Christmas night
Christmas night,
another fight
Tears we
cried a flood
Got all
kinds of poison in
Poison in my
blood
{Coldplay}
Da qualche parte mamma e papà stanno litigando, John li sente oltre le mani premute fortissimo contro le orecchie. La mamma sta urlando qualcosa, forse che è stanca di non essere considerata, forse che è a tanto così dal fare le valigie, prendere i bambini e tornare a vivere dai suoi genitori, forse qualcos'altro ancora, John non lo sa e non vuole saperlo. Ha nove anni e la sua notte di Natale è rovinata, ed è tutto quello che importa. Sfrega in naso contro la coperta, quella marrone di lana che pizzica, e cerca di smettere di piangere, perché è grande e i bimbi grandi non piangono, nemmeno se la loro madre sta rompendo un piatto dopo l'altro contro la parete del salotto agghindata di agrifoglio, nemmeno se il loro padre sta minacciando di alzare le mani. I bimbi grandi non piangono e basta.
E poi non sa quando sia entrata, ma Harry è lì. Gli dice che è una femminuccia, l'ha sempre saputo, però lo abbraccia e gli scompiglia i capelli, e John si aggrappa alla sua camicia da notte e la stringe forte. Harry continua a parlare, promette che si aggiusterà tutto, che faranno pace, che domani sarà un Natale bellissimo lo stesso, che andrà tutto bene, e John ci crede perché Harry ha sempre ragione e spinge per terra chiunque provi a negarlo. Le luminarie fuori dalla finestra brillano contro le lacrime sulle sue ciglia, e da qualche parte le campane suonano la mezzanotte. Buon Natale.
Sherlock non sa dove abbia sbagliato. Forse è stato aver detto alla mamma che no, papà ha mentito, non è andato a una cena di lavoro, quando va alle cene di lavoro non beve mai, invece stasera puzza di champagne. Forse è per questo che stanno litigando. Forse è tutta colpa sua. Sperava che smettessero nel giro di mezzora, di solito funziona così, ci hanno impiegato ventidue minuti quella volta che la mamma ha dato in beneficenza le giacche di papà senza dirgli niente, poco più di un quarto d’ora quando papà si è scordato dell’anniversario. Forse questa cosa è un po’ più grande. Sherlock non lo sa, ma sa che non gli piace quando i suoi genitori litigano, sa che gli pizzicano gli occhi e deve premersi contro il cuscino finché non passa, e sa anche che è la notte di Natale e se l’era aspettata un po’ meglio di così. Poi Mycroft apre la porta e le urla arrivano alte dal piano di sotto, e Sherlock stringe il cuscino un po’ più forte. Suo fratello gli siede accanto prendendogli la mano nella sua, e dice che non deve preoccuparsi, che c’è lui ora, che sistemerà tutto. E no, Sherlock non gli ha mai dato retta prima d’ora, ma esistono cose chiamate miracoli del Natale e ci vuole davvero, davvero credere, quindi gli stringe un po’ la mano in rimando. E’ mezzanotte, ormai. Fuori di lì centinaia di bambini staranno scartando i loro regali. Sherlock si appoggia alla spalla di Mycroft, e per stasera vedrà di farsi bastare questo. Buon Natale.
Disclaimers: i personaggi non mi appartengono, la citazione non mi
appartiene, una delle virgole non mi appartiene (è opera di Fede, anima pia che
ha avuto la bontà d’animo di leggere il tutto in anteprima qualcosa come due
settimane fa) e l’idea per la storia mi è venuta solo grazie al calendario
dell’avvento dello SFI (il quale è il Bene assoluto e si trova qui http://sherlockfest-it.livejournal.com/10516.html#cutid1,
andate e plottate, gente :D). Palesemente di mio non c’è
niente, ma tant’è xD