Questa fan fiction partecipa al "Christmas Countdown 2011!" indetto dal « Collection of
starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 ».
Quello che non ho
Quello che non ho è un
orologio avanti
per correre più in fretta e
avervi più distanti,
quello che non ho è un
treno arrugginito
che mi riporti indietro da
dove sono partito.
Fabrizio De André
Aveva
osservato l’avvicinarsi del Natale, di quella neve delicata che scendeva dal
cielo, che frattanto si vestiva di bianco. Il firmamento elogiava quella
festività a lui sconosciuta – non c’erano
mai stati doni splendenti per lui, né abbracci dolcissimi a fargli la veglia
durante i sogni più oscuri.
I fiori
tra i capelli di sua sorella Rebekah erano sempre stati di una bellezza quasi
dolorosa e amara; sua madre li rianimava, anticipando la primavera; Mikael,
invece, provvedeva a poggiarli su quelle chiome setose dal colore del miele.
Quell’anno
non ci sarebbero state tradizioni. Il freddo si insinuava in ogni ricordo,
mentre i sorrisi, il calore e la felicità sembravano come risucchiati dall’eterno
pentirsi di non essere mai stati sinceri, leali – e venne l’inverno che uccide il dolore.
Gli
sguardi complici di Rebekah ed Elijah non li aveva mai avvertiti tanto distanti
– perché gli occhi erano freddi e non
erano buoni.
La
pelle fu baciata da un bagliore di sole quasi irrispettoso, e fu come se avesse
violato quel momento straziante; come se, inaspettatamente, avesse provato a
sciogliere un cuore che amava proteggersi con l’inganno.
Aveva
sempre saputo di essere destinato alla corona, alla potenza – rinunciando a quei fiori e a quella
primavera d’inverno – ma non aveva mai creduto di poter costringere il
tempo a mutare per assomigliare al suo passato gemello. Perché anche il tempo
aveva dei figli di cui si vergognava – e
li teneva rinchiusi, in catene, alimentando quell’odio. Gli uomini neri sono
il tempo che non tornerà più. Tempi che Klaus temeva – perché la felicità non
gli era stata insegnata, né lui avrebbe voluto apprenderla.
La
porta cigolò, lentamente, come mossa da dita fragili e docili, che si sarebbero
spezzate con un solo soffio. Dapprima intravide le ciocche, poi il vestito
rattoppato e tinto di blu, come a volersi improvvisare cielo – Klaus ed Elijah erano le sue stelle, quei
puntini luminosi da seguire finché non avrebbe chiuso gli occhi.
“Nik,
non vuoi venire davanti al camino?”
Si
voltò. E lo vide, il segreto di quella donna, che prima di tutto era sua
sorella. Lo trovò in quegli occhi lucidi di lacrime che quasi parevano pietre,
tanto erano restie a carezzarle il volto. Il segreto di chi, forse, non aveva
mai smesso di credere e di dormire coi sogni in gola, pur di rivivere il
passato – perché Klaus era e sarebbe
sempre stato un vampiro di luna e figlio di cane. Per lui i segreti erano
delusioni; per Rebekah, invece, erano visioni d’amore e crimini inconfessabili.
I
ricordi di un Natale alla vecchia maniera erano difficili da dimenticare – ma ancora alla luna Rebekah avrebbe voluto
narrare la storia di un fiore appassito a Natale.
Klaus
annuì. La neve che teneva in mano si sbriciolò come creta tra le dita di un
artista distratto. Essa finì sulla terra e andò a confondersi con il fango;
nemmeno lei poteva dirsi più immacolata.
Nessuno
di loro lo sarebbe più stato.
Non cercare la felicità
in tutti quelli a cui tu
hai donato
per avere un compenso.
Corale
Note finali:
Era da
un po’ di tempo che cercavo di scrivere qualcosa su Klaus, Rebekah ed Elijah;
l’iniziativa del CoS mi ha dato l’opportunità
di farlo e ne sono felicissima! La frase che ho scelto – “i ricordi di un Natale alla vecchia maniera
sono difficili da dimenticare” – ha subito evocato in me un Natale un po’
triste; ricordi che avvolgono Klaus e che purtroppo lo fanno sentire quasi umano.
Consideratelo
un piccolo regalino di Natale in anticipo. Un po’ come la primavera
impercettibile di questa flash.
- - La flash è stata betata da Alexluna, che ringrazio
infinitamente per la disponibilità.
- - La flash è collegata a Moonlight Sonata, la storia che sto pubblicando. Inoltre farà
parte di una Saga.
- - “Quello che non ho” è una canzone di De
André, oltre a ciò riprende la citazione d’apertura; quella finale, invece, è
sempre di De André, ma tratta dalla canzone “Corale”.
- - “E
venne l’inverno che uccide il dolore”, “i suoi occhi erano freddi e non erano
buoni”, “ma ancora alla luna Rebekah avrebbe voluto narrare la storia di un fiore
appassito a Natale” – le ultime due sono state riadattate – tutti versi della canzone “Leggenda di
Natale” di De André.
- - Al solito vi lascio il link del mio gruppo
d’autrice su facebook, nel caso interessasse a qualcuno: QUI.
A
presto con l’aggiornamento di Moonlight Sonata!
Des.