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Autore: The Masked    30/12/2011    23 recensioni
[Derek x Stiles]
“Qualsiasi cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa.” Il viso –fortunatamente- ancora umano di Derek affondò del suo collo annusandolo e lambendolo leggermente. “Ascolta, parliamone! Io non sono gustoso, anzi, ho un sapore orribile! Sono sicuramente indigesto per uno come te che ha sicuramente standard elevati.” La voce di Stiles era decisamente allarmata e i suoi occhi sgranati più che mai palesavano la sua costernazione.
“Posso accontentarmi.” rispose Derek con il suo solito tono cupo, ma dentro di sé trovava quel ragazzino esagitato particolarmente spassoso.
Genere: Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ollallà! Questa è la mia prima fan fiction sulla coppia Derek x Stiles e, sebbene inizialmente l'avessi pensata come one-shot, non mi dispiacerebbe scrivere un seguito . Boh, intanto mi auguro che vi piaccia. Spero che qualche anima pia, alla fine della lettura, si soffermi a lasciarmi un segno del suo passaggio con qualche commento o critica.

Buona lettura e Buon fine anno! *^*

Shut up!

Derek era sempre stato un licantropo fondamentalmente molto solitario.
Adorava la quiete, la pace interiore, il suono del suo respiro e quello della natura circostante. Per questo era andato a vivere da solo nei boschi, lontano da tutti i rumori e dalle persone; voleva vivere in pace la sua natura estraniandosi dal mondo per non udirne i suoni caotici e subire la mutazione da lupo senza destare sospetti nel vicinato, ma da quando quei ragazzini erano entrati nella sua vita non godeva più della tranquillità che andava cercando. Soprattutto a causa sua, di Stiles. Quando era entrato in contatto con Scott per aiutarlo a controllare il suo dono non aveva calcolato di poter avere il migliore amico tra i piedi. Quel ragazzino aveva la capacità innata di innervosirlo a livelli esponenziali. Nessuno come lui riusciva a fargli perdere il controllo e a provocargli la voglia di trasformarsi per azzannargli la gola zittendolo in maniera definitiva.
Persino in quel momento la voglia di ucciderlo andava intensificandosi poiché, a quanto pareva, l’altro era preso a sproloquiare con il chiaro obiettivo di snervarlo del tutto al fine di farsi uccidere. Gli umani in missione suicida non li aveva mai compresi.
“Insomma, è tutto così strano. Improvvisamente la mia vita è cambiata radicalmente e mi tocca fare da balia a dei lupetti. Dovrebbero pagarmi per tutto ciò che faccio per voi, invece, l’unica cosa che ci guadagno è avere un lupo mannaro che continua a ringhiarmi contro per motivi che continuano ad essere ignoti. Ecco, vedi?! Stai ringhiando di nuovo! La fai finita una volta per tutte o vuoi continuare ancora un po’? No, perché forse non ti è stato insegnato, ma non è molto educato comportarsi in questo modo nei confronti di una persona che continua ad aiutarti. E non mi guardare con quella faccia da io-non-ho-mai-chiesto-il-tuo-aiuto-e-non-ne-ho-neppure-bisogno-perché-sono-grande-e-grosso-e-tu-un-misero-umano perché a quanto pare hai sempre bisogno del sottoscritto. Stiles di qua, Stiles si là e poi mi zittisci sempre in malo modo o mi sbatti la testa a destra e a manca o continui a ringhiare come stai facendo da venti minuti.”
Derek strinse le palpebre e i sigillò i pugni.

Calmo, stai calmo. Non ucciderlo.
“Comunque,la famiglia Argent è veramente terrificante, anche se è indegno che tu ti sia fatto rapire e sodomizzare da quella donna… Come si chiama?! Kate? Mh. Sì, comunque, la zia della ragazza del mio migliore amico. Che situazione strana, dovrei scriverci un libro in modo da incassare tanti bei quattrini. Sono sicuro che il mio vecchio sarebbe orgoglioso di me e la smetterebbe di rompere per mio scadente rendimento scolastico. Ma come posso andare bene a scuola quando la mia vita è così ricca di vicissitudini entusiasmanti? Oddio, di tanto in tanto la gentaglia con la quale avete a che fare mi preoccupa parecchio –te compreso, eh- ma la maggior parte del tempo è abbastanza divertente, questo lo devo ammettere. A parte quando cercano di ammazzarmi, in quei momenti devo dire che non mi diverto particolarmente.”
Non. Devo. Ucciderlo. Dopotutto, è un ragazzino, posso sopportare.
“Tornando all’argomento tabù, ovvero Kate, credo proprio che sia leggermente attratta da te altrimenti non ti avrebbe mai segregato in quella cantina e incatenato al muro come una bestia da macello. Voleva abusare del tuo corpo, te lo dico io! Certo che le donne sanno essere veramente tremende alle volte, altro che gentil sesso o sesso debole! Voglio dire, da umana è riuscita a battere te e non voglio nemmeno sapere in che senso. Oddio, mi sto immaginando mentalmente una scena di sesso fra voi due e sto decisamente rabbrividendo al sol pensiero. Puoi percepire il mio disgusto con il tuo olfatto sopraffino, vero? Brrr, Che immagine terrificante. Non che Kate sia brutta, eh –non si mai che io insulti la tua futura sposa- tuttavia dovrebbe cercare di assumere dei comportamenti un po’ più femminili. Tu che ne dici? La preferiresti con una bella gonnella e un grembiulino rosa mentre ti aspetta a casa badando ai tuoi bambini? O lupetti, boh. Tanto per curiosità, se un lupo mannaro dovesse accoppiarsi con un’umana nascerebbero figli umani o lupacchiotti? Magari umani con caratteristiche da lupo? Dalle mie varie ricerche non compare nulla riguardo a questo argomento. No, ma continua ad ignorarmi pure, eh. Fai pure come se in questo momento non ti stessi rivolgendo la parola. Tentare di conversare con te è decisamente un’impresa epica, come lo è cercare di strapparti un sorriso una volta tanto. Sei consapevole che quel cruccio costante ti rende orrendo?”

Magari potrei tranciargli la lingua, tanto non morirà solo per questo, no? Derek si girò lentamente a guardare il ragazzino valutando seriamente quell’ipotesi e si perse ad osservarlo più scrupolosamente del solito. Aveva un bel viso, il ragazzino, e anche dei bellissimi occhi nocciola. Per quanto lo odiasse doveva ammettere che fisicamente non era propriamente male e non gli era mai stato indifferente da un punto di vista sessuale vista la sua bisessualità, ma la cosa che lo ammaliava di più era il suo odore. I sensi sviluppati gli avevano permesso di comprendere meglio le persone, ma nessuno aveva un’essenza paragonabile a quella di Stiles.
Percepiva un aroma giovanile estremamente puro, un po’ come lui.
Un odore in cui affondare il muso per crogiolarsi.
Ovviamente, davanti a quel maledetto non l’avrebbe mai ammesso.
“Mamma mia, spero che Allison non abbia preso il carattere dalla zia altrimenti Scott può considerarsi fritto!” Il ragazzino rise di gusto evidentemente divertito e Derek si ritrovò a pensare che, sebbene la sua voce lo rintronasse enormemente, la risata era abbastanza melodica. Leggera, limpida. Non gli dispiaceva quando rideva, dopotutto.
“Tu, mi raccomando, non dire una parola! Che razza di compagnia. Comunque, tornando a parlare di donne.. Lydia non la capisco proprio. Cioè.. è una donna, è ovvio che non la capisca proprio perché è insito nella natura delle donne non farsi capire per mandare in paranoia gli uomini, ma lei è davvero strana e non so assolutamente come comportarmi. Probabilmente, non avere avuto esperienze in questo senso non mi aiuta affatto ma –che cavolo!- mi lancia dei segnali e poi mi tratta come se fossi uno straccio usato e puzzolente da gettare nell’immondizia. Beh, mi è di consolazione che la mia situazione è sicuramente migliore della tua. Almeno io non vengo sodomizzato in modo brutale da una pazza isterica e frustato a sangue con frustini d’argento.”
Lo ammazzo sul serio.
“Stiles.”
“Oh, Dio sia lodato!” esclamò il ragazzino. “Pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua. Sempre che i gatti non siano troppo intimoriti dall’avvicinarsi a te. Hai smesso addirittura di ringhiare per qualche minuto… Almeno quello era un contorno musicale. Inquietante, ma veramente sentito.”
“Ferma la macchina.”
“Eh?” Il ragazzino girò la testa verso di lui, distogliendo per un istante gli occhi dalla strada.
“Accosta.” Ordinò nuovamente con voce ancora più dura.
“Ah, devi andare in bagno? Non puoi aspettare un secondo?”
“Ora.”
"Questo atteggiamento da gerarca nazista nella mia auto -e sottolineo: mia- proprio non lo tollero." borbottò Stiles, ma non appena sentì l'altro ringhiare mostrando i denti capitolò. “Va bene, va bene. Non ti innervosire, faccio in un secondo.” Stiles accostò e non appena spense il motore Derek lo sollevò letteralmente di peso gettandolo fuori dall’abitacolo.
“Oi. EHI! Ma che fai?!” Stiles era letteralmente sconvolto da quell’irruenza. Ammetteva che un po’ se l’era cercata. Parlare a quel modo a Derek non era mai una saggia decisione, ma si aspettava il solito ammonimento o che gli sbattesse la testa contro il volante tanto per fargli capire chi aveva il controllo della situazione non quell’improvviso impeto. Con la sua forza straordinaria lo stava trascinando nella fitta boscaglia allontanandolo sempre maggiormente dalla macchina e dalla strada. Ovviamente, le proteste non servirono a frenare l’andatura né a farlo smettere di trascinarlo sicché, il ragazzo, decise di puntare i piedi perché non lo trainasse al di là di quel punto e il licantropo lo liberò dalla morsa con la quale l’aveva stretto durante il tragitto. Stiles rimase fermo in attesa, gli occhi fissi su quello del licantropo per comprendere meglio che intenzioni avesse nei suoi confronti. Voleva divorarlo in un sol boccone? Dopotutto, l’aveva trascinato nella fitta boscaglia e non si vedeva nessuno in giro quindi addio aiuto o testimoni oculari. Stiles iniziò a sentirsi leggermente in trappola e decisamente inquieto.
“Sai cosa amano i lupi, Stiles?” domandò Derek adombrato, ma prima che il ragazzo potesse prendere fiato per elaborare qualche battuta divertente per alleggerire l’atmosfera il licantropo continuò: “La cosa che amiamo maggiormente è braccare la nostra preda. Che ne dici di giocare un po’ con me?”
“A fare che?” domandò Stiles torturandosi le labbra. Aveva una bruttissima sensazione. Terrificante, proprio.
“Ti concedo ben cinque minuti di vantaggio per nasconderti e metterti in salvo, ma se riuscirò a trovarti sappi che ti sbranerò.” Gli occhi chiarissimi di Derek erano fissi nei suoi e non sembravano burlarsi di lui.
Stiles si ritrovò deglutire, irrequieto. “Ti ringrazio tantissimo per l’offerta, ma mi trovo costretto a rifiutare con sommo dispiac-”
“Da adesso. Io non sprecherei secondi preziosi se fossi in te.” Il licantropo incrociò le braccia attendendo placidamente la fuga che sarebbe seguita da lì a poco.
“Stai scherzando, vero?” Ma lo sguardo di Derek era tutt’altro che giocoso, manteneva la sua solita imperscrutabilità e freddezza che lo rendeva inquietante. Prima che potesse rendersene conto le sue gambe avevano iniziato a correre velocemente in mezzo alla fitta boscaglia senza ragionare sul fatto che sarebbe stato più intelligente tornare sui suoi passi e raggiungere la macchina per segregarsi dentro. Era abbastanza certo che Derek sarebbe riuscito a sollevare l’automobile con una mano sola, ma prima che potesse farlo sarebbe potuto partire veloce come il vento.
Aveva perduto la cognizione del tempo da quando aveva iniziato a correre, sentiva solamente le gambe invocare pietà e il fiato accorciarsi sempre di più.

Lo sapevo che dovevo seguire più allenamenti e fare più sport.
Si immobilizzò respirando a pieni polmoni e guardandosi attorno con fare circospetto assicurandosi che quello psicopatico non lo assalisse alle spalle per divorarlo in un sol boccone. Non era ancora pronto per morire.
Dannazione, devo anche pisciare! Sarà tutta questa paura a farmela fare sotto. Dannato, Derek, perché trai un piacere perverso nello spaventarmi a morte?! Io non faccio altro che aiutarti e tu mi vuoi addirittura sbranare. Lo trovo ingiusto! Se solo avessi un po’ più di palle troverei il coraggio di denunciarti a papà per violenza psicologica. Potrebbe arrestarti per violenza psicologica, giusto? Devo controllare assolutamente se c’è scritto qualcosa a riguardo su internet. Internet. Oh, porca paletta, ho lasciato il portatile in macchina! E se qualcuno approfittasse della macchina aperta per frugare al suo interno? E se quel qualcuno decidesse anche di rubarmi anche la macchina, tanto per gradire?! Non posso credere di stare pensando alla macchina con un lupo rabbioso –per motivi che non mi competono- alle calcagna, ma papà mi ammazzerebbe, come minimo, e non mi darebbe i soldi per comprarmene una nuova.
Immerso nei suoi pensieri non si rese conto che due occhi attenti lo stavano scrutando da un bel po’ di tempo per questo quando si ritrovò ghermito dalle grandi braccia di Derek e gettato malamente a terra non riuscì a trattenere un urlo stridulo da ragazzina isterica. Nello spavento iniziò anche a colpire a destra e a manca, ma fu prontamente bloccato dal corpo di Derek che sembrava intenzionato a immobilizzarlo del tutto. Il licantropo gli acciuffò le mani agitate con una sola mano e le trattenne contro il suolo poi premette quasi con tutto il suo peso contro il corpo del ragazzo che fu indotto a desistere per concentrarsi sulla respirazione.
“Qualsiasi cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa.” Il viso –fortunatamente- ancora umano di Derek affondò del suo collo annusandolo e lambendolo leggermente. “Ascolta, parliamone! Io non sono gustoso, anzi, ho un sapore orribile! Sono sicuramente indigesto per uno come te che ha sicuramente standard elevati.” La voce di Stiles era decisamente allarmata e i suoi occhi sgranati più che mai palesavano la sua costernazione.
“Posso accontentarmi.” rispose Derek con il suo solito tono cupo, ma dentro di sé trovava quel ragazzino esagitato particolarmente spassoso.
“Ma perché accontentarti? Perché, mi chiedo. Guarda! Ho appena visto un cervo o qualcosa di molto simile aggirarsi qui attorno. Sono sicuro che la sua carne sarà sicuramente più succulenta e saporita della mia. Io potrei risultare stopposo, davvero. Non vorrei che poi ti venisse il mal di pancia.”
Derek gli mordicchiò il collo, pensando che a causa sua avrebbe guadagnato una bellissima emicrania. Auspicava che almeno in quel momento Stiles se ne restasse zitto ad attenere la sua sorte, invece, continuava a parlare a raffica ancora più rapidamente di prima, tuttavia poteva percepire nettamente il suo timore.
Gli occhi erano sbarrati e tentavano di cogliere una soluzione razionale a ciò che gli stava capitando.
Le mani erano saldamente racchiuse fra la sua e le sentiva tremare di tanto in tanto.
Il fiato era corto a causa della corsa per sfuggirgli.
E, infine, il cuore batteva furiosamente in maniera molto invitante.

Tum tum. Tum tum.
“Sono sicuro che se ti impegnassi riusciresti a raggiungerlo senza problemi perché tu sei un grande lupo cattivo. Non mi spiego proprio come sia riuscita Kate a rinchiuderti, visto il tuo spirito combattivo. Deve essere stato un caso fortuito. Per lei intendo!”
Derek si avvicinò alle sue labbra sentendo il respiro su di sé. “Se ti staccassi la lingua a morsi staresti zitto?”

Tum Tum. Tum tum. Tum tum.
“No, dai, perché commettere un atto così estremo e sconsiderato? La mia lingua può rimanere tranquilla dov’è, giusto? Ti prometto che cercherò di stare zitto. Davvero. Non ti infastidirò più, parola di lupett-volevo dire scout! Che poi se sapessi cosa ti dà tanto fastidio potrei anche rimediare in qualche modo censurando qualche discorso. Insomma, ma non ti hanno mai insegnato a comunicare con gli altri? Guarda che il dialogo è importante e mphf!!”
Derek si avventò con intensità travolgente sulle labbra dell’altro facendogli perdere completamente la concentrazione e la parola. La lingua giocava con la sua, che rimaneva immobile, invitandola a partecipare alla danza con irruenza maggiore e la mano che non stava usando per immobilizzargli le sue stava ispezionando il suo corpo sotto la maglietta. Stiles si sentì un cucciolo nelle mani di un predatore troppo grande per poter essere affrontato. Ogni tentativo di ribellione sarebbe stato stancante ed assolutamente inutile. Riusciva a malapena a muoversi, come avrebbe fatto a liberarsi? E anche se fosse riuscito in quell’impresa impossibile come poteva scappargli vista la sua velocità e il suo olfatto altamente sviluppato?

Io e la mia cavolo di parlantina ereditata da mamma. Mio padre me l’ha sempre detto che prima o poi le mie chiacchiere mi avrebbero cacciato nei guai, ma di certo non immaginavo di venire sodomizzato da un lupo mannaro! Un maschio, per giunta!
Ciononostante Stiles, nonostante la paura di essere divorato da un istante all’altro o di essere privato della sua amata lingua –o della verginità- non riuscì a trattenere una certa eccitazione incomprensibile e inaspettata per tutta quella situazione. La lingua di Derek non smetteva di ispezionare da cima a fondo la sua bocca, succhiandogli con dedizione la lingua, fermandosi solo per mordicchiargli le labbra che sentiva sempre più gonfie e umide. La mano libera del lupo tastava attentamente il suo corpo, studiandone la forma e concentrandosi sui punti sentibili provocando l’imporporarsi delle sue gote. E il fatto che si strusciasse conto di lui non aiutava non far affluire il sangue verso il cavallo dei pantaloni.
“Mh.” Ansimò quasi senza fiato.
“Sei eccitato.” Constatò Derek osservandolo attentamente, sorpreso.
Il ragazzino arrossì del tutto divenendo quasi violaceo. “No, che non lo sono! Ma proprio per niente! Hai capito proprio male, bello mio!”
Derek si strusciò ancora di più su di lui come per rimarcare il concetto, strappando al più piccolo un gemito d'apprezzamento e di sorpresa. “Oh, sì che lo sei. Odori di paura e di voglia, è un odore molto difficile da confondere.” Il lupo rimase qualche istante a fiutarlo intensamente, cercando di incontrare gli occhi castani di Stiles, ma quest'ultimo sembrava troppo impegnato a mirare una foglia secca a terra pur di evitare il contatto visivo. Aveva le gote deliziosamente accese, il respiro accelerato e gli occhi lucidi, ma sicuramente non per il pianto. Ed era accalorato. Eccome se lo era! Con un sorriso trionfo, gli baciò l'orecchio succhiandone il lobo come se avesse intenzione di mangiarselo e sentì il corpo del ragazzo vibrare sotto di sé, sebbene si ostinasse a tenere la testa girata pur di non guardarlo negli occhi. Gli baciò la guancia, alternando piccole lappate e, senza che nemmeno se ne accorgesse, Stiles girò pian piano la testa frontalmente in modo tale che le loro bocche entrassero in collisione, ma Derek era intenzionato a continuare quella piccola tortura ancora per un po'. Ad ogni bacio sulla guancia, sul collo, sulla fronte, sulle palpebre il corpo del ragazzino fremeva maggiormente e tentava di sollevare la testa per ricercare la bocca dell'altro. Derek, infine, decise di porre fine a quella disperata ricerca riprendendo a baciarlo con foga maggiore, conficcandogli in gola la lingua, lasciandolo totalmente senza fiato e, senza che Stiles riuscisse a capacitarsene, rispose al bacio più agguerrito che mai. Le lingue si intrecciarono iniziando a giocare tra loro ballando una danza che solo loro conoscevano e il ragazzino si sentì completamente senza respiro. Si ricordò solo dopo che doveva inspirare col naso e una volta riacquistata la capacità di respirare nel modo corretto non si curò di nient’altro che non fossero le labbra bollenti del licantropo. Derek usava molto spesso punzecchiarlo con i denti, lo mordeva, gli tirava fino a dove riusciva il labbro inferiore –tanto che per qualche istante il ragazzo pensò che glielo volesse staccare del tutto- ma anche Stiles iniziava a scoprire la tutta quell'urgenza dannatamente eccitante.
“Derek…” sussurrò, mentre l’altro si concentrava sul suo collo che azzannò senza ritegno lasciandogli le impronte dei denti. Un lieve mugolio tormentato sfuggì dalle labbra di Stiles quando percepì i denti appuntiti dentro la sua carne morbida. Trovava quella situazione maledettamente erotica e primordiale, molto animalesca in un certo senso. “Le mani.. lasciamele..” si ritrovò a pregare con voce rauca.
“Perché?”
Stiles, se possibile, avvampò ancora di più, ma la sua voce fuoriuscì decisa e non flebile come si aspettava. “Voglio toccarti anche io.”
Derek indugiò un solo istante prima di liberarlo, rabbrividendo. Il ragazzo lasciò scorrere le mani sulle sue spalle per poi farle scivolare lungo la schiena con una lentezza esasperante e poi sempre più in fondo fino ad arrivare alle natiche che strinse con decisione facendo ansimare il più grande che ormai non si tratteneva più. L’idea iniziale di Derek era quello di spaventarlo a morte e c’era riuscito per una buona parte del tempo poi la situazione gli era completamente sfuggita di mano. Vedere il ragazzino inerme sotto di sé non aveva fatto altro che alimentare i suoi istinti perversi che per vario tempo aveva cercato di reprimere e quando l’aveva baciato la situazione era completamente degenerata. Adesso erano eccitati a livelli inimmaginabili entrambi e da come Stiles strizzava i suoi glutei intuì che si stesse divertendo parecchio.
Poteva odorare chiaramente il desiderio dell’altro.
Poteva sentire i muscoli prima tesi completamente alleggeriti e rilassati tranne le gambe che avevano deciso di avvolgerlo completamente facendo strofinare ancora di più i membri caldi sigillati dai pantaloni. Derek in quel momento aveva solo voglia di stracciargli i vestiti di dosso e di penetrarlo con violenza senza lasciarli tempo di ribattere. Sentiva la necessità di entrargli nella carne, di spaccarlo in due per vedere quel bel viso già colorito di un rossore grazioso trasformarsi in una smorfia di spasmodico godimento.
Di quante gradazioni di colore si sarebbero tinte quelle gote?
Quante volte quelle labbra avrebbero invocato il suo nome?
A quale ritmo avrebbe palpitato il suo cuore?
Quelle domande rimbombavano nella testa di Derek eccitandolo follemente; percepì nettamente le pulsazioni aumentare sempre più rischiando di fargli perdere il controllo che si era sempre fermamente imposto. Quando sentì le mani di Stiles intensificare la presa sui glutei, la sua lingua sollevarsi leccandogli criminosamente il volto e la continua frizione dei loro bacini, seppe per certo di non esercitare più il controllo di sé stesso. Lo sguardo improvvisamente lascivo dipinto sul volto di Stiles e i suoi battiti cardiaci frenetici, non aiutava di certo il mantenimento del dominio.
Le mani stavano diventando sempre più pelose e inumane, così come le sue unghie che si stavano affilando.
Le orecchie si stavano allungando e tutto il suo corpo stava letteralmente bollendo. Stiles continuava a circondarlo con le gambe muovendosi contro di lui e le mani scorrevano sul suo corpo come animaletti smaniosi, tuttavia teneva gli occhi chiusi in quel momento senza rendersi minimamente conto dell'effetto delle sue azioni.
Il cellulare del ragazzino squillò riportando entrambi alla realtà. Derek si allontanò subito respirando affannosamente e pian piano sentì la sua forma fisica tornare umana.
Stiles, invece, rimase immobile ad osservare il cielo. In quel momento aveva persino disimparato a respirare -di nuovo- per questo ci mise qualche minuto per riprendere fiato correttamente. Sentiva ancora il corpo di Derek su di sé, le sue mani sul suo corpo e il suo uccello era chiaramente troppo su di giri. Se fosse stato da solo, a casa, probabilmente non avrebbe esitato a mettersi la mano nei pantaloni a frizionare il membro per liberarlo da quella dolorosa eccitazione e anche in quel momento tentare di sopraffare la mano era particolarmente difficoltoso, ma lo sguardo di Derk che sentiva puntato su di sé lo aiutò a capire che doveva rinsavire alla svelta. Non aveva nemmeno la fermezza di agguantare il cellulare e rispondere; sembrava quasi che tutti i muscoli del corpo si rifiutassero di obbedirgli -uno in particolare- poi si riprese e richiamò Scott per avvertilo che sarebbero arrivati tardi e quando gli chiese il motivo si inventò la prima scusa che gli passava per la testa. Quando chiuse la chiamata riuscì a riscoprire l'abilità di sollevarsi in piedi, sebbene le sue gambe si ostinassero a tremolare. Si scrollò gli abiti ricoperti di foglie e terra, in particolar modo i jeans poi attese che il licantropo gli dicesse qualcosa, ma questo non avvenne. Derek si limitò ad analizzarlo attentamente e, dopo avergli lanciato una delle sue occhiate impenetrabili, si decise a fargli strada per accompagnarlo alla macchina. Come se nulla fosse.
Stiles rimase stranamente in silenzio per tutto il tragitto, adirato per l'indifferenza di Derek che continuava a perseverare nel suo silenzio tombale ignorandolo su tutti i fronti. Come se non l'avesse inchiodato al suolo solo qualche attimo prima.
“Ah, ma allora esiste un modo per farti tacere.” commentò Derek incredulo, ma non avrebbe mai ammesso che era infastidito da tutta quella taciturnità.
Il ragazzino cercò di fulminarlo con un’occhiataccia, ma quello che doveva essere un cipiglio cupo risultò uno strano aggrottare di sopracciglia e di gonfiare le guance. Agli occhi di Derek risultò particolarmente comico, anche se non sorrise. Rimasero in silenzio fino a quando non raggiunsero la macchina abbandonata sul ciglio della strada e che incredibilmente nessuno aveva rubato poi: “Ma tu, sinceramente, avevi mai baciato un uomo? No, perché io non l’avevo mai fatto prima d’ora e adesso non so assolutamente cosa dire, fare, pensare. Vedi?! Sono in ansia, tutte queste domande non fanno altro che rintronarmi ancora di più. E –diamine!- cosa diamine dico a Lydia? Perché devo dirle qualcosa, giusto? A me sono sempre piaciute le donne e improvvisamente mi ritrovo a farmi un uomo –psicopatico lupo mannaro, per la precisione- e a provarci anche gusto! Quindi, per cui, sapendo ciò, l’unica spiegazione razionale è che io abbia gli ormoni in subbuglio perché quella benedetta ragazza non me l’ha ancora data. La dà a tutti e a me no, dimmi te che razza di sfigato sono. Avevo ragione a dire che Scott mi ha attaccato l’essere Nerd, ma almeno lui adesso è si può trasformare in lupo mentre io sono ancora un essere umano. Comunque, non mi puoi piacere davvero perché se mi piacessi sarei masochista visto che mi tratti sempre male e mi minacci. L’eccitazione di prima è sicuramente dovuta all’astinenza e poi, ammettiamolo, io non ho di certo la faccia di un gay di conseguenza non posso essere gay, anche se i gay a quanto pare mi trovano irresistibile.”

Perché non gli ho staccato la lingua quando ero ancora in tempo? Fu il pensiero di Derek prima di lasciarsi sfuggire un piccolo sorriso che celò prontamente agli occhi del ragazzino nascondendo il capo.
"Stai zitto." ordinò con voce seccata.
"Non permetterti di zittirmi, sai! Dopo quello che hai fatto non ne hai alcun diritto!"
Derek appoggiò la testa contro il sedile, mentre Stiles persisteva a sbraitare. Avrebbe trovato altri modi di zittirlo, ma doveva ammettere che l’idea di doverlo braccare nuovamente per poi saltargli addosso non era male.
Tutto a tempo debito.

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