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Autore: alimanga    22/12/2011    0 recensioni
come sarebbe un Natale AceAttorneiano?
secondo me sarebbe così:
buona lettura, e Buon Natale!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Era il primo pomeriggio della Vigilia di Natale. Tutti i negozi erano pieni di persone che facevano le ultime compere per il cenone o per i regali da fare. Il negozio più grande, il centro commerciale in mezzo alla città, era talmente pieno di persone che due amici, passandosi davanti anche più volte, probabilmente non si sarebbero neanche visti. Eppure, due persone veramente indistinguibili dalla massa di gente c’ erano. Erano un ventenne completamente vestito di blu, con i capelli a porcospino e carico di pacchi e pacchetti, e una bella ragazza dai lunghissimi capelli neri e con addosso un corto kimono bianco e viola, come volesse sfidare il gran freddo che faceva. “Aspetta un attimo, Maya... PUFF! Pesano davvero!” con queste parole, Phoenix appoggiò a terra i numerosi pacchetti e prese fiato. “Uff, Nick, anch’ io ho molte cose in mano e non mi lamento! Sbrigati, dobbiamo ancora comprare il regalo per Larry e poi dobbiamo tornare di corsa allo studio per preparare il cenone!” la ragazza aveva assunto un’ espressione seccata, ma piuttosto buffa a causa delle guance paffute. Era evidente che si trattasse di una ragazza forte, perché, nonostante avesse anche lei una gran pila di pacchetti tra le mani, saltellava sul posto e non sembrava per nulla affaticata. “Accidenti, come fai ad avere tanta energia? Comunque sto arrivando.” Sbuffando, Phoenix si mise a raccogliere i regali, ma quando alzò lo sguardo, Maya teneva già in mano un pacchettino avvolto in carta del  Samurai d’ Acciaio, con un’ espressione trionfante. “Cos... non dirmi che hai fatto in tempo a comprarlo mentre raccoglievo tutto!!” l’ avvocato sbarrò gli occhi; neanche una ragazza energica come la sua amica poteva essere così veloce. “No, infatti non l’ho comprato adesso, mi sono ricordata di averlo già preso e averlo messo in tasca. Ehi, non fare quella faccia, andiamo piuttosto!” Così dicendo, la sensitiva si imbacuccò nella sua giacca viola e uscì dal negozio. “La solita Maya.” Pensò Phoenix, divertito, e la seguì. Due ore dopo, lo studio legale Wright e Co. era completamente trasformato: completamente addobbato da Pearl, con tanto di albero di Natale, e la tavola apparecchiata con cura da Maya per accogliere gli amici che presto sarebbero arrivati per festeggiare il Natale insieme alle Fey e a Phoenix. Mentre la bambina si guardava intorno con gioia, sistemando qua e là cose che le sembravano in disordine, in cucina Phoenix stava facendo tesoro degli insegnamenti culinari di Maya. La ragazza aveva sempre cucinato, al Villaggio Kurain, e ora stava aiutando il suo amico a preparare il cenone; i due erano stati davvero bravi e la cena si preannunciava squisita. “Oh, signor Nick, Mistica Maya, siete stati bravissimi! Mmh.. le polpette di riso! Gli Hamburger! E i ravioli al vapore! E il tacchino!” Pearl, entrata in cucina, stava ammirando i numerosi piatti. “Hai ragione, Pearly, siamo stati piuttosto bravi. E Larry e Maggey hanno detto che avrebbero portato i dolci, quindi siamo a posto.” Maya appariva soddisfatta. Poi, improvvisamente, sembrò ricordarsi di una cosa: “ Ehi Nick, credi che verranno anche il signor Edgeworth e Franziska?”domandò all’ avvocato. “Onestamente... non lo so. Mi sembra difficile che Franziska voglia venire, mi chiedo se sia stata una buona idea invitarli.” Phoenix appariva dubbioso, ma in cuor suo sperava, come anche Pearl e Maya, che i due amici venissero. “E invece abbiamo fatto benone! Comunque, se non verranno, peggio per loro. Si perderanno la nostra fantastica cucina! Piuttosto spero che a Franziska non venga in mente di portare la frusta!” i tre si guardarono, poi scoppiarono a ridere. Si, Maya avuto ragione ancora una volta.

 

Nel frattempo...

“NO! TE LO PUOI SCORDARE, HERR MILES EDGEWORTH!” Franziska Von Karma stava cercando di superare Miles Edgeworth, che nascondeva qualcosa dietro la schiena. Quest’ ultimo si guardò intorno, preoccupato; per fortuna che la procura era quasi vuota, sarebbe stato imbarazzante se qualcuno, richiamato dalle grida, fosse entrato nel suo ufficio in quel momento. “No, Franziska. Non andrai a festeggiare il Natale da Wright con la frusta. Non te lo permetterò.” Edgeworth era fermissimo, ma nonostante questo Franziska non sembrava intenzionata a cedere. “Senti, è già abbastanza che abbia accettato di venire con te alla sciocca cena di quello sciocco Herr Phoenix Wright, non puoi certo togliermi anche la mia frusta.” La ragazza era infuriata, e Edgeworth si chiese come fare per calmarla. “Ora ascolta: intanto, Wright è stato gentile a invitarci, e non abbiamo motivo per rifiutare, anche perché, se no, avremmo passato – tu in particolare - un Natale triste e solitario. E poi... pensa a quello che è successo poco tempo fa a Maya! Tu hai la sua età: saresti stata forte come è stata lei, nella situazione tremenda in cui si è trovata? È anche per lei che dobbiamo andare a questa cena.” A quelle parole, la procuratrice esitò. Anche se le costava ammetterlo, pensava anche lei che Maya fosse stata davvero sfortunata e forte a riuscire a superare ciò che le era successo, e non era sicura di come avrebbe reagito lei al suo posto. “... Va bene. Ma non aspettarti che sorrida, specialmente con la presenza di quegli sciocchi di Herr Larry Butz e del Detective Sciattone!” sbuffò, poi cominciò a mettere la giacca, senza però guardare Edgeworth negli occhi. Lui sorrise, sollevato, posò la frusta sulla scrivania e infilò la giacca. Dopotutto, pensò, forse la serata avrebbe potuto anche essere piacevole.
 

Poco dopo...

“Salve amico! Grazie per l’invito!” il Detective Gumshoe, radioso come al solito, entrò nello studio con numerosi pacchetti in mano. Mentre lo faceva entrare, Phoenix notò che indossava come sempre un impermeabile, ma rosso. Sorrise divertito, pensando che quello doveva essere il simbolo natalizio del buffo detective. “Salve, Detective. Oh, quanti regali, non doveva! Sono felice che sia potuto venire.” Disse Maya dalla cucina. Dopo aver salutato l’ amico con il suo inchino tipico delle sensitive, prese dalle mani di Gumshoe i numerosi pacchi e li aggiunse agli altri sotto l’ albero. “OHOHOHO!” l’uomo si schermì con la sua solita risatona, che fece scoppiare a ridere Pearl, e poi sussurrò nell’ orecchio di Phoenix: “Era il minimo poiché, dato che non so cucinare, non ho potuto portare nulla per la cena.” “oh, non si preoccupi, abbiamo preparato comunque molte cose, e già la sua presenza ci rende felici.” sorrise l’ avvocato. Suonò di nuovo il campanello. “Vado io! Sarà Meggey!” esclamò Maya. Infatti, quando aprì la porta le si parò davanti proprio la simpatica ragazza, con i suoi soliti occhiali, vestita completamente di bianco e con un piatto coperto tra le mani. “Ciao Maya! Come stai, tutto bene? Ho portato i miei famosi biscotti natalizi e dei muffin, spero vadano bene.” Meggey era sorridente, e una volta entrata depose nelle mani di Maya il piatto con i dolci. “Ciao Meggey! Oh sì, sto bene. Ora.” E per un attimo, la sensitiva sembrò rattristarsi. Gli altri la guardarono; sapevano che Maya stava pensando alle cose orribili che le erano successe appena pochi mesi prima. “Comunque, grazie per i dolci, sono sicura che saranno squisiti, e non vediamo l’ ora di assaggiarli, vero Pearly?” si riprese in fretta, e portò il piatto in cucina. “Oh si, davvero! Grazie Meggey!” Pearl era raggiante, e il suo visetto ingenuo e allegro strappò un sorriso a tutti i presenti. “Salve, Detective, signor Wright. Sono felice di essere qui.” Meggey tese la mano a Phoenix e a Gumshoe; l’ avvocato le sorrise cordialmente, vedendo che Meggey sembrava davvero felice, finalmente, e il poliziotto arrossì. Il campanello squillò per l’ ennesima volta. “Vaaado ioooo!” Maya corse alla porta con un tale entusiasmo che Phoenix non poté fare a meno di ridere; l’ allegria della sua amica sembrava non finire mai. “Ciao...!” Maya interruppe bruscamente il suo saluto. Davanti a lei c’ era Edgeworth, che cercava di sorridere, ma  Franziska aveva un espressione talmente fredda e arcigna da lasciare Maya senza parole. “Salve, Frulain Maya Fey, Herr Phoenix Wright, Detective Sciattone, Frulain Meggey Byrde. ” Mugugnò la procuratrice, ed entrò senza aggiungere altro. “Ciao, Maya. Tutto bene spero. Salve Wright, Meggey, Gumshoe. Ciao Pearl.” I saluti di Edgeworth furono decisamente più calorosi, e mentre Phoenix gli stringeva la mano, notò che sembrava più allegro del solito. Sorrise. Era bello vedere che anche lui era venuto, e cercava di essere meno freddo del solito. “Salve, Signore!” il Detective si mise sull’ attenti come al solito, mentre Pearl, Maya e Meggey lo salutarono normalmente. Il procuratore aveva portato alcune bottiglie di spumante, e dato che Maya stava parlando con Meggey, toccò a Pearl portarle in cucina. La bambina traballava sotto il peso, e tutti, compreso Edgeworth, stavano cominciando a ridere per la sua buffa posa quando si interruppero, sbalorditi. Franziska aveva preso quasi tutte le bottiglie dalle mani di Pearl e le aveva messe lei nel frigorifero. Tornata nell’ ufficio, si rivolse alla bambina e le disse: “ Non essere sciocca, Pearl Fey, non puoi certo portare da sola quel peso.” Poi si sedette sul divano e non disse più nulla. Tutti si guardarono, allibiti dalla gentilezza inconsueta di Franziska, e Pheonix mormorò a Edgeworth : “ Franziska è venuta, senza frusta ed è gentile? Un vero miracolo di Natale.” Il procuratore sorrise divertito, e rispose: “ anche lei in fondo ha un cuore, e quando lo potrebbe dimostrare se non a Natale?” i due si scambiarono un occhiata di intesa. Poi Maya sussurrò qualcosa a Pearl, la bambina corse davanti alla procuratrice e l’ abbracciò, dicendo: “Grazie, signorina Franziska, lei è davvero gentile!” la ragazza era imbarazzata, ma non scansò via Pearl e a Phoenix sembrò, per un momento, di vederla sorridere teneramente alla piccola sensitiva.  Ma fu un attimo. Poi Franziska riprese la consueta espressione seria e quando Pearl sciolse l’ abbraccio, disse solo :“Di niente.” Ci fu un momento di silenzio, che fu rotto dallo squillo del campanello. Stavolta andò Phoenix ad aprire, pensando: “ Ormai non può essere che Larry.” Appena aprì la porta, gli si parò davanti proprio l’ amico imbranato, completamente vestito da Babbo Natale e talmente carico di pacchi e bottiglie da essere barcollante. “Ciao Nick, eccomi qui... WUAAAAAAH!” “Attento al gradino, Larry... ARGH!” il ragazzo era inciampato sulla porta, ed era caduto con tutti i pacchetti... proprio sopra a Phoenix. Dopo un secondo, il povero avvocato era per terra, schiacciato dai pacchi e da Larry. Tutti scoppiarono a ridere di cuore, persino Franziska fece una risatina. “Scusa Nick, ho perso l’ equilibrio, ehm...” Nonostante la figuraccia, Larry sorrideva come sempre, e diede una mano a Phoenix ad alzarsi. “Ouff... si, Larry, me ne sono accorto. Comunque, grazie di essere venuto e di aver portato tutta questa roba.” L’ avvocato sorrise, rassegnato; conosceva bene l’ amico. “Bene, ora che ci siamo tutti e il mio stomaco brontola, credo che possiamo iniziare il cenone! Nick, aiutami con i piatti!” con queste parole, Maya entrò in cucina e cominciò a portare le pietanze sul tavolo, mentre gli altri prendevano posto e Edgeworth stappava lo spumante. La serata passò piacevolmente, tra risate, divertenti gag da parte di Larry e l’ ottima cena; a mezzanotte, tutti si augurarono un Buon Natale e aprirono i regali. Larry aveva avuto la malaugurata idea di regalare a Franziska una nuova frusta e pagò questa scelta: aveva continuato, come al solito, a parlarle e provarci, e lei lo aveva frustato ben due volte. Ma con gli altri, persino con Phoenix, la frusta rimase ferma. Pochi minuti dopo la mezzanotte, però, Phoenix notò che Maya e Pearl non si vedevano. Mentre le cercava, sentì la voce di Maya provenire dallo stanzino. Vi si avvicinò e sbirciò da una fessura; vide Pearl in disparte, e Maya in ginocchio, a terra, davanti a una foto. La ragazza si spostò un  po’, e il suo amico vide che si trattava di una foto di Mia, la sorella di Maya, che se ne era andata ormai da tre anni. “... Si, sorellina, questo è un bellissimo Natale. Vorrei tanto che ci fossi anche tu.” La voce di Maya era incrinata. Phoenix sospirò; anche a lui Mia mancava, ma il suo dolore non era neanche paragonabile a quello della giovane Fey. Sapeva che il Natale era il periodo in cui Maya soffriva di più per la mancanza della sorella, forse perché aveva sempre passato i Natali dell’ infanzia con Mia. “Ci stiamo divertendo, sai, e sono felice che ci siamo tutti, persino Franziska. Vorrei non averti promesso di cercare di non vederti più, di comportarmi come una persona senza poteri spirituali, perché... mi manchi.” Phoenix non poteva vedere il viso di Maya, ma sapeva che a questo punto la ragazza stava piangendo. “Anche tu mi manchi, Maya.” L’ avvocato e la sensitiva si voltarono di scatto verso Pearl. Quella voce... era la sua. E infatti nell’ angolo non c’ era più la cuginetta di Maya, ma la bellissima donna che era stata la maggiore delle Fey. “So-Sorellinaaaa!” Maya si gettò tra le braccia di Mia, singhiozzando. “Pearl mi ha evocato per te. È il suo regalo di Natale. Anche tu mi manchi Maya, lo sai, ma dobbiamo accettare la situazione. Almeno, noi ogni tanto possiamo vederci.” La donna abbracciava stretta la sorella, parlandole con la sua voce flautata. Phoenix le guardò, commosso. Si sentì un intruso, e decise di lasciare le sorelle Fey da sole, per quel poco tempo che avevano. Poi sentì Mia dire: “ so che stai bene con Phoenix e con gli altri. Continua così, e ricorda che io sono sempre con voi. Abbiamo ancora poco tempo, Pearl è piuttosto stanca stasera. ” “si, lo so. Vorrei raccontarti...” Phoenix lasciò lo stanzino, e guardò come se la cavavano gli altri. Sorrise: Gumshoe, un po’ brillo, stava scherzando allegramente con Larry e Meggey, mentre Franziska e Edgeworth parlavano sui divani. Prima di tornare con loro, guardò fuori dalla finestra, verso il cielo stellato; sentì Maya che dallo stanzino parlava con Pearl, segno che Mia se ne era andata di nuovo; pensando alle Fey, Mormorò: “Buon Natale, Mia.” E tornò dai suoi amici, per finire di festeggiare un Natale che non avrebbe mai dimenticato.
 

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Ciao a tutti, AceAttorneiani. Vi ringrazio per aver letto questa mia fanfiction, semplice, ma che per me significa molto. Spero che vi sia piaciuta, in questo caso recensite, mi raccomando! Ringrazio per l’ ispirazione PotterWatch, che sa creare delle storie magiche. Buon Natale!
La vostra Alimanga
 

  
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