Note: Questa è la prima volta che metto
eccezionalmente le note in alto alla pagina, ed è una cosa che odio e che mi
vedo costretta a fare. La frase che vedrete citata e che ho messo sulle labbra
di Trunks è di importanza cruciale: non c’è nel manga
o nell’anima, è liberamente presa e ispirata da un film (“Real
Steel”), che ho sentito particolarmente adatta a questo binomio padre-figlio,
forse il più sofferto dell’intera saga per gli spunti che offre. Questa frase
racchiude un momento inventato che potrebbe simboleggiare – a me piace pensarla
così! – l’inizio indefinito del cambiamento di Vegeta, un cambiamento che,
tutto sommato, non avviene mai del tutto.
Who I Am
Sento i muscoli distendersi e poi contrarsi in uno spasmo,
il sudore che lentamente gocciola via le forze rimaste e si riversa a terra in
una pozza poco profonda.
Rivoli che bruciano e tatuano sulla pelle quell’ambizione
di cui mi sono avidamente nutrito, un desiderio ora disegnato elegantemente in
una “M” dai tratti sottili, ma decisi.
Solo uno sciocco come Kaharot
avrebbe potuto pensare che stabilirsi sulla Terra avrebbe fatto a pezzi il mio
passato, lacerato gli affetti guerrieri dell’infanzia, le asprezze del mio
essere.
Premo ancora le dita su quelle linee affilate, distendendole
con fermezza: questa è ciò che sono e che ho deciso di essere, Il Principe dei Sayan.
Null’altro.
Con un rumore inconsulto il mio cuore si ribella, salta con
ferocia un battito. Urla.
Ciò che irrora con voracità non sono solo organi fatti di
orgoglio e ambizione, ma di qualcosa che sfugge al mio controllo e lotta con
una forza inestinguibile.
“Voglio che tu
combatta per me!”
Ricordo il dolore della tua mano che scivola dalla mia, il
sapore amaro della sconfitta che bagna le mie labbra.
Guardami ora, Trunks.
Lo sto facendo.
Sto combattendo per te, per non lasciarti scomparire.
Combatto per te e per Bulma.
Sollevo lo sguardo con risolutezza e lo fisso davanti a me,
su ciò che ero, che sono e che ho deciso di essere.
Qualcosa che non mi rende solo Il Principe dei Sayan, ma che mi muove a lunghi passi in direzione della
mia scelta.
[245
parole]
Note dell’Autrice:
Superato lo
shock della frase che potrebbe far apparire il tutto un po’ OOC (proprio perché
ODIO l’OOC ho cercato di rifuggirlo come la peste, a mio avviso la storia si
mantiene in un precario equilibrio, poi fate voi! xD),
passo a definire un paio di punti che la storia racchiude ma che possono
sfuggire. La flash è ambientata poco prima del
fantomatico sacrificio su cui avranno sicuramente scritto di tutto e di più, ma
ecco la mia versione!
Un Vegeta che non si pente totalmente della sua scelta
nell’accettazione dell’essere quel che in realtà è, un guerriero sayan nato in quanto tale, attaccato al proprio essere e ai
propri “affetti guerrieri dell’infanzia” , che stanno a indicare quell’affetto di un padre che in
fondo, pur indirizzando il figlio a degli ideali alquanto discutibili (?), ha
sempre amato suo figlio. Da questo penso sia chiaro il rifiuto di “lacerare”
questo ricordo.
In questa riaffermazione di sé c’è però qualcosa di nuovo,
che riaffiora alla luce per mezzo di questo ricordo da me inventato, ma che
ritengo perfettamente plausibile (anzi mi sarebbe molto piaciuto in effetti assistere a una scenata del genere dal parte del
piccolo Trunks xD).
La tripartizione della penultima frase costituisce una
summa dell’intera flash; l’ultima la messa in atto del
cambiamento, la parte più importante: l’agire.
Queste note sono assai più lunghe della storia in sé! Sono
speranzosa in qualche vostro parere!
Gaara92.