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Autore: _itshazzassmile    29/12/2011    1 recensioni
Un incontro forse voluto dal destino. Un amore inevitabile.
Ormai si appartengono, sono una cosa sola.
"D'un tratto i miei occhi incontrarono i suoi e lui, lui sorrise all'improvviso. Io mi immobilizzai di fronte a quell'inaspettato raggio di luce. Avanzò verso di me, occhi dentro occhi, finché non fummo così vicini da confondere i battiti dei nostri cuori, così vicini da mischiare i nostri respiri."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Kim, giuro che ci sto provando, ma non riesco a togliermi quel  ragazzo dalla mente.- le sussurrai, uscendo da scuola dopo due ore di chimica.
- Sum, ascoltami. Non l’ho mai visto, ma mi fido di te, e anche se è molto carino..
- Non è molto carino, è bellissimo!
- Okei, va bene, sarà anche bellissimo, bravissimo, e tutto quel che vuoi, ma non lo conosci. Capito? Devi tranquillizzarti, rilassarti, e goderti la vita che hai! Non un sogno, la tua vita. In fondo sono passati solo tre giorni, aspetta ancora un po’ senza sentire la sua voce e vedrai che ti passerà questa “passione”-
L’abbracciai.
Quanto aveva ragione quella ragazza! Era solo uno stupidissimo sogno, irrealizzabile. Dovevo fissarmelo in testa. Non mi conosceva, non lo conoscevo.
Eppure sentivo di aver bisogno della loro musica. Ne sentivo il bisogno come un’eroinomane che non riesce a prendere la sua dose per tre giorni di fila.
 
Arrivate davanti al cancello di casa mia salutai Kim, ed entrai in casa per prepararmi ad uscire con mia cugina. A casa non c’era nessuno, così accesi la radio a tutto volume (si erano rotte le casse, e la possibilità di ascoltare quello che volevo io era ormai svanita) e cominciai a cantare a squarcia gola la canzone che c’era. Amavo cantare, mi metteva sempre di buon umore. Corsi davanti allo specchio del bagno e cominciai a prepararmi.
Poi mi fermai un attimo e mi guardai attentamente. Due occhi  verdi ricambiarono il mio sguardo. Mi passai una mano tra i capelli biondi, e poi, sbuffando, mi sedetti. Ero assolutamente normale. Sia dentro che fuori. Ero carina, sì, ma non ero tutta sta roba. Ero simpatica, ma non facevo ridere qualcuno ogni volta che dicevo una battuta. Non avevo una passione particolare, e non ero molto brava quasi in niente. Non sapevo disegnare bene, non sapevo recitare. Mi piaceva tanto ballare, cantare e scrivere, ma non eccellevo in nessuna delle tre cose. Non avevo idea di cosa fare finto il liceo. Ero gelosa, gelosissima. Avevo paura di rischiare, e me n’era sempre importato troppo di quello che pensavano gli altri di me. Non avevo niente di particolare, e questo mi dava fastidio. Avevo sempre voluto essere speciale, distinguermi.
Se qualcuno avesse voluto descrivermi, io ero semplicemente la ragazza innamorata dell’amore, che sognava troppo e rimaneva sempre delusa. Ormai la mia vita era una monotonia.
 
Dopo poco Megan suonò alla porta. Mi diede un bacio e uscimmo, chiacchierando del più e del meno. Mia cugina era un’altra fra le persone a cui tenevo di più. Era tutto l’opposto di me, quella ragazza. Faceva sempre la prima cosa che le passava per la testa, forse era per questo che le volevo bene. Era spontanea, non si nascondeva dietro delle maschere, dietro persone che non erano lei (al contrario di me). Per la strada, ad un certo punto, mia cugina si girò e cominciò ad urlare di gioia. Io mi voltai e rimasi pietrificata da quello che vidi. Una massa di ragazze urlanti ed esagitate davanti a.. davanti a cinque ragazzi con una faccia che sognavo da tre giorni, in ogni santo minuto della giornata.
- M-M-M-Meg? Ma loro sono..
- SI! SONO I ONE DIRECTION! LI CONOSCI? IO LI AMO! ODDIO MIO, NON CI POSSO CREDERE! ARRIVO SUM, LI DEVO TOCCARE, VOGLIO UN LORO AUTOGRAFO! TU ASPETTA QUA SE VUOI, OPPURE VIENI CON ME! GUUUUUYS! PLEAASE! – e cominciò a correre verso di loro, urlando.
Io non riuscivo a muovermi. Ero lì, ferma, con lo sguardo fisso sui ragazzi. Prima su quel biondino, simile ad un angelo; poi su quello che sembrava Megan al maschile: si vedeva che non ci pensava due volte prima di fare qualcosa, rideva sempre e se ne fregava abbastanza di quello che la gente poteva pensare per come si vestiva, o per come si comportava; subito dopo su un ragazzo con i capelli neri e un ciuffo enorme, che mi mozzò il fiato; poi su uno che sembrava il più timido, il più insicuro, ma con un enorme sorriso sulla faccia che avrebbe fatto svenire pure una pietra; e poi, su quel ragazzo ricciolino. Mi aveva fatto scattare una tempesta dentro, qualcosa di irrefrenabile, qualcosa più forte di tutto il resto. Poi alzò lo sguardo, che si incrociò con il mio. Mi sorrise. A quel punto era fatta, ero definitivamente morta. Mi aveva svuotato, con quel sorriso mi aveva catturato l’anima, mi aveva rubato il cuore.


-
 
 
 
-E ora sai tutto quello che è possibile sapere su di loro!- disse Megan mentre tornavamo a casa, dopo una lunga passeggiata in cui mi aveva spiegato per filo e per segno come si erano formati i One Direction, mi aveva raccontato qualcosa su Liam, quello con il sorriso a trecentocinquantadue denti, qualcosa su Zayn, il ragazzo con il ciuffo e dall’aria misteriosa e che mi aveva tolto il fiato, qualcosa su Louis, il casinista e pazzo del gruppo, nonostante fosse il più grande. Poi mi aveva parlato per mezz’ora del biondino irlandese, quello che assomigliava ad un angelo: Niall. Ne era follemente innamorata, a quanto pareva. Potevo capirla, dopo la tempesta che mi si era scatenata dentro guardando Harry, il ricciolino con il sorriso smagliante.
Di lui mi aveva raccontato che era il ragazzo del flirt del gruppo, che era molto vicino a Louis (più di quanto qualcuno possa immaginare), e che era fidanzato con una certa Caroline, di trentadue anni, insultata da lei con parole di cui neanche sapevo il significato probabilmente. A quelle parole il mio cuore si tuffò in un abisso nero. Che cosa speravo? Che un ragazzo così bello potesse essere single? E anche se lo fosse stato, speravo davvero che potesse succedere qualcosa tra noi due? Amavo sognare, e questo mi portava sempre troppo oltre.
  
 
 
 
Salutai Meg e salii le scale per arrivare fino al quinto piano, non avere un ascensore era sempre stato un dramma per me.
Appena entrai in casa vidi mia madre corrermi in contro tutta esagitata e raggiante, con mio padre che l’abbracciava da dietro sorridendo come aveva sorriso poche volte prima. Era un po’ che i miei genitori non erano così felici, così.. “sposati” . Non andavano d’accordo ultimamente, poi arrivo a casa e mi ritrovo Mr. e Mrs. Felicità. Mia madre cominciò urlando: - Summer! Summer! Come stai, piccola? Bene? Beh, noi sì! Non puoi immaginare cosa ci è successo! Ero a casa sul divano da sola, mentre tuo padre era a lavorare…
- Mamma, arriva al punto!
- Okei, okei! Va beh, in sostanza abbiamo vinto un viaggio a New York per sei mesi!
- Oddio, mamma, è fantastico! Quando partiamo?
- Ehm, vedi piccola … - adesso a parlare era mio padre – sono solo due biglietti. – Non mi avrebbero portata! Nella città che più amavo! Li guardai spiazzata.
Mio padre aggiunse velocemente:- Ma dato che sapevamo quanto ci avresti tenuto, ti abbiamo comprato dei biglietti per andare tre mesi alle Hawaii, ti va?
In qualsiasi altra circostanza, sarei stata felicissima di andare alle Hawaii, cioè sono bellissime! Ma sapendo che i miei genitori sarebbero andati a New York …
-Andrai con Kim, e più tardi vi raggiungerà anche Megan!
- Oh, mamma, papà! Grazie mille! Vi voglio bene! – non potevo crederci! Tre mesi interi, alle Hawaii, con le mie migliori amiche. Questo mi faceva sentire un po’ meno l’invidia per i miei genitori che andavano nella città più bella che potesse esistere.
- Si parte domani, Summer!

 
 
Ancora non sapevo, però, che
quella vacanza avrebbe totalmente
cambiato la mia vita.

 
 
 
  
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