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Autore: Ari_92    12/12/2011    18 recensioni
Ultimo anno al liceo McKinley, ma le cose sono andate un po’ diversamente da come le conosciamo.
Blaine si è appena trasferito, ma non ha mai conosciuto Kurt.
Cosa succederebbe se, tra nuovi Club e nuovi amici, Blaine perdesse la testa per un ragazzo che sembra detestarlo? Cosa succederebbe, se questo ragazzo nascondesse un segreto?
- “...Mercedes? Chi è quel ragazzo?”
La ragazza si voltò verso Blaine di scatto, quasi avesse dimenticato di non essere sola.
“Si chiama Kurt. Kurt Hummel.” Il ragazzo esitò un attimo, prima di chiederle ciò che lo tormentava dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su quel giovane dagli occhi di ghiaccio.
“Cosa gli è successo?” -
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon inizio settimana a tutti :D
Prima di lasciarvi al secondo capitolo, devo proprio dirvelo: AWWWWW ç______ç No, seriamente! Di tutto mi sarei aspettata ma mai che addirittura 40 persone mettessero la storia tra le seguite e che 9 abbiano dato tanta fiducia a questa FF da metterla direttamente tra le preferite *o*
Sono senza parole, davvero :’) Grazie mille! E in particolare a Kappinias, Sirymcgregor, meggap, sakuraelisa, BeatriceS, aleka_80, LexyDC__, SiaStew e nem che hanno recensito lo scorso capitolo :D È sempre un piacere leggere le vostre opinioni ^_^
Senza ulteriori indugi vi lascio al nuovo capitolo! In fondo troverete qualche indicazione circa la pubblicazione degli aggiornamenti, buona lettura :)
 
 

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Blaine Anderson aveva sempre saputo di essere gay.
 
Insomma, quasi sempre, ma comunque da molto prima che venisse a conoscenza del significato di quella stessa parola.
Ricordava qualche volta da piccolo, quando si soffermava a esaminare un po’ più a lungo del necessario alcuni dei suoi amici, e aveva realizzato che sì, ce n’erano alcuni che avevano dei bei capelli, altri dei begli occhi e altri ancora un bel sorriso, e gli piaceva guardarli.
 
Non ci aveva dato troppo peso, in effetti, soprattutto negli anni in cui i bambini ripudiano completamente le bambine, per poi tornare sui propri passi con la crescita.
 
Tuttavia si era stupito parecchio, quando uno dei suoi migliori amici gli aveva confessato la propria cotta per una ragazzina di cui lui aveva notato soltanto gli invidiabili capelli lisci.
 
Da quel momento in avanti, non era passato giorno che non avesse immerso rigorosamente la chioma nel gel prima di uscire di casa.
Eppure, scoprì che non bastava avere i capelli in ordine per piacere a qualcuno.
Fu abbastanza dura da accettare.
 
Passata quella piccola cotta se ne erano susseguite poche altre, nessuna delle quali sfociata in una relazione: per meglio dire il più delle volte si erano concluse con una sonora risata in faccia seguita dall’immancabile “Stai scherzando, vero?” oppure da un pugno sul naso.
 
Fatto sta, che le poche volte che a Blaine era piaciuto davvero qualcuno, si trattava di un amico che frequentava da tempo e che aveva imparato ad apprezzare con la conoscenza reciproca.
 
Proprio per questo, Blaine Anderson non credeva ai colpi di fulmine.
 
Per lo stesso motivo, era rimasto leggermente sorpreso di quei due occhi grigi, verdi ed azzurri insieme, che avevano popolato i suoi sogni di quella notte.
 
Quelle stesse iridi cangianti che gli avevano fatto completamente dimenticare la sua audizione per il Glee Club.
 
 
                                                                   ***
 
 
“Tu! Allora sei vivo!” Blaine strabuzzò gli occhi, richiudendo accuratamente l’armadietto dal quale aveva appena estratto i libri per la prima ora.
“Sì, Finn. Perché non dovrei esserlo?” Chiese con sincera sorpresa, come si vide marciare contro il ragazzone che aveva conosciuto il giorno prima, con uno sguardo decisamente alterato.
Perché non dovrei esserlo?! Ti sei perso, per caso? Ieri dovevi venire a fare l’audizione per le New Directions, e non c’eri!” Sbottò  con aria straziata, alzando la voce nel tentativo di farsi sentire sopra il brusio del corridoio pieno di studenti.
 
Blaine si batté la mano sulla fronte.
“L’audizione! Me n’ero completamente scordato!”
“Si può sapere a cosa diavolo ha da pensare un nuovo arrivato il primo giorno di scuola da scordarsi di venire alle prove?!”
 
Blaine abbassò lo sguardo borbottando qualche parola priva di senso.
Era già abbastanza umiliante dover ammettere nell’intimità del suo cervello che sì, era rimasto totalmente stregato da quel ragazzo del giorno prima, figurarsi con qualcun altro.
 
“...Lasciamo perdere. Ma se ci dai buca anche oggi Rachel darà di matto, e non è una cosa che posso permettere: ne va della mia sanità mentale.”
Blaine annuì, deciso a non indagare più a fondo su quella storia.
Finn gli diede una pacca sulla spalla e sparì tra la folla, lasciando Blaine con la schiena appoggiata al proprio armadietto, in attesa.
 
Era abbastanza sicuro di non aver mai fatto niente di più assurdo, cretino e patetico al mondo, eppure rimaneva lì, nella speranza che quel ragazzo innaturalmente stupendo rifacesse la sua apparizione da un momento all’altro, togliendogli nuovamente la facoltà di respirare.
 
Blaine aspettò con i libri stretti al petto fino a quando la campanella suonò e, reputando di essersi comportato da pazzo a sufficienza per quel giorno, si trascinò in classe avvolto da un sinistro alone di depressione.
 
 
                                                                 ***
 
 
“Non arriverà, Finn! Credi di essere il più figo della scuola e di attirare nuovi membri come una calamita?! Beh, indovina un po’? Non è così!”
“Ma... Ma è appena suonata la campanella, potrebbe ancora...”
“Come diavolo fai ad essere così stupido, Finnocenza?!”
“Santana! È il mio ragazzo, smettila di- ”
“Zitta Berry. È anche colpa tua.”
“Colpa mia?! E perché mai dovrebbe essere colpa mia?”
“Tu c’entri sempre qualcosa.”
 
Blaine era davanti alla porta dell’aula canto da cinque minuti buoni, e di secondo in secondo si faceva sempre più riluttante all’idea di mettervi piede dentro.
 
Primo, aveva riconosciuto – e come dimenticarla – la voce della ragazza ispanica che il giorno prima lo avrebbe volentieri voluto uccidere. Secondo, quel posto assomigliava pericolosamente ad un pollaio. Terzo... beh, Santana valeva per due.
 
“Finn! Avevi detto che sarebbe venuto!! Siamo in undici, come diavolo facciamo ad andare alle Regionali in undici?!” Ruggì una ragazza oltre la porta, e Blaine era piuttosto sicuro di non aver mai sentito voce più spaventosa.
“Troveremo un modo Rachel... Ti prego, non impazzire...”
Fu a quel punto che a Blaine fu chiaro quello che doveva fare: certo, aveva appena conosciuto Finn, ma lasciarlo alla deriva nell’odio di quella che era evidentemente la sua ragazza sarebbe stato fin troppo sadico da parte sua.
 
Bussò con riluttanza alla porta, chiedendosi se non fosse stato meglio darsi al Club di bricolage.
 
La stanza si gelò nel silenzio.
 
“...Blaine?” Chiamò Finn con un sottile filo di speranza nella voce.
Il ragazzo spinse la porta, trovandosi di fronte a un gruppetto di più o meno una decina di ragazzi, più un professore che – notò – era lo stesso di Spagnolo.
 
“Ehm... Ciao...? Sono Blaine Anderson, e vorrei fare il provino per le New- ”
“Benvenuto a bordo!” Squittì la ragazza che poco prima stava strillando, saltellando in sua direzione.
“Ciao Blaine, io sono Rachel Berry, felice di accoglierti nelle New Directions!” Esclamò sorridendo in un modo vagamente inquietante. Blaine era un tantino confuso.
“...Questo non dovrebbe essere un Glee Club? Dove si canta? Non pensate che dovrei cantare un pezzo prima di- ”
“Ora ti spiego come funziona, Blaine: tu vieni alle prove tutti i giorni, fai presenza, poi durante le Provinciali prendi il tuo bel faccino e ondeggi sullo sfondo mentre io canto il mio assolo.” Spiegò brevemente e, come Blaine fece per ribattere qualcosa, il gesto piuttosto esplicito di Finn di lasciar perdere lo convinse più di mille parole.
 
Blaine si guardò istintivamente intorno.
 
Non poteva negare di aver sperato che il ragazzo del giorno prima si trovasse nei corridoi a quell’ora perché faceva parte del Glee Club.
Gli bastò una rapida occhiata per lasciarsi prendere da un moto di delusione.
 
 
Quel primo giorno al Glee Club, nonostante i presupposti non esattamente positivi, non si rivelò poi così male: Blaine conobbe diversi ragazzi piuttosto simpatici, e in particolare strinse amicizia con Mercedes – che sembrava estremamente determinata – poi c’erano Artie, Tina e Mike, e perfino Rachel forse – forse – aveva un qualche lato positivo.
 
 
                                                                  ***
 
 
La prima settimana si rivelò talmente densa di cose da fare che, una volta giunta al termine, Blaine a stento riusciva a credere di esserne davvero uscito vivo.
 
Le prove al Glee Club avevano occupato buona parte del suo tempo, soprattutto dal momento in cui il professor Schuester e gli altri si erano accorti che lui era davvero in grado di cantare, e non si era iscritto in quel Club per ondeggiare sullo sfondo.
 
Inoltre era stato alla Dalton a trovare i suoi amici, aveva compilato le ultime scartoffie per il trasferimento e si era reso conto di quanto fosse tremendamente più comodo alzarsi la mattina e avere sempre pronta la solita divisa da indossare, anziché scegliere ogni giorno gli abbinamenti giusti come era costretto a fare ora.
 
E poi c’era la notte.
 
Già, perché – era patetico solo pensarlo – non era passata notte in cui non si fosse trovato davanti quello sguardo glaciale, talmente intenso da far tremare le ossa.
 
La cosa non aveva il minimo senso: aveva visto quel ragazzo solo una volta e poi, non si sa come, non l’aveva mai più incrociato a scuola, nonostante fosse suo vicino di armadietto.
Eppure continuava a cercare ogni giorno per i corridoi quelle sue iridi magnetiche, la sua pelle lattea o i capelli morbidi.
 
 
 
Era sabato mattina, quando Blaine lo vide per la seconda volta.
 
Stava andando verso il suo armadietto e, scorgendo una familiare figura intenta a controllare con attenzione un foglio che teneva in mano, per poco non ebbe un mancamento.
 
Inserì velocemente la combinazione nel lucchetto, osservando con la coda dell’occhio in ragazzo concentrato sul suo pezzo di carta, con la testa abbassata come a volersi schermire dalla gente che trottava verso la classe della quarta ora.
 
“Problemi con l’orario?” Tentò, nella vaga speranza di intavolare una qualsivoglia conversazione.
Gli occhi del ragazzo saettarono verso l’alto, piantandosi dentro quelli di Blaine.
 
Reggeva il suo sguardo con quelle iridi tanto magnetiche quanto distanti, e nel suo insieme c’era un’impercettibile sfumatura di paura, come un animale in gabbia.
 
Lo osservò con distacco per qualche interminabile istante, prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione al foglietto che teneva in mano.
 
“No.” Rispose semplicemente, senza staccare gli occhi dal foglio.
 
Blaine stentava a credere alle sue orecchie.
Ora che aveva sentito la sua voce, poteva affermare con ulteriore sicurezza che quel ragazzo non avesse assolutamente niente di umano.
 
“...Così siamo vicini d’armadietto. Non ti ho visto molto qui nei cambi d’ora.”
Il ragazzo si strinse nelle spalle, ed era una conquista che non avesse già girato i tacchi per poi sparire chissà dove.
 
Blaine spostò il peso da un piede all’altro, desiderando ardentemente di trovare qualcosa di abbastanza furbo da dire.
 
“Comunque io sono Blaine. Mi sono trasferito quest’anno da Westerville.”
Il ragazzo annuì distrattamente, e sembrava di secondo in secondo più irritato.
“Tu come ti chiami?” Chiese alla fine, ormai sicuro che non si sarebbe presentato da solo in nessun caso.
 
Il giovane tornò a far incontrare i loro occhi, e questa volta i suoi fiammeggiavano di rabbia.
“Immagino che le voci abbiano già cominciato a girare, non è vero? È per questo che parli con me.”
Blaine lo guardò con aria confusa, più stordito per come ogni parola suonava cristallina nella sua voce che per il significato della frase in sé.
 
“...Come? Quali voci?”
Il ragazzo inspirò profondamente, lasciando scivolare il foglietto che aveva in mano nella propria cartelletta marrone.
“Quelle secondo cui non sono esattamente la persona ideale con cui fare quattro chiacchiere. A meno che non ti abbiano già spiattellato tutta la storia e  tu sia solo incuriosito da quello strano.”
 
Blaine scosse la testa, cercando tra le altre cose di eliminare l’intontimento dovuto a quella voce d’angelo.
“Io non so niente, qualunque cosa ci sia da sapere.”
Il giovane lo indagò per qualche lungo istante con gli occhi ridotti a fessure, poi annuì, mordicchiandosi appena le labbra.
“Ci si vede in giro, Blaine.”
 
Il ragazzo riccioluto era piuttosto convinto che il suo nome non avrebbe mai potuto suonare meglio se non pronunciato da quelle labbra.
 
Rimase immerso nei suoi pensieri qualche attimo in più del necessario e, quando fece per chiedergli nuovamente il suo nome, lui era già sparito tra la folla.
 
 
                                                                  ***
 
 
“Amico, non ti ringrazierò mai abbastanza!” Esclamò per l’ennesima volta Finn, seduto accanto a Blaine in aula canto.
“Non c’è bisogno, Finn...”
“No, davvero! Se non ti fossi unito al Glee Club probabilmente Rachel mi avrebbe ucciso! Ti devo praticamente la vita.”
“Non canterei vittoria tanto presto Finn: Rachel può disintegrarti come e quando vuole.” Fece Mercedes, qualche fila più in alto.
“Ma per favore! Fammi un fischio quando vuoi che uccida la tua ragazza, faccia da feto. Non che tu mi stia simpatico, ma detesto la Berry.”
Rachel fece il suo ingresso in quell’istante, minimamente insospettita dal silenzio generale che l’aveva accompagnato.
“Ciao ragazzi! Qualche idea sull’assolo che io dovrei cantare alle Provinciali?”
Santana iniziò a scrocchiarsi minacciosamente le dita.
 
Passarono diversi minuti prima che Will Schuester riuscisse a prendere di nuovo il controllo della situazione, riprendendo le prove da dove le avevano lasciate.
 
Rachel cantò la sua ballade con Finn, o almeno ci provarono, dato che vennero interrotti numerose volte da Puck e Santana, intenti a imitare conati di vomito. Poi fu il turno di Puck e Quinn, un assolo di Mercedes e uno di Santana.
Le prove si conclusero con un’esibizione dell’intero gruppo, nella stanchezza generale.
 
“Blaine, Mercedes! Potreste venire un momento, ragazzi?” Li chiamò il professor Schuester, mentre tutti gli altri componenti delle New Directions lasciavano stremati l’aula canto.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata stranita, raggiungendo il professore intento a racimolare scartoffie dalla sua cartella potenzialmente senza fondo.
“Ci dica.” L’uomo alzò lo sguardo, senza smettere di dividere spartiti secondo un ordine noto solo a lui.
“Beh ragazzi, avrei una proposta da farvi. Quest’anno piazzarsi alle Nazionali è  d’obbligo, ma non credo potremmo farcela se non proviamo nuove combinazioni e ci limitiamo al solito binomio Finn e Rachel, non credete?”
I ragazzi assunsero un’aria confusa.
“Sì... Credo...”
“Esatto. Proprio per questo mi chiedevo se vi andrebbe di cantare il nostro duetto delle Provinciali.”
Mercedes sgranò gli occhi, emettendo un urletto eccitato.
“Sta scherzando?! Certo che ci va di cantare il duetto!”
Blaine deglutì rumorosamente.
 
Certo, Mercedes era sua amica e gli faceva piacere fosse così entusiasmata per la parte da protagonista che, evidentemente, non prendeva da tempo.
Tuttavia non poteva negare di essere un tantino in ansia per quella proposta.
Non che fosse nuovo a cantare pezzi che giravano principalmente attorno a lui: aveva avuto tempo per abituarsi con i Warblers, ma le New Directions era un gruppo nuovo, il McKinley era una scuola nuova, e lui non era sicuro di volersi esporre così tanto fin dall’inizio.
Se avesse sbagliato qualcosa? Se avesse fatto sfumare i sogni di chi faceva parte di quel Club da molto più tempo di lui?
 
“...Blaine?” Il ragazzo sussultò.
“Eh? Cosa?”
“Ti ho chiesto se anche per te va bene.” Lo incalzò Mercedes, con un paio di occhi talmente pieni di speranza che Blaine non si sentì di dirle di no.
“Sì. Direi di sì...”
La ragazza lo abbracciò felice, stringendo in pugno i diversi spartiti che Will Schuester le aveva appena allungato.
“Scegliete un paio di canzoni: lunedì le proverete al Glee Club e quella che verrà meglio sarà il nostro duetto per le Provinciali!”
 
 
                                                                  ***
 
 
“Questo è assolutamente fantastico!” Esclamò Mercedes, dirigendosi insieme a Blaine verso l’uscita attraverso i corridoi deserti.
“Schuester punta molto su Finn e Rachel, di solito?” Chiese divertito Blaine.
“Di solito?! Punta sempre su quei due! È una fortuna che le nostre voci si armonizzino alla perfezione: è un’ottima opportunità per tutti e due.” Spiegò con un sorriso, passando al ragazzo qualche foglio.
“Dai un’occhiata agli spartiti, e chiamami se un pezzo ti ispira particolarmente, tanto abbiamo tutto il weekend per scegliere i migliori!” Disse, scarabocchiando il proprio numero di cellulare su uno dei pezzi di carta.
 
Dopotutto, il McKinley non era poi così terribile come temeva una settimana prima.
 
Blaine e Mercedes uscirono da scuola, proseguendo insieme verso il parcheggio, e il ragazzo riccioluto per poco non si lasciò cascare la mascella ai piedi, come vide il ragazzo bellissimo di poco prima.
 
Si stava avviando nella loro direzione, quasi volesse tornare nuovamente a scuola.
Blaine ostentò tutta la calma possibile, limitandosi a sorridergli quando gli passarono di fianco.
 
Neanche a dirlo, quello neanche lo guardò in faccia.
 
Tuttavia a Blaine non sfuggì l’occhiata che si scambiò con Mercedes, la quale, inspiegabilmente, sembrava essere stata del tutto prosciugata dell’entusiasmo di poco prima.
 
Quando lui passò oltre, lei si voltò a guardarlo andar via.
 
 
“...Mercedes? Chi è quel ragazzo?”
Lei si voltò verso Blaine di scatto, quasi avesse dimenticato di non essere sola.
“Si chiama Kurt. Kurt Hummel.” Il ragazzo esitò un attimo, prima di chiederle ciò che lo tormentava dalla prima volta che aveva posato gli occhi su quel giovane dagli occhi di ghiaccio.
 
“Cosa gli è successo?”
 
Mercedes abbassò gli occhi sul marciapiede, e la sua voce tremava un po’ quando iniziò a raccontare.

 
 
 
 
 
 
 



 
 
 
Uh uh... Ma quanto sono sclerati Rachel, Santana e tutti gli altri XD? Per quanto riguarda Finn, beh... io ce lo vedo bene come amico di Blaine ^_^ *ogni riferimento a quei deficienti bravi ragazzi dei RIB è puramente casuale ù.ù*
Per quanto riguarda Kurt... Beh, su di lui si sa ancora ben poco (niente a dire il vero XD).
Nel prossimo capitolo vedremo cosa ci dirà la nostra cara Mercedes :)
 
Ecco! Proprio riguardo a questo (ai capitoli, non a Mercedes :S) volevo informarvi – come ho già scritto a qualcuno rispondendo alle recensioni – che se va tutto secondo i piani dovrei aggiornare ogni lunedì e giovedì ^_^ (una volta alla settimana mi sembrava troppo poco frequente... non so perché XD)
In ogni caso grazie di nuovo per il vostro meraviglioso sostegno *_*
A giovedì :D

  
  
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