Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: IvanaEfp    24/12/2011    5 recensioni
«Buon Natale, Damon» e cade come corpo morto cade.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

L’oscurità inghiottì Mystic Falls non appena scoccò la mezzanotte. Nello stesso istante Cenerentola perse la sua scarpetta e la meravigliosa carrozza trainata da bianchi cavalli ritornò ad assumere le sembianze di una decrepita zucca.
La rubò l’ombra di un  passante - passo lungo e svelto- e si rifugiò sotto un albero spoglio: scavò la polpa marcia, ne ingoiò il più possibile per nutrirsi, poi adagiò la testa al tronco umido e si abbandonò alla notte.
L’oscurità continuò a posarsi sulla terra , pezzo per pezzo, spegnendo le luci del giorno similmente a un uomo che soffia sulla fiammella di candele ormai consumate.
La piccola fiammiferaia terminò il suo ultimo fiammifero - ultimo desiderio di calore, di cibo e di famiglia- e abbandonò il suo gracile corpo sulle fredde vie di quella fredda cittadina.
Ripassò di lì un’ombra e le rubò l’innocenza, le succhiò il sangue e ne ingoiò la bellezza.
E l’ombra scintillò nella notte -occhi di smeraldo così freddi da gelarti il cuore- e si lavò nel sangue delle sue vittime. Si spogliò dei suoi peccati e si beò dell’odore magnetico della morte: la sua vecchia, lugubre, tradizione aveva appena avuto inizio.
 ***
Elena serrò bene le finestre, sebbene sapesse che non  sarebbe servito a tenere lontano ogni pericolo, e si rifugiò sotto le lenzuola profumate.
Augurò la buonanotte a Jeremy, urlando poco affiché quello la sentisse appena - come una voce a tentarti nel sonno-, poi sussurrò un saluto a Stefan ( perché ovunque egli fosse, con chiunque fosse, l’avrebbe di certo ascoltata.)
Lasciò le luci accese a riflettersi sul suo medaglione e quando si addormentò l’unica cosa che sognò fu l’oscurità che la inghiottiva.
***
La prima vittima fu un’anziana donna vista a portare via la spazzatura. La prese con l’inganno - un sorriso affascinante- e l’attirò nel buio. Le affondò i denti nella carne raggrinzita, succhiò avidamente quel poco sangue che ancora la manteneva viva, poi l’abbandonò sulla sua poltrona, con il caminetto acceso e una vecchia ciotola colma di caramelle ad aspettare il coro della Chiesa che invano avrebbe suonato alla sua porta.
Nelle strade sentiva odore di Natale, di dolci e di regali. Tra le sue mani puzza di peccato.
Per seconda rapì una barbona scelta sulla banchina, tra la folla della ferrovia. Aveva gli occhi scuri e i capelli sporchi. Le labbra, solitamente rosse di sesso sporco e cibo rubato dai cassonetti, divennero quasi subito viola.
Una spintarella sui binari, carne tenera e giovane; poi la fine.
E Damon crollò: la bocca piena di sangue e di morte. Sulla lingua il sapore di tre vite distrutte per un capriccio. Per vendetta.
La terza fu per caso: una bionda autostoppista - cosce nude e labbra rifatte-, che lo tentò sulla via del ritorno. Non la morse subito, ma quando quella cominciò a carezzarlo piano, a succhiarlo teneramente, lui sprofondò in lei - la gonna di pelle a carezzarle la pancia-, poi ne bevve con voracità. 
E venne la quarta: gli occhi azzurri di un’ adolescente. Le strappò i sogni con i denti, soffocandola con le mani. L’uccise a morsi. Le rubò le caramelle.
***
«Stefan non tornerà, Elena.»
«Non ho più bisogno di lui», mentì. 
La baciò con violenza -il corpo morto a premere su quello vivo di lei-, poi la fece sua mentre gli occhi gli si annebbiavano di sete - di sangue e d’amore- e mentre le labbra della donna alitavano ancora, e ancora, Stefan.
***
E quinta e sesta, madre e figlia nel parco. Fu sesso rubato in una notte d’inverno inoltrato, mentre il mare era in tempesta, mentre il Natale rallegrava il mondo, mentre il sangue colava piano.
E venne giorno, e la luce si rispecchiò nel sangue vitreo che colava dai suoi denti. Venne giorno e Damon - urbiaco di morte-, ascoltava la sua vita evaporare.
E pensò a Stefan, e pensò a Katerine. Poi ripensò a lui, e a quando, vivo, lo era. E ripensò a Elena, poi a Stefan, poi all’amore.
E riscoprì di essere vivo più che mani, mentre l’unico peccato che lo consumava era quello di amare una donna che non lo ricambiava.
Allora vomitò tutto il sangue che aveva rubato, finché la sete non si rimpossessò delle sue iridi.
La gola bruciò molto presto, insieme alla pelle che pian piano sembrava stringersi intorno alle ossa come la mano forte di … un vampiro.
Mandò giù fiottoli di wisky, ma quando la vide lì, la sua settima preda, stesa sotto il piumone profumato, la voglia di rubarle l’amore fu troppa.
***
Cade come corpo morto cade, mentre il sorriso, poi la sorpresa, rapiscono il volto di Elena. I lineamenti si addolciscono, gli sussurra un “grazie di essere venuto”, poi si allunga a baciarlo.
Fuori le luci - rosse, gialle e blu- aspettano ansiose il Natale. Dei bambini corrono per le strade buie a cantare inni stonati. La neve si scioglie piano, mentre in lontananza gli ululi di un lupo riflettono nell’ombra.
Le tendine dondolano appena. Lo specchio rapisce e riflette la luce della luna. Di sotto un barbone maledice i passanti. Le famiglie s’affrettano per la cena.
Damon, immobile, la fissa, trafitto dalla speranza che qualcuno potrà fermarlo ( perché non la sua settima preda?). Elena chiama Stefan. E allora Damon la bacia- il bacio di Giuda-, e i suoi occhi scintillano, e la gola brucia.
«Buon Natale, Damon» e  cade come corpo morto cade.

 

 

 

 

 

A Serena. Buon Natale, tesoro.

 

 

 

 

 

 

 

L’oscurità inghiottì Mystic Falls non appena scoccò la mezzanotte. Nello stesso istante Cenerentola perse la sua scarpetta e la meravigliosa carrozza trainata da bianchi cavalli ritornò ad assumere le sembianze di una decrepita zucca.

La rubò l’ombra di un  passante - passo lungo e svelto- e si rifugiò sotto un albero spoglio: scavò la polpa marcia, ne ingoiò il più possibile per nutrirsi, poi adagiò la testa al tronco umido e si abbandonò alla notte.

L’oscurità continuò a posarsi sulla terra, pezzo per pezzo, spegnendo le luci del giorno similmente a un uomo che soffia sulla fiammella di candele ormai consumate.

La piccola fiammiferaia terminò il suo ultimo fiammifero - ultimo desiderio di calore, di cibo e di famiglia- e abbandonò il suo gracile corpo sulle fredde vie di quella fredda cittadina.

Ripassò di lì un’ombra e le rubò l’innocenza, le succhiò il sangue e ne ingoiò la bellezza.

E l’ombra scintillò nella notte - occhi di smeraldo così freddi da gelarti il cuore- e si lavò nel sangue delle sue vittime. Si spogliò dei suoi peccati e si beò dell’odore magnetico della morte: la sua vecchia, lugubre, tradizione aveva appena avuto inizio.


 ***


Elena serrò bene le finestre, sebbene sapesse che non  sarebbe servito a tenere lontano ogni pericolo, e si rifugiò sotto le lenzuola profumate.

Augurò la buonanotte a Jeremy, urlando poco affiché quello la sentisse appena - come una voce a tentarti nel sonno-, poi sussurrò un saluto a Stefan ( perché ovunque egli fosse, con chiunque fosse, l’avrebbe di certo ascoltata.)

Lasciò le luci accese a riflettersi sul suo medaglione e quando si addormentò l’unica cosa che sognò fu l’oscurità che la inghiottiva.



***


La prima vittima fu un’anziana donna vista a portare via la spazzatura. La prese con l’inganno - un sorriso affascinante- e l’attirò nel buio. Le affondò i denti nella carne raggrinzita, succhiò avidamente quel poco sangue che ancora la manteneva viva, poi l’abbandonò sulla sua poltrona, con il caminetto acceso e una vecchia ciotola colma di caramelle ad aspettare il coro della Chiesa che invano avrebbe suonato alla sua porta.

Nelle strade sentiva odore di Natale, di dolci e di regali. Tra le sue mani puzza di peccato.

Per seconda rapì una barbona scelta sulla banchina, tra la folla della ferrovia. Aveva gli occhi scuri e i capelli sporchi. Le labbra, solitamente rosse di sesso sporco e cibo rubato dai cassonetti, divennero quasi subito viola.

Una spintarella sui binari, carne tenera e giovane; poi la fine.

E Damon crollò: la bocca piena di sangue e di morte. Sulla lingua il sapore di tre vite distrutte per un capriccio. Per vendetta.

La terza fu per caso: una bionda autostoppista - cosce nude e labbra rifatte-, che lo tentò sulla via del ritorno. Non la morse subito, ma quando quella cominciò a carezzarlo piano, a succhiarlo teneramente, lui sprofondò in lei - la gonna di pelle a carezzarle la pancia-, poi ne bevve con voracità. 

E venne la quarta: gli occhi azzurri di un’ adolescente. Le strappò i sogni con i denti, soffocandola con le mani. L’uccise a morsi. Le rubò le caramelle.



***


«Stefan non tornerà, Elena.»

«Non ho più bisogno di lui», mentì. 

La baciò con violenza -il corpo morto a premere su quello vivo di lei-, poi la fece sua mentre gli occhi gli si annebbiavano di sete - di sangue e d’amore- e mentre le labbra della donna alitavano ancora, e ancora, Stefan.



***


E quinta e sesta, madre e figlia a giocare nel parco. Fu sesso rubato in una notte d’inverno inoltrato, mentre il mare era in tempesta, mentre il Natale rallegrava il mondo, mentre il sangue colava piano.

E venne giorno, e la luce si rispecchiò nel sangue vitreo che colava dai suoi denti. Venne giorno e Damon - urbiaco di morte-, ascoltava la sua vita evaporare.

E pensò a Stefan, e pensò a Katherine. Poi a lui  e a quando vivo lo era. E ripensò a Elena, poi a Stefan, poi all’amore.

E riscoprì di essere vivo più che mani, mentre l’unico peccato che lo consumava era quello di amare una donna che non lo ricambiava.

Allora vomitò tutto il sangue che aveva rubato, finché la sete non si rimpossessò delle sue iridi.

La gola bruciò molto presto, insieme alla pelle che pian piano sembrava stringersi intorno alle ossa come la mano forte di … un vampiro.

Mandò giù fiottoli di liquore, ma quando la vide lì, la sua settima preda, stesa sotto il piumone profumato, la voglia di rubarle l’amore fu troppa.



***


Cade come corpo morto cade, mentre il sorriso, poi la sorpresa, rapiscono il volto di Elena. I lineamenti si addolciscono, gli sussurra un “grazie di essere venuto”, poi si allunga a baciarlo.

Fuori le luci - rosse, gialle e blu- aspettano ansiose il Natale. Dei bambini corrono per le strade buie a cantare inni stonati. La neve si scioglie piano, mentre in lontananza gli ululi di un lupo riflettono nell’ombra.

Le tendine dondolano appena. Lo specchio rapisce e riflette la luce della luna. Di sotto un barbone maledice i passanti. Le famiglie s’affrettano per la cena.

Damon, immobile, la fissa, trafitto dalla speranza che qualcuno potrà fermarlo ( perché non la sua settima preda?). Elena chiama Stefan. E allora Damon la bacia- il bacio di Giuda-, e i suoi occhi scintillano, e la gola brucia.

«Buon Natale, Damon» e  cade come corpo morto cade.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

*Il banner delizioso è stato confezionato da Fai la tua richiesta, e io ti bannerizzo di cui si occupa Egoica. Grazie, tesoro.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: IvanaEfp