Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    02/12/2011    2 recensioni
Il Natale vissuto sotto due ideologie differenti. Un uomo malinconico ed una ragazzina fresca e vitale. In apparenza i loro destini sono bloccati da un semaforo rosso, ma l'inevitabile farà si che la Dolce Magia renda possibile l'impossibile.
Quell'anno, il natale bussò alle porte dell'Amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Che bello, è arrivato dicembre e con esso si aprono ufficialmente i preparativi per le feste di Natale. 
L'anno scorso avevo una tale voglia di natale, che ho creato una ff con protagonisti Maya e Masumi, interamente dedicata a questo tema. L'idea era quella di far vedere come due modi di vivere il natale possano essere del tutto stravolti con l'unione dei sentimenti.
Oggi vi posto i primi due capitoli, ci tengo a precisare che la ff è conclusa, quindi state tranquilli, non rischiate di leggere il finale nei prossimi natali XD
Grazie a tutti, commentate se vi va...


Capitolo 1

Il natale, la festa che ogni pensiero porta via…Già, ogni pensiero…

Maya Kitajima è una ragazza nella norma: non è troppo bella, non ha segni particolari, non è mai stata brava a scuola… Ma in se è racchiuso un grande dono: l’istinto per la recitazione.
Da bambina Maya era derisa dai suoi compagni, una bambina troppo comune per essere considerata. La madre soffriva per queste sue debolezze ed anche se non glielo diceva apertamente, soffriva per aver dato al mondo una vera nullità. Sembrerà strano, ma a Maya quasi non importava…
Spesso non sentiva le accuse che le venivano inferte, non sentiva la madre lamentarsi sottovoce per la nullità della figlia di portare persino delle ciotole nei tavoli del locale, Maya non vedeva chi la guardava ridendo del suo aspetto… Maya semplicemente era occupata a fare altro.
Per la maggior parte del tempo, ammirava gli sceneggiati televisivi, o sbirciava nei cinema e teatri della città. Più i giorni passavano, tanto lei si riscopriva sempre più attirata da quello strano mondo. Ai suoi occhi la recitazione, assumeva i mille colori dell’arcobaleno. Nonostante, fino a qualche attimo prima, la tempesta inforcava il suo cuore, i mille colori ne prendevano il posto formando l’arcata del sogno e del desiderio.
Sì, sentiva gridare prepotente quel forte desiderio di provare a recitare. Così, mentre gli altri si preoccupavano a scegliere i cartoni animati preferiti, lei semplicemente li metteva in pratica… Che fosse in uno splendido parco o nel bagno di casa sua, Maya adorava ripete le battute di ogni anime; ma non si limitava a questo. Crescendo aveva iniziato ad apprezzare i drama ed i film; in qualsiasi modo, di qualsiasi genere, con qualsiasi attore, non le importava, voleva solo assaporare ogni attimo di quella sublime arte e farla sua… Sembrava stupido, ma anche attraverso la tv, poteva sentire la vera essenza di ogni azione… E così, lasciandosi cullare da quelle dolci parole che risuonavano come musica in lei, le mani, le gambe, la bocca… Ogni cosa in lei prendeva l’iniziativa e d’istinto ripeteva ogni singola battuta di quella qualunque cosa… Sua madre la sgridava “Se invece di fare la scalmanata, dedicassi tutta questa grinta al lavoro, ci ritroveremo con meno ciotole rotte…”
Non le dava torto, aveva tutte le sue motivazioni per sgridarla…
Nonostante tutto, Maya cercava veramente di dare il massimo in quello che faceva, ma spesso non basta la “volontà”, almeno non quando la testa vola inesorabilmente verso il film visto il giorno prima…
Ma all’insaputa di tutti, aveva un grande pubblico ad assistere ad ogni sua interpretazione… Altri bambini.
All’età di 8, faceva i suoi piccoli spettacolini all’aperto, non ci voleva molto, giusto un lenzuolo per fare un mantello ed un rametto per fare una forte spada, ed ecco prender forma un meraviglioso cavaliere, pronto a sfidare fuoco e fiamme, pur di liberare la sua amata principessa dalla cima del castello.
Ogni giorno si riscopriva sempre più innamorata di quel mondo che non l’apparteneva. Finalmente era libera di quelle catene che la rendevano prigioniera di un mondo che non l’apparteneva. Al suo pubblico non importava chi era o cosa faceva nella vita, rideva semplicemente alle sue battute, o piangeva in seguito a qualche pezzo commovente. Ora sentiva di non poter più uscire da quel dolce vortice in cui era entrata.
Così Maya passava ogni giorno dell’anno, ma c’era un momento dove tutto cambiava… Il natale.
Nonostante non facesse parte della cultura giapponese, ma occidentale, il natale era entrato di diritto tra le feste dell’anno… Maya era incantata dalla magia che essa portava, ma non solo.
I problemi, le litigate, gli insulti… Il natale li portava tutti via per lasciare il posto a tanto amore ed armonia…
Già dal 7 di Dicembre, Maya, sua mamma e tutti gli altri, iniziavano a riempire di luci e striscioni ogni angolo del locale. E poi era come un magnifico sortilegio… Le luci colorate gridavano la loro felicità, infondendola in ogni singola persona che entrava lì dentro.
Maya adorava fare l’albero, un abete alto quanto il soffitto, veniva posto ad un angolo del locale. Era lei a sceglierne i decori, la mamma era troppo occupata a lavorare, mentre gli altri preferivano dedicarsi a quelli di casa propria. Così, girava felice per la città, non si limitava a camminare, ma saltellava tra le piccole piastrelle del marciapiede, spesso cercando di atterrare al centro esatto di una di esse e quando ci riusciva rideva immensamente. Se alzava lo sguardo poteva vedere sopra di lei le luci colorate che formavano un tappeto sopra la testa. Sembravano tante stelle, solo ricche di tutti i colori. Dalle vetrine poteva scorgere immensi alberi pieni di palline e fiocchetti con in cima una grande stella; in altri vi erano dei grossi babbo natale fatti in cotone o di altri materiali; con delle bombolette a spray si riproducevano nei vetri le renne, la befana, l’albero e le casette col fumo che usciva dal camino.
Camminare sotto quel finto cielo stellato, era per lei una gioia immensa, si sentiva felice come mai nell’arco dell’anno. Oltre agli addobbi, era solita comprare qualche piccolo regalo per la mamma e gli altri, gli voleva un bene immenso, inoltre cercava di “riscattarsi” dai guai combinati con i regali, seguiti da un impegno davvero estremo nei giorni di massime richieste come vigilia di natale e capodanno.
Mentre cercava i decori, ne approfittava per adocchiare qualche nuova stoffa o accessorio per creare nuovi personaggi, ma aimè non poteva comprarli subito. Pazientemente attendeva la notte di natale che la mamma e gli altri le davano il loro regalo, che quasi sempre erano in valore liquido. Certo, la paura di non trovare più quello che le piaceva era tanta, ma non poteva fare davvero altrimenti.
Gli anni passavano in fretta per la piccola Maya, con essa crescevano i problemi di ogni giorno, ma di due cose non si stancava mai: gli spettacoli al parco ed il Natale.
Ricordava bene l’ultimo natale passato con la mamma. All’inizio la ruota si ripeteva come ogni anno: ammirare le luci, preparare i decori, saltellare felice per strada, pensare ai regali… Tutto nella norma. Ma prese decisamente un altro aspetto la notte della vigilia di capodanno, quando per poter andare al teatro e vincere la scommessa, si dimenticò di ogni cosa pur di consegnare ogni ciotola prima di mezzanotte. Forse era il primo anno che aspettava la mezzanotte per un motivo diverso dal solito “festeggiamento”.
Quella notte ebbe inizio il suo “vero” destino… Incontrare la maestra, innamorarsi per l’ennesima volta del teatro, prendere consapevolezza della poca compatibilità tra lei ed il mondo di allora… Ma soprattutto incontrare lui… Si ricordava a distanza di anni la strana sensazione provata al loro incontro. Non aveva mai visto un uomo tanto bello, che stupida ch’era, proprio una ragazzina. A 13 anni, non si sa cosa sia il colpo di fulmine, ma ora, alla veneranda età di 21 anni, capisce che quello era proprio un “colpo di fulmine”. Certo, col tempo aveva iniziato ad odiarlo, ma quando aveva scoperto la vera identità dell’ammiratore, capì i suoi veri sentimenti, quelli che si negano anche a se stessi, per paura o semplicemente perché crediamo risulti davvero impossibile che un uomo bello, ricco, freddo, che magari vi fa pure capire che siete solo una ragazzina, possa anche lontanamente considerarvi…
Da quella magica notte la vita di Maya cambiò drasticamente: era scappata di casa per inseguire un sogno che fino a poco tempo prima avrebbe creduto irrealizzabile, ma è rischiando che s’impara a vivere realmente.
Ora che sua madre era morta, la magia del natale era l’ultimo legame che condividevano, il loro rapporto alla fine, si concentrava in quei magici giorni; il taglio con il passato aveva un filo sottile che coincideva con il presente, il natale.
Camminando tra quel fascio di luce che tanto amava da bambina, circondata dallo sfarzo delle vetrine, dalle chiacchiere eccitate dei passanti, sentiva il calore del natale invaderle l’anima, a cullarla come un timido fuocherello che cerca di riscaldare gli uomini, che imperterriti continuano la loro scalata ininterrotta sulla cima dell’Everest.
Nonostante gli ultimi anni abbiano portato tanti cambiamenti, sentiva ch’era pronta a condividere la magia di quella festa con una persona speciale.
Si fermò davanti ad un negozio di abbigliamento, dove un manichino con tenuta elegante indossava un simpatico cappello da Babbo Natale. Delicatamente posò una mano sulla superficie del vetro, sorrise facendo uscire un alone di fumo dalle sue labbra.
“Masumi…” si ritrovò a pensare… Come avrebbe voluto, almeno per quell’anno, condividere la più bella delle feste con la persona che amava con tutto il cuore…
Sospirò rassegnata, la mano scivolò pesantemente su un fianco e riprese a camminare nelle vie della luce.
Quello era il primo natale che non riusciva a scacciare proprio “tutti” i pensieri… Il suo viso tornava prepotentemente a farle visita ogni qual volta vedeva un minimo riferimento che le ricordasse lui…
Ripensò al manichino appena visto. Si girò verso la vetrina di un altro negozio, ma solo per vedere la propria immagine riflessa su di esso. Un leggero risolino uscì dalla bocca, che pian piano si trasformò in una risata, talmente assordante che si dovette piegare sulle ginocchia per ritrovare l’equilibrio interiore… Masumi Babbo Natale, niente di più buffo, ma ripensandoci sarebbe stato il babbo natale più bello del mondo…
Eh si, crescendo i propri pensieri e le priorità cambiano con esse… Il suo sogno di accostarsi al teatro si stava pian piano realizzando, grazie anche alla candidatura alla dea Scarlatta…
Ma le mancava ancora una cosa… Avere il “SUO” amore…
Riprese a camminare tra le vie delle stelle multi-color. Quest’anno il natale aveva fallito, non le aveva portato via il pensiero di lui, ma forse era meglio così. Il natale aiuta anche a ritrovare la sintonia con chi ci sta intorno.
Signor natale, tu che mi hai cullato in questi anni, porta quest’ultima cosa al mio piccolo cuore che chiede solo di essere amato, fa che questo natale possa trasformarsi in una dolce magia…

Capitolo 2

Il natale, la festa che ogni pensiero porta via… Già, ogni pensiero…

Masumi Hayami è un uomo dalle mille potenzialità: è bello, intelligente, ricco, ha il potere nelle sue mani. In poche parole è l’uomo che ogni donna desidererebbe avere al suo fianco per tutta la vita. Eppure Masumi si sente la persona più vuota ed infelice del mondo. Le sue qualità non lo aiutano a condurre una vita serena; anche se ogni donna lo vorrebbe con se, nonostante ne abbia una accanto davvero bellissima, Masumi Hayami è profondamente solo ed infelice.
Da bambino, Masumi era rispettato dai compagni d’asilo, ognuno di loro portava una sorta di venerazione per quel bambino così “fascinoso”, ma nonostante questo, Masumi non aveva amici. A casa la situazione non era delle migliori… Abitava con sua madre, che faceva da cameriera presso casa Hayami. Sapeva che sua madre amava quell’uomo, ma non lo prendeva molto sul serio. Nella sua infanzia non aveva particolari hobby o passioni, faceva semplicemente quello che gli veniva richiesto senza porsi domande.
Quando poi era stato designato figlio adottivo del signor Hayami, per lui fu come una sorta di riscatto. La madre si era sposata con l’uomo, ma sapeva con certezza che non era propriamente uno di quei “sogni d’amore” che si coronano dopo mille peripezie. Ogni giorno percepiva il dolore sempre crescente della madre nell’essere ignorata, mentre Eisuke stava sempre rinchiuso in una stanza a cui nessuno era dato accedervi. Era un uomo freddo e cinico il capofamiglia. Nonostante i parenti fossero in vita, non aveva alcun tipo di legame con essi, anzi, era solito mantenere profonde distanze, ond’evitare che il suo ricco patrimonio potesse anche solo essere sfiorato. Egoista, era questo l’ambiente in cui viveva il Masumi bambino; vigeva il tacito accordo del silenzio con ogni membro della famiglia e non , ma a Masumi infondo non importava… Se per tutta la vita non hai fatto altro che essere adulato, senza mai essere compreso nella tua vera essenza, non pretendi mica che un uomo che a malapena sa il tuo nome, voglia instaurare un qualche tipo di rapporto con te…
Quando aveva scoperto cosa c’era dietro i segreti di Eisuke Hayami ne rimase sconvolto…
Innamorato di qualcosa che non esiste… Quella vena di follia che vi scorgeva ogni volta che lo vedeva dentro alla stanza della dea, riusciva a metterlo a disagio…
Gli anni passavano velocemente, con essi iniziò a prendere lezioni private, divenne una specie di apprendista del padre, la madre faceva finta di non sapere e non vedere. Una vita dura direbbero in molti, “non così tanto” risponderebbe Masumi; infondo buttandosi in maniera fredda e imparziale sullo studio e sul lavoro, poteva riscattarsi dalla nullità della sua vita, farsi un nome ed un prestigio e prendere possesso della Daito.
Tutte prospettive allettanti, ma che lo portarono ad un triste destino, si dimenticò di avere un cuore.
I veri sigilli li mise la notte della morte della madre, l’evento più traumatico della sua vita, tutto per quella maledetta dea scarlatta… Ogni istante sentiva crescere dentro di lui il profondo odio verso quel “mostro” di padre. Ora non gli bastava avere la Daito, voleva che provasse anche solo un minimo del dolore che provava lui. Le aveva portato via la madre, ma lui sapeva qual’era il suo punto debole….
Sarebbe diventato il più spietato, freddo capo-azienda; avrebbe portato la Daito al suo massimo splendore per un unico motivo: portargli via la dea.
Giorno dopo giorno diventava sempre più spietato, odiava tutto e tutti, ma se c’era una cosa che proprio odiava, era un particolare periodo dell’anno… il natale.
Odiava quei neon così abbaglianti, odiava gli striscioni che venivano posti sia in casa Hayami che alla Daito, il natale era il suo peggiore incubo.
Da bambino sua madre cercava sempre di coinvolgerlo in quella magia di luci e colori, ma per lui quella magia era tutta una finzione. Non esiste una festa che ti porta via i problemi, se possibile, Masumi era anzi convinto che i problemi li attirasse. Ricordava a distanza di anni, i lunghi pianti della madre, che da stato di eccitazione dei primi giorni, passava ad una profonda malinconia nel sentirsi ignorata dall’uomo che amava.
In quei giorni, il padre si isolava ancora di più; se nell’arco dell’anno era un uomo distaccato, nel natale non era presente nemmeno fisicamente. Lui e la madre, si ritrovavano praticamente ogni anno a cenare in solitudine la notte di capodanno. Eisuke era solito iniziare l’anno in compagnia del ricordo della dea. In quelle occasioni il cuore di Masumi diventava sempre più malinconico; una parte di lui gridava amore al mondo, in cerca di qualcuno che potesse rianimare quel cuore ormai inattivo da parecchio tempo. Ma se almeno quando la madre era in vita poteva dire di aver la sua compagnia, alla sua morte, la tristezza per l’arrivo del natale si ampliava. Adesso non era solo il comportamento del padre a fargli odiare il natale, ma la visione di ogni decoro, la cena del capodanno, ogni cosa le riportava la tristezza della madre.
Così, anno dopo anno, iniziò semplicemente ad ignorare il natale. Ogni anno dava disposizione di togliere un numero sempre crescente di decori, finché non rimase che un piccolo albero nell’ingresso e qualche candela rossa in giro per la casa. Poi, per evitare altri tristi ricordi, la sera dell’ultimo dell’anno si recava nei vari bar della città, per sfogare nell’alcol il profondo dolore.
Rideva di se stesso. Il gelo era ormai la sua temperatura preferita, le luci di natale non lo riscaldavano, anzi, aumentavano a dismisura il ghiaccio che giaceva nella sua anima e nel suo cuore, ormai era circondato da un iceberg del polo nord.
Ma spesso la vita ti riserva delle sorprese nei momenti più impensabili. E’ incredibile come in una sola notte tutto può cambiare, non una sera qualunque, ma la sera che incontrò “LEI”.
Nella sua mente era vivido il ricordo di quegli attimi. Come sempre nel natale, si era recato al teatro, in cerca di un posto dove buttare via i suoi pensieri, ma in quella sera fece un piacevole incontro…
Masumi Hayami non ha mai creduto alla storia del “colpo di fulmine”, ma vedendo lei, si ricredette immediatamente. Nel suo cuore una piccola miccia si era accesa ed era lì, pronta a far saltare in aria tutto quel gelo che ricopriva cuore ed anima. Era una ragazzina, ma vedeva in lei tutto quel calore che in vita sua non aveva mai avuto… Il suo piccolo corpo trasmetteva energia, calore, voglia di vivere… In quel momento credette alla storia del natale che ogni pensiero porta via… la sua mente, il suo corpo… Era come in transe, affascinato e rapito da quella piccola figura.
Da quel giorno la sua vita cambiò drasticamente, si fece odiare da lei come “Masumi Hayami presidente della daito” e al contempo si fece amare come “ammiratore delle rose scarlatte”. Si rese presto conto che i sentimenti che nutriva per la ragazza era di puro amore, ma tante, troppe cose li dividevano.
Guardava il cielo attraverso l’enorme vetrata del suo ufficio il maturo Masumi, quando la sua segretaria fece irruzione nel suo studio carica di striscioni, nastri, albero e palline…
Abbiamo accennato all’odio verso il natale del nostro eroe? Forse sì… Vi chiederete allora “Ma come? Non avete appena narrato dell’incontro che cambia la vita?”. Sì, avete ragione, ma per Masumi il natale non ha mai smesso di essere la festa del dolore, le cicatrici dell’infanzia erano indelebili nel suo cuore, la piccola Maya era riuscita a rimarginare le profonde ferite, ma come i più gravi degli interventi, le cicatrici non spariranno mai…
Si riscosse osservando la giovane Mitsuki, cercare invano di coinvolgerlo nell’abbellimento della stanza. Era riuscito a levare ogni sorta di decoro dalla sua casa, ma in ufficio non era riuscito ad imporsi a quella donna.
Appena ebbe finito si avvicinò verso il grande albero posto nell’angolo.
Prese uno dei decori in mano e sorrise… “Quella donna ne sa una più del diavolo” si ritrovò a pensare. I decori non erano decori qualunque… L’intero albero era ricoperto da mille piccole maschere, vi erano inoltre delle grandi rose di ogni colore, ma lui sapeva che la presenza degli altri era per camuffare quell’unica rosa scarlatta posta in cima dell’albero, a ricoprirne la sua superficie un fascio di rete, anch’esso scarlatto, partiva dalla cima ed elegantemente , con movimenti circolari, finiva nella parte inferiore dell’albero, le luci erano bianche e ad intermittenza, dovevtte ammettere che quell’albero non lo dispiaceva.
Ma poi prepotentemente fece irruzione tra i suoi ricordi il sorriso felice della madre che fissava una grande stella sulla cima dell’abete.
Sospirò pesantemente, si sedette alla scrivania, appoggiando il capo sulla mano. Il natale stava diventando sempre più faticoso da affrontare per il giovane presidente. Riacquistare un cuore significava prendere maggior consapevolezza dei sentimenti, sia che fossero di natura positiva o di natura negativa. Sospirò nuovamente, poi aprì piano un cassetto e ne estrasse una splendida rosa scarlatta, si alzò e tornò ad osservare le luci ancora più accecanti dei neon posti al di là del confine del vetro. La mente vagò verso la figura di una ragazzina ormai cresciuta. Se c’era qualcuno che l’avrebbe potuto aiutare, quella persona era lei. La sua vitalità lo facevano tornare ragazzino e non era il natale a scacciare ogni pensiero magicamente via, ma era LEI! La amava la sua piccolina… Conoscendola era sicuro che fosse il tipo da festoni, alberi, palline e babbo natale… Chissà, magari considerava il suo ammiratore una sorta di babbo natale… Rise al sol pensiero “Masumi Hayami versione babbo natale” niente di più buffo…
Si voltò verso la stanza, quell’ambiente gli stava davvero stretto. Così, il giovane presidente, aprì la porta dell’ufficio, scese con l’ascensore, aprì il grande portone dell’azienda e si ritrovò in balia delle luci, che come finte stelle, abbagliavano la vista.
Si sentiva oppresso da tutto e da tutti, ma contemporaneamente voleva tornare a “respirare”.
Prese a camminare velocemente, come a voler levare da se ogni pensiero negativo, quando ad un certo punto si fermò in prossimità di un semaforo… Forse per quell’anno il natale aveva deciso di aiutarlo almeno un po’…
- Maya?...-riuscì a dire semplicemente.
La giovane, colta in flagrante mentre si ritorceva dalle risate al pensiero del presidente versione babbo natale, si voltò come in trance, un grande sorriso si formò alla visione di Masumi.
-Signor Hayami…- rispose semplicemente.
Si fissarono per un po’. Il natale aveva appena bussato alle loro porte…

Continua…

  
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