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Autore: Chiaretta    16/08/2006    8 recensioni
PICCOLE DONNE: Jo e Laurie. Lontani, ma inseparabili. Una conclusione diversa alla loro storia d'amore che la Alcott non ha voluto raccontare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve

Salve!

Quella che mi appresto a scrivere è un’opera di mia fantasia, composta da 5 capitoli, che di certo non può rispettare gli avvenimenti degli ultimi capitoli del romanzo “Le piccole donne crescono” e tantomeno quelli di “Piccoli uomini” perché in questa fic, Laurie non si sposa con Amy e Jo non si mette con il professor Bhear. Non so voi, ma io ssin da piccola sono sempre stata una fan accanita di questa coppia, e quindi sono rimasta pressochè sconvolta da come la Alcott ha concluso le relazioni dei due ragazzi! Allora mi sono presa questa piccola libertà... spazio agli stravolgimenti!

I cambiamenti iniziano dal capitolo 18 di “Le piccole donne crescono”. Buona lettura.

Chiaretta

°°°

Laurie & Jo

1- Ritorni

Theodore Laurence era sdraiato sul divano dell’ampio salone.

La testa appoggiata sui cuscini purpurei e le gambe lunghe distese liberamente, lo sguardo perso, l’espressione corrucciata.

Era tornato a Parigi da suo nonno la sera precedente, colto da un improvviso malumore.

Si scompigliò la chioma ricciuta con una mano e fece una smorfia: perché, nel momento più importante, gli era tornata in mente Jo?

I ricordi del giorno prima continuavano a scorrere davanti ai suoi occhi, increduli che tutto fosse successo veramente, e delle domande rimbombavano nelle sue orecchie.

Aveva fatto la cosa giusta?

E si rivedeva su quella barca con Amy, l’ultima delle sorelle March, intento a remare e a prepararsi: avrebbe sicuramente chiesto alla bella ragazza di sposarlo.

Lei si divertiva ad agitare l’acqua con la mano, mentre lui remava. Dopo un po’ aveva posato i remi e l’aveva fissata intensamente. Si erano scambiati alcune parole e poi l’irreparabile era successo.

“Come si sta bene noi due insieme, vero?” aveva sussurrato Amy, imbarazzata.

Agli occhi blu della ragazza aveva iniziato lentamente a sovrapporsi altre due iridi scure, alla bocca delicata, delle labbra decise, ai boccoli biondi, una lunga chioma castana e liscia.

“Talmente bene, che…” stava replicando Laurie, ma poi l’aveva vista.

Aveva rivisto nella sua mente il volto sorridente di colei che più aveva amato: Josephine March, la sua Jo.

Fissava di nuovo i suoi vivaci occhi grigi, il naso buffo, la bocca decisa e i lunghi e corvini capelli, e non si spiegava perché, proprio mentre faceva la sua propostadi matrimonio alla ragazza che forse, oltre a lei, avrebbe potuto renderlo felice, non poteva fare a meno di pensarla.

Jo...

“Laurie?” l’aveva allora richiamato Amy, ma ormai era troppo tardi. Non poteva più chiederle di sposarlo perché quel pensiero aveva riportato lo sgomento nel suo cuore, quello sgomento che a poco a poco credeva di aver allontanato per sempre.

“Scusa Amy, in effetti sono molto stanco. Torniamo.”

Ed era ripartito alla volta di Parigi, senza avvertire nessuno, sperando con tutto se stesso che quel pensiero assurdo gli fosse tornato in mente per puro errore, sperando con tutte le sue forze di non essere ancora innamorato dell’unica donna che l’aveva rifiutato.

Si mise a sedere sul divano rosso e si scompigliò ancora i capelli: doveva smettere di rimuginare sull’accaduto, altrimenti la sua immagine non sarebbe mai sparita dalla sua mente! Ma mentre pensava questo, subito la rivedeva, piangente, abbracciata al cuscino rosso di Beth, la terza delle sorelle March prematuramente scomparsa poco tempo prima.

Proprio nel momento più doloroso per lei, lui l’aveva lasciata sola, ma che altro poteva fare? Non era stato forse freddamente rifiutato ben tre volte?

Eppure, nonostante l’orgoglio gli ordinasse di dimenticarla, quel pensiero lo faceva impazzire.

“Cosa c’è Theodore?”

Il giovane alzò stupito lo sguardo e vide il signor Laurence sulla soglia, che lo guardava con aria preoccupata.

“Nulla, nonno.” cercò di tranquillizzarlo il nipote, sedendosi compostamente.

“Anche ieri sera, quando sei arrivato, stavi poco bene, dimmi, forse ti fa ancora male la testa?” il vecchio si avvicinò e si accomodò sul divano.

“Si, mi fa ancora male, ma non molto forte… cosa stavi facendo?” doveva sviare l’argomento. Aanche se il nonno sapeva tutto di come erano andate le cose tra lui e Jo, non aveva voglia di raccontargli della sua angoscia.

“Stavo scrivendo una lettera ad un conoscente.” il nonno aveva capito con un solo sguardo che il nipote voleva nascondergli qualcosa, ma pensò di reggergli il gioco: non stava certo a lui costringerlo a confidarsi!

“L’ho invitato a venire, una di queste sere, a trovarci… non l’ho ancora spedita, se vuoi gli chiedo di portare qualche giovane da farti conoscere, per farti compagnia…” azzardò.

“Grazie, nonno, ma credo che presto ripartirò, quindi non ti disturbare.” Laurie si alzò e fece lentamente il giro del salone cercando di concentrare la sua attenzione sui piccoli soprammobili di ceramica che facevano capolino sul grande pianoforte a coda. Perché diavolo la voce di Jo continuava a risuonargli nelle orecchie? Perché ripensava al suo sguardo mentre lo chiamava affettuosamente ‘Teddy’?

“Va bene, allora vado a chiuderla e la faccio spedire…” concluse il signor Laurence riferendosi alla lettera. Forse doveva veramente chiedere al quel conoscente di portare urgentemente dei giovani e delle fanciulle per far compagnia al nipote…

“Stai tranquillo, nonno.” Dal tono con cui il vecchio aveva parlato, non era stato difficile per il nipote intuire a cosa stava pensando “non ho bisogno di nessuna compagnia.” Affermò.

Laurie attese qualche istante che il nonno si allontanasse e poi si avvicinò alla finestra spostando l’elegante tendaggio con una mano.

“Forse dovrei tornare…” pensò.

@@@

INTERMEZZUCCIO

Scusate l'interruzione, ma prima di ricominciare, avrei una domanda da porre a tutti voi gentili lettori…

QUANTI ANNI HA LAURIE?

Sembra una domanda idiota, ma, secondo “Piccole donne”[cap 1], Jo e Meg si passano un anno e Teddy è più piccolo di Meg e più grande di Jo, quindi deduco che i due ‘innamorati’ si passino qualche mese, ma in “Le piccole donne crescono”[cap 20], Jo ad un certo punto dice a Laurie che *lui ha qualche anno in più di lei*… com’è possibile?

Com’è possibile che abbia qualche anno in più di Jo, ma sia comunque più piccolo di Meg (che in teoria dovrebbe essere più grande solo di un anno di Jo)?

Mah… pensateci e poi inviate le vostre risposte alla casella postale de “le domande che avrebbero risposta solo se gli autori fossero ancora vivi, peccato che siano morti da parecchio…”

@@@

Josephine March sedeva in soffitta, avvolta dal suo famoso vestito da scribacchina, il cappello nero abbandonato per terra.

Si era rifugiata nello ‘studio’ per cercare di lenire il suo dolore con la scrittura, ma niente poteva distrarre la sua mente dal ricordo della dolce Beth.

Era passata quasi una settimana dalla morte di sua sorella, ma ogni giorno una nuova sofferenza le attanagliava il cuore; oltretutto si sentiva terribilmente sola ed incapace di trattenere il peso di quella così spiacevole situazione.

Aveva promesso a Beth di essere forte e di sostenere i suoi genitori, ma lei stessa si sentiva così vulnerabile e confusa!

Spesso scoppiava nel pianto, senza riuscire a darsi pace, mossa da una ribellione.

Perché Beth era morta? Perchè era dovuto succedere proprio a lei, la creatura più dolce che esistesse?

Anche quel giorno, la sofferenza non le dava pace. Tornò nel salotto e prese tra le braccia il cuscino rosso di sua sorella, come ormai era solita fare, e pianse ancora amare lacrime, senza riuscire a dar sfogo al suo dolore.

Fortunatamente, come spesso accade, qualcuno le venne in aiuto: i suoi genitori.

Lei e i signori March ripresero a parlare, e ben presto, la cara Jo, sentì la mancanza di qualcun altro, oltre a Beth…

Aveva iniziato a pulire la casa con ardore e ad occuparsi sempre più volentieri delle faccende domestiche, e proprio mentre rassettava la sua stanza, lo sguardo le si era posato su una grande casa, oltre la finestra, che nel suo lusso faceva quasi scomparire la casa dei Mach…

La residenza dei Laurence…

La casa di Teddy…

Le si strinse il cuore ripensando al suo caro amico d’infanzia.

Da quanto tempo era partito?

Sicuramente da parecchio, ma ancora più lontano era stato il loro incontro… lo ricordava ancora benissimo…

Allora lei aveva 15 anni… quel Capodanno passato, aveva ricevuto un’interessante notizia da Meg, la sorella maggiore, che l’aveva trovata in soffitta, sdraiata su un vecchio divano a tre gembe con in mano un libro… non ricordava bene che libro fosse, quello che stava leggendo, ma era di sicuro molto commuovente… forse ‘L’erede di Redcliffe’…comunque sia, la signora Gardiner aveva invitato sia Meg che Jo ad un ballo… era stato lì, che lei e Teddy si erano incontrati… proprio mentre stava per essere invitata a ballare, era sgusciata via, in una saletta attigua, ma non era rimasta sola, il giovane Laurence era lì ed avevano cominciato a parlare…

Come avevano iniziato?

Ah, già! Jo l’aveva ringraziata dei fiori che aveva mandato loro a Natale, poi avevano discusso circa i loro nomi, e da quel momento aveva iniziato a chiamarlo Laurie… poi avevano ballato soli sulla terrazza e le aveva anche insegnato un ballo tedesco tutto piroette e salti che le era piaciuto molto…

“Quelli sì che erano bei tempi…” si sorprese a pensare Jo, ma subito un ricordo più doloroso aveva preso spazio.

La prima dichiarazione di Teddy…

Lei non riusciva a provare altro che amicizia per lui ed aveva invano cercato di farglielo comprendere, ma quel giorno, quando lei gli era andata incontro come al solito, Laurie l’aveva guardata intensamente ed allora aveva capito cosa stava per succedere:

“No, Teddy, per favore, non dire niente!”aveva supplicato

“Parlerò, invece, e tu devi ascoltarmi. E’ inutile, Jo, continuare a menare il can per l’aia, prima chiariamo tutto, meglio sarà per tutti e due.

“E allora avanti, ti ascolto”

La voce di Laurie tremava, ma deciso aveva proseguito:

“Io ti amo da quando ci siamo conosciuti, Jo. E non avrebbe potuto essere altrimenti perché sei sempre stata tanto buona con me…”

Quelle parole adesso avevano un effetto diverso, pensando che Teddy era molto lontano…

“Il mio amore per te è diventato ancora più forte” aveva continuato il giovane “ho lavorato duro per farti piacere, ho rinunciato a giocare a biliardo e ad un’altra infinità di cose che tu non gradivi, ho aspettato e aspettato senza dare mai segni d’impazienza perché speravo di conquistarti, anche se non ti merito”

Ma lei lo aveva rifiutato ugualmente e poi aveva detto con tono pacato:

“Laurie, devo confidarti una cosa.”

Lui aveva avuto un sussulto, aveva alzato la testa e aveva gridato, furente:

“No, non dirmela, non in questo momento! Non potrei sopportarlo!”

“Sopportare… cosa?”

“Che sei innamorata di quel vecchio!”

“Quale vecchio?”

“Quel dannato professore al quale non hai fatto altro che scrivere da quando sei tornata. Guarda, Jo, se dici che lo ami, io… giuro che faccio una pazzia!”

Il professor Bhear... chissà perché Teddy pensava che ne fosse innamorata… certo, lo stimava molto, ma niente di più… e pensare che la cosa che doveva confidargli non riguardava affatto i suoi sentimenti, ma quelli della mamma che non era d’accordo alla loro unione!

Ma dopo il litigio, Laurie non si era certo arreso.

Adesso gli occhi di Jo indugiavano sulla finestra della camera di Teddy…

Il secondo tentativo di conquista di Laurie era stato un più veloce. Nel momento dei saluti, quando lui stava per partire per l’Europa, l’aveva abbracciata chiedendole ancora se i suoi sentimenti per lui fossero sempre gli stessi: amicizia e nient’altro.

La risposta non era cambiata.

E poi, l’ultimo tentativo, via lettera.

A quella domanda, Jo non aveva neppure riflettuto, stavolta, nonostante fosse passato parecchio tempo. Aveva scritto il suo NO deciso per orgoglio e ribellione, senza badare veramente ai suoi sentimenti. Inoltre, a quei tempi, credeva che la sua Beth fosse innamorata del giovane Laurence… non sospettava che i sospiri della sorellina non erano affatto per un ragazzo, ma per la sua vita che la lasciava…

Una grossa lacrima le scivolò lungo la guancia.

Come aveva fatto a diventare una tale piagnucolona?

Eppure, solamente nel pianto riusciva a trovare un poco di conforto, solo singhiozzando pensava di poter resistere al dolore che la divorava, nonostante i suoi genitori adesso le fossero più vicini che mai.

Se solo Teddy fosse stato lì con lei….

Se solo lui avesse potuto parlarle, sicuramente l’avrebbe consolata…

“Perché non torni?” bisbigliò, in modo che solamente le bambole di Beth, lì vicino, avrebbero potuto sentirla.

***

Alla fine lo aveva fatto.

Laurie aveva preso il suo coraggio ed era ripartito.

Aveva inviato un messaggio ad Amy per scusarsi di essere andato via così improvvisamente ed aveva salutato il nonno pochi minuti prima della partenza, ma solo per non farsi venire altri dubbi e rimandare il suo ritorno a casa.

Doveva tornare.

In che razza di situazione si era cacciato!

Aveva rimandato il momento più bello della sua vita perché si era ricordato di una ragazza!

Non aveva fatto la sua proposta di matrimonio!

Perché? Perché non poteva dimenticare Jo?

Ma sorrise, nonostante la gravità del problema, sorrise e ripensò ai buffi momenti che avevano passato insieme, e a quanto lui fosse cambiato.

Una volta era un ragazzo allegro e un po’ dispettoso, che non perdeva mai l’occasione di scherzare, adesso invece era pieno di dubbi e una profonda tristezza lo circondava.

“Chi sono i tuoi eroi?” gli aveva chiesto una volta Jo, durante il gioco ‘verità’ che aveva fatto molti anni addietro al campeggio Laurence, con Fred Vaughn, Sallie e Jo.

“Il nonno e Napoleone.” Aveva risposto Laurie, in tutta onestà.

“Qual è la ragazza più carina tra le presenti?” aveva chiesto Sallie.

“Meg.”

“E quale ti piace di più?” aveva interrogato Fred.

“Jo, naturalmente.”

“Che stupide domande fate!” aveva alzato le spalle la signorina March, un po’ imbarazzata.

Quella volta sì che si erano divertiti… e poi, lui sapeva perfettamente quello che provava e non aveva nessun problema a dirlo ad alta voce.

“Quale ragazza ti piace di più?”

“Jo, naturalmente.”

Jo, naturalmente… e adesso?

Chi gli piaceva di più? Amy o Jo?

Con Amy, ultimamente, aveva passato dei momenti meravigliosi proprio mentre credeva di non potersi più riprendere dal rifiuto di Jo, ma lei, la secondogenita delle sorelle March… bè, lei era semplicemente Jo, e questo bastava a fargli battere il cuore, a fargli tornare in mente tutte le cose più belle, a farlo sentire sereno.

Era in viaggio da vari giorni. Ormai non mancava molto al suo arrivo in America… forse due o tre ore, non di più… che avrebbe fatto?

Si immaginava tutto: innanzitutto avrebbe fatto la strada cantando, poi avrebbe saltato lo steccato di casa March, come faceva sempre, ed era in quel momento, che Jo usciva dalla porta chiamandolo ‘Teddy’. Si sarebbero abbracciati? Forse, dipendeva dal momento.

Poi sarebbe entrato in casa, avrebbe dato un bacio alla mamma e stretto la mano al signor March e dopo… dopo avrebbe terminato la giornata chiacchierando con la sua cara, vecchia amica d’infanzia.

Dai loro discorsi, lui avrebbe capito cosa provava veramente e avrebbe potuto scoprire quello che pensava Jo, e in seguito avrebbe deciso sul da farsi…

Ecco.

Come sospettava.

Era bastato pensare a lei un po’ di più, che subito gli tornava il buon umore!

Mentre rifletteva con un placido sorriso stampato in faccia, si avvicinò a lui un uomo alto, con un grosso cappello, avvolto da un cappotto.

“Posso sedermi?” chiese indicando una delle seggiole del ponte della nave dove era seduto anche Laurie. Aveva un accento straniero, Teddy avrebbe giurato fosse tedesco.

“Ma certo! Si accomodi, prego!”

“Sa, il ponte dall’altro lato è piuttosto affollato” sì, aveva un forte accento tedesco.

“Non si preoccupi… dov’è diretto?” chiese il giovane Laurence, fissando più attentamente il nuovo venuto, che nel frattempo si era tolto il cappello, mostrando dei capelli ispidi.

Ascoltò la risposta in silenzio e poi sussultò, sorpreso:

“E’ proprio il posto in cui vado io! Ma lei senta! E’ buffo, ci sono un sacco di persone che vanno in America, da un sacco di posti differenti, e ci si trova a parlare con qualcuno che va proprio nello stesso, identico paese!”

L’uomo parve un po’ sorpreso dall’entusiasmo del giovane che gli era seduto di fronte, ma sorrise dolcemente, mostrando dei denti bianchissimi e fissando l’altro con i suoi occhi gentili.

“E’ per lavoro?” chiese Laurie.

“No, mi piacerebbe andare a trovare un’amica. Lei?”

“Oh, io torno a casa. Abito lì.”

“Capisco… da dove è partito, se posso chiederlo?”

“Da Parigi.”

“Io dalla Germania, da Berlino, precisamente”

“E’ una bella città” affermò Teddy “ci sono stato un paio di volte…”

“Viaggia spesso?”

“Ho viaggiato molto durante l’infanzia e adesso sono in giro da parecchio tempo.”

“Di cosa si occupa? … mi scusi, se faccio tante domande, ma mi piacciono le conversazioni allegre…”

“Anche a me, non si preoccupi! Dunque, per adesso non lavoro, mi sono da poco laureato. Invece, lei? Di cosa si occupa?”

“Sono un professore… insegno a New York…”

“Anche una mia cara amica è sta a New York, un po’ di tempo fa, ma adesso è tornata a casa.”

Sembrava una persona molto cordiale e aveva subito ispirato simpatia a Laurie, che continuò a parlare un bel pezzo con lui, senza però mai sentire il bisogno di presentazioni: discutevano come se si fossero conosciuti da una vita, con tranquillità e umorismo.

“Guardi, stiamo per attraccare al porto.”

Laurie guardò la terraferma. Adesso sentiva un po’ d’agitazione addosso.

“Già. Bè, è stato un viaggio veramente lungo, ma grazie a lei, piuttosto piacevole.”

“La ringrazio anch’io per la compagnia.” Disse il professore, con il suo buffo accento, stringendogli la mano, poi si separarono per prepararsi a scendere.

A quanto pare, l’insegnante non si sarebbe recato subito al paese, quindi Laurie si allontanò da solo per prendere una carrozza.

°°°

Fine del primo capitolo!

Spero che la ff risulti di vostro gradimento e che non vi abbia fatto perdere troppo tempo. L'aggiornamento è settimanale, quindi il secodo episodio sarà disponibile lunedì prossimo ^___^

Se volete farmi sapere che siete passati di qua, per favore, lasciate un commento.

Grazie mille

Chiaretta

  
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