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Autore: koorime    10/12/2011    3 recensioni
Era tradizione che, la notte di Halloween, l’Università di Lawrence desse una festa per studenti e professori. (Spin-off di "I just want you to know who I am" di Samek)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anna, Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Titolo Titolo: Il bacio di Times Square
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean, Castiel, Balthazar, Anna, Death, Tessa (nominata) – MrGennaio&ProffNovak ‘verse
Rating: Pg13?
Charapter: 1/1
Beta: Samek
Words: 3202 (Fidipa)
Genere: commedia, spin-off di I just want you to know who I am  di Samek
Warning: Cas crocerossino, Dean marinaio slash, sbaciucchiamenti vari
Summary: Era tradizione che, la notte di Halloween, l’Università di Lawrence desse una festa per studenti e professori.
Note: tutta colpa di Sameke delle fanart che smercia.

DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Castiel, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Dean, no *sigh*

 


Era tradizione che, la notte di Halloween, l’Università di Lawrence desse una festa per studenti e professori. Era anche tradizione che Castiel la evitasse come la peste. Non che credesse di essere troppo... beh, troppo per infilarsi un vestito ridicolo e mescolarsi con i comuni mortali – come qualcuno aveva malignamente ipotizzato – semplicemente non era mai stato il tipo che amasse far baldoria, cosa che Balthazar gli rinfacciava dall’età di quindici anni. Quindi, mentre il resto d’America andava in giro a ubriacarsi urlando “Dolcetto o scherzetto”, lui preferiva rimanere a casa a godersi una carrellata di classici horror o un buon libro di Lovecraft o di Poe.
Ma quell’anno sarebbe stato diverso.
Quell’anno c’era Dean e, per quanto fosse certo che avrebbe apprezzato una notte all’insegna dei grandi classici come Frankenstein, Dracula il vampiro e La notte dei morti viventi, accompagnati da popcorn al burro e da una birra, e magari seguiti da una sessione straordinaria – ma sempre apprezzatissima – di sesso rumoroso, sapeva anche che il vigile del fuoco aveva l’abitudine di trascorrere la festività come il resto della nazione: facendo il bambino troppo cresciuto sovraeccitato da alcool e zuccheri. 1
Quindi, eccolo lì, fermo davanti lo specchio della camera da letto, a sistemarsi il colletto della maglia bianca. Si passò la mano sul petto, lisciandosi delle pieghe invisibili, e sistemò per l'ennesima volta il bordo inferiore sopra i pantaloni blu della divisa della Croce Rossa, della quale portava lo stemma sul braccio sinistro.
-Dean, sei pronto?- urlò, passandosi le mani tra i capelli per cercare di sistemarseli, almeno per quella sera, in modo da non sembrare appena uscito dal letto.
-Ehi, non sono figo?- lo richiamò invece la voce del compagno, facendolo voltare verso il bagno attiguo. Poggiato alla cornice della porta, Dean Winchester lo guardava con un ghignetto soddisfatto, sprizzando sicurezza e sensualità da ogni poro. Oh Dio, quell'uomo era nato per indossare una divisa, che fosse quella solita dei vigili del fuoco oppure quella da marinaio di quella particolare serata.
Castiel sorrise, facendo qualche passo nella sua direzione.
-Lo sei.- concesse, osservandolo con attenzione mentre con le mani gli sistemava il colletto -Mi chiedo se, come ogni marinaio che si rispetti, tu non abbia lasciato un'amante per ogni porto che hai frequentato.-
Dean ridacchiò quietamente, cingendogli la vita con le braccia.
-Una volta, sì. Adesso?- fece combaciare i loro corpi, sfiorandogli le labbra con le sue a ogni parola -Adesso tutto ciò che voglio è tra le mie braccia.-
Castiel sospirò, chiudendo gli occhi e accolse il conseguente bacio con gioia, stringendosi a lui e inclinando la testa sotto la tacita richiesta delle mani che s'infilarono tra i suoi capelli.

***

Tecnicamente, il party si svolgeva nell'auditorium, che veniva sgomberato per permettere di muoversi liberamente all'intero corpo studentesco, a quello docenti e ai loro accompagnatori. Praticamente, c'erano gruppi più o meno folti di persone che si aggiravano per tutto il campus urlando e si sfidavano in giochi stupidi e spesso infantili – ma era già appurato che quello era il tipico modus operandi.
La verità era che, lì, era lui quello anormale, quello che viveva fuori dal mondo.
-Uoh, laggiù sembra si stiano dando da fare!- esclamò Dean, indicando con un cenno del mento – perché odiava il freddo e non avrebbe mai tirato fuori le mani dalle tasche della giacca – una coppietta addossata a un albero del viale principale che stavano attraversando, diretti all'edificio centrale. Castiel si voltò ad osservarli, concentrandosi poi sull'oscurità che quasi li inghiottiva.
-Dovrebbero stare attenti, non è sicuro appartarsi così, anche in un campus universitario.- ponderò, riportando gli occhi nei suoi. -Non si sa mai cosa si nasconde nel buio.- aggiunse, con espressione seria. Dean inarcò un sopracciglio, quasi divertito.
-Un killer delle coppiette, Horatio? Davvero?- 2 lo sbeffeggiò, afferrandolo per una manica del cappotto e trascinandolo via.
Castiel si corrucciò, riconoscendo la presa in giro poco velata, ma si lasciò condurre sullo scalone illuminato.
-E' Halloween, Dean.- rispose, come se quello spiegasse tutto – e in realtà lo faceva, perché quella era la notte dell'anno con il più alto numero di violenze senza motivazione e morti assurde, e Dean lo avrebbe saputo anche senza fare il suo lavoro. Anche solo da CSI.
-Se succede qualcosa, interverrò personalmente.- disse, sorridendogli con sicurezza. -Ma fino ad allora, voglio godermi la festa e il mio infermiere sexy.- aggiunse, fermandosi nel bel mezzo del corridoio e tirandoselo tra le braccia per posargli un bacio a fior di labbra.
-Crocerossino.- lo corresse lui, aprendosi in un sorrisetto divertito quando Dean, in risposta, gli tirò giocosamente il labbro inferiore.
-Sei sexy quando mi bacchetti, Prof.- Le mani tornarono a infilarsi tra i suoi capelli – a Castiel venne da ridere per la sua assoluta perdita di tempo per dargli una piega almeno decente – e le labbra premettero con più decisione contro le sue, coinvolgendolo in un nuovo bacio. Il professore di teologia si lasciò sfuggire un gemito microscopico, aggrappandosi alle spalle del compagno. Si appoggiò al suo corpo e approfondì il bacio, cambiandone l'inclinazione, dopo una fugace occhiata al viso perso dell'altro, dimentico di ogni cosa: della musica che proveniva attutita dalla porta a pochi passi da loro, del fatto che dietro quella porta ci fosse una festa e che quindi chiunque avrebbe potuto vederli baciarsi come due adolescenti nel bel mezzo del corridoio dell'università – e che figura ci avrebbe fatto lui come docente? Era vero, era Halloween ed erano a una festa, ma c'era il decoro, e le regole del campus riguardavano anche la limitazione di certe effusioni in pubblico, motivo per cui lui e Dean circoscrivevano sempre quel genere di attività al di fuori dell'aria universitaria, o al massimo nel suo studio, quando non potevano trattenersi. Era bastato un richiamo del Rettore per farli rigare dritti fino a quel momento e Castiel non ci teneva a rivivere l'esperienza. Mr. Death era un brav'uomo, anche molto simpatico, ma aveva la capacità di terrorizzare e intimidire chiunque con i suoi richiami. Persino Dean ne era discretamente impaurito, il che doveva significare qualcosa, visto che non lo aveva mai visto rivolgersi con tanta reverenza a qualcuno.
La porta dell'auditorium si aprì all'improvviso, facendo esplodere la musica a tutto volume per qualche istante, prima che i battenti tornassero a combaciare tra loro e una voce li spingesse a dividersi, seppur controvoglia.
-Ecco dov'eravate!- li richiamò allegramente Balthazar.
Dean gli rivolse un'occhiata scocciata, ma non sciolse l'abbraccio in cui lo teneva imprigionato – non che lui volesse essere liberato.
-Balthazar, che diavolo ci fai tu qui?-
L'uomo scrollò le spalle, con un ghignetto divertito sulle labbra. -Come accompagnatore.- spiegò, sorseggiando del punch da un bicchiere di carta. -Di una tua studentessa, in effetti.- aggiunse, guardando Castiel -Si chiama... Melinda!-
Il Professore sospirò, scuotendo la testa con fare esasperato.
-Ti pregherei di non molestare le mie studentesse, Balthazar.- ripeté per quella che doveva essere la milionesima volta da quando aveva cominciato la sua carriera professionale. Ovviamente, come tutte le altre volte precedenti, il suo vecchio amico sorrise angelicamente, rispondendo:
-Non posso farci niente se preferiscono gli uomini maturi.-
Dean sbuffò un -Ma per favore!- e Castiel prese in mano la situazione – e il suo compagno – e si diresse verso la porta. Tanto con Balthazar era tempo perso. Ci sarebbero volute esattamente due settimane perché tutto quello finisse e la sua studentessa tornasse a preoccuparsi solo dei corsi. Due settimane in cui avrebbero scoperto che non erano fatti l'uno per l'altra – o meglio, lo avrebbe scoperto lei, perché Balthazar lo sapeva già; lo sapeva sempre –, Melinda avrebbe cominciato a saltare le lezioni, piangendo, cercando di capire dove aveva sbagliato, per poi passare attraverso la fase della rabbia e sfogarla in qualche modo che, molto probabilmente, avrebbe implicato una violenza fisica su Balthazar e, infine, sarebbe ricomparsa alle sue lezioni molto più determinata di prima.
Alla fine dei conti, chi avrebbe avuto la peggio da tutta quella situazione senza impararne nulla, era proprio il suo amico. E Castiel credeva nell'auto-insegnamento: Balthazar aveva bisogno di sbattere la testa contro il muro ancora e ancora, per imparare la lezione, e lui non aveva alcuna intenzione di evitargli le lesioni.
L'auditorium era ricolmo di persone, un oceano di costumi bizzarri che ballavano o scivolavano da una parte all'altra della sala in una cacofonia di musica, chiacchiere e risate. C'erano gruppi che si agitavano in quello che sarebbe dovuto essere un ballo, ma che, per quanto poco se ne intendesse, gli ricordava più una crisi epilettica.
Alcuni colleghi li salutarono, nel loro avanzare in quel marasma di gente – dopo aver abbandonato i cappotti nel guardaroba creato per l’occasione –, e lui rispose con cenni discreti, mentre Dean sorrideva e alzava il bicchiere di punch che qualcuno – uno studente del suo corso – gli aveva passato al volo. Per un attimo, Castiel si chiese se non fossero stati corretti, ma il compagno non sembrò notare alcunché di diverso, così accantonò rapidamente il pensiero e tornò a guardarsi attorno, in cerca di...
-Cassie! Dean!-
Anna venne loro incontro con un sorriso smagliante, fasciata in un delizioso abito da... angelo, con tanto di ali bianche che le spuntavano dalla schiena. Blasfema e sexy come solo Anna avrebbe potuto essere.
-Wow! Perdonami Cas, perché sto peccando.- esclamò Dean, lasciando che gli occhi scivolassero a godersi la vista delle gambe mozzafiato che spuntavano da sotto l'abitino avorio.
Castiel sbuffò, mezzo divertito, mentre la sua collega mollava all'altro uomo un schiaffo sulla nuca, in avvertimento.
-Occhi a posto, marinaio!- lo sgridò bonariamente, voltandosi poi verso di lui e sorridendo. -Dovresti avere occhi solo per lui, sai? E' delizioso e se ne stanno accorgendo tutti.- aggiunse, ghignando divertita quando lui sentì le guance scaldarsi. Stronza. Lo sapeva che non amava certe genere di attenzioni e che rendersi conto di essere sotto esame lo metteva a disagio.
Il braccio di Dean scivolò protettivo attorno ai suoi fianchi e un paio di labbra asciutte gli posarono un bacio all'angolo della bocca.
-Che guardino pure, ma se osano avvicinarsi, dovranno vedersela con un marinaio estremamente possessivo.-
-Smettiamola con certe sciocchezze.- li richiamò lui, roteando gli occhi e ignorando volontariamente il divertimento palese sui visi degli altri due.
Aggrottò però le sopracciglia quando, tra la folla, vide spuntare una nota figura dinoccolata e distinta.
-Da cosa è vestito il Professor Death?- domandò, osservandolo sorridere a Tessa, la sua segretaria tuttofare, deliziosa nel suo abitino da... uhm, scheletro.
Anna ridacchio coprendosi la bocca con la mano e lanciò uno sguardo al Rettore, prima di tornare su di lui.
-Non ci crederai mai.-
-Mettimi alla prova.- disse il Professore mentre, accanto a lui, Dean lanciava occhiate nervose all'oggetto del loro discorso, spostando il peso da un piede all'altro. Castiel sorrise e si appoggiò un po' di più contro di lui, cercando di trasmettergli calma – prima o poi avrebbero dovuto parlarne, perché quel terrore reverenziale del vigile del fuoco nei confronti del suo capo era irrazionale e alquanto disturbante. Sembrava una matricola al suo primo colloquio con Death.
Anna fece mezzo passo verso di loro, guardandosi attorno con fare cospiratorio.
-Hai presente come lo hanno soprannominato gli studenti?- sussurrò, al punto che i due dovettero chinarsi su di lei per essere certi di sentirla. Castiel aggrottò le sopracciglia, un po' confuso e un po' concentrato nel ricordare quale fosse questo soprannome – o meglio, se glielo avessero mai detto. A toglierlo dall'impaccio ci pensò Dean che esclamò -Morte?- un po' troppo strozzato, guadagnandosi un'occhiata stralunata da lui perché, uh, che diavolo ne sapeva lui dei soprannomi che giravano nella sua università?
Più di lui, a vedere l'annuire frenetico e ilare dell'amica.
-A quanto pare, ha deciso di dimostrare che ha più senso dell'umorismo di quanto si creda.- spiegò, voltandosi con gli occhi a cercare il Rettore. Castiel seguì il suo esempio e si soffermò sulla figura alta e incredibilmente magra dell'uomo che, solo adesso riusciva a notarlo, indossava una lunga veste nera corredata di cappuccio – in quel momento arricciato sulle spalle – e aveva con sé una falce di plastica, al momento abbandonata contro il muro.
Death vestito da Morte. Gli sembrava appropriato.
-Dovremmo andare a salutarlo.- ponderò, guadagnandosi uno sguardo terrorizzato da parte di Dean.
-No no! Sai cosa dovremmo fare, invece?- disse quello, prendendolo per mano e trascinandolo tra la folla. -Ballare.- spiegò infine, fermandosi in un punto a caso della stanza – o forse no, a giudicare dal fatto che tutti, attorno a loro, si stavano muovendo a tempo di musica.
-Ne hai così tanta paura?- lo prese in giro, mentre la musica declinava in un lento che li spinse a stringersi ancora un po’. Dean gli rivolse un’occhiataccia e sbuffò.
-Non è paura,- rimbrottò il vigile del fuoco, dondolando con lui. -È spirito di autoconservazione.- aggiunse dopo un attimo, facendolo ridere quietamente nell’incavo del suo collo.
Dopodiché non parlarono più, godendosi la musica, l’atmosfera e il corpo dell’altro stretto al proprio, il suo calore e il suo profumo. Castiel sorrise, strusciando discretamente le labbra contro la pelle morbida sotto la mandibola, fresca di rasatura – ma forse qualcuno lo aveva notato comunque, a ben sentire l’innalzamento dei mormorii femminili attorno a loro.
Quello, in effetti, era uno dei motivi per cui tendevano a ridurre al minimo le effusioni all’interno dell’università: le sue studentesse. Sembrava avessero sviluppato una preoccupante fissazione per la loro vita di coppia in generale – fin da quella prima turbolenta apparizione pubblica, il giorno dopo il loro primo bacio – e per Dean in particolare. Non che non le capisse, davvero – Castiel pure sapeva di soffrire della stessa ossessione, dopotutto – ma ricordava ancora con allucinata allegria la faccia di discreto terrore sul viso del vigile del fuoco, quando lo aveva beccato fuori dalla sua aula accerchiato dalle sue studentesse e tempestato di domante sulla loro vita privata. E sessuale. Soprattutto sessuale, in effetti.
Motivo per cui avevano preso, di comune accordo, la decisione di essere discreti in pubblico.
-Lo stanno facendo di nuovo?- bisbigliò Dean direttamente nel suo orecchio, dandogli la conferma che sì, anche lui stava pensando la stessa cosa.
-Temo di sì.- sbuffò lui, un po’ divertito dall’inquietudine che il suo compagno emanava in quelle circostanze. Dean adorava essere circondato di belle ragazze, ma non quando queste erano più interessate a sapere quante volte a settimana facevano sesso o qual era la sua posizione preferita, se era uno che dava o che riceveva, di solito, e se avevano dei nomignoli imbarazzanti con cui chiamarsi a casa.
-Al diavolo, sai cosa?- sbottò il vigile del fuoco -Se è lo spettacolo che vogliono, allora lo avranno!-
Castiel non ebbe neanche il tempo di inclinare la testa di lato in quell’espressione di confusa innocenza, che di solito seguiva uno dei ragionamenti oscuri del suo compagno, che sentì una mano scivolare possessiva attorno ai suoi fianchi e un’altra sulla nuca. Un attimo dopo, Dean si chinò su di lui e lo baciò con un tale trasporto che lui gemette sorpreso, aggrappandosi poi alle sue spalle quando la mano tra i capelli scese lungo tutto il suo fianco, in una carezza che terminò solo quando raggiunse il retro del ginocchio, che alzò contro il proprio fianco.
In una circostanza normale, Castiel avrebbe protestato – Dean stesso non avrebbe mai fatto una cosa simile, non davanti a Death – ma in quel momento, con le mani e la bocca del suo compagno addosso, non emise nulla di più di un ansito sottile, bollente. Anticipatorio.
Dean si tirò indietro, tra il clamore generale di apprezzamento e incitamento, e cercò i suoi occhi con una domanda nei propri, e lui si leccò le labbra arrossate, in risposta.
-Professor Novak, signor Winchester, vi pregherei di trovarvi un luogo più appartato per certe cose.- li richiamò alla realtà la voce lugubre – davvero, era inquietante – del Rettore.
-Non sono mai stato così d’accordo con lei, Signore.- disse Dean, senza interrompere mai il contato visivo con Castiel – e forse fu per questo che sembrò molto più sicuro del solito, visto l’interlocutore –, prima di afferrargli la mano e trascinarlo tra la folla per guadagnare l’uscita.
Nella loro ritirata – inseguiti da applausi, pacche sulle spalle e auguri di buon divertimento – incontrarono di nuovo Balthazar, ghignante, che agitava soddisfatto una macchina digitale. Per esperienza personale, Castiel sapeva che quello non era mai un buon segno.
-Oddio, non posso credere che lo abbiate fatto!- rise Anna, scuotendo la testa, affiancandoli.
-E invece sì, e ne ho le prove!- annuì fiero Balthazar, per poi ciondolare con la testa e aggiungere -Come tutto il resto dei presenti, in effetti. Credo che la vostra personale versione del Bacio di Times Squarediverrà una bella cartolina d’auguri.- 3
-No.- disse il Professore, categorico, perché quello era Balthazar e sarebbe stato capacissimo di mandare quella cartolina a chiunque, compresi i suoi genitori e... no, davvero. Ma proprio nello stesso istante, Dean sbottò:
-Sì, sì, come ti pare, adesso levati dalle palle e lasciaci passare!-
Balthazar rise, enormemente divertito dalla sua trepidazione, e fece un passo di lato, aprendogli il varco verso la porta con un gesto della mano. Dean sbuffò, roteando gli occhi, e riprese a trascinarlo, ignorando di nuovo tutti fino a quando non furono fuori dalla sala. Una volta nel corridoio, non ci pensò due volte e lo spinse contro il muro, riprendendo a baciarlo con passione rinnovata.
Castiel gli cinse i fianchi in automatico e aprì la bocca per lui, inclinando il viso e offrendosi a lui con sottomissione, più che felice di venire sottomesso.
-Ci vedranno...- si sentì però in dovere di dire, perché erano nel bel mezzo del corridoio e stavano ancora infrangendo una delle regole di decoro del campus – e anche perché sapeva bene che la sua finta ritrosia avrebbe solo stuzzicato di più la voglia del suo compagno.
Dean, infatti, gli morse le labbra e spinse il bacino contro il suo, facendogli sentire chiaramente quanto già fosse eccitato.
-Allora trova un posto abbastanza appartato, prima che ti strappi i vestiti e ti scopi qui.- ringhiò, spedendogli un brivido d’eccitazione nel bassoventre, che pulsò. Per un attimo Castiel pensò che, al diavolo tutto, l’avrebbero fatto lì, perché Dean così dominante era qualcosa che gli mandava in pappa il cervello e, finché gli si premeva addosso in quel modo meravigliosamente eccitante, lui non sarebbe riuscito a pensare a nulla, figurarsi cercare un posto che non fosse il suo studio – che era fuori discussione, perché era dall’altra parte del campus e... no, troppo lontano, né lui né Dean avrebbero resistito tanto a lungo.
Si agitò appena, scivolando con le mani ad afferrargli il sedere per spingerselo addosso ancora di più e, quando Dean gli restituì il gesto, qualcosa gli sfiorò il gomito nudo – qualcosa di freddo, duro e metallico. Castiel voltò il viso e gemette, quando il compagno pensò che fosse un invito e lo morse, cominciando a infilargli le dita sotto la maglia.
-Aspetta!- ansò il Professore, spingendolo a guardare ciò che avevo trovato: una maniglia. La maniglia di una porta.
Senza pensarci due volte, Dean l’afferrò e, quando quella di aprì diligente sullo stanzino delle scope, due sorrisi gemelli si aprirono sui loro volti, accompagnandoli mentre scivolavano dentro il ripostiglio con rapidità.
Castiel sospirò deliziato, accogliendo di nuovo Dean tra le braccia e riprendendo a baciarlo con passione. Dopotutto, anche quella era una tradizione e, come tale, andava onorata.

Fine.
__________________
1 Frankenstein, Dracula il vampiro, La notte dei morti viventi.
2 Horatio Caine. Sì, ho scelto lui proprio per l’amore dimostrato da Sam e Dean in Changing Channel XD
3 Balthazar parla, ovviamente, di questo bacio, la cui foto fu scattata il 14 agosto 1945, a Times Square, da Alfred Eisenstaedt.
   
 
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