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Autore: Asterion    30/12/2011    5 recensioni
“Ehi, calmati, metti giù quella pistola, non è come sembra!” proferì Kain, cercando di giustificare l'azione del cugino e calmare la giovane ispettrice.
“CALMA UN CORNO! TU, BIONDINO, LASCIA STARE QUEL RAGAZZO E TU DAI CAPELLI ARANCIONI SMETTILA DI DARMI ORDINI; L'UNICA CHE PUÒ IMPARTIRE ORDINI QUI SONO IO, INTESI??!! ORA ALZATE LE MANI E VENITE AVANTI!”
Avviso Autrice: I riferimenti a cose e persone sono puramente casuali. I personaggi Hanabusa; Kaname; Akatsuki; Ruka; Takuma sono di proprietà di Matsuri Hino. Questa storia non è stata scritta per nessun scopo di lucro.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente aveva smesso di piovere. Le nuvole fino a qualche ora prima cariche di pioggia si stavano ormai dissipando per lasciare spazio ad un magnifico sole splendente. Le persone tornavano a passeggiare e ad animare le strade di Covington e tutti riprendevano le loro attività dopo il forte acquazzone della mattina. Charlotte era ormai nei pressi di casa sua, in Gilbour Street. La sua dimora le era stata regalata dai genitori due anni prima perché ci andasse a vivere con il fidanzato. Quest'ultimo, tuttavia, dopo una relazione durata parecchi anni, l'aveva lasciata due mesi prima per un'altra donna. La ragazza si era ritrovata a gestire una casa da sola e aveva da poco deciso che sarebbe presto tornata a vivere con i suoi genitori.

Proprio mentre era intenta ad infilare la chiave nella serratura e ad aprire il grande portone blu di casa sua pensò a quanto gli uomini fossero meschini e idioti e di quanto Paul, il suo ex, fosse stato terribilmente crudele e insensibile nei suoi confronti.

Dopo aver scacciato dalla mente questi pensieri negativi , Charlotte entrò nell'atrio di casa sua, posò il giacchetto rosa sull'attaccapanni e si diresse in salotto, quella stanza che lei e Paul avevano affrescato ed arredato insieme..già. Si diresse verso una piccola scrivania in un angolo del tinello e tirò immediatamente fuori dalla borsa le pratiche per studiarle con attenzione.

 

Nel mentre ,proprio vicino alla casa dell'ispettrice...

 

“Ufff”

sospirò un ragazzo, fermo in mezzo alla strada di Gilbour street. Il giovane, molto alto, aveva i capelli di un colore che si avvicinava al biondo ramato, corti e molto ma molto arruffati, come di chi si è appena alzato dal letto, e gli occhi color dell'ambra . Mentre Il colorito pallido del suo viso appariva come un chiaro segno di stanchezza arretrata e di debolezza, il fisico atletico e muscoloso suggeriva un'idea di vigore e di forza quasi antitetiche . Il giacchetto di pelle nero, i jeans strappati che indossava ed un orecchino d'oro scintillante all'orecchio sinistro sembravano conferire alla sua persona un'aria da “furfante”.

 

“Hanabusa... Kaname ci ha mandato in città per un motivo preciso, ricordi? ”

 

Il ragazzo assottigliò leggermente gli occhi rivolgendosi ad un altro giovane a pochi passi di distanza dalla sua posizione, anche lui abbastanza alto e bello fisicamente. Questo aveva i capelli biondi dorati corti e leggermente mossi e un paio di occhi azzurri e limpidi e, come l'altro, mostrava la stessa stanchezza e lo stesso aspetto emaciato, anche se, altra differenza, sembrava sfoggiare un modo di vestire di maggior gusto ( una camicia fine bianca, un gilè di cashmere grigio ed una cravatta grigia, un paio di pantaloni eleganti e un giacchetto aperto lungo e grigio ).

Entrambi i ragazzi dovevano avere circa 18-19 anni e, per certi aspetti esteriori, erano davvero simili tra di loro.

 

Il biondo si rivolse al compagno con un'espressione sicura dipinta sul viso angelico

 

 

“Oh Akatsuki certo che lo so!“

 

 

L'altro ragazzo sospirò di nuovo scuotendo la testa e passandosi la mano tra i capelli arruffati

 

“Perché ti deve venire fame sempre nei momenti meno opportuni? E, soprattutto, perché io devo restare sempre coinvolto nei tuoi folli piani? ”

 

 

“ Avanti cugino! Non fare il difficile, ti prometto che farò veloce! ”

 

“Va bene. Fa' come vuoi..per quanto me ne interessa...” Akatsuki socchiuse per un secondo gli occhi, mettendosi le mani in tasca.

 

Nel mentre a casa di Charlotte..

 

“UFFFF, non riesco a venire a capo di questo caso!” La giovane balzò in piedi lasciando che la sedia girevole scivolasse leggermente in direzione divano, sbattè i fogli sulla scrivania con rabbia e si sedette sul divano.

 

Accese il televisore e fece velocemente lo zapping ma non trovò niente di interessante. Odiava quei momenti, quando non sapeva come fare e cosa fare in presenza di un caso difficile. Spostò lo sguardo verso la scrivania osservando la pila infinita di pratiche che la attendevano. No, non aveva proprio la testa per lavorare.

Dopo alcuni minuti di indecisione decise di telefonare alla madre e, dopo aver preso il telefono da un piccolo mobile lì vicino, compose in fretta il numero.

 

“Pronto?” squillò vivace la voce dall'altra parte della cornetta

 

“Pronto mamy, sono Charlotte!”

 

“Oh tesooooooooooooro , come stai? Tutto bene? Il lavoro come va? Avevo proprio intenzione di telefonarti oggi..”

 

“Tutto bene anche se..sono molto occupata ultimamente al distretto...Ufff, sto impazzendo dietro a tutte quelle pratiche” la ragazza si passò stancamente una mano tra i capelli ricci , scompigliandoli.

 

“Lavori troppo mia cara! Te l'ho sempre detto! Senti facciamo così: domani papà torna presto dalla riunione , vieni a trovarci così parliamo un po' insieme ok?”

 

“ok, va benissimo!.. voi tutto bene? “

 

“Si si , tutto a posto! Ora qui c'è la zia con la piccola Molly, vedessi quanto è carina!!”

 

 

“ Oooh, casomai domani passo anche da lei per vederla... vabbè via..ti lascio a Molly ahha..vado a fare una passeggiata per il centro,così mi distraggo un po'!”

 

“Brava la mia Charlotte, allora a domani tesoro! Ciao ciao e buona camminata!”

 

“Ciao mamy e grazie di tutto, ti telefono stasera casomai!”

 

Dopo aver attaccato la cornetta al suo posto, la giovane rimase per qualche minuto ad osservare il telefono sorridendo e poi, dopo essersi alzata dal divano, prese il giacchetto per uscire fuori.

 

Contemporaneamente proprio lì fuori...

 

 

Mentre i due cugini discutevano , un giovane uomo imboccò Gilbour Street.

Aveva i capelli castani corti, giacca grigia , camicia celeste e una cravatta decorata con motivi blu e grigi, pantaloni grigi, scarpe nere e una valigetta nella mano destra. Doveva avere sui ventisette-ventotto anni e, dal passo, sembrava aver parecchia fretta.

 

Hanabusa si volse verso il passante e, dopo averlo squadrato un momento, piegò le labbra in un sorriso beffardo.

 

“Vedi Akatsuki? Non ci voleva tanto, vedrai che non perderemo troppo tempo...”

 

Il compagno si riscosse dai suoi pensieri e, distrattamente, osservò l'espressione incuriosita dipinta sul viso del passante. Probabilmente doveva aver pensato, a ragione, che quel pazzo di suo cugino si rivolgesse in qualche modo a lui.

 

Hanabusa attese che l'uomo le passasse accanto e , con una mossa fulminea, lo colse di spalle e lo sbatté al muro, stringendolo con una mano intorno al collo e tappandogli la bocca con l'altra. Il ragazzo, colto alla sprovvista da quell'azione inaspettata, lasciò andare di riflesso la valigetta, che cadde con un tonfo sul lastricato della strada,e incominciò ad agitarsi e a divincolarsi, con un'espressione sconvolta sul viso.

 

In quel preciso istante Charlotte uscì da casa sua, chiudendo a chiave il portone e, girandosi verso la strada, le cadde l'occhio sulla scena in atto davanti a lei. La borsa le scivolò a terra, con un tonfo, e, coprendosi con le mani la bocca per la sorpresa, urlò:

 

“PAUL! Ehi tu, fermo, che stai facendo??? Lascialo, sono un'ispettrice di poliziaaaa!”

 

Merda pensò Akatsuki con l'espressione scocciata di chi viene sempre coinvolto in situazioni a dir poco seccanti senza motivo.

 

Il biondo si voltò con evidente disappunto. Chi osava disturbarlo mentre stava per consumare un lauto pranzetto?

 

“Tu saresti cosa..?” rispose evidentemente tranquillo, nonostante la brutta situazione in cui stava incappando, mentre il giovane aggredito, che si era volto ora verso la ragazza sgranando gli occhi, continuava a divincolarsi ,lottando per la libertà.

 

Charlotte corse verso Hanabusa , estrasse dalla tasca sinistra del giacchetto la sua pistola e la puntò contro di lui e contro Akatsuki.

 

“Ehi, calmati, metti giù quella pistola, non è come sembra!” proferì Kain, cercando di giustificare l'azione del cugino e calmare la giovane ispettrice.

 

“CALMA UN CORNO! TU, BIONDINO, LASCIA STARE QUEL RAGAZZO E TU DAI CAPELLI ARANCIONI SMETTILA DI DARMI ORDINI; L'UNICA CHE PUÒ IMPARTIRE ORDINI QUI SONO IO, INTESI??!! ORA ALZATE LE MANI E VENITE AVANTI!”

 

“Akatsuki..con questo ci penso io” sussurrò Hanabusa, richiamando l'attenzione del compagno e indicando con un cenno della testa l'uomo che ancora si agitava cercando di liberarsi da quella morsa di ferro. C'era solo una cosa da fare in quella circostanza.

 

 

 

Akatsuki, per niente terrorizzato o scosso dalla minaccia dell'ispettrice, ma alquanto infastidito per l'aggettivo “arancioni” con cui la ragazza aveva definito i suoi capelli, si voltò lentamente verso di lei fissandola negli occhi intensamente.

 

Charlotte ebbe una strana sensazione . Inizialmente provò una specie di sbigottimento, di confusione; poi iniziò a vedere gli occhi color ambra dell'ambiguo ragazzo roteare dappertutto intorno a lei, come se fosse sotto l'effetto di allucinazioni. Chiuse gli occhi per un momento sperando che servisse a qualcosa, ma inutilmente: continuò a vedere quelle iridi turbinanti che le volteggiavano intorno.

A quel punto il giovane dai capelli ramati assottigliò gli occhi, continuando a fissarla allo stesso modo e Charlotte iniziò ad avere giramenti di testa e a vedere le case ,gli alberi, la strada, Paul, il biondo, quell'ambiguo ragazzo davanti a lei e il cielo blu ribaltarsi e roteare, finchè ella non si sentì svenire e non subentrò il più completo oblìo.

Messaggio Autrice: Salve a tutti, ecco il nuovo capitolo di "If i could melt your heart"! Spero vi piaccia, anche se in realtà si capisce ancora poco di quella che è la vera e propria storia! Molte grazie a chi legge e a chi recensisce! Bacioni!
Asterion

  
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