Ollallà! Questa è la mia prima fan fiction sulla coppia Derek x Stiles e, sebbene inizialmente l'avessi pensata come one-shot, non mi dispiacerebbe scrivere un seguito . Boh, intanto mi auguro che vi piaccia. Spero che qualche anima pia, alla fine della lettura, si soffermi a lasciarmi un segno del suo passaggio con qualche commento o critica.
Buona lettura e Buon fine anno! *^*
Shut
up!
Derek era
sempre stato un
licantropo fondamentalmente molto solitario.
Adorava la quiete, la pace interiore, il suono del suo respiro e quello
della
natura circostante. Per questo era andato a vivere da solo nei boschi,
lontano
da tutti i rumori e dalle persone; voleva vivere in pace la sua natura
estraniandosi dal mondo per non udirne i suoni caotici e subire la
mutazione da
lupo senza destare sospetti nel vicinato, ma da quando quei ragazzini
erano
entrati nella sua vita non godeva più della
tranquillità che andava cercando.
Soprattutto a causa sua, di Stiles. Quando era
entrato in contatto con
Scott per aiutarlo a controllare il suo dono non aveva calcolato di
poter avere
il migliore amico tra i piedi. Quel ragazzino aveva la
capacità innata di
innervosirlo a livelli esponenziali. Nessuno come lui riusciva a fargli
perdere
il controllo e a provocargli la voglia di trasformarsi per azzannargli
la gola
zittendolo in maniera definitiva.
Persino in quel momento la voglia di ucciderlo andava intensificandosi
poiché,
a quanto pareva, l’altro era preso a sproloquiare con il
chiaro obiettivo di
snervarlo del tutto al fine di farsi uccidere. Gli umani in missione
suicida
non li aveva mai compresi.
“Insomma, è tutto così strano.
Improvvisamente la mia vita è cambiata
radicalmente e mi tocca fare da balia a dei lupetti. Dovrebbero pagarmi
per
tutto ciò che faccio per voi, invece, l’unica cosa
che ci guadagno è avere un
lupo mannaro che continua a ringhiarmi contro per motivi che continuano
ad essere
ignoti. Ecco, vedi?! Stai ringhiando di nuovo! La fai finita una volta
per
tutte o vuoi continuare ancora un po’? No, perché
forse non ti è stato
insegnato, ma non è molto educato comportarsi in questo modo
nei confronti di
una persona che continua ad aiutarti. E non mi guardare con quella
faccia da
io-non-ho-mai-chiesto-il-tuo-aiuto-e-non-ne-ho-neppure-bisogno-perché-sono-grande-e-grosso-e-tu-un-misero-umano
perché a quanto pare hai sempre bisogno del sottoscritto.
Stiles di qua, Stiles
si là e poi mi zittisci sempre in malo modo o mi sbatti la
testa a destra e a
manca o continui a ringhiare come stai facendo da venti
minuti.”
Derek strinse le palpebre e i sigillò i pugni.
Calmo,
stai calmo. Non
ucciderlo.
“Comunque,la
famiglia Argent
è veramente terrificante, anche se è indegno che
tu ti sia fatto rapire e
sodomizzare da quella donna… Come si chiama?! Kate? Mh.
Sì, comunque, la zia
della ragazza del mio migliore amico. Che situazione strana, dovrei
scriverci
un libro in modo da incassare tanti bei quattrini. Sono sicuro che il
mio
vecchio sarebbe orgoglioso di me e la smetterebbe di rompere per mio
scadente
rendimento scolastico. Ma come posso andare bene a scuola quando la mia
vita è
così ricca di vicissitudini entusiasmanti? Oddio, di tanto
in tanto la
gentaglia con la quale avete a che fare mi preoccupa parecchio
–te compreso,
eh- ma la maggior parte del tempo è abbastanza divertente,
questo lo devo
ammettere. A parte quando cercano di ammazzarmi, in quei momenti devo
dire che non mi diverto particolarmente.”
Non. Devo. Ucciderlo. Dopotutto, è un ragazzino,
posso sopportare.
“Tornando all’argomento tabù, ovvero
Kate, credo proprio che sia leggermente
attratta da te altrimenti non ti avrebbe mai segregato in quella
cantina e
incatenato al muro come una bestia da macello. Voleva abusare del tuo
corpo, te
lo dico io! Certo che le donne sanno essere veramente tremende alle
volte,
altro che gentil sesso o sesso debole! Voglio dire, da umana
è riuscita a
battere te e non voglio nemmeno sapere in che senso. Oddio, mi sto
immaginando
mentalmente una scena di sesso fra voi due e sto decisamente
rabbrividendo al
sol pensiero. Puoi percepire il mio disgusto con il tuo olfatto
sopraffino,
vero? Brrr, Che immagine terrificante. Non che Kate
sia brutta, eh –non
si mai che io insulti la tua futura sposa- tuttavia dovrebbe cercare di
assumere dei comportamenti un po’ più femminili.
Tu che ne dici? La
preferiresti con una bella gonnella e un grembiulino rosa mentre ti
aspetta a
casa badando ai tuoi bambini? O lupetti, boh. Tanto per
curiosità, se un lupo
mannaro dovesse accoppiarsi con un’umana nascerebbero figli
umani o
lupacchiotti? Magari umani con caratteristiche da lupo? Dalle mie varie
ricerche non compare nulla riguardo a questo argomento. No, ma continua
ad
ignorarmi pure, eh. Fai pure come se in questo momento non ti stessi
rivolgendo
la parola. Tentare di conversare con te è decisamente
un’impresa epica, come lo
è cercare di strapparti un sorriso una volta tanto. Sei
consapevole che quel
cruccio costante ti rende orrendo?”
Magari
potrei tranciargli
la lingua, tanto non morirà solo per questo, no? Derek si
girò lentamente a
guardare il ragazzino valutando seriamente quell’ipotesi e si
perse ad
osservarlo più scrupolosamente del solito. Aveva un bel
viso, il ragazzino, e
anche dei bellissimi occhi nocciola. Per quanto lo odiasse doveva
ammettere che
fisicamente non era propriamente male e non gli era mai stato
indifferente da
un punto di vista sessuale vista la sua bisessualità, ma la
cosa che lo
ammaliava di più era il suo odore. I sensi sviluppati gli
avevano permesso di
comprendere meglio le persone, ma nessuno aveva un’essenza
paragonabile a
quella di Stiles.
Percepiva un aroma giovanile estremamente puro, un po’ come
lui.
Un odore in cui affondare il muso per crogiolarsi.
Ovviamente, davanti a quel maledetto non l’avrebbe mai
ammesso.
“Mamma mia, spero che Allison non abbia preso il carattere
dalla zia altrimenti
Scott può considerarsi fritto!” Il ragazzino rise
di gusto evidentemente
divertito e Derek si ritrovò a pensare che, sebbene la sua
voce lo rintronasse
enormemente, la risata era abbastanza melodica. Leggera, limpida. Non
gli
dispiaceva quando rideva, dopotutto.
“Tu, mi raccomando, non dire una parola! Che razza di
compagnia. Comunque,
tornando a parlare di donne.. Lydia non la capisco proprio.
Cioè.. è una donna,
è ovvio che non la capisca proprio perché
è insito nella natura delle donne non
farsi capire per mandare in paranoia gli uomini, ma lei è
davvero strana e non
so assolutamente come comportarmi. Probabilmente, non avere avuto
esperienze in
questo senso non mi aiuta affatto ma –che cavolo!- mi lancia
dei segnali e poi
mi tratta come se fossi uno straccio usato e puzzolente da gettare
nell’immondizia. Beh, mi è di consolazione che la
mia situazione è sicuramente
migliore della tua. Almeno io non vengo sodomizzato in modo brutale da
una
pazza isterica e frustato a sangue con frustini
d’argento.”
Lo ammazzo sul serio.
“Stiles.”
“Oh, Dio sia lodato!” esclamò il
ragazzino. “Pensavo che il gatto ti avesse
mangiato la lingua. Sempre che i gatti non siano troppo intimoriti
dall’avvicinarsi a te. Hai smesso addirittura di ringhiare
per qualche minuto… Almeno quello era un contorno musicale.
Inquietante, ma veramente
sentito.”
“Ferma la macchina.”
“Eh?” Il ragazzino girò la testa verso
di lui, distogliendo per un istante gli
occhi dalla strada.
“Accosta.” Ordinò nuovamente con voce
ancora più dura.
“Ah, devi andare in bagno? Non puoi aspettare un
secondo?”
“Ora.”
"Questo atteggiamento da gerarca nazista nella mia auto -e sottolineo:
mia- proprio non lo tollero." borbottò Stiles, ma non appena
sentì l'altro ringhiare mostrando i denti
capitolò. “Va bene, va bene. Non ti innervosire,
faccio in un
secondo.” Stiles accostò e
non appena spense il motore Derek lo sollevò letteralmente
di peso gettandolo
fuori dall’abitacolo.
“Oi.
EHI! Ma che fai?!” Stiles
era letteralmente sconvolto da quell’irruenza. Ammetteva che
un po’ se l’era
cercata. Parlare a quel modo a Derek non era mai una saggia decisione,
ma si
aspettava il solito ammonimento o che gli sbattesse la testa contro il
volante
tanto per fargli capire chi aveva il controllo della situazione non
quell’improvviso impeto. Con la sua forza straordinaria lo
stava trascinando
nella fitta boscaglia allontanandolo sempre maggiormente dalla
macchina e dalla strada.
Ovviamente, le proteste non servirono a frenare l’andatura
né a farlo smettere
di trascinarlo sicché, il ragazzo, decise di puntare i piedi
perché non lo trainasse al di là di quel punto e
il licantropo lo
liberò dalla morsa con la quale l’aveva stretto
durante il tragitto. Stiles rimase fermo
in attesa, gli
occhi fissi su quello del licantropo per comprendere meglio che
intenzioni
avesse nei suoi confronti. Voleva divorarlo in un sol boccone?
Dopotutto,
l’aveva trascinato nella fitta boscaglia e non si vedeva
nessuno in giro quindi
addio aiuto o testimoni oculari. Stiles iniziò a sentirsi
leggermente in
trappola e decisamente inquieto.
“Sai cosa amano i lupi, Stiles?” domandò
Derek adombrato, ma prima che il
ragazzo potesse prendere fiato per elaborare qualche battuta divertente
per
alleggerire
l’atmosfera il licantropo continuò: “La
cosa che amiamo maggiormente è braccare
la nostra preda. Che ne dici di giocare un po’ con
me?”
“A fare che?” domandò Stiles
torturandosi le labbra. Aveva una bruttissima sensazione. Terrificante,
proprio.
“Ti concedo ben cinque minuti di vantaggio per nasconderti e
metterti in salvo,
ma se riuscirò a trovarti sappi che ti
sbranerò.” Gli occhi chiarissimi di
Derek erano fissi nei suoi e non sembravano burlarsi di lui.
Stiles si ritrovò deglutire, irrequieto. “Ti
ringrazio tantissimo per l’offerta, ma mi trovo
costretto a rifiutare con
sommo dispiac-”
“Da adesso. Io non sprecherei secondi preziosi se fossi in
te.” Il licantropo
incrociò le braccia attendendo placidamente la fuga che
sarebbe seguita
da lì a poco.
“Stai scherzando, vero?” Ma lo sguardo di Derek era
tutt’altro che giocoso,
manteneva la sua solita imperscrutabilità e freddezza che lo
rendeva
inquietante. Prima che potesse rendersene conto le sue gambe avevano
iniziato a
correre velocemente in mezzo alla fitta boscaglia senza ragionare sul
fatto che
sarebbe stato più intelligente tornare sui suoi passi e
raggiungere la macchina
per segregarsi dentro. Era abbastanza certo che Derek sarebbe riuscito
a
sollevare l’automobile con una mano sola, ma prima che
potesse farlo sarebbe
potuto partire veloce come il vento.
Aveva perduto
la cognizione del
tempo da quando aveva iniziato a correre, sentiva solamente le gambe
invocare
pietà e il fiato accorciarsi sempre di più.
Lo
sapevo che dovevo
seguire più allenamenti e fare più sport.
Si
immobilizzò respirando a
pieni polmoni e guardandosi attorno con fare circospetto assicurandosi
che quello
psicopatico non lo assalisse alle spalle per divorarlo in un sol
boccone. Non era ancora
pronto
per morire.
Dannazione,
devo anche
pisciare! Sarà tutta questa paura a farmela fare sotto.
Dannato, Derek, perché
trai un piacere perverso nello spaventarmi a morte?! Io non faccio
altro che
aiutarti e tu mi vuoi addirittura sbranare. Lo trovo ingiusto! Se solo
avessi
un po’ più di palle troverei il coraggio di
denunciarti a papà per violenza
psicologica. Potrebbe arrestarti per violenza psicologica, giusto? Devo
controllare
assolutamente se c’è scritto qualcosa a riguardo
su internet. Internet. Oh,
porca paletta, ho lasciato il portatile in macchina! E se qualcuno
approfittasse della macchina aperta per frugare al suo interno? E se
quel
qualcuno decidesse anche di rubarmi anche la macchina, tanto per
gradire?! Non
posso credere di stare pensando alla macchina con un lupo rabbioso
–per motivi
che non mi competono- alle calcagna, ma papà mi
ammazzerebbe, come minimo, e
non mi darebbe i soldi per comprarmene una nuova.
Immerso
nei suoi pensieri
non si rese conto che due occhi attenti lo stavano scrutando da un bel
po’ di
tempo per questo quando si ritrovò ghermito dalle grandi
braccia di Derek e
gettato malamente a terra non riuscì a trattenere un urlo
stridulo da ragazzina
isterica. Nello spavento iniziò anche a colpire a destra e a
manca, ma fu
prontamente bloccato dal corpo di Derek che sembrava intenzionato a
immobilizzarlo del tutto. Il licantropo gli acciuffò le mani
agitate con una
sola mano e le trattenne contro il suolo poi premette quasi con tutto
il suo
peso contro il corpo del ragazzo che fu indotto a desistere per
concentrarsi
sulla respirazione.
“Qualsiasi cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa.”
Il viso –fortunatamente-
ancora umano di Derek affondò del suo collo annusandolo e
lambendolo
leggermente. “Ascolta, parliamone! Io non sono gustoso, anzi,
ho un sapore
orribile! Sono sicuramente indigesto per uno come te che ha sicuramente
standard elevati.” La voce di Stiles era decisamente
allarmata e i suoi occhi sgranati più che mai palesavano la
sua costernazione.
“Posso accontentarmi.” rispose Derek con il suo
solito tono cupo, ma dentro di sé trovava quel ragazzino
esagitato particolarmente spassoso.
“Ma perché accontentarti? Perché, mi
chiedo. Guarda! Ho appena visto un cervo o
qualcosa di molto simile aggirarsi qui attorno. Sono sicuro che la sua
carne
sarà sicuramente più succulenta e saporita della
mia. Io potrei risultare
stopposo, davvero. Non vorrei che poi ti venisse il mal di
pancia.”
Derek gli mordicchiò il collo, pensando che a causa sua
avrebbe guadagnato una bellissima emicrania. Auspicava che almeno in
quel
momento Stiles se ne
restasse zitto ad attenere la sua sorte, invece,
continuava a parlare a
raffica ancora più rapidamente di prima, tuttavia
poteva percepire nettamente il suo timore.
Gli occhi erano sbarrati e tentavano di cogliere una soluzione
razionale
a ciò
che gli stava capitando.
Le mani erano saldamente racchiuse fra la sua e le sentiva tremare di
tanto in
tanto.
Il fiato era corto a causa della corsa per sfuggirgli.
E, infine, il cuore batteva furiosamente in maniera molto invitante.
Tum tum. Tum tum.
“Sono
sicuro che se
ti impegnassi riusciresti a raggiungerlo senza problemi
perché tu sei un grande
lupo cattivo. Non mi spiego proprio come sia riuscita Kate a
rinchiuderti,
visto il tuo spirito combattivo. Deve essere stato un caso fortuito.
Per lei
intendo!”
Derek si avvicinò alle sue labbra sentendo il respiro su di
sé. “Se ti
staccassi la lingua a morsi staresti zitto?”
Tum Tum. Tum tum. Tum tum.
“No, dai, perché commettere un atto
così estremo e sconsiderato? La mia lingua può
rimanere
tranquilla dov’è, giusto? Ti prometto che
cercherò di stare zitto. Davvero. Non
ti infastidirò più, parola di lupett-volevo dire
scout! Che poi se sapessi cosa
ti dà tanto fastidio potrei anche rimediare in qualche modo
censurando qualche
discorso. Insomma, ma non ti hanno mai insegnato a comunicare con gli
altri?
Guarda che il dialogo è importante e mphf!!”
Derek si avventò con intensità travolgente sulle
labbra dell’altro facendogli
perdere completamente la concentrazione e la parola. La lingua giocava
con la
sua, che rimaneva immobile, invitandola a partecipare alla danza con
irruenza
maggiore e la mano che non stava usando per immobilizzargli le sue
stava
ispezionando il suo corpo sotto la maglietta. Stiles si
sentì un cucciolo nelle
mani di un predatore troppo grande per poter essere affrontato. Ogni
tentativo
di ribellione sarebbe stato stancante ed assolutamente inutile.
Riusciva a
malapena a muoversi, come avrebbe fatto a liberarsi? E anche se fosse
riuscito
in quell’impresa impossibile come poteva scappargli vista la
sua velocità e il
suo olfatto altamente sviluppato?
Io
e la mia cavolo di
parlantina ereditata da mamma. Mio padre me l’ha sempre detto
che prima o poi
le mie chiacchiere mi avrebbero cacciato nei guai, ma di certo non
immaginavo
di venire sodomizzato da un lupo mannaro! Un maschio, per giunta!
Ciononostante
Stiles, nonostante
la paura di essere divorato da un istante all’altro o di
essere privato della
sua amata lingua –o della verginità- non
riuscì a trattenere una certa
eccitazione incomprensibile e inaspettata per tutta quella situazione.
La lingua di
Derek non
smetteva di ispezionare da cima a fondo la sua bocca, succhiandogli con
dedizione la lingua, fermandosi solo per mordicchiargli le labbra che
sentiva
sempre più gonfie e umide. La mano libera del lupo tastava
attentamente il suo
corpo, studiandone la forma e concentrandosi sui punti sentibili
provocando
l’imporporarsi delle sue gote. E il fatto che si strusciasse
conto di lui non
aiutava non far affluire il sangue verso il cavallo dei pantaloni.
“Mh.” Ansimò quasi senza fiato.
“Sei eccitato.” Constatò Derek
osservandolo attentamente, sorpreso.
Il ragazzino arrossì del tutto divenendo quasi violaceo.
“No, che non lo sono!
Ma proprio per niente! Hai capito proprio male, bello mio!”
Derek si strusciò ancora di più su di lui come
per rimarcare il concetto,
strappando al più piccolo un gemito d'apprezzamento e di
sorpresa. “Oh, sì che
lo sei. Odori di paura e di voglia, è un odore molto
difficile da confondere.”
Il lupo rimase qualche istante a fiutarlo intensamente, cercando di
incontrare
gli occhi castani di Stiles, ma quest'ultimo sembrava troppo impegnato
a mirare una foglia secca a terra pur di evitare il contatto visivo.
Aveva le
gote deliziosamente accese, il respiro accelerato e gli occhi lucidi,
ma sicuramente non per
il
pianto. Ed era accalorato. Eccome se lo era! Con un sorriso trionfo,
gli baciò l'orecchio
succhiandone il lobo come
se avesse intenzione di mangiarselo e sentì il corpo del
ragazzo vibrare sotto
di sé, sebbene si ostinasse a tenere la testa girata pur di
non guardarlo negli occhi. Gli baciò la
guancia, alternando piccole lappate e, senza che nemmeno se ne
accorgesse,
Stiles girò pian piano la testa frontalmente in modo tale
che le loro
bocche entrassero in
collisione, ma Derek era intenzionato a continuare quella piccola
tortura
ancora per un po'. Ad ogni bacio sulla guancia, sul collo, sulla
fronte, sulle
palpebre il corpo del ragazzino fremeva maggiormente e tentava di
sollevare la
testa per ricercare la bocca dell'altro. Derek, infine, decise di porre
fine a
quella disperata ricerca riprendendo a baciarlo con foga maggiore,
conficcandogli in gola la lingua, lasciandolo totalmente senza fiato e,
senza
che Stiles riuscisse a capacitarsene, rispose al bacio più
agguerrito che mai.
Le lingue si intrecciarono iniziando a giocare tra loro ballando una
danza che
solo loro conoscevano e il ragazzino si sentì completamente
senza respiro. Si
ricordò solo dopo che doveva inspirare col naso e una volta
riacquistata la
capacità di respirare nel modo corretto non si
curò di
nient’altro che non fossero le labbra bollenti del
licantropo. Derek usava molto spesso punzecchiarlo con i denti, lo
mordeva, gli tirava
fino a
dove riusciva il labbro inferiore –tanto che per qualche
istante il ragazzo pensò che
glielo volesse staccare del tutto- ma anche Stiles iniziava a scoprire
la tutta quell'urgenza dannatamente eccitante.
“Derek…” sussurrò, mentre
l’altro si concentrava sul suo collo che azzannò
senza
ritegno lasciandogli le impronte dei denti. Un lieve mugolio tormentato
sfuggì dalle
labbra di Stiles quando percepì i denti appuntiti dentro la
sua carne morbida.
Trovava quella situazione maledettamente erotica e primordiale, molto
animalesca in un certo senso. “Le mani..
lasciamele..” si ritrovò a pregare con voce rauca.
“Perché?”
Stiles, se possibile, avvampò ancora di più, ma
la sua voce fuoriuscì decisa e
non flebile come si aspettava. “Voglio toccarti anche
io.”
Derek indugiò un solo istante prima di liberarlo,
rabbrividendo. Il ragazzo
lasciò scorrere le
mani sulle sue spalle per poi farle scivolare lungo la schiena con una
lentezza esasperante e poi
sempre più
in fondo fino ad arrivare alle natiche che strinse con decisione
facendo
ansimare il più grande che ormai non si tratteneva
più. L’idea iniziale di
Derek era quello di spaventarlo a morte e c’era riuscito per
una buona parte
del tempo poi la situazione gli era completamente sfuggita di mano.
Vedere il
ragazzino inerme sotto di sé non aveva fatto altro che
alimentare i suoi istinti
perversi che per vario tempo aveva cercato di reprimere e quando
l’aveva
baciato la situazione era completamente degenerata. Adesso erano
eccitati a
livelli inimmaginabili entrambi e da come Stiles strizzava i suoi
glutei intuì che si stesse divertendo parecchio.
Poteva odorare chiaramente il desiderio dell’altro.
Poteva sentire i muscoli prima tesi completamente alleggeriti e
rilassati
tranne le gambe che avevano deciso di avvolgerlo completamente facendo
strofinare ancora di più i membri caldi sigillati dai
pantaloni. Derek in quel
momento aveva solo voglia di stracciargli i vestiti di dosso e di
penetrarlo con
violenza senza lasciarli tempo di ribattere. Sentiva la
necessità di entrargli
nella carne, di spaccarlo in due per vedere quel bel viso
già colorito di un rossore
grazioso trasformarsi in una smorfia di spasmodico godimento.
Di quante gradazioni di colore si sarebbero tinte quelle gote?
Quante volte quelle labbra avrebbero invocato il suo nome?
A quale ritmo avrebbe palpitato il suo cuore?
Quelle domande rimbombavano nella testa di Derek eccitandolo
follemente;
percepì nettamente le pulsazioni aumentare sempre
più rischiando di fargli perdere il controllo che si era
sempre fermamente imposto. Quando sentì
le mani di Stiles intensificare la presa sui glutei, la sua lingua
sollevarsi
leccandogli criminosamente il volto e la continua frizione dei loro
bacini,
seppe per certo di non esercitare più il controllo di
sé stesso. Lo sguardo improvvisamente
lascivo dipinto sul volto di Stiles e i suoi battiti cardiaci
frenetici, non aiutava di certo il
mantenimento del
dominio.
Le mani stavano diventando sempre più pelose e inumane,
così come le sue unghie
che si stavano affilando.
Le orecchie si stavano allungando e tutto il suo corpo stava
letteralmente
bollendo. Stiles continuava a circondarlo con le gambe muovendosi
contro di lui e le mani scorrevano sul suo corpo come animaletti
smaniosi, tuttavia teneva gli occhi chiusi in quel momento senza
rendersi minimamente conto dell'effetto delle sue azioni.
Il cellulare del ragazzino squillò riportando entrambi alla
realtà. Derek si
allontanò subito respirando affannosamente e pian piano
sentì la sua forma
fisica tornare umana.
Stiles, invece, rimase immobile ad osservare il cielo. In quel momento
aveva
persino disimparato a respirare -di nuovo- per questo ci mise qualche
minuto
per riprendere fiato correttamente. Sentiva ancora il corpo
di Derek
su di sé, le sue mani sul suo corpo e il suo uccello era
chiaramente troppo su
di giri. Se fosse stato da solo, a casa, probabilmente non avrebbe
esitato a
mettersi la mano nei pantaloni a frizionare il membro per liberarlo da
quella dolorosa
eccitazione e anche in quel momento tentare di sopraffare la mano era
particolarmente difficoltoso, ma lo sguardo di Derk che sentiva puntato
su di
sé lo aiutò a capire che doveva rinsavire alla
svelta. Non aveva nemmeno la
fermezza di agguantare il cellulare e rispondere; sembrava quasi che
tutti i
muscoli del corpo si rifiutassero di obbedirgli -uno in particolare-
poi si
riprese e richiamò Scott per avvertilo che sarebbero
arrivati tardi e quando
gli chiese il motivo si inventò la prima scusa che gli
passava per la testa.
Quando chiuse la chiamata riuscì a riscoprire
l'abilità di sollevarsi in piedi, sebbene le sue gambe si
ostinassero a tremolare. Si scrollò gli
abiti ricoperti di foglie e terra, in particolar modo i jeans poi
attese che il licantropo gli dicesse qualcosa, ma questo non avvenne.
Derek si limitò ad analizzarlo attentamente e, dopo avergli
lanciato una delle sue occhiate impenetrabili, si decise a
fargli strada per
accompagnarlo
alla macchina. Come se nulla fosse.
Stiles rimase stranamente in silenzio per tutto il tragitto, adirato
per
l'indifferenza di Derek che continuava a perseverare nel suo silenzio
tombale
ignorandolo su tutti i fronti. Come se non l'avesse
inchiodato al suolo solo
qualche attimo prima.
“Ah, ma allora esiste un modo per farti tacere.”
commentò Derek incredulo,
ma non avrebbe mai ammesso che era infastidito da tutta quella
taciturnità.
Il ragazzino cercò di fulminarlo con
un’occhiataccia, ma quello che doveva essere
un cipiglio cupo risultò uno strano aggrottare di
sopracciglia e di gonfiare le
guance. Agli occhi di Derek risultò particolarmente
comico, anche
se non sorrise. Rimasero in silenzio fino a quando non raggiunsero la
macchina
abbandonata sul ciglio della strada e che incredibilmente nessuno aveva
rubato poi: “Ma tu,
sinceramente, avevi mai
baciato un uomo? No, perché io non l’avevo mai
fatto prima d’ora e adesso non
so assolutamente cosa dire, fare, pensare. Vedi?! Sono in ansia, tutte
queste
domande non fanno altro che rintronarmi ancora di più. E
–diamine!- cosa
diamine dico a Lydia? Perché devo dirle qualcosa, giusto? A
me sono sempre
piaciute le donne e improvvisamente mi ritrovo a farmi un uomo
–psicopatico
lupo mannaro, per la precisione- e a provarci anche gusto! Quindi, per
cui,
sapendo ciò, l’unica spiegazione razionale
è che io abbia gli ormoni in
subbuglio perché quella benedetta ragazza non me
l’ha ancora data. La dà a
tutti e a me no, dimmi te che razza di sfigato sono. Avevo ragione a
dire che
Scott mi ha attaccato l’essere Nerd, ma almeno lui adesso
è si può trasformare
in lupo mentre io sono ancora un essere umano. Comunque, non mi puoi
piacere
davvero perché se mi piacessi sarei masochista visto che mi
tratti sempre male
e mi minacci. L’eccitazione di prima è sicuramente
dovuta all’astinenza e poi,
ammettiamolo, io non ho di certo la faccia di un gay di conseguenza non
posso
essere gay, anche se i gay a quanto pare mi trovano
irresistibile.”
Perché
non gli ho
staccato la lingua quando ero ancora in tempo? Fu il
pensiero di Derek prima di
lasciarsi sfuggire un piccolo sorriso che celò prontamente
agli occhi
del ragazzino
nascondendo il capo.
"Stai zitto." ordinò con voce seccata.
"Non permetterti di zittirmi, sai! Dopo quello che hai fatto non ne hai
alcun diritto!"
Derek appoggiò la testa contro il sedile, mentre Stiles
persisteva a sbraitare. Avrebbe trovato
altri modi di
zittirlo, ma doveva ammettere che l’idea di doverlo braccare
nuovamente per poi
saltargli addosso non era male.
Tutto a tempo debito.
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