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Autore: LaMicheCoria    19/12/2011    2 recensioni
La notte, a Berlino, era fredda e nera. Nera di inchiostro, nera d’uniforme, nera di lutto, un miscuglio denso di oscurità e storia. La luna, in cielo, illuminava solo una striscia grigia e gelida, spessa contro l’orizzonte.
Germania si arrestò dinanzi a quella lingua di cemento e alzò la testa; un soffio bianco tra le labbra screpolate, il volto, arrossato per il freddo, nascosto dalla sciarpa scura, Ludwig attendeva, come tutti le notti, che il profilo di uno dei
Vopos si addensasse contro le stelle fosche, lo fissasse con occhi socchiusi dalla rabbia, le labbra storte dal fastidio, e poi gli puntasse contro il fucile.
[Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Shomer Ma Mi-Llailah
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo

Genere: Slice of Life, Introspettivo , Angst
Avvertimenti: Flashfic
Personaggi: Ludwig/Germania, Gilbert Beilschmidt/Prussia

Pairing: Nessuno
Musica: Shomer Ma Mi-Llailah – Francesco Guccini
Trama: La notte, a Berlino, era fredda e nera. Nera di inchiostro, nera d’uniforme, nera di lutto, un miscuglio denso di oscurità e storia. La luna, in cielo, illuminava solo una striscia grigia e gelida, spessa contro l’orizzonte.
Germania si arrestò dinanzi a quella lingua di cemento e alzò la testa; un soffio bianco tra le labbra screpolate, il volto, arrossato per il freddo, nascosto dalla sciarpa scura, Ludwig attendeva, come tutti le notti, che il profilo di uno dei Vopos si addensasse contro le stelle fosche, lo fissasse con occhi socchiusi dalla rabbia, le labbra storte dal fastidio, e poi gli puntasse contro il fucile.

Dedica: a Silentsky
Note: Bang! Salve a tutti! Eh bhè, che dire, fino a mercoledì non sarò a casa, ergo vi lascio questa fic (deprimente, ma vabbè) come saluto.
Il titolo viene dalla canzone omonimo di Guccini, che a sua volta lo riprende da un verso di Isaia e significa “Sentinella, a che punto è la notte? [Lett. Quanto è di notte]”. È, come dire, piuttosto cervellotica come fan fiction, tra parallelismi, allusioni più o meno velate e roba così. Soprattutto la scelta della domanda, si lega molto alla parte finale in corsivo (un dialogo tra il piccolo Germania e Prussia) e la situazione in cui è ambientata la fic (Muro di Berlino). Spero apprezzerete lo stesso.
Comunque. Che altro? Ah, sì! Ad un certo punto ho “parafrasato” un verso della canzone che fa così: “
ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà”
Kleinen Bruder
dovrebbe significare “Fratellino”, ma è da Google Traduttore, ergo prendetelo con le pinze!
I Vopos era le guardie di vedetta del Muro.

 

 

 

 

Shomer Ma Mi-Llailah

 

La notte, a Berlino, era fredda e nera. Nera di inchiostro, nera d’uniforme, nera di lutto, un miscuglio denso di oscurità e storia. La luna, in cielo, illuminava solo una striscia grigia e gelida, spessa contro l’orizzonte.
Germania si arrestò dinanzi a quella lingua di cemento e alzò la testa; un soffio bianco tra le labbra screpolate, il volto, arrossato per il freddo, nascosto dalla sciarpa scura, Ludwig attendeva, come tutti le notti, che il profilo di uno dei Vopos si addensasse contro le stelle fosche, lo fissasse con occhi socchiusi dalla rabbia, le labbra storte dal fastidio, e poi gli puntasse contro il fucile.
Ludwig inspirò l’aria della sua città e serrò le palpebre, il cuore stretto. Oh, lo ricordava, sì. Una situazione simile, i ruoli scambiati: lui di guardia, il fucile sottobraccio, e un paio d’occhi stanchi che lo pregavano da un volto di scheletro, labbra livide che emettevano un risucchio di saliva sulle gengive bianche e sui denti scheggiati. Una voce tremula che ogni notte gli poneva sempre la stessa domanda, dall’antro speranzoso di quel petto smagrito dove, ancora, pareva battere un cuore, nascosto dalla cadente divisa a strisce.
Ogni notte sempre la stessa domanda, fino a che Germania non aveva imparato quella frase gracchiante, fino a che non l’aveva sentita sulla labbra e nella testa, anche quando di quello scheletro non era rimasto più nulla.
Non ne aveva compreso subito il significato, non gli era mai nemmeno interessato. Poi, mattone dopo mattone, il cemento aveva soffocato ogni cosa in un incubo di filo spinato.
-Scheiße, ancora tu?!-
Ludwig riaprì gli occhi e vide davanti a sé la bocca di un fucile spianato. Sorrise, stanco. Ora capiva il suo non capire, il suo bisogno di una risposta che non sarebbe mai venuta, una domanda legata ad un passato lontano, irraggiungibile quanto il presente.
-Shomer ma Mi-Llailah- chiese Germania, sperando che la sua voce arrivasse anche a Prussia, al di là del Muro. Perché sapesse che non si era ancora arreso. Perché, ancora, ricordava. -Sentinella, quanto è di notte?-

 

 

-Bruder, è tardi! Cosa ci fai ancora sveglio?-
-Un altro incubo, Gilbert!
Un mare di sangue ed un immenso dolore…
Il giorno è vicino, eppure perché
Ancora gli incubi mi tormentano?
Dovrebbero svanire con l’approssimarsi dell’alba!-
-
Kleinen Bruder, proprio perché il mattino è all’orizzonte
Gli Incubi si fanno più crudeli e combattivi!
Ricorda, se la notte è più buia
E l’Incubo più terribile,
è perché il giorno è alle porte
e sentono entrambi che
 la loro
fine è vicina-

   
 
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