto.



 

 


 

 

Presi posto su una delle tante sedie dell'aula comune. Era proprio come nei film, si formava un cerchio e i medici si sedevano attorno ai pazienti e proponevano loro un argomento su cui discutere. Certo, secondo me non serviva a nulla, ma poteva essere interessante. Insomma, mi rendevo conto di non essere l'unico pazzoide sulla faccia della terra e che c'era gente che stava peggio, molto peggio di me.

Mi guardai attorno, Ray mi raggiunse -Sei in ritardo, amico.-

-Si, lo so, ma potevate iniziare senza di me.-

-Senza di te? Oh, no no no, volevo parlarti prima che cominciasse la seduta.-

Lo guardai, era serio. Sorrisi come un ebete -Ne parliamo dopo?-

-No.-

-Oh, ma che peccato, sta per cominciare la seduta.-

I pazienti presero posto attorno a noi. Allora, vediamo, un ragazzo moro, giovane, capelli corti, completamente vestito di nero e imbacuccato dalla testa ai piedi, si isolò dal resto dei pazienti tranne che per un altro ragazzo che era il suo opposto, capelli castani che arrivavano alle spalle, camicia sbottonata.

Accanto a me, alla mia sinistra, prese posto una ragazza -la prima paziente femmina che vedevo nell'istituto!- , teneva lo sguardo fisso sui piedi. Ray mi punzecchiò un braccio -Frank, insisto, devo parlarti assolutamente.-

-Non ora Ray, cominciamo la seduta e basta.- presi dalle sue mani la cartella coi dati dei pazienti -Ninfomane?!-

-Cazzo urli?! Guarda che i pazienti sono matti, non sordi.-

-Si... scusa Ray, ma è... cioè è...-

-Benvenuti alla seduta di quest'oggi. La persona accanto a me è il nuovo dottore appena arrivato nell'istituto, si chiama Frank. Questi invece sono William, Jimmy e Lin...-

-Lyn-z.-

-Come ti senti oggi, Lyn-z?-

-Come sempre... Mi sento male...-

-Quante volte ti fanno uscire, Lyn-z?- chiesi io

-Nemmeno una.-

Guardai Ray -è questo il problema. Soffre di claustrofobia a quanto dicono questi fogli e non la fate mai uscire.-

-Non ne ha bisogno. Frank...- mi prese per un braccio -Cosa ti ha fatto?-

-Chi?-

-Gerard, chi... Intendo ieri.-

Tornai a leggere i fogli -Niente.-

Sgranò gli occhi -Oh mio Dio, parli come lui! Cosa cazzo ti ha fatto?-

-Ray, lui...- evita di dire niente o questo qui si butta fuori dalla finestra -Mi ha fatto delle domande. Voleva sapere se aveva un bel corpo...-

-Tu che gli hai detto?-

-Un "si" freddo e distaccato.-

Mi lasciò il braccio -...Bravo. Non farti mettere i piedi in testa da lui, né devi fartelo come nemico.-

-Non sembra pericoloso.-

-Sembrare, verbo azzeccato. Non fidarti delle apparenze. E ora, grande dottore, facci vedere come te la cavi coi pazienti.- mi tirò un colpo sull schiena e per un momento vidi le stelle. Maledetto Ray.

-Ehm... William, giusto?- cominciai io incrociando il suo sguardo

-...Giusto.-

-Qui c'è scritto che sei qui a causa...

-Non mi piace che qualcuno lo ricordi.-

-...di uno strupro. Ah... ops.- sorrisi e lui mi fulminò con lo sguardo

-Quale altre fottutissime terapie devo fare per guarire?-

-Guarire dal che?- chiesi io

-Dallo sporco.-

-...Si. Ok. Sai, credo che lo sporco tu l'abbia tutto qui dentro.- indicai il cervello ed osservai il ragazzo accanto a lui,Jimmy -Sai invece a te cosa serve?-

-No, cosa?-

-L'amore, innamorarsi di qualcuno. Magari smetti di desiderare i... Insomma, hai capito.-

-Dottore, le assicuro che tutto quello di cui ho bisogno è di una doccia fredda ogni tanto per placare le erezioni. Tutto qua.-

-...Perfetto, fine della seduta.-

-Frank. Stai. Seduto.- Ray mi ruggì contro e io mi paralizzai. Con tutti quei capelli sembrava un leone. -Non so come funzionava da te, ma qui da noi bisogna trascrivere terapie o medicinali utili ai pazienti.-

-Ray... loro non hanno bisogno di un aiuto da parte del nostro campo. Una deve prendere una boccata d'aria di tanto in tanto, uno deve innamorarsi e l'altro... Bé, forse ci vuole una lobotomia per il terzo.-

Lui scosse la testa -Tu non capisci.- si alzò e prese Lyn-z per un braccio -Andiamo, è l'ora del riposo pomeridiano.-

-Non ti preoccupare.- intervenne Jimmy -Quando i dottori non sono efficienti, s'incazza.-

Lo guardai allontanarsi -Tu, ninfomane del cazzo, stai zitto.-

-Brutto gioco di parole.- scoppiò a ridere

Presi un pennarello verde e scrissi sul suo braccio "I love my dick". Lui sembrò deluso -Ho provato, non mi da molta soddisfazione da solo.- prese il dorso della mia mano e scrisse "I love people's dicks." Io strusciai la mano sul camice, l'inchiostro non andava via.

-Non ti piacciono?-

-Mi hai scambiato per una donnetta di facili costumi?-

-Allora dammi la mano che cambio la scritta.- stappò il pennarello e cominciò a scrivere -I... love... Come si chiama la persona che ti piace?-

-Al momento non mi piace nessuno.-

-Ok, un tuo amico? Parente?-

-Io non succhio i cazzi ai miei parenti!-

-Ti scrivo un'altra cosa allora.-

Ci pensai un secondo distogliendo lo sguardo dai suoi occhi nocciola. La prima figura che mi balenò in testa, mio padre, la seconda mia madre, poi mio cugino... Ma un solo nome mi risalì fino alla punta delle lingua.

-...Gerard.-

Finì di scrivere: "I love Gerard's dick."

-'Fanculo, stronzetto.-

Scoppiarono entrambi a ridere -Eppure stai diventando rosso.-

-Andatevene, bambini, per oggi ne ho già le scatole piene...-

-Le palle piene...-

-Ho detto Scatole.-

Si alzarono e cominciarono a correre -Ti castro se continui così, Jimmy!-

Sparirono dietro un corridoio, rimasi solo. Solo sotto lo sguardo di una decina di medici -Che volete? Tornate al lavoro.-

Uscii dalla stanza, girai a sinistra, a destra, nuovamente a sinistra. Mi ero perso. Girai almeno sette stanze e, alla fine, ne aprii un'altra. Una sbagliata. -Ray?...-

Lui si staccò subito dalla sua paziente -Frank. Cazzo... Ti... ti prego, non dire nulla a nessuno... soprattutto al direttore.-

Guardai prima lui e poi Lyn-z -Voi... da quando?-

Lei si passò una mano sulla bocca come per togliere dalle labbra macchie invisibili di quel loro bacio, si tirò su la spallina del reggiseno e recuperò la maglia poco lontana. Ray si tirò su la zip dei pantaloni. -Due anni. Frank, per favore, promettimi che non dirai nulla.-

Indietreggiai -Frank! A...aspetta!-

Scossi la testa -Continuate pure a scoparvi.- e me ne andai, lasciai Ray a bocca aperta, ma non detti peso.

-Frank.- mi girai -Stasera alle undici e mezzo nei miei alloggi.-

-Solo se si beve qualcosa.-

Lui annuì -Per favore...-

-No, non dirò niente.-

 

 

 

 

 

 

 

 

Finii di scucire anche l'ultima fila di quello che qualche ora prima faceva parte del grosso tappeto della mia stanza e che ora era una semplice collina soffice di filo colorato. Mi ci stesi sopra, non volevo controllare l'orologio ma dalle finestre vedevo che era ancora giorno. Sbuffai, avevo buttato giù un paio di bicchierini ma continuavo a pensare a Ray e alla sua scopamica. O fidanzata forse, chi lo sa. O magari lei non era capace di intendere e di volere e lui la utilizzava come oggetto nelle sue perversioni sadomaso. Sorrisi a questo pensiero, non era affatto male, potevo convincerlo a fare una cosa a tre prossimamente. Adesso mi immaginavo Ray come un grande sporcaccione. Scoppiai in una sonora risata e mi rotolai sulla matassa di fili.

Bussarono alla porta, mi alzai ed aprii -Ehi, Jamia.-

Lei sorrise -Avevo quasi timore di rivederla nudo, dottore.-

-Acqua passata. Entra pure.-

-È successo solo stamatt... ma che Diavolo...?-

-Fili.-

-Fili?- rise anche lei

-Si. Dai, vieni.- la presi per una mano e la feci cadere sui fili. Lei comincò a ridere, paonazza in viso, mentre io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo seno. Perché andava su e giù a ritmo delle sue risate.

-Lei è matto, dottore.-

Su e giù... -Dovevo ammazzare il tempo.-

Avanzai di un passo e persi l'equilibrio. No, ok, ammetto che l'ho fatto a posta, ma una scopata inizia sempre per sbaglio... o no?

-Ah!- ritirò le mani al petto, i suoi occhi che si perdevano nei miei. -D...dottore...-

-...Si?-

-Le ho mai detto che la trovo molto... sexy?-

-E a te sta bene la divisa. Lascia intravedere ogni cosa.-

Lei rise e mi fissò. Un secondo dopo le nostre labbra erano incollate tra loro.

Due secondi dopo e le sue mani erano sul mio corpo.

Tre secondi dopo e i suoi vestiti, i nostri vestiti erano già sparsi per la stanza.

Aveva un corpo magnifico, magra ma non troppo, gambe lunghe, curve da urlo, capelli morbidi, quasi li avrei sniffati mentre entravo piano in lei, avvicinando il mio viso al suo, per sentirla, per farmi sentire, e in poche spinte diventammo un tutt'uno. Era sicuramente meglio questo che della sera precedente.

Senza ombra di dubbio.

-F...Frank...Ah! Continua, si!-

Aumentai le spinte, i cuori che correvano all'impazzata. Ansimai, lei emise l'ennesimo gemito, uno più acuto dell'altro. Non m'importava se qualcuno ci avrebbe sentito, anzi, sarebbe stato ancora più eccitante.

-...Chiamami...-

Sorrisi e cominciai a invocare il suo nome, come lei stava facendo col mio già da un pò, quasi ora appariva alle mie orecchie come una cantilena.

Jamia.

Jamia, sempre più forte.

Frank, un grido di piacere che esce dalle sue piccole labbra. Sembrava tutto scritto su un copione, le battute di due innamorati, solo pronunciate un'ottava o due più sopra.

Jamia... M sento vicinissimo al culmine.

E a quel punto il nome si evolve.

Cambia lettere, cambia pronuncia, cambia suono. Non ci fo caso, continuo a spingere, ributto giù quel nome, non voglio che esca dalla mia bocca. Potrebbe essere un insulto, non voglio insultare la ragazza, non voglio che pensi male di me.

O forse è altro. Lo trattengo, do la precedenza ad altre esclamazioni di piacere. Ma lo sento amaro sulla lingua, scivola, quasi mi muore in gola. E allora ho bisogno di spingerlo all'esterno.

 

 

...Gerard...

 

 

Uscii da lei un secondo prima di eiaculare, stendendomi sulla matassa sfatta di fili, nettamente diminuita di volume. Stiamo ancora ansimando, sembra soddisfatta. Ancora sotto l'effetto dell'orgasmo si stringe a me ed io comincio ad accarezzarle la testa -Non credevo che fosse così, dottore...-

-Dubiti forse delle mie prestazioni?-

Sorride e chiude gli occhi, accoccolandosi con il viso rivolto al mio petto. -Posso farle una domanda?-

-Certo.-

-...Ha... detto qualcosa mentre lo facevamo?-

-Solo il tuo nome.-

-Mi era sembrato di sentire... No, nulla. Sarà stata una mia impressione.-

-Hai gli occhi buoni, Jamia, ma il prosciutto nelle orecchie.-

Scoppiamo a ridere.

Per poco non mi facevo scoprire.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Alle undici ero già davanti la stanza di Ray. Lui aprì sorridendo debolmente, sembrava imbarazzato, però si fece comunque da parte -Vieni, entra.-

La sua stanza era molto simile alla mia, cambiavano solo pochi mobili. -Regali.- disse lui notando che ne stavo fissando uno in particolare -Dai parenti, dagli amici, dagli ex-compagni di corso...-

-A me i regali non me li fa mai nessuno.- prendo posto su una poltrona e lui serve da bere. Intreccio le mani, gioco con le dita, mi accorgo di essere nervoso. Anche se siamo in pieno agosto e sono seduto davanti al caminetto acceso, ho accuratamente scelto di indossare una maglia a maniche lunghe, Ray non abbia a pensar male leggendo le scritte che Jimmy mi aveva lasciato sul braccio.

Lui si siede davanti a me e incrocia il mio sguardo. Di sicuro pensa che sono agitato perché li ho beccati mentre si sbaciucchiavano -Ray...-

-S...si?-

-Auguri e figli maschi.- sorrido a trentadue denti

-Brutto figlio di puttana.- ride e ci abbracciamo.

 

E anche questa è fatta.  











__________________________________________________
Scusate il ritardo. E non uccidetemi se ci sono errori grammaticali, non mi funziona il correttore automatico. 
Vi ringrazio davvero per tutte le recensioni che avete lasciato, ma anche chi segue questa storia rimanendo nell'incognito. 
Incognito, lol. 

P.s: ... si dici eiaculare, si?

  
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