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Autore: Dr3aDSouL    27/12/2011    1 recensioni
a volte una scelta costa un enorme sacrificio, ciò vale tanto per gli umani quanto per ogni essere del creato...siamo pronti a sostenere il peso delle conseguenze qualunque esse siano?!
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Arcangelo...elite del paradiso, guardia devota, e servo di Dio onnipotente...in pochi sono ad avere questo rango, i più valenti tra coloro che regnano sui cieli, non hanno paura, combattono con coraggio, lottano contro il male ed i suoi diavoli, questo è il loro compito...
nulla aveva mai smosso l'equilibrio che regnava tra di loro, finchè...il più giovane e inesperto cadde in tentazione, osservando giorno dopo giorno una giovane ninfa, senti il cuore battere sempre più forte, non capiva di cosa si trattasse esattamente,
sentiva solo un qualcosa che a poco a poco in lui cresceva sempre più forte, al quale non sapeva resistere, come una calamita fu catturato da questa visione, mentre i suoi fratelli lo misero in guardia, venendo meno ai suoi doveri per un qualsiasi altro essere,
ne avrebbe pagato le conseguenze...ma lui non ascoltava, tutto il suo più profondo "io" era totalmente preso da quella dea, voleva raggiungerla, non resisteva più, era più forte di lui...così si allontanò dai suoi compagni per discendere sulla terra, nel lago dove l'aveva vista...
una volta arrivato tentò di avvicinarsi, ma lei spaventata scomparve, si tramutò in un orchidea, e non tornò più come prima...l'Arcangelo divenne triste, il suo sguardo divenne cupo, non capiva in cosa la sua diversità potesse far paura...
così ritornò pian piano in cielo, ma trovò le porte del paradiso chiuse, quei cancelli d'orati che un attimo prima rappresentavano la sua casa...era stato bandito, allontanato perchè in questo modo aveva rinunciato a tutto il suo essere, una lacrima scese dal suo volto,
e non sapendo cosa fare, si incamminò di nuovo verso la terra, ed ogni volta che si voltava, vedeva quelle porte chiuse, sparire pian piano all'orizzonte...una volta sceso sulla terra, tentò di legare con gli umani che vivevano li...
ma tutti si rifiutavano di parlargli, alcuni scappavano per paura, altri lo deridevano e schernivano credendo fosse un pazzo, non c'era posto li per lui, si sentiva totalmente diverso, e capì che anche se quelle persone l'avessero accettato, non si sarebbe mai sentito a casa...
vagò, senza meta, senza direzione, senza un pensiero, giorno dopo giorno, morivano, speranze, redenzione, forza, coraggio, miracoli e quant'altro faceva parte del suo credo più profondo...un'unica cosa rimaneva, l'immagine di quella visione che non accennava minimamente a svanire...
si ritrovò camminando, in una valle desolata, di fronte a dei cancelli, ma questa volta erano di ferro, ed erano mezzi distrutti, un antico cimitero che nessuno usava più...entrò, era un luogo spettrale, ma a lui non faceva paura,
aveva affrontato i peggiori demoni e quel luogo non era niente di spaventoso...c'era un vento gelido che soffiava, ma lui soffriva più il freddo della malinconia...i suoi passi lo portarono vicino all'unica tomba che si era conservata meglio delle altre...
il nome e la data di chi vi era sepolto erano stati cancellati, non c'era nessun fiore accanto al loculo, e sulla lapide c'era la statua di un angelo dal volto triste...l'Arcangelo si sedette li accanto, con gli occhi fissi verso il cielo coperto di nubi nere...
il sole non risplendeva, nemmeno uno dei suoi raggi passava quella coltre...arrivata la notte, zombie e spettri si alzarono, ma nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi a quello straniero, tutti lo tenevano a distanza...una sola persona si avvicinò, lo spettro di un suonatore di cetra...
si sedette accanto a lui, ed iniziò a suonare, una triste e dolce melodia, un requiem per quest'angelo caduto...e se ne stava li col passare dei giorni, era stanco anche di vagare, la sua spada arrugginiva,
le piume delle sue ali senza l'energia che aveva un tempo si distaccavano una alla volta, l'aureola sulla sua testa era scomparsa e l'armatura azzurra di un tempo non risplendeva più...la musica non cessava, anche quando il suonatore tornava a riposare,
quella musica era perennemente dentro l'Arcangelo, era triste quel destino, uno spirito fiero e indomito senza paura, diventato un essere inutile senza posto...e mentre delle lacrime generate dai pensieri scendevano piano sulle sue guance cominciò a piovere,
quasi il celo volesse coprirle...chiuse gli occhi, mentre la pioggia gli bagnava la pelle, e nella sua mente si disegnava la figura della ninfa che danzava, al suono di quel melodico, malinconico e triste...requiem...non c'è redenzione per gli angeli caduti...!!!
  
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