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Autore: LaU_U    01/12/2011    6 recensioni
Quindi era reale.
Quel quadratino esisteva.
Era davvero scivolato dallo zaino aperto di sua figlia quando l’aveva rovesciato per sbaglio durante le pulizie.
Un preservativo.

Qual è uno degli incubi maggiori di Castle se non quello di veder crescere troppo in fretta la sua bambina?
Partecipo alla challenge "Just use a condom, please!", indetta dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Castle, Ashley, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo del tempo libero'
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Fanfiction partecipante alla challenge Just use a condom, please!, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »



Il sangue gli si raggelò nelle vene. Rimase paralizzato alcuni secondi a fissare a bocca aperta l’oggettino caduto sul pavimento. Era sicuramente un’illusione. Non sarebbe potuto essere altrimenti. Non c’era spiegazione più logica che un’allucinazione dovuta alla stanchezza o a una qualche malattia letale che non si era ancora manifestata fino a quel momento. D’altronde cosa se ne sarebbe fatta sua figlia di un…
Si chinò per raccogliere quell’inganno dei sensi e si rese conto che riuscì effettivamente a sollevarlo. Con uno scatto di disgusto lo lanciò via e ritrasse le mani al petto.
Quindi era reale.
Quel quadratino esisteva.
Era davvero scivolato dallo zaino aperto di sua figlia quando l’aveva rovesciato per sbaglio durante le pulizie.
Un preservativo.
 
Alexis entrò nella stanza in quel momento, seguita dal suo ragazzo.
«Ciao papà. Che ci fai qui?»
«Buonasera signor Castle.»
L’uomo li fissò balbettando un saluto.
«Ashley è venuto ad aiutarmi per un compito. Ora ci mettiamo qui a studiare, ok?»
Sua figlia era un’ottima studentessa, non aveva bisogno di aiuto. Quella storia non lo convinceva.
«Un compito?»
«Sì, una ricerca di scienze.»
«Di scienze?» domandò scrutando l’ometto che aveva di fronte dritto negli occhi. «E quale sarebbe l’argomento?»
«Le unità di mi…»
Lo scrittore interruppe la risposta della figlia:
«Stavo chiedendo ad Ashley. Lui lo conosce l’argomento?»
«S-sì, certo. Le unità di misura astronomiche. Anno luce, Parsec, anno siderale e via dicendo.»
«E via dicendo?» Non sembrava particolarmente preparato.
«Esatto» disse Ashley titubante.
«Va bene, papà» tagliò corto lei allibita per tutte quelle domande, spingendolo fuori dalla porta. «Ora ci lasceresti studiare?»
«Qui dentro?»
«Sì, qual è la novità?»
«Beh, ecco…»
L’occhio di Richard cadde sul preservativo finito ai piedi del letto. Alexis seguì la direzione dello sguardo; non appena comprese, arrossì violentemente.
«Hai frugato nel mio zaino?»
«Io non ho… Allora ammetti che è tuo?» domandò andando a raccogliere il profilattico della discordia.
«Non… Ne riparliamo più tardi.»
Lui non avrebbe lasciato la sua bambina in camera da sola con quel satiro.
«Quindi è così che stanno le cose fra voi due?»
«Papà, dovresti fidarti di me. E poi credo di essere abbastanza grande per prendere le mie decisioni» replicò, continuando a far retrocedere l’uomo verso l’uscio.
«Hai solo diciassette anni.»
«Esatto. E credo che alla mia età tu…» Non ebbe il coraggio di proseguire, né di immaginare oltre.
Al contrario, diversi ricordi si fecero strada nella memoria di Richard legati alla propria giovinezza. Pensare a sua figlia nelle stesse condizioni lo face trasalire.
«Infatti so esattamente come funzionano gli ormoni di un adolescente» spiegò, osservando Ashley con occhi minacciosi.
«Signor Castle, guardi che io…»
«Non gireranno altre cose come questa, né in casa mia, né altrove» intimò Richard sventolando il preservativo.
«Vorrà dire che faremo senza» concluse la ragazza che, essendo riuscita man mano a farlo arretrare, sbatté la porta in faccia al padre e girò la chiave nella serratura. Lui si ritrovò a fissare la superficie di legno in uno stato di confusione.
«Alexis? Apri.»
Nessuna risposta.
«Al?»
Dentro la camera tutto taceva. Lo spettro di malattie veneree e gravidanze indesiderate venne ad infestare l’animo dell’apprensivo genitore. A quel punto le soluzioni sarebbero state solo due. Si ritrovò a dover scartare la prima - uccidere o ricattare Ashley – in quanto troppo Shakespeariana o cinematografica, e, memore di alcuni consigli di Beckett sul non opporsi alle faccende di cuore di una figlia innamorata, ripiegò quindi sulla seconda:
«Va bene. Ok, potete usarlo un preservativo. Uno solo. Non ora, però.»
Silenzio. E se avessero già cominciato?
«Alexis?» chiamò, con un groppo in gola.
«Papà, dobbiamo davvero studiare, lasciaci in pace.»
«Sì, sì, certo» acconsentì allontanandosi.

Forse quello era tutto un brutto sogno. In fondo Alexis era solo una bambina, era troppo piccola anche solo per pensare a cose del genere, figuriamoci per farle. Al suo prossimo compleanno le avrebbe regalato una bambola, il peluche di un coniglietto e una corda per saltare. Sarebbe stato perfetto. E non ci sarebbe stato nulla che la sua Carotina avrebbe gradito di più.



 

*****

E' un po' che non pubblico e questa one-shot è nata in maniera inaspettata questa sera, quando ho letto dell'iniziativa che ho citato prima del testo. Il 1 dicembre è la giornata mondiale della lotta all'Aids, l'argomento è rilevante, l'opportunità mi sembrava interessante ed è uscita questa fanfiction dall'argomento insolito.
Spero vi sia piaciuta e vi abbia divertito. L'argomento "preservativo" non è stato trattato in modo serio, ma l'ho sdrammatizzato. Forse sono finita un po' OOC e mi spiace.

Il nomignolo Carotina l'ho preso in prestito da Madeitpossible, che ha letto in anteprima la storia, e glielo dedico. Sei proprio una capra muschiata! :P

Grazie ai lettori e ancora più grazie ai commentatori!
Dite la vostra, positiva o negativa che sia
:)

   
 
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