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Autore: Seiko    16/12/2011    2 recensioni
Sorrideva sempre. Per quanto il viaggio fosse difficile, per quanto disperati potevano diventare, lei non smetteva mai di sorridere cercando il lato positivo di ogni cosa.
Una bianca distesa di neve non sarebbe stata da meno.
[Accenno Cloud/Aerith]
Storia partecipante al The One Hundred Prompt Project.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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Like a Dream. Fake Memories of a Snow Day

#Prompt 18 - Neve

 

 

Le mano sollevata a mezz’aria, le dita tese, in un arco delicato, verso l’esterno. Il palmo rivolto verso il cielo mentre cercava con un sorriso di raccogliere quei delicati fiocchi bianchi che scivolavano verso terra.

Al contatto ricercato la pelle si ritrasse per la fredda puntura inaspettata e una risata carica di dolce tepore si diffuse nell’aria; i suoi occhi verdi brillarono di luce per un lungo istante.

Era la prima volta che Aerith vedeva la neve, la prima volta che aveva l’occasione di toccarla con mano, sentire la fredda carezza invernale sfiorarle la pelle. Cloud non poteva trattenere una tiepida smorfia d’affetto a quella vista.

- Cloud! - lo chiamò con voce frizzante mentre cercava di farsi notare muovendo le braccia.

La raggiunse in pochi passi, per poi ritrovarsi, senza nemmeno capire come, faccia a faccia col terreno soffice e la sua tenue risata in sottofondo. L’aveva spinto a terra con una mossa rapida, forse fin troppo e stava per farglielo giustamente notare prima di ritrovarla già sdraiata al suo fianco.

- La neve ti dona Cloud! - ridacchiò allungando poi l’indice sfiorandogli il naso e togliendo del bianco rimasto dalla caduta.
La vide sorridere, ma lo sguardo era lo stesso che aveva visto davanti al fuoco di Cosmo Canyon, un’ombra a tinteggiare d’amaro il suo viso.

- Ho sempre avuto paura della neve, mia madre la ricordava con angoscia. -

- Tua madre? -
- Oh non quella che hai conosciuto. - sorrise dolcemente come se parlare di Elmyra le donasse uno strano senso di sollievo. - L’altra. I fiori della chiesa gliela ricordavano, erano bianchi come questa terra. -

Conosceva le capacità di Aerith, nel tempio degli Ancient ne aveva dato chiara prova, quello che riuscì a stupirlo fu la naturalezza con cui ne parlava. Aveva sempre avuto la vaga impressione che cercasse in ogni modo di nascondere e negare le sue origini, ne parlava sempre con una certa ombra di tristezza nello sguardo, ora invece il suo sorriso era acceso come sempre.

- Ora che sono qui, che la tocco con mano, non posso fare a meno di sentirla amorevole. - disse in tono dolce, con le guance rosse per il freddo.

Si concesse un espressione leggermente confusa, un modo per chiederle di spiegare meglio quella sua particolare sensazione.

- Il pianeta si sta rigenerando, è ferito e la neve lo sta proteggendo permettendogli di guarire. Non trovi che sia un gesto premuroso? -

Lo era, ma non fece in tempo a dirglielo, lei fu molto più veloce nel cambiare discorso.

- Forse in questo posto potrò scoprire perché mamma era così turbata a quei ricordi, conoscerla un po’ meglio. -

- Probabilmente. -
Ridacchiò a quella risposta, dandogli un buffetto affettuoso sulla guancia.

- Questa era proprio una risposta da Cloud. - le labbra piegate in una tenue forma di spensieratezza.

Era pronto a risponderle, ma la figura sembrava sempre più distante, più sfocata. La sua voce era ormai ovattata e fu difficile sentire quell’ultima frase.

- Tu lo scoprirai Cloud. So che lo farai, anche senza di me. -

 

 

Aprì gli occhi in una fredda casa abbandonata. Intorno a lui solo legno, tipico delle abitazioni di montagna e lo strano ronzio di macchine in deterioramento. Non c’era più la soffice sensazione di neve intorno a lui, né Aerith al suo fianco. Era rimasto soltanto una dolorosa fitta fra i suoi pensieri.
La guancia bruciava per il pugno ricevuto poco prima, ricordandogli, con dura chiarezza, la realtà.

Aerith non avrebbe mai visto la neve, non avrebbe riso giocandoci e non avrebbero parlato sdraiati uno a fianco all’altra su una distesa bianca da accecare.

Era stato solo un sogno, un sogno dove aveva potuto sentirla ridere un’ultima volta.

 

 

 

 

 

Note d’autrice:

Allora una piccola nota prima di tutto il resto, riguardo l’ambientazione della storia.

In linea temporale, il momento in cui questa fic è ambientata è l’arrivo di Cloud and Co. a Icicle Inn, si quel bel paesino sperduto in mezzo ai monti. Per essere più precisi si tratta del momento in cui si affronta il pugno di Elena (che io non evito mai perché sono troppo impegnata a guardare i bambini scivolare con i loro slittini) e una volta colpiti ci si risveglia a casa del prof. Gast.

Bene ora che ho fatto le mie premesse... sono una sadica bastarda lo so.

Lo ammetto inizialmente questa storia doveva essere un AU, un momento dolce tra Cloud e Aerith, perché diavolo io amo la neve, ma poi mi sono ricordata che amo anche l’angst per cui... niente lieto fine.

Che altro dire ora se non un grazie a tutti coloro che passeranno da queste parti. Grazie davvero.

 

Ah un ultima cosa, per quando riguarda la long fic che avevo iniziato sempre in questa sezione ([Longing] to Live in Between), sempre se da qui passeranno i suoi lettori. Sono in un momento di blocco creativo, per cui non mi sento veramente in grado di portare avanti quella storia, per cui ho deciso di ricominciare la Challenge “The One Hundred Prompt Project” con delle one-shot piuttosto che con un interminabile storia a più capitoli. Non cancellerò il primo capitolo, perché mi dispiace sinceramente toglierlo visto che era stato apprezzato, però non sono davvero in grado di finire il progetto per ora, chiedo davvero scusa a chiunque aspettava di vedere il seguito, sempre se c’era qualcuno. Scusate, davvero.

 

Storia partecipante all’iniziativa di BlackIceCrystal, The One Hundred Prompt Project.

   
 
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