Io sono Marzia e questa è la mia prima FF. Che dire..? Non sono bravissima a scrivere, pero' almeno ci provo... e sarei felicissima se mi faceste capire cosa ne pensate, con una recensione, MP... O qualsiasi altro modo.
Buona lettura :D
Marzo 2006.
Era successo
tutto così velocemente, troppo velocemente. Il corpo di
Papà a pochi centimetri
dal mio viso, immobile, che mi dava forza e calore, anche se ormai nel
suo
corpo di calore non ce n’era piu. Però nel mio
sì, di calore ce n’era..e anche
tanto. Calore misto a rabbia, tristezza, ingiustizia. E vendetta.
‘’Qualunque
cosa accada, qualunque
cosa io ti dica, ricordati che ti amerò per sempre, sarai
per sempre la mia
bambina’’
‘’Per
sempre.’’
Le sue
ultime parole rimbombano nella mia testa, come se lui fosse ancora qui,
come se
in qualche modo stesse dicendo ‘Ti
sto
lasciando, vivi la tua vita anche per me, fai quello che avrei voluto
fare io e
lotta, lotta per tutto ciò che desideri veramente’.
La
verità è
che il ‘nostro per sempre’ ora non esiste
più, è stato troncato, spezzato da
quella stupida malattia incurabile. E io che con lui avevo fatto un
sacco di
progetti. A volte mi chiedo, perché la vita è
ingiusta con chi non lo merita?
Perché ci vengono portate via le persone che amiamo? Ci sei,
e il minuto dopo non
ci sei già più. Una lacrima riga il mio viso,
accompagnata da una carezza di
mamma. Credo di non aver visto mai mia madre così tanto
debole, di solito lei è
la forte a casa. La verità è che Una morte spezza
chiunque. E’ come se una
parte di te andasse via, via per sempre, anche se il ricordo di
papà non andrà
via mai.. Lo ricorderò cosi: Le guance bianche, e una grande
forza di volontà,
nonostante la leucemia lo stesse uccidendo da dentro, giorno per giorno
un po’
di più. Tutti
quei sorrisi, tutti quegli
abbracci, tutti quei progetti insieme li porterò dentro,
tipo un segreto.
[…]
Da quel
giorno in poi, La mia vita è andata a pezzi poco a poco e mi
ci è voluto
davvero molto per tornare a vivere, se così si
può dire. Tutto è monotono.
Tutto. Casa Scuola, Scuola casa. I miei voti sono pessimi e tutti
striminziti e
quest’anno, se non mi metto a studiare, penso che non
passerò l’esame. Mia
madre mi è sempre addosso, e vuole che mi trovi una
sistemazione in quel senso,
ma ora di tutto ho bisogno, tranne di un ragazzo. Ho una casa
meravigliosa a
Londra, e sto seriamente pensando di staccare, staccare e andare via da
tutto e
da tutti e riprendermi piano piano tutta la mia vita. Di vivere
pienamente la
vita che fin ora non ho vissuto, per un motivo e per un altro.
Il suono del
telefono mi fa svegliare di soprassalto. Allungo la mano sul comodino,
con
ancora tutti gli occhi appiccicati.
“Kristen!?”
“Si, mamma?”
“Stavi
ancora dormendo?”
"No
tranquilla, dimmi.. Cosa c’è?”
“Cam mi ha
detto di dirti di chiamarlo entro dopodomani perché deve
parlarti..Ok? Ora
stacco perché devo andare a tagliare i capelli. Ricordati,
perché è importante”
“Si, mamm….”
Non faccio in tempo a finire la frase che lei interrompe la
comunicazione.
Abbozzo un sorriso: è sempre così attiva e
allegra, anche se le cadesse il
mondo addosso lei sorriderebbe lo stesso. Tutto il mio contrario. Vado
in bagno
e appoggiando le mani al lavandino osservo la mia faccia nello
specchio: Ho
delle occhiaie evidenti, che ormai mi accompagnano da giorni e la pelle
piu
chiara del solito. Decido di fare una doccia e dopo aver deciso cosa
mettere
apro il box ed entro dentro. Amo fare la doccia, se dovessi scegliere
un
giorno, tra tutte le cose che mi fanno stare bene credo che occuperebbe
uno dei
primi posti. E’ come se entrassi in un altro mondo, come se
per un attimo tutti
i miei problemi e i miei pensieri si volatilizzassero, evaporassero con
il
vapore dell’acqua calda. Fosse per me non uscirei piu.
Purtroppo però la scuola
attende. Ultimo anno di Liceo. Non vedo l’ora di prendere
quel fottuto diploma
e stare a casa tutto il giorno sul divano. Prendo le chiavi e faccio le
scale
velocemente. Devo sbrigarmi, altrimenti perderò il pullman.
Londra la mattina è
così caotica: Gente che corre, bimbi che corrono, taxi
gialli a non finire, e
le borsette in mano a ognuno, le immancabili borsette da
‘avvocato’, come le
chiamo io, Però mi piace. Amo Londra, così
spensierata, romantica, divertente
quando serve. Sono immersa nei miei pensieri, ripenso a quando
papà mi parlava
di quanto amava questa città, e di quanto iniziavo ad
‘odiarlo’, però oggi lo
capisco, e se avessi potuto l’avrei abbracciato di nuovo, e
ringraziato per
avermi fatto nascere almeno un po’ di curiosità
per questo luogo
incantevole. Chiudo
gli occhi, per
sentire meglio il profumo di pane che viene dal panificio vicino casa e
cammino. Mi affido a quello che mi preserva il destino, sempre se
esiste da
qualche parte qualcosa di già scritto e deciso.
D’improvviso urto una persona e
cado a terra. Insieme ai miei libri disordinati. I mille foglietti che
ho
dentro si sparpagliano sul marciapiede bianco, quasi fossero foglie
autunnali. Apro
gli occhi e li alzo al
cielo.. Un ragazzo è chino su di me e mi osserva,
non so descrivere bene la sua espressione, sembra divertito e
spaventato allo stesso
tempo. Mi porge una mano, ma non l’afferro. Non
perché non
voglio. Sono incantata a osservarlo. La posizione
in cui sta lo fa sembrare un angelo. Il viso piccolo, illuminato dal
sole e le guance rosa. Un sorriso mozzafiato deforma il suo
delicatissimo viso, e il silenzio fa spazio alla sua voce, dolce anche
quella.
"Buongiorno, signorina...Mi dispiace averla incontrata in questo modo"
Non riesco a spiccicare parola, è come se il mio cervello
non
rispondesse ai miei comandi. Come se il cuore avesse smesso di battere
per un secondo di fronte quella meraviglia. Che il destino questa volta
abbia combinato qualcosa di buono? Continuo a non parlare e lui inizia
a ridere. Mi sento in imbarazzo e credo che lo nota, perchè
smette di ridere e mi osserva negli occhi incuriosito. Il suo sguardo
è forte, non riesco a reggerlo. Così abbasso il
capo e
prendo la sua mano.
"Grazie...e..Sc..scusa..Dammi del TU"
"Ok, si. Tranquilla, sei capitata con il ragazzo giusto al momento
giusto.
Piacere, Robert Thomas Pattinson."
"I...io sono Kristen Jaymes Stewart.."
"Bene, Kristen, che ne dici di andare a fare colazione? Non ti mangio,
promesso.". Curva la bocca in un sorriso, uno dei piu spontanei e
splendid che abbia mai visto.
"Ahahah..Okey". Arriviamo da 'BedANDbreakfast" E ci sediamo ad un
tavolo. Al diavolo la
scuola.
"Allora, raccontami qualcosa di te Kristen....."
"Hem, sono una ragazza..eh...."
"Non l'avrei mai detto, grazie per l'informazione...". Una risata
rimbomba tra i nostri visi e riempie, insieme alla musica di
sottofondo (un brano dei Paramore, credo) il locale. La nostra
mattinata continua così, tra sorrisi, scherzi, sussurri e
parole. Da quanto tempo non stavo così bene? Robert mi
trasmette
familiarità, e qualcosa che non sò esprimere a
parole,
però in un certo senso stargli al fianco da 1 ora
dà
l'impressione di averlo avuto al fianco da piu o meno tutta la vita. Ed
è qualcosa che non provo da un po'.
"Che ne dici di fare una passeggiata Kris?!"
"Dico che è Ok, signor Pattinson."
Continuiamo a camminare, vicini, come se fossimo amici da
chissà
quanto tempo, come se sapessimo tutto ognuno dell'altro. Forse lui
è davvero opera del destino. Ci sediamo ad una panchina e
leggo
l'insegna della gioielleria di fronte.. Rob mi guarda, sembra incantato
almeno quanto lo ero io prima..
"Sei, sei Bellissima, Kristen. Davvero.. Se..."
"Se?!"
"Se non fossi fragile ora ti sarei saltato addosso già da un
pò di tempo..."
Sento pizzicarmi il viso, che improvvisamente diventa paonazzo. Non
sò cosa dire, è come se di nuovo non avessi
più
parole, e il mio sorriso esprimesse tutto quello che provo.
"Grazie, anche tu sei un sacco bello...". La frase mi esce tutta d'un
fiato. CAZZO! "Ehm, dovrei tornare a casa, devo cucinare..Mi...
accompagni?"
"Ovvio signorina Stewart, non ti lascio andare mica via da sola!"
Il tragitto per arrivare a casa non è così lungo
e ci arriviamo in massimo 10 minuti...
"Allora, quando posso rivederti, Kristen? Mi devi un favore" sussurra
con un sorriso compiaciuto.
"Stasera hai impegni?"
"Veramente si, dovrei uscire con una bella ragazza di 21 anni..."
"Oh, bene..Allora passa a prenderla alle otto". Sorrido anche io.
"Ci sarò..". Fa' un piccolo e timido 'ciao' con la mano.. Mi
volto verso la porta di casa e inizio a girare le chiavi..
"Kristen?!"
"S..si?".
"Posso... fare una cosa che volevo fare da questa mattina?
Però
prometti che non ti arrabbi e che non mi sbatti la porta in faccia..."
"Prometto. Giuro."
Si avvicina a me, mi guarda negli occhi e inizia ad avvicinarsi al mio viso. Con una mano mi prende il fianco e con l'altra gioca con una ciocca di capelli, mentre i nostri nasi si sfiorano. Il suo viso si avvicina ulteriormente al mio, finchè le nostre bocche non si sfiorano. La sua lingua entra prepotentemente nella mia bocca e inizia a baciarmi. Sembra un bacio passionale. Lo è, sicuramente. Mi sembra di tornare bambina, come quando ho dato il mio primo bacio. Non con quello stronzo di Michael, questa è tutt un'altra cosa. Questo.. Beh, si avvicina di più al mio concetto di 'amore'. Ricambio finalmente il bacio. E quando lui si stacca da me mi invade una sensazione di vuoto. Però sò che stasera quel voto sarà di nuovo colmo. Sorride di nuovo e sparisce dietro l'angolo. Entro in casa e mi butto sul mio parquet col mio I-pod che suona Turning Page. Inizio a canticchiare "Your love is my turning page...". 'il tuo amore è la mia pagina di svolta..."
Forse questa è davvero la mia pagina di svolta. Forse tutto quello che ho passato di brutto fino ad oggi, il mio coraggio, la mia forza, tutto sarà premiato. Forse finalmente riuscirò a trovare la felicità che desidero da tanto, o l'amore, quello vero, che fino ad oggi non ho mai avuto. Infondo l'amore spetta a tutti, almeno una volta nella vita.
Chiudo gli occhi.
E' come se in questi ultimi due anni avessi dormito, e ora mi sono svegliata.