NOTE: Vi è la presenza di parole forti e in alcuni casi volgari.
IL
FRUTTO DEL PECCATO.
Grandi occhi verde acqua,
verde speranza, verde primavera, come solo un paio se ne erano visiti
da quelle
parti. Così particolari, così inconfondibili.
La
sua dannazione.
E quando cammina per le vie
di Konoha li sente i bisbigli della gente, che leggeri come il vento
venivano
trasportati fino alle sue orecchie: “Debole
come la madre”, “Sgualdrina..puttana”,
“Infame”.
E poi c’era lui, quel biondino tutto pepe,
che l’aveva cresciuta come un padre.
“Hai gli occhi più belli di tutta Konoha”
continuava a ripeterle con dolcezza
“hai gli occhi di tua madre, vanne fiera.”
Capelli lunghi, lisci come
seta e neri come il carbone, come il buio. Capelli così
belli non se ne
vedevano da anni, ormai. Sottili come il limite tra bene e male, giusto
e sbagliato;
neri come l’oscurità che prima ti avvolge e poi ti
risucchia; particolari come l’amore,
perfetti come l’odio.
Il
suo tormento.
E li sentiva i commenti che,
come freddo ghiaccio invernale, si espandevano a macchia
d’olio sulla città. “Il
suo stesso colore, il suo stesso ego.”;
“Non porterà altro che
guai.”; “I
capelli di una stronza… i capelli di un
traditore.”
che l’aveva cullata quando piangeva disperata.
“Hai i capelli del più bel colore di
Konoha.”
le ripeteva, in una cantilenante nenia
“hai i capelli di tuo padre, vanne fiera.”
E ancora quel rosso che le
scorreva nelle vene e che a volte trasbordava e scorreva fino alle
mani,
tremanti di rabbia, e scivolava fino allo stomaco, chiuso in una morsa,
e saliva
fino al cervello, annebbiandolo, e finiva negli occhi, che prendevano
quella
colorazione del tutto inusuale: il rosso; il rosso del fuoco, il rosso
della
passione, il rosso della rabbia.. il rosso del sangue che sgorga dalle
ferite.
Il
suo marchio d’infamia.
E i commenti della
gente la
seguivano sempre, l’additavano, la rincorrevano.
“Guardale gli occhi.. solo sangue.”
“Gli occhi di un clan assassinio.”
“Il marchio dei nemici di Konoha.”
“Gli occhi di un’infame.”
E quando stava per cedere,
c’era il suo abbraccio,
le braccia della protezione, dell’affetto, di un padre
“Hai gli occhi più potenti di tutti.”
le assicurava, con la voce della convinzione
“Hai gli occhi del clan Uchiha, vanne fiera.”
Era una bambina
abbandonata, non aveva mai visto i suoi genitori ma li aveva conosciuti
attraverso le storie, le leggende, i commenti degli abitanti.
Era figlia del traditore
della foglia, di quel bambino che senza indugi aveva abbandonato la sua
casa e
si era alleato con il peggior nemico di Konoha; era sangue del corpo di
Sasuke
Uchiha che aveva ucciso il fratello, aveva sterminatò
metà abitanti della
Foglia, aveva tentato di ammazzare il suo migliore amico.
“Quel bastardo di
un’Uchiha
ha ucciso mia madre.
E tu sei la sua copia,
non avvicinarti a mia figlia.”
Porte sbattute in faccia, amicizie negate,
un
passato che non le appartiene.
Era la nipote di quel
ragazzino che aveva sterminato senza battere ciglio tutto il suo clan,
che
aveva assassinato senza pietà il suo migliore amico, che
nella sete di potere
aveva dimenticato ogni morale, che si era alleato
all’organizzazione più temuta
delle cinque terre, era nipote di Itachi Uchiha, traditore morto per
mano del
fratello.
non sei nemmeno degna di vivere a Konoha.”
Una storia di cui non è protagonista,
un
destino scritto da altri.
Era figlia della ninja
medico più promettente del paese del Fuoco, della miglior
allieva di
Tsunade-hime, dell’unica componente femmina del leggendario
Team 7, era carne
della carne di Sakura Haruno, la donna che aveva voltato le spalle alla
propria
famiglia, ai propri amici, al proprio villaggio e che nel suo egoismo
aveva abbandonato
dietro di sé ogni cosa. Quella che aveva deciso di tradire
gli amici piuttosto
che il cuore e aveva preferito la propria felicità di donna
che la sua
integrità morale.
piccola cagna ingrata, è fuggita dal villaggio in fiamme
correndo dietro a quell’infame di un’Uchiha.
Come la più sciocca sgualdrina; e
tu non sarai da meno,
la mela non cade lontana dall’albero.”
Prole di una madre che non ha scelto,
vittima
di un amore che non le
appartiene.
E non li aveva conosciuti
ma lo sapeva di essere figlia indesiderata di un folle vendicatore
senza pietà
e di una debole donna senza morale ed era consapevole di essere
l’erede del
clan più sanguinoso della storia, quello che se non fosse
esistito avrebbe reso
la storia più semplice.
E si odia per questo; e
viene odiata per questo.
Si chiama Misaki.
Ti supplico, prenditene cura
noi non possiamo.
Ti voglio bene, Sakura.
PS: Il suo cognome è Uchiha.
E per poco
l’Hokage non sveniva sull’uscio,
dopo cinque anni senza notizie.
E Naruto, da quel mattino
di primavera, si era sempre preso cura di Misaki Uchiha-Uzumaki.
L’unico ricordo
dei suoi migliori amici, che uno dietro l’altro
l’avevano abbandonato al
proprio destino.
E non ce la fa ad odiare
quella bambina dai grandi occhi verde acqua e dai lunghi capelli neri,
che già
a otto anni padroneggiava lo Sharingan, che non piange mai, che
mantiene quel
contegno e quell’orgoglio che lo
contraddistinguono, che è tenace e non si arrende mai, che
ha un controllo del
chakra fuori dal comune, che non si fa mettere i piedi in testa con
quella
temperanza che la
contraddistingue…
che è estremamente testarda come loro.
E in quel frugoletto che
gli è capitato fra capo e collo, avvolto in una coperta
sporca di sangue e
infreddolito come un cucciolo, rivede i suoi due migliori amici e la
ama con la
forza di un bisogno.
“E non ci credere
quando ti dicono
che la mela non cade tanto lontano dall’albero.
Ognuno
è artefice del proprio destino.”
E Naruto lo sa bene questo.
E Misaki ci crede, e
continua per la sua strada. Anche se odia Sakura Haruno e Sasuke Uchiha
– a
discapito di quello che le dice Naruto - per averla messa al mondo, per
averla
abbondata al suo destino, per averla condannata.
SPAZIO
AUTRICE:
Non so. Avevo
l’idea di questa figlia di Sasuke e Sakura che viene
abbandonata a Naruto, per
motivi non specificati in questa one-shot. E l’idea di questa
Sakura che
tradisce il villaggio per seguire Sasuke e che per questo la figlia
viene
insultata, oltre che per il tradimento dell’Uchiha.
Che ne
pensate? Stavo pensando anche di lavorare su una long per
quest’idea, ma penso
che vedrò in base al responso dei lettori. Quindi fatemi
sapere se come idea vi
ha incuriosito.
Baci,
Eikochan.
PS: Qua la
povera Sakura è tratta un po’ male, ma
è da intendere che passa in questa
maniera negativa attraverso gli insulti e le storie della gente.